Perché sono così svampita e lenta in tutto?
Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni, vi scrivo perché sono veramente al limite di una situazione che mi ha e mi sta invalidando seriamente la vita.
(Vengo da una buona famiglia che mi ha sempre dato tutto, anche troppo; mia mamma è una persona estremamente ansiosa e insicura).
Sono perennemente distratta, è come se non riuscissi mai ad essere lucida, soprattutto se sono con gli altri.
Sono sempre stata sia lenta che svampita in tutto, tanto che quando sto con gli altri questa cosa si nota molto.
Ho memoria scadente, non mi ricordo mai le cose, non riesco a fissare i concetti (sia a livello sociale, etc che con cose più "tecniche" come lo studio) ma soprattutto è come se avessi la sensazione di non capire mai niente.
Ho difficoltà nell'organizzazione del tempo, di me stessa, dello spazio intorno a me (sono molto disordinata), procrastino molto.
La scuola mi ha sempre creato enormi difficoltà, sia per l'organizzazione, sia per lo studio di per sé (ho sviluppato un rifiuto per lo studio, ora mi ritrovo fuoricorso all'università).
Anche quando cerco di impegnarmi a stare concentrata, mi riesce difficile, ho veramente molto disordine in testa.
Sono molto insicura (a volte quasi in maniera patologica), ansiosa, ho tendenze sociofobiche, quando sto con le persone mi preoccupo molto del mio aspetto fisico (in maniera esagerata per quanto riguarda il mio viso perché ho sempre il pensiero fisso che gli altri vedano i miei molti difetti, e perché pensino che ho la faccia da "addormentata", etc) e questo mi distrae molto.
Mi sforzo di stare con gli altri, perché tendo a evitare il contatto sociale, perché vorrei essere lucida come gli altri, invece vedere che non lo sono e che gli altri vedano questa cosa mi provoca complessi di inferiorità (che ho già di per sé) e per l'appunto tendenza ad evitare determinati contesti.
Ma non riesco a capire fino a quanto si tratti di paranoie, insicurezze, etc, e quanto si tratti effettivamente di mie capacità intellettive/cognitive scadenti.
Tutto questo e molto altro, mi ha sempre portato a pensieri suicidi, depressione, ansia.
Sono tutte questioni che si contaminando l'un l'altra e mi viene difficile essere lucida anche su quello e individuare il vero problema e annessa soluzione.
Mi trovo in una situazione di blocco, molto pesante, in cui non riesco a finire l'università e non so cosa fare dopo, perché non ho fiducia in me e nelle mie capacità cognitive e intellettive, anche sociali.
(per esempio, non mi riterrei in grado neanche in grado di svolgere i lavori più comuni, ad esempio la commessa).
Mi passa la voglia di fare qualsiasi cosa, perché sento che non ne valga la pena, perché a fare le cose in generale a me ci vuole il doppio se non il triplo del tempo (tra l'altro ho la percezione del tempo molto distorta, le ore volano, senza che riesca a combinare chissà quanto, e quello che faccio sento di farlo male).
Questo è un riassunto del riassunto, spero però, in questa confusione, di avervi fornito un quadro più o meno chiaro.
(Vengo da una buona famiglia che mi ha sempre dato tutto, anche troppo; mia mamma è una persona estremamente ansiosa e insicura).
Sono perennemente distratta, è come se non riuscissi mai ad essere lucida, soprattutto se sono con gli altri.
Sono sempre stata sia lenta che svampita in tutto, tanto che quando sto con gli altri questa cosa si nota molto.
Ho memoria scadente, non mi ricordo mai le cose, non riesco a fissare i concetti (sia a livello sociale, etc che con cose più "tecniche" come lo studio) ma soprattutto è come se avessi la sensazione di non capire mai niente.
Ho difficoltà nell'organizzazione del tempo, di me stessa, dello spazio intorno a me (sono molto disordinata), procrastino molto.
La scuola mi ha sempre creato enormi difficoltà, sia per l'organizzazione, sia per lo studio di per sé (ho sviluppato un rifiuto per lo studio, ora mi ritrovo fuoricorso all'università).
Anche quando cerco di impegnarmi a stare concentrata, mi riesce difficile, ho veramente molto disordine in testa.
Sono molto insicura (a volte quasi in maniera patologica), ansiosa, ho tendenze sociofobiche, quando sto con le persone mi preoccupo molto del mio aspetto fisico (in maniera esagerata per quanto riguarda il mio viso perché ho sempre il pensiero fisso che gli altri vedano i miei molti difetti, e perché pensino che ho la faccia da "addormentata", etc) e questo mi distrae molto.
Mi sforzo di stare con gli altri, perché tendo a evitare il contatto sociale, perché vorrei essere lucida come gli altri, invece vedere che non lo sono e che gli altri vedano questa cosa mi provoca complessi di inferiorità (che ho già di per sé) e per l'appunto tendenza ad evitare determinati contesti.
Ma non riesco a capire fino a quanto si tratti di paranoie, insicurezze, etc, e quanto si tratti effettivamente di mie capacità intellettive/cognitive scadenti.
Tutto questo e molto altro, mi ha sempre portato a pensieri suicidi, depressione, ansia.
Sono tutte questioni che si contaminando l'un l'altra e mi viene difficile essere lucida anche su quello e individuare il vero problema e annessa soluzione.
Mi trovo in una situazione di blocco, molto pesante, in cui non riesco a finire l'università e non so cosa fare dopo, perché non ho fiducia in me e nelle mie capacità cognitive e intellettive, anche sociali.
(per esempio, non mi riterrei in grado neanche in grado di svolgere i lavori più comuni, ad esempio la commessa).
Mi passa la voglia di fare qualsiasi cosa, perché sento che non ne valga la pena, perché a fare le cose in generale a me ci vuole il doppio se non il triplo del tempo (tra l'altro ho la percezione del tempo molto distorta, le ore volano, senza che riesca a combinare chissà quanto, e quello che faccio sento di farlo male).
Questo è un riassunto del riassunto, spero però, in questa confusione, di avervi fornito un quadro più o meno chiaro.
[#1]
Gentile utente,
Lei ci descrive una situazione disastrosa,
in caduta libera su tutta la linea.
Però
c'è un fatto che ci dice altro:
Lei è arrivata all'università; sarà pure fuori corso ma ha solo 23 anni!
Cosa ci suggerisce tale discrepanza tra narrazione e fatti?
Forse che Lei è una persona perfezionista?
Che è troppo severa con se stessa?
Che si autoosserva per poi autosvalutarsi?
La situazione di immobilità in questo caso potrebbe essere una conseguenza, non la causa.
Ha mai pensato ad un percorso psicologico? sarebbe l'occasione per fare il punto sulla situazione e per apprendere a ripartire facendo i conti con le Sue caratteristiche;
ma non quelle che Lei nota e che puntualmente riporta ("svampita". "lenta", "distratta", "non lucida", "disordinata", ecc. ecc. ecc.), bensi quelle più profonde e che potrebbero essere alla base del Suo boicottarsi.
Dott. Brunialti
Lei ci descrive una situazione disastrosa,
in caduta libera su tutta la linea.
Però
c'è un fatto che ci dice altro:
Lei è arrivata all'università; sarà pure fuori corso ma ha solo 23 anni!
Cosa ci suggerisce tale discrepanza tra narrazione e fatti?
Forse che Lei è una persona perfezionista?
Che è troppo severa con se stessa?
Che si autoosserva per poi autosvalutarsi?
La situazione di immobilità in questo caso potrebbe essere una conseguenza, non la causa.
Ha mai pensato ad un percorso psicologico? sarebbe l'occasione per fare il punto sulla situazione e per apprendere a ripartire facendo i conti con le Sue caratteristiche;
ma non quelle che Lei nota e che puntualmente riporta ("svampita". "lenta", "distratta", "non lucida", "disordinata", ecc. ecc. ecc.), bensi quelle più profonde e che potrebbero essere alla base del Suo boicottarsi.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 12.9k visite dal 24/04/2021.
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