Il mio compagno manifesta spesso stanchezza del rapporto
Buongiorno.
Convivo da tre anni con il mio compagno.
È reduce da una bruttissima separazione.
Questo ha portato molta tensione nella sua quotidianità e lo ha reso molto nervoso.
Caratterialmente lunatico.
Presente, disponibile affettuoso.
Capita come tutti di discutere, lui non riesce a fermarsi al punto della discussione, ma tira fuori il fatto che io sia troppo gelosa, che sono sempre agitata, mai serena, che lui così ha paura a parlare, che deve stare attento a cio' che dice, a cosa non dice, che non può essere se stesso e che se continuerò così rovinerò il rapporto.
Parole che mi dispiace molto ascoltare.
Il problema è che a mio vedere non mi comporto come lo sente lui.
Gelosa il giusto ma non lo controllo ne chiedo con chi lavora o altro.
È infermiere lavora la notte spesso dorme fuori.
Non riesce a fermarsi sulla discussione in corso.
Che magari è banale.
La amplifica e spesso finisce con: quando io me ne andrò ti accorgerai di cosa hai perso.
io non so come reagire.
L'e ultime discussioni sono nate per delle stupidate.
Le riepilogo solo per fare inquadrare la situazione.
Ha commentato il fascino di una attrice dicendo: a chi non piacerebbe una così ed io gli ho detto che non era carino.
si è subito alterato dicendo che commentava i rapporti del film e non della realtà e che io ero fuori strada e non devo andare a pensare a queste stupidate.
La seconda a ruota usciamo mi fa norare uno scoiattolo e io non lo vedo.
Chiedendogli dove fosse lui mi urla davanti a tutti: ma dove vuoi che sia.
?
Sentendomi a disagio gli chiedo perché mi rispondi così?
E lui...fai domande stupide.
Sono ritornata a casa.
E lui ha detto che sono capricciosa, permalosa lui non mi sopporta.
io non voglio che nessuno mi urli dietro.
Non per una cosa del genere.
Mi dispiacerebbe perdere tre anni di una relazione per me importante.
Cerco di non lamentarmi spesso.
Di essere serena.
Purtroppo con mille pensieri e a volte con il suo atteggiamento non la sono.
E lui mi dice che percepisce che sono sempre arrabbiata e scontenta.
Io non mi vedo cosi.
Manchiamo di comunicazione.
Gliene ho parlato dice che ho ragione poi riprende a essere severo.
Io non voglio diventare succube degli umori seppure spesso comprensibili di un individuo, compagno o figlio che sia.
Se c'è rispetto vi è tutto.
Non accetterà mai terapie di coppia.
mi chiedo a questo punto come modularmi nel rapporto, se sono io troppo oppressiva o troppo permissiva, per evitare confusione e farlo sentire tranquillo e godere solo per me dei momenti belli.
A volte basta poco.
Convivo da tre anni con il mio compagno.
È reduce da una bruttissima separazione.
Questo ha portato molta tensione nella sua quotidianità e lo ha reso molto nervoso.
Caratterialmente lunatico.
Presente, disponibile affettuoso.
Capita come tutti di discutere, lui non riesce a fermarsi al punto della discussione, ma tira fuori il fatto che io sia troppo gelosa, che sono sempre agitata, mai serena, che lui così ha paura a parlare, che deve stare attento a cio' che dice, a cosa non dice, che non può essere se stesso e che se continuerò così rovinerò il rapporto.
Parole che mi dispiace molto ascoltare.
Il problema è che a mio vedere non mi comporto come lo sente lui.
Gelosa il giusto ma non lo controllo ne chiedo con chi lavora o altro.
È infermiere lavora la notte spesso dorme fuori.
Non riesce a fermarsi sulla discussione in corso.
Che magari è banale.
La amplifica e spesso finisce con: quando io me ne andrò ti accorgerai di cosa hai perso.
io non so come reagire.
L'e ultime discussioni sono nate per delle stupidate.
Le riepilogo solo per fare inquadrare la situazione.
Ha commentato il fascino di una attrice dicendo: a chi non piacerebbe una così ed io gli ho detto che non era carino.
si è subito alterato dicendo che commentava i rapporti del film e non della realtà e che io ero fuori strada e non devo andare a pensare a queste stupidate.
La seconda a ruota usciamo mi fa norare uno scoiattolo e io non lo vedo.
Chiedendogli dove fosse lui mi urla davanti a tutti: ma dove vuoi che sia.
?
Sentendomi a disagio gli chiedo perché mi rispondi così?
E lui...fai domande stupide.
Sono ritornata a casa.
E lui ha detto che sono capricciosa, permalosa lui non mi sopporta.
io non voglio che nessuno mi urli dietro.
Non per una cosa del genere.
Mi dispiacerebbe perdere tre anni di una relazione per me importante.
Cerco di non lamentarmi spesso.
Di essere serena.
Purtroppo con mille pensieri e a volte con il suo atteggiamento non la sono.
E lui mi dice che percepisce che sono sempre arrabbiata e scontenta.
Io non mi vedo cosi.
Manchiamo di comunicazione.
Gliene ho parlato dice che ho ragione poi riprende a essere severo.
Io non voglio diventare succube degli umori seppure spesso comprensibili di un individuo, compagno o figlio che sia.
Se c'è rispetto vi è tutto.
Non accetterà mai terapie di coppia.
mi chiedo a questo punto come modularmi nel rapporto, se sono io troppo oppressiva o troppo permissiva, per evitare confusione e farlo sentire tranquillo e godere solo per me dei momenti belli.
A volte basta poco.
[#1]
Gentile utente,
intanto grazie per la fiducia accordata nel condividere la sua storia. Dagli episodi che racconta, il problema potrebbe essere quello che lei ha indicato, ovvero la tensione del suo compagno conseguente alla separazione. Il fatto che uno dei due partner nella coppia ha problemi può riflettersi negativamente nella relazione, anche danneggiandola. Lei ipotizza che le difficoltà di comunicazione potrebbero derivare dal suo atteggiamento. Se si sente aggredita verbalmente, è comprensibile che la reazione sia quella di difendersi.
Non è facile cambiare le dinamiche relazionali, per esempio quelle che portano a litigare. Perchè diventano come dei percorsi obbligati dai quali è difficile svincolarsi. Il primo passo è diventare più consapevole di quello che accade quando lei e il suo compagno discutete. La consapevolezza permette di capire qual è il modo migliore per gestire queste situazioni . Almeno, per quanto riguarda il suo apporto alla lite. Ciò detto, rimane il fatto che ci vogliono due persone per litigare! Spero di averle offerto uno spunto utile, rimango a sua disposizione se avesse altri dubbi. Cordiali saluti
intanto grazie per la fiducia accordata nel condividere la sua storia. Dagli episodi che racconta, il problema potrebbe essere quello che lei ha indicato, ovvero la tensione del suo compagno conseguente alla separazione. Il fatto che uno dei due partner nella coppia ha problemi può riflettersi negativamente nella relazione, anche danneggiandola. Lei ipotizza che le difficoltà di comunicazione potrebbero derivare dal suo atteggiamento. Se si sente aggredita verbalmente, è comprensibile che la reazione sia quella di difendersi.
Non è facile cambiare le dinamiche relazionali, per esempio quelle che portano a litigare. Perchè diventano come dei percorsi obbligati dai quali è difficile svincolarsi. Il primo passo è diventare più consapevole di quello che accade quando lei e il suo compagno discutete. La consapevolezza permette di capire qual è il modo migliore per gestire queste situazioni . Almeno, per quanto riguarda il suo apporto alla lite. Ciò detto, rimane il fatto che ci vogliono due persone per litigare! Spero di averle offerto uno spunto utile, rimango a sua disposizione se avesse altri dubbi. Cordiali saluti
Dr.ssa Giuseppina Di Carlo
giuseppina.dicarlo@gmail.com
giuseppinadicarlo.com
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 762 visite dal 19/04/2021.
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