Genitori contrari alla psicoterapia
Buonasera,
Sono in terapia da quasi un anno.
Inizialmente la causa era l'anginofobia, ma nel corso della terapia sono emersi molti alti problemi che mi trascinavo.
I miei genitori erano scettici fin dall'inizio, ma mia mamma insisteva dicendo che "la salute viene prima di tutto".
Nonostante entrambi abbiano partecipato singolarmente ad una seduta insieme a me, hanno deciso di non pagare più nulla perché secondo loro non sono migliorata ma addirittura peggiorata.
Mi sono aperta con mia madre dicendo che per me il 2020 è stato "un anno di rinascita" grazie alla terapia, ma la sua risposta è stata "noi ci spacchiamo la schiena per pagare e tu stai seduta tutto il giorno".
Premetto che studio all'università e che sono seduta per studiare.
Decido allora di pagare io diminuendo il numero delle sedute, usando la borsa di studio che ho preso quest anno.
Ma nemmeno questo va bene, mia madre dice che sono pazza e che non sarà la psicoterapeuta ad aiutarmi.
Inoltre, non avrò più le chiavi della macchina il giorno in cui fisserò l'appuntamento..."se vuoi vai a piedi, io non ti dò la mia macchina per andare da una che muove il ditino per un'ora e prende 60 euro".
Sono andata in terapia per risolvere i miei problemi ma ora li sta ampliando.
Sono tentata di mollare tutto perché ormai parlano tutto il giorno della psicoterapia, nonostante la stia pagando io.
Come posso riuscire a continuare il mio percorso senza abbassarmi a queste provocazioni?
Sto perdendo la pazienza.
Ringrazio anticipatamente
Sono in terapia da quasi un anno.
Inizialmente la causa era l'anginofobia, ma nel corso della terapia sono emersi molti alti problemi che mi trascinavo.
I miei genitori erano scettici fin dall'inizio, ma mia mamma insisteva dicendo che "la salute viene prima di tutto".
Nonostante entrambi abbiano partecipato singolarmente ad una seduta insieme a me, hanno deciso di non pagare più nulla perché secondo loro non sono migliorata ma addirittura peggiorata.
Mi sono aperta con mia madre dicendo che per me il 2020 è stato "un anno di rinascita" grazie alla terapia, ma la sua risposta è stata "noi ci spacchiamo la schiena per pagare e tu stai seduta tutto il giorno".
Premetto che studio all'università e che sono seduta per studiare.
Decido allora di pagare io diminuendo il numero delle sedute, usando la borsa di studio che ho preso quest anno.
Ma nemmeno questo va bene, mia madre dice che sono pazza e che non sarà la psicoterapeuta ad aiutarmi.
Inoltre, non avrò più le chiavi della macchina il giorno in cui fisserò l'appuntamento..."se vuoi vai a piedi, io non ti dò la mia macchina per andare da una che muove il ditino per un'ora e prende 60 euro".
Sono andata in terapia per risolvere i miei problemi ma ora li sta ampliando.
Sono tentata di mollare tutto perché ormai parlano tutto il giorno della psicoterapia, nonostante la stia pagando io.
Come posso riuscire a continuare il mio percorso senza abbassarmi a queste provocazioni?
Sto perdendo la pazienza.
Ringrazio anticipatamente
[#1]
Gentile utente,
mi vengono in mente quei due genitori che recentemente sono stati condannati in quanto avevano impedito che la figlia si sottoponesse alle cure contro la leucemia .. ed era morta.
Talvolta i genitori non capiscono, cercano di imporre il proprio punto di vista...
e non di rado ostacolano la psicoterapia in quanto intuiscono che si sta crendo un legame (la relazione terapeutica) che sfugge al loro controllo.
E questo fa infuriare genitori di stampo controllante.
Mi torna alla mente una pz. 30enne, in terapia (pagata dai genitori) per riuscire a rescindere il cordone ombelicale che la legava a loro e le impediva una vita autonoma.
Nel momento in cui finalmente riuscì ad andare ad abitare da sola, i genitori si opposero a che continuasse la terapia perchè .. produceva danni! (loro, ormai da soli, si erano sentiti persi dentro una coppia scoppiata).
Fortunatamente la ragazza aveva da parte un piccolissimo gruzzoletto.
Questo per farLe capire che la ricerca della propria strada talvolta non viene nè compresa nè facilitata dai genitori;
o per loro ristrettezza mentale,
ma più spesso perchè il cambiamento della figlia/o mette in crisi un equilibrio familiare consolidato proprio sulla base del malessere di uno dei membri.
Questa riflessione vorrebbe produrre l'effetto di cancellare la Sua frase: "..Sono tentata di mollare tutto.. sto perdendo la pazienza".
Che Lei molli tutto, è proprio quello che sembrano desiderare, affinchè la persona torni ad essere quella di prima, fragile e bisognosa, e che il precedente equilibrio venga ricostituito.
Tenga conto che quanto scrivo qui deriva dall'esperienza clinica oltre che dallo studio;
non gode però della conoscenza diretta della situazione familiare, bensì unicamente delle Sue parole.
E dunque le prenda con prudenza.
Se qualcosa non risulta chiaro, ci riscriva, noi siamo qui.
Dott. Brunialti
mi vengono in mente quei due genitori che recentemente sono stati condannati in quanto avevano impedito che la figlia si sottoponesse alle cure contro la leucemia .. ed era morta.
Talvolta i genitori non capiscono, cercano di imporre il proprio punto di vista...
e non di rado ostacolano la psicoterapia in quanto intuiscono che si sta crendo un legame (la relazione terapeutica) che sfugge al loro controllo.
E questo fa infuriare genitori di stampo controllante.
Mi torna alla mente una pz. 30enne, in terapia (pagata dai genitori) per riuscire a rescindere il cordone ombelicale che la legava a loro e le impediva una vita autonoma.
Nel momento in cui finalmente riuscì ad andare ad abitare da sola, i genitori si opposero a che continuasse la terapia perchè .. produceva danni! (loro, ormai da soli, si erano sentiti persi dentro una coppia scoppiata).
Fortunatamente la ragazza aveva da parte un piccolissimo gruzzoletto.
Questo per farLe capire che la ricerca della propria strada talvolta non viene nè compresa nè facilitata dai genitori;
o per loro ristrettezza mentale,
ma più spesso perchè il cambiamento della figlia/o mette in crisi un equilibrio familiare consolidato proprio sulla base del malessere di uno dei membri.
Questa riflessione vorrebbe produrre l'effetto di cancellare la Sua frase: "..Sono tentata di mollare tutto.. sto perdendo la pazienza".
Che Lei molli tutto, è proprio quello che sembrano desiderare, affinchè la persona torni ad essere quella di prima, fragile e bisognosa, e che il precedente equilibrio venga ricostituito.
Tenga conto che quanto scrivo qui deriva dall'esperienza clinica oltre che dallo studio;
non gode però della conoscenza diretta della situazione familiare, bensì unicamente delle Sue parole.
E dunque le prenda con prudenza.
Se qualcosa non risulta chiaro, ci riscriva, noi siamo qui.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.6k visite dal 16/05/2021.
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