Ansia da lavoro sempre piu grave. cosa fare
Buongiorno, non ho ancora ben capito se questa è una domanda o piu che altro uno sfogo tuttavia sento di dovermi confrontare con qualche professionista.
Sono un ragazzo di 27 anni che si è trasferito in un'altra città per andare a convivere con la sua ragazza.
Avendo solo un diploma negli ultimi quattro anni mi sono dovuto "adattare" a lavori come magazziniere e operaio in fabbrica.
Il problema è che i lavori di tipo manuale (a cui non riesco in nessun modo ad adattarmi) non sono adatti né al mio fisico ne al tipo di persona che sento di essere (li trovo troppo faticosi, ripetitivi e alienanti.
Mi sento di essere considerato solo una macchina e nient'altro) e per questo motivo ho perso molti lavori e questo è causa di litigi frequenti con la mia ragazza che non riesce a capire a fondo quello che provo.
Ultimamente la situazione si sta facendo piu grave, proprio ieri notte sono rimasto sveglio fino al mattino a causa dell'ansia; sentivo un nodo allo stomaco che non mi lasciava dormire e piu cercavo di concentrarmi sul sonno e meno riuscivo ad addormentarmi.
Sono arrivato addirittura a inventare un malessere per poter tornare a casa da lavoro.
Ogni giorno che passa mi sento sempre più ingabbiato in una vita che non mi appartiene e non intendo la relazione con la mia ragazza che amo ma proprio la mia vita lavorativa.
Da qualche settimana sto pensando di optare per un lavoro qualunque part time, così da avere modo di iscrivermi all'università per cercare sia di farmi una cultura personale approfondita e sia per migliorare con una laurea le mie possibilità lavorative.
E anche questo fatto è causa di litigi perché la mia ragazza (e pure io) teme che non riusciremo a vivere con due lavori part time ma d'altronde o faccio così o mi faccio cacciare da tutte le fabbriche e magazzini della zona continuando imperterrito a provare la strada sbagliata.
Non so, forse andare a convivere è stato un passo piu lungo della gamba ma non voglio rinunciare senza lottare.
Quello che non trovo normale tuttavia, sono proprio questi attacchi d'ansia che si fanno sempre più presenti e diventano più invasivi e duraturi tanto da causarmi sporadicamente delle tachicardie.
Sento di non essere riuscito a esprimere appieno tutto quello che ho dentro e quello che ho espresso temo di averlo espresso in modo confusionario, comunque avevo il bisogno di dirlo a qualcuno di competente per trovare magari una soluzione a quest'ansia che mi sta divorando.
Grazie.
Sono un ragazzo di 27 anni che si è trasferito in un'altra città per andare a convivere con la sua ragazza.
Avendo solo un diploma negli ultimi quattro anni mi sono dovuto "adattare" a lavori come magazziniere e operaio in fabbrica.
Il problema è che i lavori di tipo manuale (a cui non riesco in nessun modo ad adattarmi) non sono adatti né al mio fisico ne al tipo di persona che sento di essere (li trovo troppo faticosi, ripetitivi e alienanti.
Mi sento di essere considerato solo una macchina e nient'altro) e per questo motivo ho perso molti lavori e questo è causa di litigi frequenti con la mia ragazza che non riesce a capire a fondo quello che provo.
Ultimamente la situazione si sta facendo piu grave, proprio ieri notte sono rimasto sveglio fino al mattino a causa dell'ansia; sentivo un nodo allo stomaco che non mi lasciava dormire e piu cercavo di concentrarmi sul sonno e meno riuscivo ad addormentarmi.
Sono arrivato addirittura a inventare un malessere per poter tornare a casa da lavoro.
Ogni giorno che passa mi sento sempre più ingabbiato in una vita che non mi appartiene e non intendo la relazione con la mia ragazza che amo ma proprio la mia vita lavorativa.
Da qualche settimana sto pensando di optare per un lavoro qualunque part time, così da avere modo di iscrivermi all'università per cercare sia di farmi una cultura personale approfondita e sia per migliorare con una laurea le mie possibilità lavorative.
E anche questo fatto è causa di litigi perché la mia ragazza (e pure io) teme che non riusciremo a vivere con due lavori part time ma d'altronde o faccio così o mi faccio cacciare da tutte le fabbriche e magazzini della zona continuando imperterrito a provare la strada sbagliata.
Non so, forse andare a convivere è stato un passo piu lungo della gamba ma non voglio rinunciare senza lottare.
Quello che non trovo normale tuttavia, sono proprio questi attacchi d'ansia che si fanno sempre più presenti e diventano più invasivi e duraturi tanto da causarmi sporadicamente delle tachicardie.
Sento di non essere riuscito a esprimere appieno tutto quello che ho dentro e quello che ho espresso temo di averlo espresso in modo confusionario, comunque avevo il bisogno di dirlo a qualcuno di competente per trovare magari una soluzione a quest'ansia che mi sta divorando.
Grazie.
[#1]
Gentile utente,
Lei riporta insoddisfazione verso la sua condizione lavorativa, di sentirsi poco compreso dalla sua ragazza in merito a questo punto, e anche una sintomatologia che riconduce a stati ansiosi e che è tale da compromettere la qualità della sua vita.
Noi possiamo provare ad aiutarla... Ma probabilmente servirebbe un percorso da vicino, lo sa, si?
Cosa dirle... Se non che ogni tentativo di migliorare la propria condizione educativa, sociale e professionale... Dovrebbe essere sempre perseguito, ove possibile...
Ma a che punto è con i suoi progetti di iniziare l'università? Ha ad esempio scelto un corso di laurea?
Ha pensato a cosa farebbe in part time? Ha valutato inoltre alternative formative (corsi non universitari, ITP, etc.)?
Un progetto del genere sarebbe sì positivo, ma va calato nella realtà il più possibile, con anche un occhio alla fattibilità considerando anche gli altri elementi della sua vita.
Inoltre, ci riferisce di battibecchi con la sua ragazza, e questo mi dispiace.
Ma... Si è aperto a lei con la stessa schiettezza con cui si è aperto a noi, o litigate e basta? Quanto spazio di dialogo c'è tra voi? Oltre a litigare riesce a dirle quello che ha detto a noi a cuore aperto?
Per l'ansia... Ove ci fosse, sarebbe una malattia e come tale da trattare. Io le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta o, ove volesse ricorrere ai servizi gratuiti sul territorio, al suo medico curante affinché la indirizzi verso strutture che nella zona possano prendersi carico di lei gratuitamente...
Intanto, se vuole, ci aggiorni con dettagli, risposte, elementi che ci aiutino... Se non ad aiutarla, sicuramente a meglio orientarla...
Una risposta a tutte le domande che le ho fatto sarebbe un buon inizio
Un caro saluto
Lei riporta insoddisfazione verso la sua condizione lavorativa, di sentirsi poco compreso dalla sua ragazza in merito a questo punto, e anche una sintomatologia che riconduce a stati ansiosi e che è tale da compromettere la qualità della sua vita.
Noi possiamo provare ad aiutarla... Ma probabilmente servirebbe un percorso da vicino, lo sa, si?
Cosa dirle... Se non che ogni tentativo di migliorare la propria condizione educativa, sociale e professionale... Dovrebbe essere sempre perseguito, ove possibile...
Ma a che punto è con i suoi progetti di iniziare l'università? Ha ad esempio scelto un corso di laurea?
Ha pensato a cosa farebbe in part time? Ha valutato inoltre alternative formative (corsi non universitari, ITP, etc.)?
Un progetto del genere sarebbe sì positivo, ma va calato nella realtà il più possibile, con anche un occhio alla fattibilità considerando anche gli altri elementi della sua vita.
Inoltre, ci riferisce di battibecchi con la sua ragazza, e questo mi dispiace.
Ma... Si è aperto a lei con la stessa schiettezza con cui si è aperto a noi, o litigate e basta? Quanto spazio di dialogo c'è tra voi? Oltre a litigare riesce a dirle quello che ha detto a noi a cuore aperto?
Per l'ansia... Ove ci fosse, sarebbe una malattia e come tale da trattare. Io le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta o, ove volesse ricorrere ai servizi gratuiti sul territorio, al suo medico curante affinché la indirizzi verso strutture che nella zona possano prendersi carico di lei gratuitamente...
Intanto, se vuole, ci aggiorni con dettagli, risposte, elementi che ci aiutino... Se non ad aiutarla, sicuramente a meglio orientarla...
Una risposta a tutte le domande che le ho fatto sarebbe un buon inizio
Un caro saluto
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
[#2]
Utente
Grazie Dr. Toscano per la sua risposta.
Allora, in quanto all'università devo ancora iniziare dato che i test di ingresso a quanto ho capito si faranno a Settembre; intanto mi sono iscritto. Ho già bene in mente cosa fare ed è filosofia dal momento che sono sempre stato appassionato di questa materia e per mantenermi sarei disposto a qualunque lavoro part time che mi consenta di ottenere uno stipendio sufficiente a pagare le spese di casa.
Corsi formativi alternativi li ho valutati si ma ritengo che una laurea sia comunque meglio di un corso di pochi mesi costoso e che non assicura comunque un posto di lavoro. Tralasciando la questione lavorativa la mia intenzione di continuare gli studi è dettata anche da una mia passione per il sapere.
So benissimo che lavorare e studiare insieme, unito agli altri elementi della mia vita come dice lei, sarà un'impresa molto impegnativa. Però non posso più restare con le mani in mano sapendo che la mia vita futura sarà un continuo entrare e uscire da luoghi di lavoro che per me sono inadeguati.
Mi sono aperto con la mia ragazza si, e sembra avere capito. Quello che non riesce però a capire è che questa mia difficoltà nel mondo del lavoro è dovuta solo ad ambienti sbagliati e confonde la mia ansia per scarsa voglia di lavorare accusandomi di questo. L'ansia mi viene pensando al futuro che potrei avere continuando con questa vita.
Inoltre questi stati d'ansia mi stanno venendo anche pensando alle difficoltà che andrò incontro intraprendendo questa strada. Mi chiedo continuamente: avrò il tempo necessario per studiare? Ce la farò a far fronte alle spese con un lavoro parti time per tutto il tempo necessario alla laurea?.
Allora, in quanto all'università devo ancora iniziare dato che i test di ingresso a quanto ho capito si faranno a Settembre; intanto mi sono iscritto. Ho già bene in mente cosa fare ed è filosofia dal momento che sono sempre stato appassionato di questa materia e per mantenermi sarei disposto a qualunque lavoro part time che mi consenta di ottenere uno stipendio sufficiente a pagare le spese di casa.
Corsi formativi alternativi li ho valutati si ma ritengo che una laurea sia comunque meglio di un corso di pochi mesi costoso e che non assicura comunque un posto di lavoro. Tralasciando la questione lavorativa la mia intenzione di continuare gli studi è dettata anche da una mia passione per il sapere.
So benissimo che lavorare e studiare insieme, unito agli altri elementi della mia vita come dice lei, sarà un'impresa molto impegnativa. Però non posso più restare con le mani in mano sapendo che la mia vita futura sarà un continuo entrare e uscire da luoghi di lavoro che per me sono inadeguati.
Mi sono aperto con la mia ragazza si, e sembra avere capito. Quello che non riesce però a capire è che questa mia difficoltà nel mondo del lavoro è dovuta solo ad ambienti sbagliati e confonde la mia ansia per scarsa voglia di lavorare accusandomi di questo. L'ansia mi viene pensando al futuro che potrei avere continuando con questa vita.
Inoltre questi stati d'ansia mi stanno venendo anche pensando alle difficoltà che andrò incontro intraprendendo questa strada. Mi chiedo continuamente: avrò il tempo necessario per studiare? Ce la farò a far fronte alle spese con un lavoro parti time per tutto il tempo necessario alla laurea?.
[#3]
Gentile utente, prima di elaborare una risposta più completa vorrei sapere da lei, se ha piacere, come si immagina il suo lavoro ideale.
Cosa vuole fare, concretamente?
Quali caratteristiche deve avere l'ambiente di lavoro? Di quali mansioni si curerebbe?
Quali sono, inoltre, le sue passioni? Cosa fa nel tempo libero? O di cosa le piacerebbe occuparsi?
Le chiedo di rispondere il più "praticamente" possibile...
un caro saluto
Cosa vuole fare, concretamente?
Quali caratteristiche deve avere l'ambiente di lavoro? Di quali mansioni si curerebbe?
Quali sono, inoltre, le sue passioni? Cosa fa nel tempo libero? O di cosa le piacerebbe occuparsi?
Le chiedo di rispondere il più "praticamente" possibile...
un caro saluto
[#4]
Utente
Dr. Toscano, come già detto in un ambiente di fabbrica o di magazzino non mi sento al mio posto.
Il mio ambiente di lavoro ideale sarebbe un ambiente stimolante a livello intellettivo e assolutamente rilassante e non frenetico ne tanto meno faticoso fisicamente. Il massimo per me sarebbe riuscire a diventare professore. Mi piacerebbe insegnare, mi sentirei realizzato sapendo che grazie al mio lavoro sto facendo qualcosa di veramente utile e cioè formare ragazzi che un giorno saranno il futuro della società.
Per quanto riguarda il mio tempo libero, come avrà immaginato mi piace occupare il tempo leggendo. Leggo un po' di tutto, dai saggi ai romanzi horror o di avventura. L'importante è leggere.
La ringrazio per il tempo che mi sta dedicando.
Il mio ambiente di lavoro ideale sarebbe un ambiente stimolante a livello intellettivo e assolutamente rilassante e non frenetico ne tanto meno faticoso fisicamente. Il massimo per me sarebbe riuscire a diventare professore. Mi piacerebbe insegnare, mi sentirei realizzato sapendo che grazie al mio lavoro sto facendo qualcosa di veramente utile e cioè formare ragazzi che un giorno saranno il futuro della società.
Per quanto riguarda il mio tempo libero, come avrà immaginato mi piace occupare il tempo leggendo. Leggo un po' di tutto, dai saggi ai romanzi horror o di avventura. L'importante è leggere.
La ringrazio per il tempo che mi sta dedicando.
[#5]
Gentile utente,
Io al posto suo farei così:
1. Prima mi curerei l'ansia
2. Poi mi occuperei delle nuove scelte di studio e carriera
Glielo dico perché, sinceramente, trovo che la sua ansia possa essere un fattore assai confondente in questo momento.
Non perché ritengo che debba fare il magazziniere, se non lo vuole fare ci mancherebbe...
Ma perché francamente ho timore che, se non risolve prima la sua ansia, anche la riuscita dei suoi percorsi alternativi sarebbe minacciata da questo problema di fondo. E questo sarebbe un peccato.
Glielo dico perché lo penso in generale, ma glielo dico anche perché ci sono elementi della sua narrazione che mi pongono in allerta.
Ad esempio quando dice ...
"Il mio ambiente di lavoro ideale sarebbe un ambiente stimolante a livello intellettivo e assolutamente rilassante e non frenetico"
Ecco, non so che tipo di professore voglia diventare lei... Ma il rischio è che nessuno degli ambienti di lavoro in cui andrebbe a lavorare un professore... Sia davvero così.
Lo conosce davvero l'ambiente scolastico? Lo definirebbe davvero rilassante? Poi per carità c'è modo e modo di fare gli insegnanti... Anche scialacquando, ma se lei ha detto che non è mancanza di voglia di lavorare la sua...
Io penso che la sua voglia di cambiamento debba "maturare" un po' e debba peraltro farlo in un contesto più scevro dal disagio psicologico che ci racconta.
Parlando poi in termini semplici... Molto semplici... Lei inizierebbe filosofia a 28 anni. Se va bene, a 33 anni conseguirebbe la laurea magistrale e finirebbe poi nel limbo di chissà quali graduatorie da precario/supplente per brevi periodi, e mi fermo alla scuola, in attesa di chissà quale concorso per l'abilitazione o l'insegnamento.
Lavori precari ne dovrebbe fare per mantenersi, ma non devono essere faticosi fisicamente e meglio se in ambienti rilassanti ...
Eppure, anche qui... Cosa andrebbe a fare in questo frattempo?
Per di più, la laurea da lei scelta poi solitamente trova un'applicazione nel mondo del lavoro, giusto o sbagliato sia, abbastanza risibile...
Lei scartava nel precedente messaggio corsi non universitari perché meno "forti" per la collocazione lavorativa....
... E poi però ci dice vuole iscriversi a filosofia, con tutto il rispetto per questa materia nobilissima ...
Ma sa quanto colloca un ITS (che è un corso post diploma, non l'istituto tecnico secondario di secondo grado)? Taaanto ma tanto.
http://www.regione.lazio.it/rl_formazione/?vw=contenutiDettaglio&cat=1&id=125
E un corso regionale? http://www.regione.lazio.it/rl_formazione/?vw=offertaformativa
E una laurea in filosofia??
Vada anche per l'università... A questo punto, se di lavori precari si deve parlare, perché non "mantenere" col suo? Quale alternativa precaria migliore al suo lavoro ritiene di poter trovare nel frattempo?
Il suo lavoro la fa star male, ma un altro part-time? Come la farebbe stare?
L'università la può fare comunque, anche non seguendo (tutte) le lezioni per esempio...
C'è poi un elemento che non trovo nel suo racconto precedente... Come mai non ha optato per l'università dopo il diploma? Fino ai 23 anni di cosa si è occupato?
La sua sete di sapere parrebbe consolidata, per come la descrive. Sarebbe utile sapere allora perché non l'ha inseguita prima.
Comunque ..
Penso di averle dato il mio miglior suggerimento al punto 1 che elencavo ai primi righi... Perché secondo me deve prima star bene, o star meglio.
Scelte fatte in certe condizioni sono rischiose...
E so che non è la risposta che vorrà sentirsi, preferendone lei una più immediata... ma penso davvero di dirlo per il suo bene...
Un caro saluto
Io al posto suo farei così:
1. Prima mi curerei l'ansia
2. Poi mi occuperei delle nuove scelte di studio e carriera
Glielo dico perché, sinceramente, trovo che la sua ansia possa essere un fattore assai confondente in questo momento.
Non perché ritengo che debba fare il magazziniere, se non lo vuole fare ci mancherebbe...
Ma perché francamente ho timore che, se non risolve prima la sua ansia, anche la riuscita dei suoi percorsi alternativi sarebbe minacciata da questo problema di fondo. E questo sarebbe un peccato.
Glielo dico perché lo penso in generale, ma glielo dico anche perché ci sono elementi della sua narrazione che mi pongono in allerta.
Ad esempio quando dice ...
"Il mio ambiente di lavoro ideale sarebbe un ambiente stimolante a livello intellettivo e assolutamente rilassante e non frenetico"
Ecco, non so che tipo di professore voglia diventare lei... Ma il rischio è che nessuno degli ambienti di lavoro in cui andrebbe a lavorare un professore... Sia davvero così.
Lo conosce davvero l'ambiente scolastico? Lo definirebbe davvero rilassante? Poi per carità c'è modo e modo di fare gli insegnanti... Anche scialacquando, ma se lei ha detto che non è mancanza di voglia di lavorare la sua...
Io penso che la sua voglia di cambiamento debba "maturare" un po' e debba peraltro farlo in un contesto più scevro dal disagio psicologico che ci racconta.
Parlando poi in termini semplici... Molto semplici... Lei inizierebbe filosofia a 28 anni. Se va bene, a 33 anni conseguirebbe la laurea magistrale e finirebbe poi nel limbo di chissà quali graduatorie da precario/supplente per brevi periodi, e mi fermo alla scuola, in attesa di chissà quale concorso per l'abilitazione o l'insegnamento.
Lavori precari ne dovrebbe fare per mantenersi, ma non devono essere faticosi fisicamente e meglio se in ambienti rilassanti ...
Eppure, anche qui... Cosa andrebbe a fare in questo frattempo?
Per di più, la laurea da lei scelta poi solitamente trova un'applicazione nel mondo del lavoro, giusto o sbagliato sia, abbastanza risibile...
Lei scartava nel precedente messaggio corsi non universitari perché meno "forti" per la collocazione lavorativa....
... E poi però ci dice vuole iscriversi a filosofia, con tutto il rispetto per questa materia nobilissima ...
Ma sa quanto colloca un ITS (che è un corso post diploma, non l'istituto tecnico secondario di secondo grado)? Taaanto ma tanto.
http://www.regione.lazio.it/rl_formazione/?vw=contenutiDettaglio&cat=1&id=125
E un corso regionale? http://www.regione.lazio.it/rl_formazione/?vw=offertaformativa
E una laurea in filosofia??
Vada anche per l'università... A questo punto, se di lavori precari si deve parlare, perché non "mantenere" col suo? Quale alternativa precaria migliore al suo lavoro ritiene di poter trovare nel frattempo?
Il suo lavoro la fa star male, ma un altro part-time? Come la farebbe stare?
L'università la può fare comunque, anche non seguendo (tutte) le lezioni per esempio...
C'è poi un elemento che non trovo nel suo racconto precedente... Come mai non ha optato per l'università dopo il diploma? Fino ai 23 anni di cosa si è occupato?
La sua sete di sapere parrebbe consolidata, per come la descrive. Sarebbe utile sapere allora perché non l'ha inseguita prima.
Comunque ..
Penso di averle dato il mio miglior suggerimento al punto 1 che elencavo ai primi righi... Perché secondo me deve prima star bene, o star meglio.
Scelte fatte in certe condizioni sono rischiose...
E so che non è la risposta che vorrà sentirsi, preferendone lei una più immediata... ma penso davvero di dirlo per il suo bene...
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 4.5k visite dal 18/04/2021.
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