Un anno fa ho avuto un episodio delirante e ora sono molto preoccupato per ciò che mi è accaduto
Salve, sono Gabriele e ho 25 anni.
A ottobre del 2020 iniziai l'università e fui molto coinvolto (troppo!) da un esame in storia della filosofia.
Cominciai presto a lasciare da parte i manuali su cui avrei dovuto studiare per leggere altri libri inerenti all'argomento e presto mi convinsi di "essere" un bravo filosofo.
Ora capisco che il mio era un forte desiderio di essere importante (senza accettare la fatica che si deve fare per poterlo essere), che degenerò in un delirio (credo) di tipo megalomane.
Cominciavo a pensare di essere un genio e di aver risolto chissà quali misteri ma la mia eccitazione portava con sé una certa inquietudine, per cui mi resi conto che stavo male psichicamente e che necessitavo di cure immediate.
Il top lo raggiunsi durante l'inizio della quarantena per via del covid, quando cominciavo ad accarezzare l'idea che fosse l'apocalisse e che io avessi un qualche compito importante.
Mi fa malissimo rievocare che sono stato in questa condizione, ma così è stato.
Non raggiunsi mai la certezza di tutto ciò, ricordo che continuavo a ripetermi che probabilmente era tutto uno scherzo della mia mente, che dovevo prendere queste cose come delle metafore e non come la verità.
Difatti durante quel periodo "accarezzavo" l'idea che i miei pensieri potessero essere reali, senza tuttavia esserne certo.
Ciò che mi spinse dallo psichiatra fu che nella mia mente cominciavo a notare che assieme al pensiero consapevole vi erano altri pensieri "automatici" che andavano a interferire con quelli volontari commentandoli o assecondandoli (ma non ho mai udito o visto nulla).
Questa condizione mi spaventò moltissimo, così andai dai dallo psichiatra e manifestai una grande preoccupazione per il mio stato psichico, dato che stavo avendo quei dubbi (di essere un genio, che ci fosse l'apocalisse in atto, che avessi un qualche compito importante, ecc).
Mi curò con 5mg di olanzapina e 100 di sertralina.
Tutto questo accadde nell'arco di circa tre mesi se li conto a partire dalla mia ossessione con gli studi, mentre il delirio vero e proprio (in cui credevo di essere un genio e che fosse l'apocalisse), è durato due mesi.
Al secondo incontro lo psichiatra mi disse che mi vedeva decisamente meglio e così era.
Ritornai allo stato di normalità, ricominciai a studiare per l'università (in modo lineare e senza "uscire dal selciato", per intenderci).
Ora se ripenso a quel periodo mi vengono i brividi.
Non so con esattezza che patologia sta alla base di ciò che ho provato e mi piacerebbe capire se sono psicotico o no.
Vivo col terrore che la cosa mi ricapiti in futuro e in particolare ho il terrore di diventare schizofrenico sebbene non abbia più nessun sintomo, a parte una forte preoccupazione.
Domani ho appuntamento da un psicoterapeuta, perché anche se mi fa male ripensare a quegli eventi, sento il bisogno di parlarne.
Vorrei sapere, in linea generale, cosa potrei avere e se rischio molto, in futuro, di diventare schizofrenico.
A ottobre del 2020 iniziai l'università e fui molto coinvolto (troppo!) da un esame in storia della filosofia.
Cominciai presto a lasciare da parte i manuali su cui avrei dovuto studiare per leggere altri libri inerenti all'argomento e presto mi convinsi di "essere" un bravo filosofo.
Ora capisco che il mio era un forte desiderio di essere importante (senza accettare la fatica che si deve fare per poterlo essere), che degenerò in un delirio (credo) di tipo megalomane.
Cominciavo a pensare di essere un genio e di aver risolto chissà quali misteri ma la mia eccitazione portava con sé una certa inquietudine, per cui mi resi conto che stavo male psichicamente e che necessitavo di cure immediate.
Il top lo raggiunsi durante l'inizio della quarantena per via del covid, quando cominciavo ad accarezzare l'idea che fosse l'apocalisse e che io avessi un qualche compito importante.
Mi fa malissimo rievocare che sono stato in questa condizione, ma così è stato.
Non raggiunsi mai la certezza di tutto ciò, ricordo che continuavo a ripetermi che probabilmente era tutto uno scherzo della mia mente, che dovevo prendere queste cose come delle metafore e non come la verità.
Difatti durante quel periodo "accarezzavo" l'idea che i miei pensieri potessero essere reali, senza tuttavia esserne certo.
Ciò che mi spinse dallo psichiatra fu che nella mia mente cominciavo a notare che assieme al pensiero consapevole vi erano altri pensieri "automatici" che andavano a interferire con quelli volontari commentandoli o assecondandoli (ma non ho mai udito o visto nulla).
Questa condizione mi spaventò moltissimo, così andai dai dallo psichiatra e manifestai una grande preoccupazione per il mio stato psichico, dato che stavo avendo quei dubbi (di essere un genio, che ci fosse l'apocalisse in atto, che avessi un qualche compito importante, ecc).
Mi curò con 5mg di olanzapina e 100 di sertralina.
Tutto questo accadde nell'arco di circa tre mesi se li conto a partire dalla mia ossessione con gli studi, mentre il delirio vero e proprio (in cui credevo di essere un genio e che fosse l'apocalisse), è durato due mesi.
Al secondo incontro lo psichiatra mi disse che mi vedeva decisamente meglio e così era.
Ritornai allo stato di normalità, ricominciai a studiare per l'università (in modo lineare e senza "uscire dal selciato", per intenderci).
Ora se ripenso a quel periodo mi vengono i brividi.
Non so con esattezza che patologia sta alla base di ciò che ho provato e mi piacerebbe capire se sono psicotico o no.
Vivo col terrore che la cosa mi ricapiti in futuro e in particolare ho il terrore di diventare schizofrenico sebbene non abbia più nessun sintomo, a parte una forte preoccupazione.
Domani ho appuntamento da un psicoterapeuta, perché anche se mi fa male ripensare a quegli eventi, sento il bisogno di parlarne.
Vorrei sapere, in linea generale, cosa potrei avere e se rischio molto, in futuro, di diventare schizofrenico.
[#1]
Salve, grazie per aver scritto.
La domanda che lei pone di sicuro non può trovare risposta in uno spazio virtuale. La questione diagnostica è qualcosa che ha i suoi tempi, i suoi metodi e soprattutto deve considerare la storia particolare del soggetto. Ha fatto sicuramente bene a rivolgersi ad un terapeuta per elaborare al meglio ciò che le è capitato.
Quello che posso dirle è che, sebbene il suo episodio delirante, non parlerei di delirio vero e proprio in quanto lei lo ha messo in discussione (''ricordo che continuavo a ripetermi che probabilmente era tutto uno scherzo della mia mente, che dovevo prendere queste cose come delle metafore e non come la verità''). La particolarità del delirio sta nel fatto che esso non è discutibile, è verità assoluta per chi lo produce, a prescindere da quanto bizzarro possa apparire. Freud stesso ha riconosciuto nei suoi pazienti nevrotici episodi psicotici deliranti ma, in quei casi, si trattavano di sintomatologie che seppur gravi, non pregiudicavano in via definitiva la struttura del soggetto.
Buon lavoro e in bocca al lupo.
Cordialmente,
La domanda che lei pone di sicuro non può trovare risposta in uno spazio virtuale. La questione diagnostica è qualcosa che ha i suoi tempi, i suoi metodi e soprattutto deve considerare la storia particolare del soggetto. Ha fatto sicuramente bene a rivolgersi ad un terapeuta per elaborare al meglio ciò che le è capitato.
Quello che posso dirle è che, sebbene il suo episodio delirante, non parlerei di delirio vero e proprio in quanto lei lo ha messo in discussione (''ricordo che continuavo a ripetermi che probabilmente era tutto uno scherzo della mia mente, che dovevo prendere queste cose come delle metafore e non come la verità''). La particolarità del delirio sta nel fatto che esso non è discutibile, è verità assoluta per chi lo produce, a prescindere da quanto bizzarro possa apparire. Freud stesso ha riconosciuto nei suoi pazienti nevrotici episodi psicotici deliranti ma, in quei casi, si trattavano di sintomatologie che seppur gravi, non pregiudicavano in via definitiva la struttura del soggetto.
Buon lavoro e in bocca al lupo.
Cordialmente,
Dr Rivera Garcia Andrès,
San Benedetto del Tronto
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
[#2]
Utente
La ringrazio per la sua risposta. Sono alla seconda seduta terapeutica e mi sento un po' meglio. Come lei, anche lo specialista da cui vado mi ha tranquillizzato dicendomi che in condizioni di molta ansia possono manifestarsi esperienze come la mia. Quello che mi è capitato assomiglia in tutto e per tutto a un delirio tranne che per il fatto che non ho mai avuto la "sicurezza irremovibile" di ciò che stavo pensando. Anche lo psichiatra, quando mi vide nel mio stato peggiore, mi disse che avevo fatto "indigestione di filosofia" e che probabilmente non si trattava di un esordio psicotico. Comunque ora sono a più di un anno da quell'evento e, fra alti e bassi, sto abbastanza bene. Potrebbe solo spiegarmi, se ne ha voglia, cosa significa parlare in termini di "struttura del soggetto"?
[#3]
Nulla di rilevante ai fini del suo percorso. Ad ogni modo: per la psicoanalisi un soggetto può essere nevrotico, psicotico o perverso. Queste sono le tre strutture. Come ho già detto sopra può capitare però che si verifichino fenomeni psicotici (per motivi psicologici, per abuso di sostanze o altro) anche in soggetti nevrotici. L'importante è riconoscerlo.
Un cordiale saluto,
Un cordiale saluto,
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3k visite dal 29/03/2021.
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