Come contenere/aiutare chi ha crisi di nervi?

Gentile Dottore,
mia sorella, 26 anni, che vive con i nostri genitori, soffre di problemi psicologici di cui non so darle una diagnosi poichè solo negli ultimi due mesi ha iniziato ad andare finalmente da una psicologa e per ora non sta assumendo farmaci.
Fin da adolescente ha avuto la tendenza ai seguenti sintomi (con periodi + o - intensi): umore depresso, immaturità/inaffidabilità, diminuzione d'interesse per le attività (es. il lavoro), ipersonnia, mancanza d'energia, desiderio di morire, insofferenza ("scatta" rispondendo sgarbatamente alla minima osservaz./battuta, a volte lasciando la stanza sbattendo la porta davvero per un nonnulla), apatia, bisogno compulsivo di fare shopping, attaccamento morboso al suo ragazzo (centinaia di messaggini/telef. al giorno, crisi d'ansia se non si possono vedere), estremo disordine della sua stanza ed incuria delle sue cose, paura di rimanere in casa da sola, paura di perdere il ragazzo e gli amici.

Ieri sera ha avuto una crisi di nervi mentre era con il suo ragazzo. A detta di lui non era neanche la prima volta e la cosa che maggiormente mi inquieta non è solo il fatto che si sia messa a strillare come una pazza spaventando tutto il quartiere, ne il fatto che si sia messa a lanciare oggetti in giro, quanto il fatto che abbia cominciato a prendere a testate la porta procurandosi delle contusioni e che lui questa volta proprio non sia riuscito a farla calmare, tanto che alla fine ha dovuto chiamare l'ambulanza: non per le contusioni ma per lo stato incontrollabile.

Io li ho raggiunti al pronto soccorso dove nel frattempo lei era "ritornata in se" e ricordava solo parzialmente l'accaduto.
L'hanno fatta attendere 3 ore senza visitarla dopodichè le hanno offerto delle gocce di calmante ma lei si è rifiutata, allora l'infermiera l'ha rimproverata dicendo che si coomportava da bambina e questo è bastato a farle ritornare l'agitazione. Ha firmato per andarsene senza visita (perchè l'ospedale non l'ha trattenuta visto l'episodio accaduto?!) e si è messa a correre verso l'uscita, correndo poi "a caso" per la città. Io l'ho inseguita, invitandola a fermarsi con tono dolce e rassicurante finchè si è fermata. L'ho invitata teneramente a tornare sui suoi passi ma a quel punto lei ha ricominciato a scappare, perciò l'ho afferrata saldamente e dopo aver evitato qualche suo colpo l'ho immobilizzata a terra ed ho iniziato a "cullarla" finchè il suo stato è passato dal panico alla disperazione passiva.
Il mio parere era di riportarla a forza dentro l'ospedale poichè non mi fidavo che tornasse a casa in quello stato, ma mamma e ragazzo hanno preferito non forzarla. E' stato meglio?
Io ho agito giustamente? Che fare se ricapita? La sua psicologa, che dice che la sua ansia e fragilità attuali sono dovute all'aver iniziato l'analisi da lei (a mò di "Vaso di Pandora"), oggi è irreperibile, tra qualche mese andrà in maternità e comunque non ha l'abilitazione a prescrivere farmaci: sia il caso di cambiare specialista?
Grazie
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Dr.ssa Sara Daniela Elettra Pezzola Psicologo, Psicoterapeuta 61 1
Gentile utente è sempre fonte d'ansia e dubbi stare accanto a qualcuno che soffre se non ne comprendiamo a fondo le ragioni e le sue manifestazioni ci disarmano la sensazione è un po'quella di muoversi su in filo in una stanza piena zeppa di delicati cristalli che potremmo rompere da in momento all'altro.La sensaziona di impotenza e di non comprendere associata all'ansia di dovre risolvere la situazione mettono a dura prova e lasciano pieni di dubbi come i suoi,avrò fatto bene? Dovevo agire diversamente? Cosa bisogna fare?
Eppure lei ha agito nel migliore dei modi ha cercato di tranquillizzare sua sorella e questa era la cosa importante farle capire che capiva il suo stato d'animo.
Per quanto concerne la questione farmaci uno psicoterapeuta non può perscriverne questo è compito di un medico meglio ancora di uno psichiatra che è l'unico professionista ad aver una specifica formazone sugli psicofarmaci. I farmaci però non sono quasi mai sufficienti da soli e spesso se chi li deve assumere non ne comprende l'utilità o teme di esser etichettata come malata il rischio è che vengano assunti con scarsa regolarità producendo effetti dannosi anziché benefici.L'ideale sarebbe l'intervento della psicoterapeuta per motivare sua sorella all'assunzione dei farmaci prescritti da uno psichiatra nel caso in cui questi farmaci fossero davvero necessari ma questo solo lo psichiatra lo può valutare.Cordialmente

Dr.ssa Sara Daniela Elettra Pezzola
Ordine psicologi Lombardia n° 10817

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Utente
Utente
Grazie Dottoressa.
Fortunatamente la psicoterapeuta è del parere che, anche se non ritiene indispensabile rivolgersi ad uno psichiatra ed assumere psicofarmaci poichè considera queste crisi come una conseguenza TEMPORANEA dell'aver iniziato un profondo lavoro interiore, tutto ciò potrebbe costituire un aiuto e anche una precauzione vista la tendenza aggressivo/autolesionistica delle crisi che nel frattempo si sono ahimè ripetute.
Nel frattempo gli psicofarmaci (non so il nome) glieli ha già prescritti il medico di base. Non so se sia un bene visto che non è uno specialista, ma tanto l'appuntamento dallo psichiatra è dopodomani (giovedì) quindi, nella nostra ignoranza, ci fidiamo umilmente della prescrizione attuale: sempre meglio una direttiva di un medico, anche se non specialistico, che fare di testa nostra e poi affossarci di sensi di colpa se capita una crisi dalle conseguenze più gravi dei semplici bernoccoli sulla fronte che ha adesso.
Io nel frattempo sto cercando di superare lo chock di essermi trovata alle prese con mia sorella "fuori di testa" che cercava di colpirmi mentre strillava come una posseduta.
Ennesimo brutto ricordo da archiviare assieme a quello infantile delle pazzie di mia madre che soffriva di manie compulsive, alla notte di due anni fa trascorsa al capezzale di mia nonna in agonia e all'enorme stress vissuto 6 mesi fa quando mia figlia è nata prematura, per non parlare della depressione post-partum da cui stavo uscendo giusto in queste settimane.
Quando ne avrò le possibilità economiche penso che dovrei andare anche io da uno psicoterapeuta.
Nel frattempo mi arrangio come posso per fare in modo che il clima in casa mia sia sereno per mia figlia.
A dire il vero ho provato con quello della mutua ma mi dava un appuntamento al mese perchè era troppo occupato! Assurdità della sanità pubblica. A proposito, mi darebbe un suo parere anche sul comportamento avuto dal pronto soccorso con mia sorella (l'infermiera che la sgridava, il fatto che non l'hanno trattenuta con la forza nel dubbio che non fosse in grado di intendere ...)?
La ringrazio per la sua disponibilità.
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Dr.ssa Sara Daniela Elettra Pezzola Psicologo, Psicoterapeuta 61 1
Gentile utente,
mi sembra che per quanto riguarda sua sorella la situazione possa considerarsi affrontata tempestivamente e nel migiore dei modi.
Per quanto riguarda la sua situazione personale le consiglio di non aspettare troppo a rivolgersi ad un terapeuta....lei ne ha vissute abbastanza da essere sufficientemente provata!! Meglio la mutua una volta al mese che niente.....l'importante è che si rivolga a qualcuno con cui sente di potersi fidare...
Per quanto riguarda gli infermieri, non potevano trattenerla, nessuno può forzatamente trattenere una persona ricoverata tranne diversa richiesta di uno psichiatra per Trattamento Sanitario Obbligato.
Crodialmente
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