Continuo a non avere miglioramenti con la psicoterapia

Buongiorno, torno a distanza di tempo ad aggiornarvi sulla mia situazione (il mio passato potreste leggerlo nei miei passati post).

Il 2019 è stato forse l'anno più sereno della mia vita.
Non che stessi particolarmente bene, ma sicuramente avevo un po' più di forza vitale che mi ha consentito di dedicarmi a me un po' in positivo.
Nel 2020 ho deciso di interrompere la terapia farmacologica (Brintellix) perché mi sentivo relativamente bene e volevo provare ad andare avanti da solo, così la psichiatra mi scalò gradualmente il dosaggio fino a non prenderlo più.
Decido così di iniziare nuovamente una psicoterapia, ma stavolta decido di farlo scegliendo io il terapeuta (nel passato mi ero sempre rivolto a persone che mi erano state consigliate da altri) e, per la prima volta in vita mia, decidendo di farlo in una fase della vita in cui mi sentivo relativamente bene (in passato mi ci ero rivolto sempre quando sentivo di aver toccato il fondo e non avevo più speranza).

Lo specialista che ho scelto è una psicologa di Schema Therapy, di formazione emotivo comportamentale.
Leggendo un po', la Schema Therapy era l'unico approccio terapeutico che mi sembrava valido e forse adatto alle mie esigenze.

Con lei mi sono trovato subito bene, nel senso che mi sono sentito di darle fiducia e mi sono aperto immediatamente.
Però, dopo qualche tentativo iniziale, credo che abbia deciso di abbandonare le tecniche più pragmatiche della terapia perché si era accorta che non riuscivo a fare le cose che mi diceva.
Così, è cominciato un rapporto fatto di dialogo e introspezione.
Di lei apprezzo che è molto sincera nel dirmi le cose come stanno (cosa che non credo lo fossero i precedenti terapeuti).
Dice che sono un paziente particolarmente difficile da trattare, che ho uno stato depressivo molto invalidante che pervade tutti gli aspetti della mia personalità e che ho alcuni tratti marcati di disturbo di personalità narcisistica covert.
Quest'ultimo termine non l'avevo mai sentito dire, e in effetti in alcune cose mi ci riconosco perfettamente, ma in altre per niente.
Lei stessa mi ha detto che il mio profilo non corrisponde esattamente alla definizione di quel disturbo ma che ci sono solo alcuni specifici aspetti abbastanza marcati.
Comunque, a causa di questo stato depressivo così invadente, ha deciso di farmi visitare da una psichiatra di sua fiducia, la quale mi ha prescritto il Wellbutrin.
Lo sto prendendo da fine febbraio, ma ancora non noto alcun tipo di effetto.
Da un anno circa, inoltre, soffro di insonnia (mentre fino ad allora soffrivo di ipersonnia).

Dopo quasi 10 mesi di psicoterapia, però, continuo a sentirmi sempre uguale.
Sempre lo stesso fallimento.
Non capisco cosa ci sia di diverso tra il parlare con uno psicologo ed il parlare con un amico con cui si abbia un po' di confidenza.
Non ho acquisito degli strumenti diversi per affrontare la vita, ma uso sempre gli stessi meccanismi disfunzionali.
Dopo 17 anni di calvario, mi sento molto stanco e sfiduciato.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

la psicoterapia che si rivolge ai disturbi di personalità è lunga e complessa, non di rado occupa gran parte della vita pur con le dovute pause. In particolare quando la diagnosi posta - concordemente da due Colleghe - è di disturbo narcisistico.
In questo caso le caratteristiche del paziente
- non solo rendono difficile la sua vita, aggiungendo anche il pericolo costante di una deriva depressiva dovuta alla difficoltà di elaborazione delle emozioni, e conseguenti difficoltà sociali
- ma esse ricadono anche sulla stessa relazione terapeutica, attraverso meccanismi svalutanti ecc. Se ne è già parlato nei precedenti Consulti.

Le chiedo dunque
- se Lei abba compreso a fondo i propri meccanismi di funzionamento psichico
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1314-il-disturbo-narcisistico-di-personalita.html
- come mai non abbia aderito alla psicoterapia di gruppo propostale, che, in questa fase, avrebbe potuto essere utile per quanto riguarda la consapevolezza e la gestione dei Suoi meccanismi inerenti la socialità.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
La vecchia psichiatra mi accennò una sola volta che forse ero un narcisista. La terapeuta attuale ha parlato di "alcuni tratti riconducibili al disturbo di personalità narcisistica di tipo covert", ma che mi discosto da essa per altri aspetti. Dice che il più grosso problema è una depressione molto diffusa e che pervade un po' tutti gli aspetti e che rende difficile il lavoro.
Io non ho alcun problema sociale. Sono pieno di amici e di persone che mi vogliono bene. Ho una famiglia che mi ama e mi segue. Ho buoni rapporti con i colleghi. Non ho mai auto difficoltà a stringere amicizie. La difficoltà che ho però sempre avuto è però quella di allacciare rapporti sentimentali con persone dell'altro sesso. Infatti, in 36 anni di vita, ho avuto una sola storia in cui mi sono spento sempre più e alla fine quella ragazza mi ha lasciato. Però mi ha più volte ribadito che sono sempre stato rispettoso e che non l'ho fatta soffrire, ma che semplicemente non c'era affinità tra noi.
Odio stare al centro dell'attenzione e vorrei vivere solo, nell'anonimato ed essere dimenticato da tutti. Non voglio né attenzioni né comprensione. Io non mi lamento mai di nessuno. Credo di vivere in un mondo bellissimo e che sono circondato di gran lunga da persone positive. Il problema è tutto mio: non ho fiducia in me e sento di non avere la forza per vivere.
Ho letto quell'articolo e ho letto molto riguardo il disturbo narcisistico e nella descrizione non mi ci riconosco assolutamente. Zero. Non c'è un solo descrittore che possa riferirsi a me. Ma la definizione che si legge sempre di narcisista è quella "overt". Se vado a leggere la descrizione della tipologia "covert", invece, mi rendo conto che in ALCUNI descrittori mi riconosco, ma in altri per niente.
Nessuno si è mai lamentato di me per averlo fatto soffrire. Chiunque apprezza sempre la mia disponibilità ed io, a differenza di quello che si dice normalmente per i narcisisti, sono perfettamente consapevole che ho dei seri problemi, motivo per cui da anni cerco disperatamente un aiuto psicologico che finora non ha portato a dei risultati. Leggo spesso che il vero narcisista non è consapevole di avere un problema e quasi mai si rivolge a uno psicologo.
Riguardo alla terapia di gruppo, mi fu accennato una sola volta dalla vecchia psichiatra, ma poi non me ne parlò più e non mi diede nessuna indicazione a chi rivolgermi. La nuova psicologa e la nuova psichiatra, invece, non mi hanno mai indicato questa strada.
Io non voglio mollare la terapia, perché mi ero detto che questo sarebbe stato l'ultimo tentativo e, costi quel che costi, ci proverò finché ne avrò le energie. Ma non riesco a parlarne come un'esperienza che mi sta cambiando o che mi stia offrendo degli spunti o degli strumenti per affrontare le cose diversamente.

Ed ora consentitemi uno sfogo: sono 17 anni che sto male. Sono molto stanco. Vi prego con tutto il cuore: non venitemi a dire che prima di tutto sono io che lo devo volere, perché ciò mi fa tremendamente male. Io ci ho sempre provato con tutto me stesso e ci ho messo tutte le intenzioni e le energie che avevo a disposizione, ma per me la frase "volere è potere" non ha mai funzionato. Anzi, ha sempre contribuito a farmi crescere la frustrazione e la svalutazione di me stesso. La mia frase è: "vorrei tanto, ma proprio non ci riesco". Se non comportasse come conseguenza la sofferenza di tante persone che mi vogliono sinceramente bene, mi sarei già tolto la vita da un pezzo. Ma non lo posso fare e trovo questa impossibilità una privazione di libertà. Ho tanta voglia di arrendermi e lasciarmi andare.
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Utente
Utente
Visto che ci sono vorrei permettermi di fare una critica ad alcuni terapeuti che fanno divulgazione su canali internet:
ci sono tantissimi video di psicologi che parlano di disturbo narcisistico e che si rivolgono (senza dubbio giustamente) alle vittime dei narcisisti. A quanto pare chi è vittima di una persona narcisistica subisce una vera e propria violenza psicologica ed è giusto che se ne parli e che si aiuti queste persone ad uscirne. Ora però focalizziamoci sul narcisista: raramente se ne parla (perché, come dicevo, si parla soprattutto delle sue vittime), ma quando lo si fa, se ne parla come di una persona che bisogna a tutti i costi evitare, come quasi impossibile da curare (alcuni dicono proprio esplicitamente che è incurabile). È il diavolo in persona a cui non bisogna manco avvicinarsi. Il carnefice.
Mi chiedo: ma secondo voi è umana ed etica questa comunicazione?
Quando ho cominciato ad affrontare questo aspetto con la mia terapeuta, mi sono messo a leggere articoli e a vedere video di psicologi che ne parlavano e, credetemi, ho passato settimane di inferno. Ho cominciato a pensare che per me non ci fosse alcuna speranza, che, pur non volendo, ero una persona maligna e che sarebbe meglio non provare neanche a rapportarmi con le persone per evitare che potessi nuocerle. Sono stato male, ho pianto e non ho dormito per giorni.
Ne ho parlato con la mia terapeuta, che mi ha detto che lei non considera il disturbo narcisistico incurabile, anche se sicuramente difficile da trattare. Mi ha poi detto che, come dicevo, io ho solo alcuni aspetti di questo disturbo e che il fatto che ne sia consapevole e che stia cercando di farmi aiutare è positivo e che, di solito, è un tipo di disturbo che perde di vigore con il passare degli anni. Mi ha detto di smettere, come faccio sempre, di leggere in continuazione roba di psicologia ma di concentrarmi solo nel rapporto terapeutico senza farmi influenzare troppo da ciò che vado a spulciare. Ho seguito il suo consiglio e piano piano ho provato ad uscire da questa angoscia.

Questo dunque è un appello a voi operatori: fate attenzione a ciò che dite a volte. Ve lo dico sinceramente ora in un momento di razionalità e lucidità. Se ciò fosse successo in un momento della mia vita in cui ero molto più fragile, avrei potuto compiere gesti molto pericolosi per quanto le cose che ho sentito mi avevano turbato.
Ovviamente sto generalizzando, ma vi assicuro che in internet ci sono vari psicologi che scrivono o parlano in video di questo disturbo nei termini che vi ho scritto sopra.
Anche il narcisista può essere una persona che soffre molto, attenzione quindi a parlarne come il Male in persona e come un individuo incurabile e da evitare. Vi prego.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Purtroppo - come si può vedere - non solo fare psicoterapia con una persona possibilmente narcisistama, ma anche solo rispondere implica una serie di derive off-topic (peraltro prevedibili da noi Psy...).

Avremmo preferito Lei stesse *sul pezzo*:
chiedeva un chiarimento, noi Le abbiamo risposto; questa è la nostra mission qui, i disagi delle persone.
Tutto il resto sono Sue aggiunte.. di cui Lei, noi, il lettore, può valutare l'opportunità e la centratura.

Dott. Brunialti
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