Paura di essere stupido
Buon giorno,
Ho avuto diversi incidenti di percorso durante l'infanzia che mi hanno procurato delle insicurezze e che ora rischiano di sabotare la mia vita.
Tutto è cominciato da una maestra all'elementari che si era convinta che fossi ritardato (cosa smentita immediatamente da uno psichiatra infantile che è stato consultato da mia madre su suggerimento della maestra).
Il fatto è che anche un mio parente è convinto che io abbia deficit psichici, ed è un medico.
Dopo un tragico inizio all'elementari tutto si è "ristabilito" alle medie, e da allora non ho più avuto problemi a scuola e nessuno ha avuto più dubbi sulla mia normalità.
Finito il liceo, dietro insistenza di mia madre, mi sono iscritto all'università, e dopo un paio di anni che frequentavo poco, non studiavo e prendevo appena la sufficienza, ho mollato tutto e sono andato a cercarmi un lavoro.
In quegli anni ho fatto di tutto ma senza mai realizzare niente di concreto, così decisi di riprendere gli studi per non portarmi dietro altri rimpianti, e alla fine sono riuscito a finire brillantemente con una tesi che è piaciuta molto alla commissione e portandomi a casa l'ambita lode.
Finita l'università sono però tornato coi piedi per terra, al mondo reale, senza una carriera all'attivo, e ho capito che quella laurea l'ho presa solo per far contenta la famiglia e dimostrare che ero normale come gli altri.
Ad oggi sono un disadattato, non riesco a comunicare sicurezza agli altri che mi vedono come una specie di grande bambino.
Non si fidano.
Nei miei lavori non ho mai avuto problemi e mi sono sempre trovato bene anche coi colleghi, ma è come se nessuno volesse accordarmi la fiducia necessaria per poter avviare una carriera vera.
Ho tentato anche dei concorsi pubblici, ma senza successo perché se superavo gli scritti, all'orale continuavo a non essere convincente, pur rispondendo correttamente a tutto.
Mi dispiace che non riesco a mettermi dal punto di vista delle altre persone e capire cosa vedono che non va', per tentare di correggerlo, ma di me ho capito che sono una persona difficile da decifrare.
Le persone che ho incontrato nella mia vita si dividono fra chi è convinto che io abbia qualcosa che non va, e chi al contrario pensa che io sia addirittura più intelligente della media.
Non capisco perché non potrei essere semplicemente normale... ma è evidente che vengo interpretato dagli altri come un soggetto atipico.
So che ci sono forme lievi di autismo che provocano disfunzionalità sociale e di adattamento, ma possibile che siano così fumose da sfuggire a pediatri e psichiatri infantili?
in età adulta sono andato da uno psichiatra (con cui sono rimasto in cura almeno tre anni per gestire l'ansia) chiedendogli se ero normale, e lui sorridendo mi rispose che dal punto di vista medico non mi mancava nulla, e che sicuramente avevo subito molto dalla famiglia da cui vengo.
Adesso sono preoccupato, perché la mancanza di integrazione potrebbe costarmi caro in termini di autonomia economica...
Ho avuto diversi incidenti di percorso durante l'infanzia che mi hanno procurato delle insicurezze e che ora rischiano di sabotare la mia vita.
Tutto è cominciato da una maestra all'elementari che si era convinta che fossi ritardato (cosa smentita immediatamente da uno psichiatra infantile che è stato consultato da mia madre su suggerimento della maestra).
Il fatto è che anche un mio parente è convinto che io abbia deficit psichici, ed è un medico.
Dopo un tragico inizio all'elementari tutto si è "ristabilito" alle medie, e da allora non ho più avuto problemi a scuola e nessuno ha avuto più dubbi sulla mia normalità.
Finito il liceo, dietro insistenza di mia madre, mi sono iscritto all'università, e dopo un paio di anni che frequentavo poco, non studiavo e prendevo appena la sufficienza, ho mollato tutto e sono andato a cercarmi un lavoro.
In quegli anni ho fatto di tutto ma senza mai realizzare niente di concreto, così decisi di riprendere gli studi per non portarmi dietro altri rimpianti, e alla fine sono riuscito a finire brillantemente con una tesi che è piaciuta molto alla commissione e portandomi a casa l'ambita lode.
Finita l'università sono però tornato coi piedi per terra, al mondo reale, senza una carriera all'attivo, e ho capito che quella laurea l'ho presa solo per far contenta la famiglia e dimostrare che ero normale come gli altri.
Ad oggi sono un disadattato, non riesco a comunicare sicurezza agli altri che mi vedono come una specie di grande bambino.
Non si fidano.
Nei miei lavori non ho mai avuto problemi e mi sono sempre trovato bene anche coi colleghi, ma è come se nessuno volesse accordarmi la fiducia necessaria per poter avviare una carriera vera.
Ho tentato anche dei concorsi pubblici, ma senza successo perché se superavo gli scritti, all'orale continuavo a non essere convincente, pur rispondendo correttamente a tutto.
Mi dispiace che non riesco a mettermi dal punto di vista delle altre persone e capire cosa vedono che non va', per tentare di correggerlo, ma di me ho capito che sono una persona difficile da decifrare.
Le persone che ho incontrato nella mia vita si dividono fra chi è convinto che io abbia qualcosa che non va, e chi al contrario pensa che io sia addirittura più intelligente della media.
Non capisco perché non potrei essere semplicemente normale... ma è evidente che vengo interpretato dagli altri come un soggetto atipico.
So che ci sono forme lievi di autismo che provocano disfunzionalità sociale e di adattamento, ma possibile che siano così fumose da sfuggire a pediatri e psichiatri infantili?
in età adulta sono andato da uno psichiatra (con cui sono rimasto in cura almeno tre anni per gestire l'ansia) chiedendogli se ero normale, e lui sorridendo mi rispose che dal punto di vista medico non mi mancava nulla, e che sicuramente avevo subito molto dalla famiglia da cui vengo.
Adesso sono preoccupato, perché la mancanza di integrazione potrebbe costarmi caro in termini di autonomia economica...
[#1]
Gentile utente,
ma lo psichiatra da cui è andato per ben tre anni era psicoterapeuta?
Mi sembra strano che l'esito di tre anni di osservazione e di lavoro -sempre che il suo fosse un serio impegno settimanale- si compendino in una inconcludente battuta, e poi l'idea che lei abbia "subito molto dalla famiglia" avrebbe dovuto essere il frutto di una progressiva scoperta fatta assieme al curante, in vista del ripristino degli elementi compromessi. Ma questo medico le dava dei farmaci? Quali?
Le direi che per avere chiarezza deve andare da uno psicologo, capace di sottoporla a test specifici (quelli sull'intelligenza davvero non mancano).
Aggiungo che ci sono stati casi in cui l'aspetto, l'abbigliamento, problemi legati alla muscolatura del viso, oppure abitudini familiari anomale, hanno prodotto equivoci e hanno fatto mal interpretare una persona.
L'autismo si diagnostica, e se "lieve" non ha mai impedito carriere.
Lei non ci dice nulla delle sue relazioni di amicizia e d'amore.
Non ci dice nemmeno in cosa si è laureato (triennale o magistrale?) e in quale campo vuol trovare lavoro.
Un consulto online in casi come il suo è pressoché impossibile.
Si rechi da uno psicologo e ci tenga al corrente.
Auguri!
ma lo psichiatra da cui è andato per ben tre anni era psicoterapeuta?
Mi sembra strano che l'esito di tre anni di osservazione e di lavoro -sempre che il suo fosse un serio impegno settimanale- si compendino in una inconcludente battuta, e poi l'idea che lei abbia "subito molto dalla famiglia" avrebbe dovuto essere il frutto di una progressiva scoperta fatta assieme al curante, in vista del ripristino degli elementi compromessi. Ma questo medico le dava dei farmaci? Quali?
Le direi che per avere chiarezza deve andare da uno psicologo, capace di sottoporla a test specifici (quelli sull'intelligenza davvero non mancano).
Aggiungo che ci sono stati casi in cui l'aspetto, l'abbigliamento, problemi legati alla muscolatura del viso, oppure abitudini familiari anomale, hanno prodotto equivoci e hanno fatto mal interpretare una persona.
L'autismo si diagnostica, e se "lieve" non ha mai impedito carriere.
Lei non ci dice nulla delle sue relazioni di amicizia e d'amore.
Non ci dice nemmeno in cosa si è laureato (triennale o magistrale?) e in quale campo vuol trovare lavoro.
Un consulto online in casi come il suo è pressoché impossibile.
Si rechi da uno psicologo e ci tenga al corrente.
Auguri!
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Ex utente
Sintetizzare 20 anni di vita in un post è difficile...
Si, era anche psicologo. No, certamente sono stati tre anni di continui consulti, esplorazioni della mia situazione sociale e famigliare, terapie farmacologiche (limitati sempre alla famiglia delle benzodiazepine) e anche momenti di sostegno presso uno psicologo comune. Non c'è mai stata una valutazione univoca... quando ho forzato da parte dello psichiatra qualche termine più concreto ha parlato di nevrosi, che ho una mente agitata e tendenzialmente ossessiva.
Anche una EEG che ha dato risultati negativi.
Si, io credo che sia il mio aspetto a comunicare informazioni sbagliate agli altri, anche se credo di essere abbastanza armonioso. Ho un aspetto giovane in maniera anomala, ne dimostro 10 di meno, potrebbe anche essere che non mi vedono ben sviluppato come gli altri.
Di solito le relazioni con gli altri migliorano man mano che entro in confidenza, ho una buona parlantina e questo ho notato che rassicura gli altri.
Ho dei dubbi sull'intelligenza perché al di là dei test che secondo me non vogliono dire nulla (i quiz di logica dei concorsi pubblici li supero senza problemi, alla fine hanno tutti la loro chiave di soluzione, e sono uguali ai test MENSA) vedo che sono meno efficace delle altre persone. Per esempio: tempo fa lavoravo in un negozio e avevo la responsabilità della cassa, e molte volte facevo confusione sul resto da restituire. Oppure quando c'è un'emergenza e bisogna prendere una decisione in fretta, tra due scelte faccio sempre la peggiore. Ho dei limiti nel calcolo in tempo reale, devo riflettere con calma, ma quando c'è da essere tempestivi mi blocco. Di memoria invece nessuno, è molto buona. Anche la coordinazione occhio-mano è ottima, sono bravo al tiro a segno e suono pianoforte a livello avanzato. Invece ho uno scarso linguaggio del corpo, sono più "spento" degli altri, non ho un viso molto reattivo, e quindi non riesco a restituire correttamente le emozioni che provo. Quando vedo gli altri parlare, vedo che anche se non dicono nulla di interessante si intendono facilmente gesticolando e caratterizzando molto le espressioni del viso.
Anche io credo che ci sia qualcosa che non va, non capisco cosa, ma vedo che sono molto diverso dagli altri...
Purtroppo sono solo, ho qualche persona che ogni tanto mi chiama e mi chiede come sto, ma non ho vita sociale. La mia vita lavorativa è assente, ogni tanto riesco a trovare un'occupazione di qualche mese, e poi rimango senza niente. Sono consapevole che non c'è distinzione fra lavoro e società, tutto nella vita è integrazione, e vedo che nonostante il mio impegno non vengo mai accettato in nessun gruppo.
Mi dispiace alla mia età fare ancora questi discorsi un po' piagnucolosi, ma arrivato a questo punto comincio anche a chiedermi cosa ne sarà del futuro, ogni tanto mi dispero perché sento di essere già oltre la linea, altre volte invece che se riuscissi a trovare l'occasione giusta sarei ancora giovane per farmi una vita. Sento che tutto si gioca in questi ultimi 2-3 anni cruciali, e appunto comincio a dubitare di essere come gli altri e di avere gli stessi mezzi che hanno gli altri.
Sia chiaro, non soffro di depressione... anche di questo ne parlai col medico. Sia lui che lo psicologo escludono la depressione, capiscono che mi trovo in una situazione difficile e le preoccupazioni legittime, quindi si sono limitati ad aiutarmi a gestire l'ansia.
spero di aver scritto tutto ciò che può essere utile...
Si, era anche psicologo. No, certamente sono stati tre anni di continui consulti, esplorazioni della mia situazione sociale e famigliare, terapie farmacologiche (limitati sempre alla famiglia delle benzodiazepine) e anche momenti di sostegno presso uno psicologo comune. Non c'è mai stata una valutazione univoca... quando ho forzato da parte dello psichiatra qualche termine più concreto ha parlato di nevrosi, che ho una mente agitata e tendenzialmente ossessiva.
Anche una EEG che ha dato risultati negativi.
Si, io credo che sia il mio aspetto a comunicare informazioni sbagliate agli altri, anche se credo di essere abbastanza armonioso. Ho un aspetto giovane in maniera anomala, ne dimostro 10 di meno, potrebbe anche essere che non mi vedono ben sviluppato come gli altri.
Di solito le relazioni con gli altri migliorano man mano che entro in confidenza, ho una buona parlantina e questo ho notato che rassicura gli altri.
Ho dei dubbi sull'intelligenza perché al di là dei test che secondo me non vogliono dire nulla (i quiz di logica dei concorsi pubblici li supero senza problemi, alla fine hanno tutti la loro chiave di soluzione, e sono uguali ai test MENSA) vedo che sono meno efficace delle altre persone. Per esempio: tempo fa lavoravo in un negozio e avevo la responsabilità della cassa, e molte volte facevo confusione sul resto da restituire. Oppure quando c'è un'emergenza e bisogna prendere una decisione in fretta, tra due scelte faccio sempre la peggiore. Ho dei limiti nel calcolo in tempo reale, devo riflettere con calma, ma quando c'è da essere tempestivi mi blocco. Di memoria invece nessuno, è molto buona. Anche la coordinazione occhio-mano è ottima, sono bravo al tiro a segno e suono pianoforte a livello avanzato. Invece ho uno scarso linguaggio del corpo, sono più "spento" degli altri, non ho un viso molto reattivo, e quindi non riesco a restituire correttamente le emozioni che provo. Quando vedo gli altri parlare, vedo che anche se non dicono nulla di interessante si intendono facilmente gesticolando e caratterizzando molto le espressioni del viso.
Anche io credo che ci sia qualcosa che non va, non capisco cosa, ma vedo che sono molto diverso dagli altri...
Purtroppo sono solo, ho qualche persona che ogni tanto mi chiama e mi chiede come sto, ma non ho vita sociale. La mia vita lavorativa è assente, ogni tanto riesco a trovare un'occupazione di qualche mese, e poi rimango senza niente. Sono consapevole che non c'è distinzione fra lavoro e società, tutto nella vita è integrazione, e vedo che nonostante il mio impegno non vengo mai accettato in nessun gruppo.
Mi dispiace alla mia età fare ancora questi discorsi un po' piagnucolosi, ma arrivato a questo punto comincio anche a chiedermi cosa ne sarà del futuro, ogni tanto mi dispero perché sento di essere già oltre la linea, altre volte invece che se riuscissi a trovare l'occasione giusta sarei ancora giovane per farmi una vita. Sento che tutto si gioca in questi ultimi 2-3 anni cruciali, e appunto comincio a dubitare di essere come gli altri e di avere gli stessi mezzi che hanno gli altri.
Sia chiaro, non soffro di depressione... anche di questo ne parlai col medico. Sia lui che lo psicologo escludono la depressione, capiscono che mi trovo in una situazione difficile e le preoccupazioni legittime, quindi si sono limitati ad aiutarmi a gestire l'ansia.
spero di aver scritto tutto ciò che può essere utile...
[#3]
Ex utente
Comunque la ringrazio, volevo appunto sapere se un lieve autismo può essere considerato un blocco insuperabile, era proprio la cosa che mi preoccupava. Non me l'hanno mai diagnosticato, ma sono convinto di avere qualcosa del genere. Ho una reattività troppo diversa dalle altre persone.
[#4]
Gentile utente,
la "reattività troppo diversa dalle altre persone" può essere un dato interessante da considerare.
Le ripeto che non deve guardare con diffidenza i test -da quello che ha scritto vedo che non ne sa nulla- e forse dovrebbe partecipare ad una terapia di gruppo, per trovare nel contatto con gli altri la risposta a ciò che sente, non "diverso", quanto "limitativo", nel campo del lavoro e delle relazioni.
Ha preso in considerazione anche il volontariato, in parrocchia o in qualche associazione laica?
Non ci ha detto in cosa si è laureato. I suoi genitori e i suoi fratelli in quali campi lavorano?
Buone cose.
la "reattività troppo diversa dalle altre persone" può essere un dato interessante da considerare.
Le ripeto che non deve guardare con diffidenza i test -da quello che ha scritto vedo che non ne sa nulla- e forse dovrebbe partecipare ad una terapia di gruppo, per trovare nel contatto con gli altri la risposta a ciò che sente, non "diverso", quanto "limitativo", nel campo del lavoro e delle relazioni.
Ha preso in considerazione anche il volontariato, in parrocchia o in qualche associazione laica?
Non ci ha detto in cosa si è laureato. I suoi genitori e i suoi fratelli in quali campi lavorano?
Buone cose.
[#5]
Ex utente
Economia aziendale, magistrale
Ma parla dei test coi fiorellini/quadrati con caselle piene e vuote/serie numeriche e sillogismi? non credo molto a quei test; per un concorso li ho dovuti anche allenare e divento sempre più bravo a farli. Un test di intelligenza non dovrebbe essere allenabile credo... se ha un link da consigliarmi però me lo invii pure. Difficoltà in queste cose o nello studio non le ho, sono più un tonto a 360 , nelle situazioni reali in cui serve problem solving in tempi brevi, o quando bisogna fare calcoli a mente, funziono solo quando mi metto a un tavolo a riflettere, ecco. E' come se avessi ancora un'età psichica tra i 12 e i 15 anni, i miei coetanei lo fiutano.
Suono ogni tanto insieme ad alcuni musicisti, è il mio unico sfogo sociale. perché le interessa sapere che lavoro fanno i miei genitori e fratelli? a cosa può essere utile saperlo?
Ma parla dei test coi fiorellini/quadrati con caselle piene e vuote/serie numeriche e sillogismi? non credo molto a quei test; per un concorso li ho dovuti anche allenare e divento sempre più bravo a farli. Un test di intelligenza non dovrebbe essere allenabile credo... se ha un link da consigliarmi però me lo invii pure. Difficoltà in queste cose o nello studio non le ho, sono più un tonto a 360 , nelle situazioni reali in cui serve problem solving in tempi brevi, o quando bisogna fare calcoli a mente, funziono solo quando mi metto a un tavolo a riflettere, ecco. E' come se avessi ancora un'età psichica tra i 12 e i 15 anni, i miei coetanei lo fiutano.
Suono ogni tanto insieme ad alcuni musicisti, è il mio unico sfogo sociale. perché le interessa sapere che lavoro fanno i miei genitori e fratelli? a cosa può essere utile saperlo?
[#6]
Gentile utente,
i veri test non sono acquistabili da parte dei non addetti ai lavori; li vende l'editrice Giunti solo agli iscritti all'Albo.
E' alquanto singolare che in tre anni i suoi due curanti non l'abbiano sottoposta nemmeno a quelli per l'ansia; forse c'era una sintomatologia palese? In questo caso, è strano che le abbiano prescritto esclusivamente benzodiazepine, se ho capito bene.
La sua laurea è prestigiosa, ma ho conosciuto altri giovani che con la stessa laurea, unita tra l'altro ad un master e alla conoscenza approfondita di due lingue straniere, sono stati rifiutati più volte in sede di colloquio. A dir la verità me ne sono stupita, ma l'intero ambito mi è estraneo.
Le chiedevo dei suoi parenti più prossimi perché è utile capire quali supporti si possiedono per farsi strada.
Mi sembra che lei sia affetto da discalculia (sbaglio?) e da marcate difficoltà di problem solving.
Rimane di rilievo il fatto che non accenna minimamente ad amicizie strette, legami sentimentali, progetti/desideri di vita indipendente.
Provi a frequentare un corso sulla comunicazione o sull'assertività: il gruppo aiuta molto a far emergere eventuali anomalie comportamentali etc.
Auguri.
i veri test non sono acquistabili da parte dei non addetti ai lavori; li vende l'editrice Giunti solo agli iscritti all'Albo.
E' alquanto singolare che in tre anni i suoi due curanti non l'abbiano sottoposta nemmeno a quelli per l'ansia; forse c'era una sintomatologia palese? In questo caso, è strano che le abbiano prescritto esclusivamente benzodiazepine, se ho capito bene.
La sua laurea è prestigiosa, ma ho conosciuto altri giovani che con la stessa laurea, unita tra l'altro ad un master e alla conoscenza approfondita di due lingue straniere, sono stati rifiutati più volte in sede di colloquio. A dir la verità me ne sono stupita, ma l'intero ambito mi è estraneo.
Le chiedevo dei suoi parenti più prossimi perché è utile capire quali supporti si possiedono per farsi strada.
Mi sembra che lei sia affetto da discalculia (sbaglio?) e da marcate difficoltà di problem solving.
Rimane di rilievo il fatto che non accenna minimamente ad amicizie strette, legami sentimentali, progetti/desideri di vita indipendente.
Provi a frequentare un corso sulla comunicazione o sull'assertività: il gruppo aiuta molto a far emergere eventuali anomalie comportamentali etc.
Auguri.
[#7]
Ex utente
Immaginavo che non erano veri questi test su internet... per esempio, ho fatto ieri uno del Mensa per provare e mi ha dato 112 che dovrebbe essere nella norma, ma appunto potrei allenare questo tipo di test e prendere punteggi più alti ingannando il test!
Quelli della giunti sono autosomministrabili?
Si la laurea è buona, ma manca l'offerta, forse se la integrassi con un abilitazione o un titolo professionalizzante potrebbe attivarsi... avrei dovuto cercare un titolo allineato alla domanda effettiva del territorio, molti come me hanno fatto l'errore di partire dalla laurea e cercare poi il lavoro, invece bisognerebbe fare proprio il contrario e chiedersi cosa potrebbe dare sbocchi sicuri.
Si qualche sostegno ce l'ho in famiglia, non per sempre.
Si infatti, credo che alla fine il mio handicap sia proprio la discalculia e difficoltà di problem solving, ho un pensiero lento e meccanico. Sono abile solo nell'applicazione di formule e schemi già conosciuti, ma mi manca la flessibilità di crearne al momento per risolvere un problema. Ecco perché dopo un pò ho capito come affrontare bene gli esami dell'università o passare le prove scritte dei concorsi. In situazioni reali in cui è richiesta tempestività e flessibilità potrei anche essere quasi sotto la soglia di intelligenza normale, come se si affidasse a un bambino la responsabilità di un luogo, e questo si sentisse intimorito e sprovveduto, e vivesse con estrema ansia il momento in cui sarà chiamato a rispondere di una situazione imprevista da gestire. Questo per me è il requisito fondamentale di un essere adulto, e purtroppo non l'ho mai acquisito. Oltre all'insicurezza, al dubbio di non avere i mezzi per affrontare le situazioni della vita, ho anche una fragilità emotiva eccessiva che mi impedisce di gestire le situazioni con lucidità. Come le dicevo, le persone lo intuiscono e spesso se ne approfittano, mi trattano come se fossi una persona di serie B. Capisco che dopo millenni di evoluzione, l'uomo probabilmente ha imparato ad analizzare al volo le persone in base a una sommatoria di tratti fisici, tono della voce, sguardo, linguaggio del corpo ecc. per capire se può avere un gioco facile in partenza e poter trarne beneficio. Un pò come quando si è a scuola e si intuisce al volo chi sono gli "sfigati" del gruppo. Le persone con me ugualmente capiscono al volo che non sono un valido antagonista, e questo nelle mie esperienze di lavoro si è rilevato un fattore cruciale.
Di contro spesso suscito istinti protettivi verso persone più vecchie di me che capiscono che sono debole, ma questo nuoce alla mia autostima perché vorrei integrarmi ed essere considerato alla pari dagli altri.
Non ho una compagna (in passato si, e più che altro crocerossine) Pochi amici, ma buoni. Uno dei miei problemi è che vivo in un piccolo paese dove tutti si conoscono, e sono già stato "inquadrato" da chi ci vive (...il resto lo lascio intendere a lei).
Ho dei progetti, si, ma il tempo stringe
Si, mi hanno consigliato un percorso psico-comportamentale, magari di gruppo si...
Quelli della giunti sono autosomministrabili?
Si la laurea è buona, ma manca l'offerta, forse se la integrassi con un abilitazione o un titolo professionalizzante potrebbe attivarsi... avrei dovuto cercare un titolo allineato alla domanda effettiva del territorio, molti come me hanno fatto l'errore di partire dalla laurea e cercare poi il lavoro, invece bisognerebbe fare proprio il contrario e chiedersi cosa potrebbe dare sbocchi sicuri.
Si qualche sostegno ce l'ho in famiglia, non per sempre.
Si infatti, credo che alla fine il mio handicap sia proprio la discalculia e difficoltà di problem solving, ho un pensiero lento e meccanico. Sono abile solo nell'applicazione di formule e schemi già conosciuti, ma mi manca la flessibilità di crearne al momento per risolvere un problema. Ecco perché dopo un pò ho capito come affrontare bene gli esami dell'università o passare le prove scritte dei concorsi. In situazioni reali in cui è richiesta tempestività e flessibilità potrei anche essere quasi sotto la soglia di intelligenza normale, come se si affidasse a un bambino la responsabilità di un luogo, e questo si sentisse intimorito e sprovveduto, e vivesse con estrema ansia il momento in cui sarà chiamato a rispondere di una situazione imprevista da gestire. Questo per me è il requisito fondamentale di un essere adulto, e purtroppo non l'ho mai acquisito. Oltre all'insicurezza, al dubbio di non avere i mezzi per affrontare le situazioni della vita, ho anche una fragilità emotiva eccessiva che mi impedisce di gestire le situazioni con lucidità. Come le dicevo, le persone lo intuiscono e spesso se ne approfittano, mi trattano come se fossi una persona di serie B. Capisco che dopo millenni di evoluzione, l'uomo probabilmente ha imparato ad analizzare al volo le persone in base a una sommatoria di tratti fisici, tono della voce, sguardo, linguaggio del corpo ecc. per capire se può avere un gioco facile in partenza e poter trarne beneficio. Un pò come quando si è a scuola e si intuisce al volo chi sono gli "sfigati" del gruppo. Le persone con me ugualmente capiscono al volo che non sono un valido antagonista, e questo nelle mie esperienze di lavoro si è rilevato un fattore cruciale.
Di contro spesso suscito istinti protettivi verso persone più vecchie di me che capiscono che sono debole, ma questo nuoce alla mia autostima perché vorrei integrarmi ed essere considerato alla pari dagli altri.
Non ho una compagna (in passato si, e più che altro crocerossine) Pochi amici, ma buoni. Uno dei miei problemi è che vivo in un piccolo paese dove tutti si conoscono, e sono già stato "inquadrato" da chi ci vive (...il resto lo lascio intendere a lei).
Ho dei progetti, si, ma il tempo stringe
Si, mi hanno consigliato un percorso psico-comportamentale, magari di gruppo si...
[#8]
Gentile utente,
tutto sembra confermare che l'attuale situazione è legata in parte a circostanze (il paese piccolo dove si finisce rigidamente incasellati), in parte a stereotipi mutilanti che lei stesso, in sintonia con la mentalità di paese, si è creato.
Le faccio solo un esempio.
Non sono per niente inconfutabili queste sue affermazioni: "dopo millenni di evoluzione, l'uomo probabilmente ha imparato ad analizzare al volo le persone in base a una sommatoria di tratti fisici, tono della voce, sguardo, linguaggio del corpo ecc. per capire se può avere un gioco facile in partenza e poter trarne beneficio. Un pò come quando si è a scuola e si intuisce al volo chi sono gli "sfigati" del gruppo".
Le basterà considerare che cambiando ambiente, città o addirittura nazione, tutti questi elementi di giudizio mutano drasticamente.
Per me rimane essenziale che lei faccia un vero percorso con uno psicologo cognitivo-comportamentale, e vedrei bene anche la terapia di gruppo. Ovviamente ci dev'essere una sua sincera disponibilità al cambiamento, che passa attraverso la scoperta di tutto quello che è soltanto idea irrazionale, meccanismo di difesa, e così via.
Auguri ancora.
tutto sembra confermare che l'attuale situazione è legata in parte a circostanze (il paese piccolo dove si finisce rigidamente incasellati), in parte a stereotipi mutilanti che lei stesso, in sintonia con la mentalità di paese, si è creato.
Le faccio solo un esempio.
Non sono per niente inconfutabili queste sue affermazioni: "dopo millenni di evoluzione, l'uomo probabilmente ha imparato ad analizzare al volo le persone in base a una sommatoria di tratti fisici, tono della voce, sguardo, linguaggio del corpo ecc. per capire se può avere un gioco facile in partenza e poter trarne beneficio. Un pò come quando si è a scuola e si intuisce al volo chi sono gli "sfigati" del gruppo".
Le basterà considerare che cambiando ambiente, città o addirittura nazione, tutti questi elementi di giudizio mutano drasticamente.
Per me rimane essenziale che lei faccia un vero percorso con uno psicologo cognitivo-comportamentale, e vedrei bene anche la terapia di gruppo. Ovviamente ci dev'essere una sua sincera disponibilità al cambiamento, che passa attraverso la scoperta di tutto quello che è soltanto idea irrazionale, meccanismo di difesa, e così via.
Auguri ancora.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 11.6k visite dal 09/04/2021.
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Approfondimento su Allergia
L'allergia è una reazione immunitaria eccessiva di fronte a una sostanza (allergene) innocua per molti. Gli allergeni più frequenti e le forme di allergie.