È solo cinismo?
Buonasera a tutti, non capisco cosa mi succede.
Mi sento vuoto, svuotato ma non ho interesse a riempirmi in nessun modo perché non c'è niente che possa andar bene.
L'amicizia come l'amore sono solo rapporti di convenienza e una volta capito questo non si può vedere più ne genuinità ne bontà in questi legami.
Non ho appetito sessuale o almeno non quanto basta da attivarmi.
L'uso di sostanze stupefacenti pesanti o l'alcool associato ai cannabinoidi mi mandano in paranoia.
Parlare con le persone sta diventando difficile, sono diventato molto suscettibile a tanti aspetti della comunicazione e vedo solo incomprensioni, cattivi modi di comunicare, giochi di potere e dinamiche da branco, tutti che si battono per primeggiare, chi lo fa con classe e garbo e chi lo fa usando l'ignoranza ma è lo stesso piatto servito solo in modi differenti.
Non ho più tanta voglia di uscire e stare con le persone, non mi diverto e non mi rilasso mi sembra che parliamo due lingue diverse, non riesco ad accendere il mio interesse per le persone e non riesco a comprendere una vita senza di esse.
Ora aspetto che qualche lampo ridia luce a questa ombra.
Per quanto riguarda il mio vissuto è una storia veramente lunga, penso che basti sapere che a nove anni sono andato in cura da una psicologa (penso anche una psichiatra perché mia madre ha raccontato in un secondo momento che le medicine che mi davano mi provocano delle crisi) per carenze affettive, poi a 25 anni dopo una brutta rottura con una mia ex sono andato di nuovo in cura, inizia anche con le medicine, olanzapina 15mg al giorno ma dopo 3 settimane credo pensarono che fosse sbagliato il farmaco per il mio caso, poi feci un'altra seduta e non andai più e non presi più niente, mi ci è voluto un po' per uscire dalla fase più nera ma penso di esserne fuori però qualcosa è cambiato e faccio fatica ad avere una vita normale. La mia diversità di vede e spaventa le persone.
Mi sento vuoto, svuotato ma non ho interesse a riempirmi in nessun modo perché non c'è niente che possa andar bene.
L'amicizia come l'amore sono solo rapporti di convenienza e una volta capito questo non si può vedere più ne genuinità ne bontà in questi legami.
Non ho appetito sessuale o almeno non quanto basta da attivarmi.
L'uso di sostanze stupefacenti pesanti o l'alcool associato ai cannabinoidi mi mandano in paranoia.
Parlare con le persone sta diventando difficile, sono diventato molto suscettibile a tanti aspetti della comunicazione e vedo solo incomprensioni, cattivi modi di comunicare, giochi di potere e dinamiche da branco, tutti che si battono per primeggiare, chi lo fa con classe e garbo e chi lo fa usando l'ignoranza ma è lo stesso piatto servito solo in modi differenti.
Non ho più tanta voglia di uscire e stare con le persone, non mi diverto e non mi rilasso mi sembra che parliamo due lingue diverse, non riesco ad accendere il mio interesse per le persone e non riesco a comprendere una vita senza di esse.
Ora aspetto che qualche lampo ridia luce a questa ombra.
Per quanto riguarda il mio vissuto è una storia veramente lunga, penso che basti sapere che a nove anni sono andato in cura da una psicologa (penso anche una psichiatra perché mia madre ha raccontato in un secondo momento che le medicine che mi davano mi provocano delle crisi) per carenze affettive, poi a 25 anni dopo una brutta rottura con una mia ex sono andato di nuovo in cura, inizia anche con le medicine, olanzapina 15mg al giorno ma dopo 3 settimane credo pensarono che fosse sbagliato il farmaco per il mio caso, poi feci un'altra seduta e non andai più e non presi più niente, mi ci è voluto un po' per uscire dalla fase più nera ma penso di esserne fuori però qualcosa è cambiato e faccio fatica ad avere una vita normale. La mia diversità di vede e spaventa le persone.
[#1]
Gentile utente,
temo che la sua situazione non possa essere presa in carico, con la pretesa di arrivare a una soluzione, in questa sede.
Quello che posso dirle leggendo il suo messaggio, dalle poche cose che riferisce, tipo questa:
"L'uso di sostanze stupefacenti pesanti o l'alcool associato ai cannabinoidi mi mandano in paranoia"
... è che, almeno detta così, non si riesce a capire fin dove le sue sensazioni sono da imputare a lei come persona ... o all'effetto delle sostanze di cui abusa.
Riferisce inoltre un trattamento farmacologico indicato per alcune patologie che richiedono che lei venga seguito da un professionista. Se fosse stata sbagliata la diagnosi/terapia al tempo, certo non posso saperlo, ma non sarebbe comunque una giustificazione per non svolgere alcun percorso, tanto è vero che ne sente lei stesso il bisogno visto che ci scrive.
Pertanto il mio consiglio è quello di chiedere aiuto a chi può darle davvero una mano sul territorio.
Ha già sentito il medico di base? E' seguito dal SerT per le sue dipendenze?
Come vede l'idea di rivolgersi a uno psicoterapeuta, psicologo o psichiatra, per affrontare le situazioni che riferisce?
Stare meglio è possibile, ma si fidi del fatto che c'è chi può aiutarla e che star bene è un suo diritto... ed è, col giusto sostegno, alla sua portata!
Cordialmente
temo che la sua situazione non possa essere presa in carico, con la pretesa di arrivare a una soluzione, in questa sede.
Quello che posso dirle leggendo il suo messaggio, dalle poche cose che riferisce, tipo questa:
"L'uso di sostanze stupefacenti pesanti o l'alcool associato ai cannabinoidi mi mandano in paranoia"
... è che, almeno detta così, non si riesce a capire fin dove le sue sensazioni sono da imputare a lei come persona ... o all'effetto delle sostanze di cui abusa.
Riferisce inoltre un trattamento farmacologico indicato per alcune patologie che richiedono che lei venga seguito da un professionista. Se fosse stata sbagliata la diagnosi/terapia al tempo, certo non posso saperlo, ma non sarebbe comunque una giustificazione per non svolgere alcun percorso, tanto è vero che ne sente lei stesso il bisogno visto che ci scrive.
Pertanto il mio consiglio è quello di chiedere aiuto a chi può darle davvero una mano sul territorio.
Ha già sentito il medico di base? E' seguito dal SerT per le sue dipendenze?
Come vede l'idea di rivolgersi a uno psicoterapeuta, psicologo o psichiatra, per affrontare le situazioni che riferisce?
Stare meglio è possibile, ma si fidi del fatto che c'è chi può aiutarla e che star bene è un suo diritto... ed è, col giusto sostegno, alla sua portata!
Cordialmente
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
[#2]
Utente
Buongiorno dottore, non ho contattato il medico di base, per quanto riguarda il Sert ero da loro poi andai al CSM, sono quattro anni che non abuso di sostanze, mi è capitato di usarle in maniera ludica con postumi pesanti al punto da non usarle più, ora come ora fumo circa 1gr di hashish al giorno e basta, non bevo alcolici e non uso sostanze diverse dai cannabinoidi. Per quanto riguarda lo psicoterapeuta andrei anche ma ho molta paura nell'usare medicine, per l'accumulo di peso e perché non so cosa mi farebbero alla psiche, mi rallenteranno? Sarò meno vigile? Mi cambieranno per sempre? Mi aiuteranno davvero o faranno solo in modo che non sia un peso e un pericolo per me e per gli altri senza considerare l'abbassamento qualitativo di vita che mi arrecherebbero? Ho problemi di fiducia anche, non mi fido delle intenzioni degli specialisti.
[#3]
Gentile utente,
Ora la situazione è un filino più chiara.
Innanzitutto mi fa molto piacere che non abusa di sostanze cosiddette pesanti.
Fuori da ogni forma di moralismo, cui non sono avvezzo, vorrei però sottolineare come anche sostanze come l'hashish causano, con effetti diversi da persona a persona, anche sintomi come quelli che descrive lei.
Vorrei inoltre farle presente, cosa di cui si parla troppo poco, che sostanze come queste non sono controllate da nessuno e a nessun livello.
Lei compra hashish ma sa davvero cosa le danno? Dove vengono coltivate queste sostanze? Cosa contengono davvero? A che dose? Come le manipolano e in che condizioni?
Insomma... Capirà bene che rispetto a un farmaco prescritto da un medico e prodotto da una filiera legale e controllata rischia di "avvelenarsi" assai più...
Comunque... Non tutte le terapie, come saprà, prevedono l'uso di farmaci e, se vuole evitarne, può segnalarlo al professionista che la cura.
Tenga inoltre presente che gli psicoterapeuti con studi pregressi in psicologia, a differenza di quelli con background medico, NON possono somministrare farmaci.
Ciò non toglie che i farmaci non possano aiutarla, se suggeriti dal professionista che la seguirà.
Un'ultima cosa: a volte i farmaci hanno bisogno di tempo per "funzionare"... E ad inizio terapia il corpo ha bisogno di abituarsi ai loro effetti. È una cosa prevista, normale.
Spero che la sua voglia di star bene la spinga ad andare oltre. Si faccia seguire da un professionista della salute mentale, qualunque ritiene debba essere. A star male proprio non vale la pena.
Ora la situazione è un filino più chiara.
Innanzitutto mi fa molto piacere che non abusa di sostanze cosiddette pesanti.
Fuori da ogni forma di moralismo, cui non sono avvezzo, vorrei però sottolineare come anche sostanze come l'hashish causano, con effetti diversi da persona a persona, anche sintomi come quelli che descrive lei.
Vorrei inoltre farle presente, cosa di cui si parla troppo poco, che sostanze come queste non sono controllate da nessuno e a nessun livello.
Lei compra hashish ma sa davvero cosa le danno? Dove vengono coltivate queste sostanze? Cosa contengono davvero? A che dose? Come le manipolano e in che condizioni?
Insomma... Capirà bene che rispetto a un farmaco prescritto da un medico e prodotto da una filiera legale e controllata rischia di "avvelenarsi" assai più...
Comunque... Non tutte le terapie, come saprà, prevedono l'uso di farmaci e, se vuole evitarne, può segnalarlo al professionista che la cura.
Tenga inoltre presente che gli psicoterapeuti con studi pregressi in psicologia, a differenza di quelli con background medico, NON possono somministrare farmaci.
Ciò non toglie che i farmaci non possano aiutarla, se suggeriti dal professionista che la seguirà.
Un'ultima cosa: a volte i farmaci hanno bisogno di tempo per "funzionare"... E ad inizio terapia il corpo ha bisogno di abituarsi ai loro effetti. È una cosa prevista, normale.
Spero che la sua voglia di star bene la spinga ad andare oltre. Si faccia seguire da un professionista della salute mentale, qualunque ritiene debba essere. A star male proprio non vale la pena.
[#5]
Grazie, gli auguri che mi fa sono molto graditi.
Li ricambio e le auguro anche e soprattutto di trovare quel "lampo (che) ridia luce a questa ombra".
Devo dirle che mi ha colpito molto questa sua frase: "la mia diversità si vede e spaventa le persone".
Se vuole, mi farebbe piacere che mi spiegasse cosa intende.
Volevo poi dirle che alla sfiducia corrisponde sfiducia, alla diffidenza ulteriore diffidenza. Queste sono sensazioni ricambiate.
È un cane che si morde la coda. Io non so se e quanto lei si apra al mondo. Se non lo facesse per la freddezza che in fondo descrive, e avrà anche i suoi buoni motivi per farlo (penso per la sua storia), voglio solo dirle che da qualche parte bisogna proprio ricominciare. Che non si può cambiare la propria vita con le regole vecchie.
E che forse quello che serve, al mondo e a se stesso, è una seconda possibilità.
Li ricambio e le auguro anche e soprattutto di trovare quel "lampo (che) ridia luce a questa ombra".
Devo dirle che mi ha colpito molto questa sua frase: "la mia diversità si vede e spaventa le persone".
Se vuole, mi farebbe piacere che mi spiegasse cosa intende.
Volevo poi dirle che alla sfiducia corrisponde sfiducia, alla diffidenza ulteriore diffidenza. Queste sono sensazioni ricambiate.
È un cane che si morde la coda. Io non so se e quanto lei si apra al mondo. Se non lo facesse per la freddezza che in fondo descrive, e avrà anche i suoi buoni motivi per farlo (penso per la sua storia), voglio solo dirle che da qualche parte bisogna proprio ricominciare. Che non si può cambiare la propria vita con le regole vecchie.
E che forse quello che serve, al mondo e a se stesso, è una seconda possibilità.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.1k visite dal 30/03/2021.
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