Senso di colpa

Buonasera Dottori, scrivo perché da tempo convivo con una sensazione che mi fa sentire inadeguata e impotente anche se sono passati diversi anni... All'età di 19 anni ho avuto una relazione con un ragazzo durata due anni, il primo molto felice.
Dopo un anno pero complice anche una generale insoddisfazione nella mia vita (percorso di studi sbagliato, frustrazione) cominciai a sentirmi poco serena e insoddisfatta anche di lui verso il quale riversavo spesso la mia aggressività.
Decido quindi di confidare a u a persona che credevo amica la mia insoddisfazione verso il mio fidanzato e i miei pensieri rivolti verso il mio primo ragazzino di quando avevo 16 anni, insieme alla mia voglia di tornare al liceo quando mi sentivo spensierata e felice... Questa ragazza però penso bene di raccontare tutto al mio fidanzato, lui mi lasció facendomi il vuoto attorno... I miei colleghi di allora si schierarano dalla parte di lui e io rimasi completamente sola... Sono passati anni dall accaduto, oggi ho 28 anni, nel frattempo ho avuto altre relazioni dopo il periodo difficilissimo conseguente a tutto questo ma in me non è mai morta quella voglia di rivalsa, di vendetta, verso le persone che mi hanno fatto del male.
Questo mi rende inquieta e mi fa pensare sempre che se avessi fatto di più per difendermi, forse non sarei stata così male... Mi sento in colpa verso me stessa, verso gli anni che ho perso rinchiudendomi in casa perché mi sentivo depressa... Per non essermi ribellata a quell ingiustizia...
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Gentile utente,
lei ci ha scritto a febbraio raccontandoci un'altra vicenda; fui proprio io a rispondere, e da parte sua con sorpresa non ebbi la minima replica.
Quanto da lai esposto in quell'email era così diverso da far pensare che la presente sia scritta da un'altra persona... salvo un punto comune: il suo tornare senza sosta ai particolari di un passato che appaiono infantili e insignificanti, rapportati alla vita che dovrebbe/potrebbe vivere una donna della sua età.
Vediamo insieme quanto espone. Lei nell'adolescenza ha due storie, di quelle che possiamo definire "di rodaggio". Durante la seconda, il malumore per la scelta dell'università la rende scontenta e perfino aggressiva verso il partner, le fa rimpiangere la prima relazione e la spensieratezza degli anni di liceo; queste sensazioni lei le confida ad un'amica.
Le faccio notare che il fatto che non ne abbia accennato al partner potrebbe essere il segnale di una certa distanza affettiva tra voi.
Ma a questo punto è l'amica che racconta tutto al suo partner, forse accentuando il suo rimpianto per il primo amore (ma era una storia tra ragazzini!), forse enfatizzando i suoi disagi nella relazione col nuovo ragazzo. Può darsi che quest'amica sia stata maligna, oppure che abbia cercato di fare del bene, muovendosi però come un elefante tra le porcellane.
Quello che mi sembra di rilievo, in ogni caso, è il fatto che il suo ragazzo, in base a queste chiacchiere, abbia deciso di lasciarla senza nemmeno chiederle spiegazioni; e soprattutto il fatto che lei si rammarichi ancora oggi di non essersi saputa difendere!
Ma non capisce che le maldicenze di una terza persona non possono determinare la separazione di due partner realmente affiatati, e la cattiveria successiva di lui, che le ha fatto il vuoto intorno?
In pratica, lei ha "perduto" un uomo che già non era suo, e forse era meglio perdere che trovare, se gli è bastato un pettegolezzo per trasformare l'amore in malevolenza.
Davvero lo vuole rimpiangere, o peggio avvelenare le potenzialità di una vita ancora giovane covando il rammarico di non essersi saputa difendere?
Se allora si è rinchiusa in casa, e tuttora ha difficoltà nelle relazioni, pensi piuttosto a farsi seguire da uno specialista in questo campo per far fiorire il futuro, non per isterilirsi sul passato.
Rifletta su quanto le ho detto e pensi al suo bene.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
La ringtazio dottoressa per Le Sue parole. A dire il vero mi sento anche un po' ridicola dal momento che sono ormai una donna, a scrivere determinate cose, ma è stata una esperienza che mi ha profondamente segnata per il senso di colpa che ho nutrito verso di lui (mi sono spesso chiesta, se mi fossi comportata meglio nei suoi confronti, se non fossi stata così aggressiva, come sarebbe andata). Il pensiero che all'epoca dei fatti ero molto giovane mi rassicura. Ad oggi ho una vita normale, ho ripreso gli studi mi sono laureata, ho le mie frequentazioni, sono serena ma ogni tanto certi fantasmi mi tornano a trovare, mi sono sentita una brutta persona quando tutti si accanivano contro di me e quella sensazione è stata veramente tra le peggiori mai provate. Mi sono fatta affossare dalle maldicenze e dai sensi di colpa per molto tempo e questo, anche se ripeto, alla luce della mia età può sembrare davvero stupido, mi ha fatto molto male. Ma Lei ha ragione, dovrei e devo pensare solo al mio bene. Grazie mille!
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 193
Cara utente,
spero di averle prospettato una nuova, più ottimistica visione della sua vita.
Il passato può tornare in forme insidiose: Freud ha coniato il termine Nachtrglichkeit per indicare queste memorie dolorose che ci sembrano dare una luce insopportabilmente peggiorativa a quello che abbiamo fatto e subito nel passato.
Ma oltre a riconoscere e sconfiggere queste trappole mentali, dovremmo imparare a farne un trampolino di lancio verso il futuro, dicendo a noi stessi: "Se ho attraversato tutta questa sofferenza e ce l'ho fatta, vuol dire che possiedo molta più forza, molte più risorse di quello che credo".
Molti auguri.