Profondo senso del dovere e di colpa
Salve, vorrei esporre un mio "problema" che mi affligge ogni tanto.
Spesso, ma da sempre, ho sempre avuto un grande senso del dovere: dovere nello studiare, dovere di fare qualcosa perché la fanno gli altri, o perché ritengo che "o la fai ora o mai più ".
Questo senso del dovere spesso mi porta a fare cose in modo istintivo, senza riflettere troppo, e dopo inizia il pentimento.
Ad es.
mi pento di aver fatto qualcosa che nuoce alla mia salute (alcune radiografie) perché prescritte da medici che sicuramente sono competenti ma non erano poi così necessarie (altri non le avrebbero prescritte) e mi sento in colpa di essere stata troppo frettolosa.
Sembra che se non ho " niente da fare" mi vado a cercare qualcosa da poter fare.
C'è da dire che forse c'entra anche la solitudine.
Dopo che faccio qualcosa, più in generale, se non la porto a termine, me ne pento, allora forse meglio non fare nulla?
(Ad esempio ho fatto un' analisi che mi ha rischiesto il medico, allora devo per forza effettuare quella cura/terapia altrimenti ho preso radiazioni inutili; parlo di problemi dentali).
A volte mi fisso su queste cose fino a farmi "scoppiare la testa", per così dire.
Eppure i miei genitori mi hanno sempre insegnato a prendere la vita con leggerezza, non mi hanno mai imposto nulla, seppur anche mia madre sia molto indecisa nelle sue scelte.
So che una cosa che bisogna fare è distrarsi ma cosa consigliate?
Quando sono così indecisa nel fare qualcosa non so mai se è meglio agire e farla oppure fermarsi ed aspettare, come è il detto "chi va piano va lontano".
Grazie
Spesso, ma da sempre, ho sempre avuto un grande senso del dovere: dovere nello studiare, dovere di fare qualcosa perché la fanno gli altri, o perché ritengo che "o la fai ora o mai più ".
Questo senso del dovere spesso mi porta a fare cose in modo istintivo, senza riflettere troppo, e dopo inizia il pentimento.
Ad es.
mi pento di aver fatto qualcosa che nuoce alla mia salute (alcune radiografie) perché prescritte da medici che sicuramente sono competenti ma non erano poi così necessarie (altri non le avrebbero prescritte) e mi sento in colpa di essere stata troppo frettolosa.
Sembra che se non ho " niente da fare" mi vado a cercare qualcosa da poter fare.
C'è da dire che forse c'entra anche la solitudine.
Dopo che faccio qualcosa, più in generale, se non la porto a termine, me ne pento, allora forse meglio non fare nulla?
(Ad esempio ho fatto un' analisi che mi ha rischiesto il medico, allora devo per forza effettuare quella cura/terapia altrimenti ho preso radiazioni inutili; parlo di problemi dentali).
A volte mi fisso su queste cose fino a farmi "scoppiare la testa", per così dire.
Eppure i miei genitori mi hanno sempre insegnato a prendere la vita con leggerezza, non mi hanno mai imposto nulla, seppur anche mia madre sia molto indecisa nelle sue scelte.
So che una cosa che bisogna fare è distrarsi ma cosa consigliate?
Quando sono così indecisa nel fare qualcosa non so mai se è meglio agire e farla oppure fermarsi ed aspettare, come è il detto "chi va piano va lontano".
Grazie
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Gentilissima,
premetto che l’argomento andrebbe approfondito per trovare la strategia migliore a risolverlo. Detto ciò, un piccolo esercizio che potrebbe fare è quello di sostituire, quando parla a se stessa, il devo fare... con il voglio fare... .
Cordiali saluti
premetto che l’argomento andrebbe approfondito per trovare la strategia migliore a risolverlo. Detto ciò, un piccolo esercizio che potrebbe fare è quello di sostituire, quando parla a se stessa, il devo fare... con il voglio fare... .
Cordiali saluti
Dr. Valter Mongillo
Psicologo Clinico - TeRP
ROMA
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.3k visite dal 02/04/2021.
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