Attacchi di panico, psicoterapia, aiuto
Salve, cerco si spiegare la mia situazione.
Nel 2017 inizio a soffrire di attacchi di panico intensi e iniziai una terapia breve strategica.
Mi è stata di aiuto nel riconoscere i sintomi ma dopo un po' non la continuai per diversi motivi.
Provai anche la terapia cognitivo comportamentale.
Insomma, se devo pensare a mente fredda direi che ho perso tempo con queste terapie perchè sì, i miglioramenti ci sono stati, ma a mio parere è stato tutto un qualcosa di momentaneo.
Mentre seguivo la prima terapia si stava sviluppando il disturbo dell'agorafobia e claustrofobia.
Arriviamo a fine gennaio 2021, inizio a stare male e ad avere di nuovo attacchi di panico.
Prima di gennaio, ne avevo uno ogni 2 o 3 mesi.
L'agorafobia durante questi anni è rimasta, anche se ho fatto diversi esercizi sempre accompagnata e tutt'oggi non c'è la farei a pensare di uscire da sola.
In generale, quando ero più piccola, non sono mai uscita sola, ero sempre in compagnia di amici.
Questa è un altra cosa che mi procura sofferenza, il fatto di non avere amicizie.
Sto cercando di fare un gran riassunto di quello che mi è successo in questi anni ma c'è davvero tanto.
Penso che le terapie siano state superficiali, e che non abbiano indagato in fondo al mio problema.
Credetemi che ho un vissuto pesante, con tanti problemi di famiglia.
Sono super confusa, so solo che ho bisogno di aiuto e che non so a chi chiedere, come fare... Questa volta la situazione è ancora più seria, ogni giorno ho ansia e attacchi di panico in maniera diversa rispetto a quelli che avevo in passato.
Anche l'ansia anticipatoria è pesantissima.
Poi non ho voglia di fare niente, sembra che mi stia arrendendo.
Non ho più forze.
Ho iniziato un mese fa una psicoterapia con approccio breve strategico ma non mi trovo benissimo.
Ho un carattere particolare, non mi fido facilmente e sono abbastanza testarda.
Penso che durante questi anni mi sono creata delle idee, ormai radicate che dovrebbero essere modificate.
Penso anche che se dovessi "guarire" dagli attacchi di panico e agorafobia, non saprei proprio cosa fare, a parte che vedo molto lontana la guarigione.
Forse ho paura di crescere?
o meglio paura di vivere?
Sono cresciuta troppo in fretta, sono matura sotto tanti punti di vista ma non so, pensare ad un lavoro mi fa paura.
In me c'è di tutto, troppe cose che andrebbero viste bene da una persona qualificata.
Non so quale approccio sia migliore per me.
Ho davvero tanta paura, non so cosa devo fare.
Faccio un appello, se c'è qualche anima buona che mi possa dare qualche consiglio perchè davvero non so più che fare, sono nella confusione più totale.
Grazie per l'attenzione
Nel 2017 inizio a soffrire di attacchi di panico intensi e iniziai una terapia breve strategica.
Mi è stata di aiuto nel riconoscere i sintomi ma dopo un po' non la continuai per diversi motivi.
Provai anche la terapia cognitivo comportamentale.
Insomma, se devo pensare a mente fredda direi che ho perso tempo con queste terapie perchè sì, i miglioramenti ci sono stati, ma a mio parere è stato tutto un qualcosa di momentaneo.
Mentre seguivo la prima terapia si stava sviluppando il disturbo dell'agorafobia e claustrofobia.
Arriviamo a fine gennaio 2021, inizio a stare male e ad avere di nuovo attacchi di panico.
Prima di gennaio, ne avevo uno ogni 2 o 3 mesi.
L'agorafobia durante questi anni è rimasta, anche se ho fatto diversi esercizi sempre accompagnata e tutt'oggi non c'è la farei a pensare di uscire da sola.
In generale, quando ero più piccola, non sono mai uscita sola, ero sempre in compagnia di amici.
Questa è un altra cosa che mi procura sofferenza, il fatto di non avere amicizie.
Sto cercando di fare un gran riassunto di quello che mi è successo in questi anni ma c'è davvero tanto.
Penso che le terapie siano state superficiali, e che non abbiano indagato in fondo al mio problema.
Credetemi che ho un vissuto pesante, con tanti problemi di famiglia.
Sono super confusa, so solo che ho bisogno di aiuto e che non so a chi chiedere, come fare... Questa volta la situazione è ancora più seria, ogni giorno ho ansia e attacchi di panico in maniera diversa rispetto a quelli che avevo in passato.
Anche l'ansia anticipatoria è pesantissima.
Poi non ho voglia di fare niente, sembra che mi stia arrendendo.
Non ho più forze.
Ho iniziato un mese fa una psicoterapia con approccio breve strategico ma non mi trovo benissimo.
Ho un carattere particolare, non mi fido facilmente e sono abbastanza testarda.
Penso che durante questi anni mi sono creata delle idee, ormai radicate che dovrebbero essere modificate.
Penso anche che se dovessi "guarire" dagli attacchi di panico e agorafobia, non saprei proprio cosa fare, a parte che vedo molto lontana la guarigione.
Forse ho paura di crescere?
o meglio paura di vivere?
Sono cresciuta troppo in fretta, sono matura sotto tanti punti di vista ma non so, pensare ad un lavoro mi fa paura.
In me c'è di tutto, troppe cose che andrebbero viste bene da una persona qualificata.
Non so quale approccio sia migliore per me.
Ho davvero tanta paura, non so cosa devo fare.
Faccio un appello, se c'è qualche anima buona che mi possa dare qualche consiglio perchè davvero non so più che fare, sono nella confusione più totale.
Grazie per l'attenzione
[#1]
Gentile utente,
Non credo sia problema di approccio ma
- di quella Sua difficoltà a fidarsi di cui ci parla
e
- alla tendenza a svalutare il lavoro altrui che traspare in più punti: "miglioramenti momentanei", "mancato approfondimento".. come se tutto dipendesse dal Terapeuta anziché da una collaborazione fattiva e fiduciosa con il proprio Terapeuta.
O forse sono "quelle idee ormai radicate" a cui accenna, che però solo Lei può modificare.
Paziente non facile per il/la Professionista che si prende cura di Lei..., anche perché - sembra di capire - in tre anni ne ha cambiato tre.
L'orientamento è di rivedere l’atteggiamento con il quale affronta e vive la psicoterapia, tenendo conto che anche questa è una problematica da sottoporre a chi se ne prende carico.
Rammenti che occorre una/o Psicologo che sia anche Psicoterapeuta, per curare.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Non credo sia problema di approccio ma
- di quella Sua difficoltà a fidarsi di cui ci parla
e
- alla tendenza a svalutare il lavoro altrui che traspare in più punti: "miglioramenti momentanei", "mancato approfondimento".. come se tutto dipendesse dal Terapeuta anziché da una collaborazione fattiva e fiduciosa con il proprio Terapeuta.
O forse sono "quelle idee ormai radicate" a cui accenna, che però solo Lei può modificare.
Paziente non facile per il/la Professionista che si prende cura di Lei..., anche perché - sembra di capire - in tre anni ne ha cambiato tre.
L'orientamento è di rivedere l’atteggiamento con il quale affronta e vive la psicoterapia, tenendo conto che anche questa è una problematica da sottoporre a chi se ne prende carico.
Rammenti che occorre una/o Psicologo che sia anche Psicoterapeuta, per curare.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Ex utente
Gentile dottoressa
La ringrazio della risposta. Io non ho parlato male dei suoi colleghi, assolutamente, non era mia intenzione. Non volevo nemmeno sminuire il loro lavoro. Alcuni professionisti, quando ho spiegato loro la mia situazione, mi hanno detto che le terapie sono state superficiali.
Cordiali saluti.
La ringrazio della risposta. Io non ho parlato male dei suoi colleghi, assolutamente, non era mia intenzione. Non volevo nemmeno sminuire il loro lavoro. Alcuni professionisti, quando ho spiegato loro la mia situazione, mi hanno detto che le terapie sono state superficiali.
Cordiali saluti.
[#3]
Lei non ha parlato male dei Colleghi, ha semplicemente mostrato un aspetto di sè; uno di quelli che rendono difficile raggiungere risultati in psicoterapia. Sono dinamiche che noi Psicoterapeuti di lungo corso conosciamo bene.
Come del resto conosciamo Colleghi che criticano il lavoro altrui, oppure l'approccio teorico differente dal proprio, che però - alla prova dei fatti - non si dimostrano in grado di raggiungere risultati migliori.
Ma Lei può influire solo e unicamente su di sè, non sugli altri; e dunque quello è il Suo impegno.
Queste due letture potrannno stimolare la Sua riflessione su tali importanti tematiche:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html .
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Come del resto conosciamo Colleghi che criticano il lavoro altrui, oppure l'approccio teorico differente dal proprio, che però - alla prova dei fatti - non si dimostrano in grado di raggiungere risultati migliori.
Ma Lei può influire solo e unicamente su di sè, non sugli altri; e dunque quello è il Suo impegno.
Queste due letture potrannno stimolare la Sua riflessione su tali importanti tematiche:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html .
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 573 visite dal 28/04/2021.
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Approfondimento su Ansia
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