Come superare il forte disagio che provo con i miei colleghi?
Salve a tutti, sono una ragazza di 23 anni, mi sono laureata e ho appena trovato lavoro, in un settore pubblico che preferirei non specificare.
Ho anche un disturbo dello spettro autistico, che spiega molti dei miei problemi, anche se preciso che le mie competenze sociali, grazie alla psicoterapia, sono ora perfettamente nella norma.
Il lavoro di per sé mi piace molto, è proprio quello che volevo fare, ma ho dovuto fare i conti con molte delusioni legate al fatto che l'ambiente di lavoro e le mie colleghe sono molto diverse dalle mie aspettative.
Io ho avuto un'educazione molto severa, i miei genitori sono entrambi due grandi lavoratori, e di conseguenza sono una persona molto rigorosa con un forte senso di responsabilità e etica del lavoro.
Il problema è che i miei colleghi di lavoro sono molto diversi da me e che non mi piace il loro modo di lavorare. Sono disorganizzati, inaffidabili, passano più tempo a spettegolare e parlare male degli altri colleghi che a lavorare, cercano sempre una scusa per non lavorare e fare pause... etc.
Insomma, rappresentano in pieno lo stereotipo del dipendente pubblico fannullone e inefficiente.
Inoltre, hanno anche un carattere molto diverso dal mio, sono persone molto socievoli, simpaticone, scherzano sempre e parlano di cose personali... mentre io sono una ragazza molto seria e riservata e inoltre, avendo l'asperger, vado spesso in sovraccarico sensoriale e ho quasi avuto meltdowns.
Inoltre, provengono da un ambiente molto diverso dal mio e la maggior parte sono persone molto "ruspanti" e, purtroppo, non molto sveglie e intelligenti.
Insomma, non ho nessuna stima di loro e disapprovo completamente il loro modo di lavorare.
Noto molte cose che non vanno bene ed, essendo io una persona molto rigida, non posso che fare a meno di provare indignazione e pensare che non è così che dovrebbe essere.
io vado anche d'accordo con le mie colleghe, ci rispettiamo a vicenda, ma mi sento davvero a disagio, sono molto diversa da loro e non riesco proprio ad ambientarm. Ho paura che prima o poi inizieranno ad odiarmi e finirò isolata.
Mi sono sempre sentita a disagio con le persone diverse da me e, unito al sovraccarico sensoriale e di stimoli dovuto al fatto che parlano e urlano sempre, andare al lavoro è diventato molto stressante. Mi sveglio con l'ansia, sono sempre angosciata, torno a casa triste e di pessimo umore e ho rischiato più volte di scoppiare a piangere davanti alle mie colleghe. Mi sento sempre malissimo e sono stanca di dover fingere. Non mi piacciono affatto, non mi sento a mio agio, e sto prendendo seriamente in considerazione l'idea di chiedere l'invalidità civile e di cercarmi un altro lavoro che non implichi l'interazione con gli altri, perché mi sento davvero inadeguata e incapace di lavorare con gli altri.
Ho anche un disturbo dello spettro autistico, che spiega molti dei miei problemi, anche se preciso che le mie competenze sociali, grazie alla psicoterapia, sono ora perfettamente nella norma.
Il lavoro di per sé mi piace molto, è proprio quello che volevo fare, ma ho dovuto fare i conti con molte delusioni legate al fatto che l'ambiente di lavoro e le mie colleghe sono molto diverse dalle mie aspettative.
Io ho avuto un'educazione molto severa, i miei genitori sono entrambi due grandi lavoratori, e di conseguenza sono una persona molto rigorosa con un forte senso di responsabilità e etica del lavoro.
Il problema è che i miei colleghi di lavoro sono molto diversi da me e che non mi piace il loro modo di lavorare. Sono disorganizzati, inaffidabili, passano più tempo a spettegolare e parlare male degli altri colleghi che a lavorare, cercano sempre una scusa per non lavorare e fare pause... etc.
Insomma, rappresentano in pieno lo stereotipo del dipendente pubblico fannullone e inefficiente.
Inoltre, hanno anche un carattere molto diverso dal mio, sono persone molto socievoli, simpaticone, scherzano sempre e parlano di cose personali... mentre io sono una ragazza molto seria e riservata e inoltre, avendo l'asperger, vado spesso in sovraccarico sensoriale e ho quasi avuto meltdowns.
Inoltre, provengono da un ambiente molto diverso dal mio e la maggior parte sono persone molto "ruspanti" e, purtroppo, non molto sveglie e intelligenti.
Insomma, non ho nessuna stima di loro e disapprovo completamente il loro modo di lavorare.
Noto molte cose che non vanno bene ed, essendo io una persona molto rigida, non posso che fare a meno di provare indignazione e pensare che non è così che dovrebbe essere.
io vado anche d'accordo con le mie colleghe, ci rispettiamo a vicenda, ma mi sento davvero a disagio, sono molto diversa da loro e non riesco proprio ad ambientarm. Ho paura che prima o poi inizieranno ad odiarmi e finirò isolata.
Mi sono sempre sentita a disagio con le persone diverse da me e, unito al sovraccarico sensoriale e di stimoli dovuto al fatto che parlano e urlano sempre, andare al lavoro è diventato molto stressante. Mi sveglio con l'ansia, sono sempre angosciata, torno a casa triste e di pessimo umore e ho rischiato più volte di scoppiare a piangere davanti alle mie colleghe. Mi sento sempre malissimo e sono stanca di dover fingere. Non mi piacciono affatto, non mi sento a mio agio, e sto prendendo seriamente in considerazione l'idea di chiedere l'invalidità civile e di cercarmi un altro lavoro che non implichi l'interazione con gli altri, perché mi sento davvero inadeguata e incapace di lavorare con gli altri.
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Gentile ragazza, provo a dirle due parole, tra le molte che si potrebbe dire iniziando dalla più semplice: Non se la prenda! questo perchè NON potrà cambiare le sue colleghe nè l'ambiente che descrive: L'unica cosa che potrebbe cambiare è la sua reazione profonda a ciò che vive quotidianamente. Probabilmente Lei è dalla parte della ragione e del buon senso ma come ben sa non possiamo sperare che altri, così diversi come descrive, la pensino allo stesso modo nostro, seppur giusto e migliore. Nemmeno l'aiuterebbe chiedere l'invalidità, che la farebbe sentire invece inefficace e sconfitta. Meglio per lei continuare per la sua strada e acconsentire che gli altri, tutti gli altri, continuino sulla propria. Appena uscirà dall'idea che gli altri sono in errore e le causano malessere, li vedrà nella loro naturale prospettiva, come lei stessa dice probabilmente nello stereotipo del dipendente statale e il peggio, mi creda, è per loro. proceda tranquilla che lei, da come scrive, sa stare in questo lavoro nel giusto modo, solo meno "incagliata" nelle dinamiche che non le appartengono. Infine protegga la sua condizione di persona tranquilla senza lasciarsi travolgere dai meccanismi degli altri colleghi. Vedrà che andrà bene, lei sembra una persona molto in gamba!
Saluti.
Saluti.
Dr.ssa Fulvia Tramontano
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 8.3k visite dal 22/04/2021.
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