Ho bisogno di capirmi
Salve a tutti,
premetto di essere cosciente di non potervi chiedere un consulto né di chiedervi di dirmi cosa devo fare, però ho bisogno di parlare e questo mi sembra al momento l’unico luogo sicuro in cui farlo.
Parlo di luogo sicuro perché ho già provato a parlarne con amici e famiglia, ma i dubbi sulla mia situazione non sono affatto diminuiti.
Da circa tre mesi convivo con il mio ragazzo, a cui è stata diagnosticata una depressione ansiosa poco prima che io andassi a vivere da lui.
Questo inizialmente non mi ha creato particolare disagio o sgomento: segue una cura farmacologica, è seguito da una terapeuta e, benché non faccia comunque nulla per cercare di uscire dalla situazione, non seguendo i consigli pratici della dottoressa, non mi sono mai preoccupata.
La terapeuta gli ha assicurato che sarebbe stata una situazione passeggera, facilmente risolvibile nel giro di un paio di mesi, e che tutto sarebbe tornato normale.
Se io adesso vi scrivo, però, è chiaro che non è stato effettivamente così.
Quando l’ho conosciuto si è presentato come una persona carismatica, espansiva, propositiva, ma adesso che vivo con lui mi rendo conto che è esattamente l’opposto.
Se nella fase del corteggiamento voleva vedermi di continuo, adesso a fatica riesco a farlo uscire anche solo per una passeggiata; se prima mi dava una mano a prendermi cura della casa, adesso gioca tutto il giorno al computer senza far nulla.
Sono tre mesi che mangio da sola, dormo da sola, lavoro, studio, occupandomi di me e di lui, a cui dico anche quando sarebbe il caso che si lavasse.
Nel momento in cui ho effettivamente bisogno della sua presenza, mi piego di fronte alla situazione, mi metto a sedere accanto a lui e lo guardo giocare.
Sono questi i momenti in cui parliamo anche del più e del meno, in cui faccio il pieno dell’affetto che durante il resto della giornata mi viene a mancare.
C’è intimità, lo amo da morire, anche lui dice di amarmi ma io questo amore non lo sento - quando ho parlato della situazione ai miei genitori e alla mia migliore amica mi hanno detto tutti di tornare a casa, ma come faccio?
Se ripenso alla me di qualche tempo fa, una me fredda, che non aveva bisogno di niente da nessuno, che non provava la mancanza di nessuno, non mi riconosco.
Adesso se penso di dover tornare a trovare i miei genitori anche solo per un paio di giorni mi sale un’ansia che mi stringe la gola e mi metto a piangere al solo pensiero di stare lontana dal mio ragazzo.
Provo a spronarlo perché ancora penso sia colpa della sua situazione, per farlo riprendere un po’ a studiare, ma ogni volta rimanda a un domani che sappiamo entrambi arriverà la prossima settimana, se siamo fortunati.
Sono stanca.
Mi chiedo se effettivamente io gliene stia facendo vincere troppe, ma allo stesso tempo, anche se ogni tanto mi sento sua mamma, sono la sua fidanzata, non è compito mio correggerlo ed educarlo.
Ma cosa posso fare?
Come capisco che si tratta di una condizione temporanea?
premetto di essere cosciente di non potervi chiedere un consulto né di chiedervi di dirmi cosa devo fare, però ho bisogno di parlare e questo mi sembra al momento l’unico luogo sicuro in cui farlo.
Parlo di luogo sicuro perché ho già provato a parlarne con amici e famiglia, ma i dubbi sulla mia situazione non sono affatto diminuiti.
Da circa tre mesi convivo con il mio ragazzo, a cui è stata diagnosticata una depressione ansiosa poco prima che io andassi a vivere da lui.
Questo inizialmente non mi ha creato particolare disagio o sgomento: segue una cura farmacologica, è seguito da una terapeuta e, benché non faccia comunque nulla per cercare di uscire dalla situazione, non seguendo i consigli pratici della dottoressa, non mi sono mai preoccupata.
La terapeuta gli ha assicurato che sarebbe stata una situazione passeggera, facilmente risolvibile nel giro di un paio di mesi, e che tutto sarebbe tornato normale.
Se io adesso vi scrivo, però, è chiaro che non è stato effettivamente così.
Quando l’ho conosciuto si è presentato come una persona carismatica, espansiva, propositiva, ma adesso che vivo con lui mi rendo conto che è esattamente l’opposto.
Se nella fase del corteggiamento voleva vedermi di continuo, adesso a fatica riesco a farlo uscire anche solo per una passeggiata; se prima mi dava una mano a prendermi cura della casa, adesso gioca tutto il giorno al computer senza far nulla.
Sono tre mesi che mangio da sola, dormo da sola, lavoro, studio, occupandomi di me e di lui, a cui dico anche quando sarebbe il caso che si lavasse.
Nel momento in cui ho effettivamente bisogno della sua presenza, mi piego di fronte alla situazione, mi metto a sedere accanto a lui e lo guardo giocare.
Sono questi i momenti in cui parliamo anche del più e del meno, in cui faccio il pieno dell’affetto che durante il resto della giornata mi viene a mancare.
C’è intimità, lo amo da morire, anche lui dice di amarmi ma io questo amore non lo sento - quando ho parlato della situazione ai miei genitori e alla mia migliore amica mi hanno detto tutti di tornare a casa, ma come faccio?
Se ripenso alla me di qualche tempo fa, una me fredda, che non aveva bisogno di niente da nessuno, che non provava la mancanza di nessuno, non mi riconosco.
Adesso se penso di dover tornare a trovare i miei genitori anche solo per un paio di giorni mi sale un’ansia che mi stringe la gola e mi metto a piangere al solo pensiero di stare lontana dal mio ragazzo.
Provo a spronarlo perché ancora penso sia colpa della sua situazione, per farlo riprendere un po’ a studiare, ma ogni volta rimanda a un domani che sappiamo entrambi arriverà la prossima settimana, se siamo fortunati.
Sono stanca.
Mi chiedo se effettivamente io gliene stia facendo vincere troppe, ma allo stesso tempo, anche se ogni tanto mi sento sua mamma, sono la sua fidanzata, non è compito mio correggerlo ed educarlo.
Ma cosa posso fare?
Come capisco che si tratta di una condizione temporanea?
[#1]
Gentile utente, sembra che il comportamento del suo fidanzato abbia spuntato tutte le sue armi e la faccia vivere in una condizione di impotenza e di crescente angoscia che inizia a mal tollerare.
Ha detto che lui è in cura da una terapeuta, ma che in realtà non segue poi le indicazioni ricevute. Questo potrebbe essere il vostro punto di partenza: lavorare insieme sulla compliance al trattamento in modo tale che ne tragga un beneficio il suo compagno ma anche la vostra relazione di coppia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Federica Meriggioli
Ha detto che lui è in cura da una terapeuta, ma che in realtà non segue poi le indicazioni ricevute. Questo potrebbe essere il vostro punto di partenza: lavorare insieme sulla compliance al trattamento in modo tale che ne tragga un beneficio il suo compagno ma anche la vostra relazione di coppia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Federica Meriggioli
Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
la ringrazio per la sua risposta, ma come anche da mio primo intervento: been there, done that.
Provo spesso a spronarlo, a farlo uscire, a fargli riprendere quantomeno le lezioni, dato che neanche deve uscire di casa per seguire, ma ogni volta rimanda a un domani o a un dopo . Solo dopo due settimane sono riuscita a fargli vedere il link da seguire per le lezioni, ma alla prima difficoltà si è innervosito e ha lasciato perdere.
la ringrazio per la sua risposta, ma come anche da mio primo intervento: been there, done that.
Provo spesso a spronarlo, a farlo uscire, a fargli riprendere quantomeno le lezioni, dato che neanche deve uscire di casa per seguire, ma ogni volta rimanda a un domani o a un dopo . Solo dopo due settimane sono riuscita a fargli vedere il link da seguire per le lezioni, ma alla prima difficoltà si è innervosito e ha lasciato perdere.
[#3]
Utente
Perdipiù, diventa indisponente e ineducato. Ogni tanto mi sembra si voglia vittimizzare , giocando sul fatto che sia solo un periodo no per lui. Quando provo a fargli capire che dovrebbe svegliarsi, reagire, diventa subito irascibile.
Qualche giorno fa la madre lo ha intimato a riprendere almeno gli studi e gli ha dato un ultimatum per quanto riguarda il mantenimento dato che lui non lavora (lavoro solo io). Inizialmente era anche contento, l’ha presa come una spinta in avanti per riprendere tutti i suoi progetti, ma nel giro di due ore è tornato a far nulla come sempre. Non so se effettivamente sia colpa di questa depressione, della sua innata pigrizia, della voglia di non staccarsi dalla madre che lo ha sempre tenuto come figlio perfetto e intoccabile...
Qualche giorno fa la madre lo ha intimato a riprendere almeno gli studi e gli ha dato un ultimatum per quanto riguarda il mantenimento dato che lui non lavora (lavoro solo io). Inizialmente era anche contento, l’ha presa come una spinta in avanti per riprendere tutti i suoi progetti, ma nel giro di due ore è tornato a far nulla come sempre. Non so se effettivamente sia colpa di questa depressione, della sua innata pigrizia, della voglia di non staccarsi dalla madre che lo ha sempre tenuto come figlio perfetto e intoccabile...
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 756 visite dal 22/04/2021.
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