Il disturbo del sonno del mio maggiore,a

Gentilissimi medici, vorrei porgere innanzitutto i miei ringraziam. per questa bella iniziativa da voi condivisa.
Sono mamma trentenne di maschietti: A.3 anni e mezzo, O. 18 mesi.Siamo una famiglia molto unita.Ci amiamo e per me e il mio caro marito nulla viene prima della serenità dei nostri figli.
Vorrei porre a vostra esperienza il disturbo del sonno del mio maggiore,A., il quale dorme ancora per la seconda parte della notte nel lettone,così come il piccolino,nonostante i nostri costanti tentativi di porre entrambi al "proprio" posto.Ebbene, A. dopo circa 2 ore dall' addormentamento ha quasi ogni notte delle crisi, che documentandomi, posso definire come terrori notturni, con i tipici segni: grida e pianti, movimenti violenti di gambe e braccia, pupille dilatate e frasi sconnesse di paura.Una volta passato nel lettone fa una cosa per me insostenibile: infila piedini e manine sotto il mio corpo con dei movimenti che definisco "a seghetto".La notte purtroppo allora è uno scoglio: si sveglia il piccolo ed è finita.
Si tratta di un bambino molto sensibile,che sembra scontroso e chiuso ai parenti più anziani in quanto non effusivo, ma all'asilo a quanto par è uno dei migliori, in quanto, temendo i rimproveri, li evita dando prova della sua educazione facendo opera severa con se stesso.
Grazie
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile mamma, complimenti innanzitutto per la sua famigliola così unità.

I pavor nocturnus sono ben conosciuti dalla stragrande maggioranza dei genitori con figli dell'età del suo. Quindi per questo non credo ci sia da preoccuparsi. Invece, è importante abituarlo gradatamente ad addormentarsi e a dormire nel suo letto, non nel lettone. Il fatto che sia molto sensibile non è un buon motivo per accondiscendere ai suoi voleri. Anzi, casomai è controproducente, perché abituandolo a dormire nel lettone lo renderete ancora più insicuro (e perdete il sonno anche voi, con conseguente nervosismo, ansia ecc. che si potrebbero ripercuotere su tutto il clima familiare).

Può consultare uno specialista, ad esempio un neuropsichiatra infantile oppure uno psicologo dell'età evolutiva, ma anche il suo pediatra potrà insegnarle delle semplici manovre comportamentali per ottenere questo scopo.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Utente
Utente
Grazie 1000 per la celerità.Vista la gentilezza posso chiederle di aiutarmi a capire questa necessità di contatto, un po' anomalo, ritengo, o piuttosto molto snervante e fastidioso per me, del mio bambino?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Nell'essere umano, così come del resto negli altri mammiferi, il contatto con i simili è calmante e rassicurante. Quindi, se suo figlio è un bambino sensibile e un po' chiuso, è comprensibile che ricerchi di più il contatto con lei. La modalità (mani e piedi sotto di lei) non è importante, ogni bambino lo fa creativamente a modo suo. Ad esempio mia figlia, da piccola, quando si addormentava in braccio a mia moglie le toccava continuamente le unghie.

Ma quando sarete riusciti a "svezzarlo" dal lettone, e a dargli più sicurezza in se stesso, tutti questi comportamenti dovrebbe scomparire naturalmente.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Grazie ancora.A volte non ci si sente preparati a quello che è il più importante compito: essere genitori. Inoltre c'è fra i coetanei una certa difficoltà e pudore a parlare delle proprie difficoltà e ancor più di quelle dei propri figli,il che rende il confronto impossibile e ci si sente un po' soli.Il suo è un aiuto importante.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Sì, essere genitori è il compito più importante e il più difficile. E se si riesce a trovare un professionista in grado di darci dei suggerimenti utili e allo stesso tempo non scontati, questo ci può aiutare a farlo meglio.

Cordiali saluti
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Utente
Utente
Gentile dottore, scusi se mi faccio di nuovo presente.
Ho tentato di rivedere un pò la mia prospettiva, che avevo sperato fosse la più giusta, considerando gli atteggiamenti del mio A. come i più naturali possibili, ma devo ammettere, molto dispiaciuta, che a volte sfociano in qualcosa che va al di là di una fase di crescita serena e normale.
Il bimbo è da sempre stato molto vivace e noi diciamo che tanto ride quanto piange, ovvero così come è capace di divertirsi in modo sano e salutare su un nonnulla, riesce a fare delle tragedie del tutto esagerate e fuori luogo da metterci in seria difficoltà e, a volte in imbarazzo.(si figuri che se il piccolino facesse così, noi lo porteremmo al pronto soccorso!).
Ci sono lunghi periodi in cui il nostro A. non è sereno, nè di giorno, nè di notte.Ciò può essere legato anche ad un piccolo malessere, anche ad un semplice raffreddore, ma per lo più va attribuito ad altre cause, probabilmente noi genitori.Ovviamente la sua mancanza di sonno, cui si oppone violentemente, non lo aiuta ad affrontare al meglio le situazioni.
Ma mentre se sono sola riesco a contenere entrambi i bimbi, devo dire che purtroppo l'arrivo a casa di mio marito lo esagita,sia in positivo che in negativo.
Le dirò che mio marito svolge una libera professione molto delicata e pesante e sta poco dentro, tornando ad orari di sonno critici per i bambini.
Quando arriva si pranza o si cena e poi si sta tutti insieme una mezzoretta.Soprattutto la sera A. gioca con il suo papà in modi da me non consentiti durante il giorno, o perchè troppo vivaci o perchè sono una donna.
Insomma i miei tre maschi si divertono, ma come si amano tanto si vorrebbero far fuori.
Improvvisam. scoppiano litigi funesti, viene fuori la stanchezza di mio marito e quella di A. e si arriva alle mani.
Risolto tutto A. ha regolarmente disturbi notturni e così via diurni a peggiorare.
Dottore gentilissimo, per me oggi è una giornata un po' triste, perchè abbiamo litigato tutti e rimane qualcosa di irrisolto in me.
Può aiutarmi a svolgere meglio il mio ruolo di mamma.
Grazie infinite.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile signora, è normale che i figli maschi con il papà giochino in modo più energico. Quindi, a patto che questi giochi non mettano inutilmente a rischio la sicurezza di nessuno, può lasciarli fare.

Piuttosto mi sembra di cogliere nelle sue parole quasi un senso di estraniamento da parte sua nei confronti della sua famiglia quando è al completo. Vorrebbe che suo marito stesse di più con voi, ma allo stesso tempo quando siete tutti insieme c'è la tendenza a formarsi del "gruppo dei maschi" da una parte e lei sola dall'altra.

Se ho capito male mi corregga.

Cordiali saluti
[#8]
Utente
Utente
No, dottore, a me fa molto piacere vederli così complici, e al tempo stesso prendere una boccata d'aria che poi dedico a faccende domestiche essenziali.
Piuttosto mi rammarico di queste sfuriate per me non tanto normali che vanno a finire in urla , botte, lanci di oggetti da parte del bimbo.
Vorrei comunicarle che ho passato la mattina da un ottimo pediatra per il piccolo O. esponendogli anche le difficoltà di A., che al momento è all'asilo.
Mi ha detto che i fatti che gli riporto gli sembrano forme ossessive, ma mi ha tranquillizzato dicendomi che piuttosto che patologiche gli sembrerebbero reattive, di rabbia repressa nei confronti del papà, che forse vorrebbe più vicino.Infatti questi suoi scatti d'ira e i disturbi del sonno si attenuano quando riusciamo a rubare un weekend e andar fuori tutti e quattro.
Mi ha prescritto Sedibimbi per 8 gg fino a nuovo consulto.
Sono così giù che mi è iniziata l'emicrania.
Scusi
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Bene, quindi il pediatra le ha fatto notare che probabilmente il bambino è arrabbiato perché gli manca il contatto con il padre. Mi sembra una valutazione del tutto realistica e plausibile. Il rimedio prescrittole, però, secondo il mio punto di vista, potrà tamponare il problema nell'immediato ma non risolverlo. Se il bambino sente la mancanza del babbo è su questo fatto che bisognerebbe lavorare.

Per questo credo che a questo punto la cosa migliore sarebbe consultare uno specialista in grado di parlare con tutti i voi e affrontare il problema anche per via psicologica. Se ne sente il bisogno, potrebbe richiedere un aiuto in tal senso anche per lei stessa. Ma da qui non è possibile far più che darle queste indicazioni, davvero.

Cordiali saluti
[#10]
Utente
Utente
Grazie, le sono grata.
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