Dolore estremo per un lutto
Buonasera Medici.
L'immensa sofferenza che sto provando mi ha spinto a scrivere qui.
Il 17 marzo 2021 ho perso la mia amata nonna e non mi riprendo, sono nella disperazione più totale e non riesco a reagire.
Piango da una settimana, da appena saputo dell'aggravamento delle sue condizioni.
Mi sento persa, lacerata, senza radici, odio tutto ciò che mi circonda, qualsiasi data antecedente al suo decesso mi suscita ulteriore dolore perché penso "in questo giorno nonna esisteva ancora".
Non mi interessano più le passioni alle quali tenevo, hanno perso di significato.
Odio e soffro per il fatto che, oggi, a partire dal suo funerale c'è già un "dopo", una vita a cui pensare.
Mi fa paura il mondo che nonna ha lasciato, senza avere più accanto la sua presenza. Mi sento indifesa.
Nel mio telefono ho memorizzati i numeri vecchi dei suoi cell.
disattivi da anni ed a quelli invio sms come per comunicarci: le dico quanto sto male, quanto mi manca, cosa faccio, cosa penso.
Il problema più grave per me è che ho un senso di colpa come un buco dentro: prima che morisse, era già un anno e mezzo che non la vedevo né sentivo più, non l'ho più chiamata.
I motivi stavano nel fatto di sentirmi delusa e ferita per delle cattiverie che diceva al suo vicinato su di me e gli altri membri della famiglia, cose vere, fraintese o anche inventate.
Quando parlava con quelle persone di noi, ci copriva di insulti.
Poi, però, magari al telefono aveva un atteggiamento affettuoso...
Ci metto anche che proprio in concomitanza col periodo in cui smisi di sentirla, iniziai varie cure per avere un figlio, tutte senza esito.
Ero sempre più depressa ed io nel dolore mi chiudo in me.
Fatto sta che, nel mio immenso amore per lei (perché posso giurare di fronte a Dio che, anche se ho smesso di cercarla, io l'amavo immensamente e chiedevo di lei a mia madre), per me nonna rappresentava una certezza, una fede, una colonna che mai sarebbe morta.
Era lì ed io mi sentivo me stessa.
Ora mi odio, ho perso una parte di me, non ho più interesse in nulla.
Cose come il freddo o la fame non le avverro granché.
La chiamo qui in giro per casa, ci parlo come se ce l'avessi davanti, sussurro sempre "nonna" prima di dormire, nel dormiveglia e quando mi sveglio.
Le imploro perdono da giorni, pregandola. Mi sento in colpa, mi sento in colpa.
Piango ogni ora tanto che mi brucia la pelle intorno agli occhi.
Vorrei tanto riuscire a non disperarmi così, a non sentirmi finita e non odiare il resto dei miei giorni senza senso perché non c'è più nonna.
Per favore, spendete un po' del vostro prezioso tempo per me, ho bisogno di un vostro gentile ritorno, mi sento scoppiare.
Grazie in anticipo
L'immensa sofferenza che sto provando mi ha spinto a scrivere qui.
Il 17 marzo 2021 ho perso la mia amata nonna e non mi riprendo, sono nella disperazione più totale e non riesco a reagire.
Piango da una settimana, da appena saputo dell'aggravamento delle sue condizioni.
Mi sento persa, lacerata, senza radici, odio tutto ciò che mi circonda, qualsiasi data antecedente al suo decesso mi suscita ulteriore dolore perché penso "in questo giorno nonna esisteva ancora".
Non mi interessano più le passioni alle quali tenevo, hanno perso di significato.
Odio e soffro per il fatto che, oggi, a partire dal suo funerale c'è già un "dopo", una vita a cui pensare.
Mi fa paura il mondo che nonna ha lasciato, senza avere più accanto la sua presenza. Mi sento indifesa.
Nel mio telefono ho memorizzati i numeri vecchi dei suoi cell.
disattivi da anni ed a quelli invio sms come per comunicarci: le dico quanto sto male, quanto mi manca, cosa faccio, cosa penso.
Il problema più grave per me è che ho un senso di colpa come un buco dentro: prima che morisse, era già un anno e mezzo che non la vedevo né sentivo più, non l'ho più chiamata.
I motivi stavano nel fatto di sentirmi delusa e ferita per delle cattiverie che diceva al suo vicinato su di me e gli altri membri della famiglia, cose vere, fraintese o anche inventate.
Quando parlava con quelle persone di noi, ci copriva di insulti.
Poi, però, magari al telefono aveva un atteggiamento affettuoso...
Ci metto anche che proprio in concomitanza col periodo in cui smisi di sentirla, iniziai varie cure per avere un figlio, tutte senza esito.
Ero sempre più depressa ed io nel dolore mi chiudo in me.
Fatto sta che, nel mio immenso amore per lei (perché posso giurare di fronte a Dio che, anche se ho smesso di cercarla, io l'amavo immensamente e chiedevo di lei a mia madre), per me nonna rappresentava una certezza, una fede, una colonna che mai sarebbe morta.
Era lì ed io mi sentivo me stessa.
Ora mi odio, ho perso una parte di me, non ho più interesse in nulla.
Cose come il freddo o la fame non le avverro granché.
La chiamo qui in giro per casa, ci parlo come se ce l'avessi davanti, sussurro sempre "nonna" prima di dormire, nel dormiveglia e quando mi sveglio.
Le imploro perdono da giorni, pregandola. Mi sento in colpa, mi sento in colpa.
Piango ogni ora tanto che mi brucia la pelle intorno agli occhi.
Vorrei tanto riuscire a non disperarmi così, a non sentirmi finita e non odiare il resto dei miei giorni senza senso perché non c'è più nonna.
Per favore, spendete un po' del vostro prezioso tempo per me, ho bisogno di un vostro gentile ritorno, mi sento scoppiare.
Grazie in anticipo
[#1]
Gentile,
la perdita di una persona cara è un evento traumatico e penoso che porta con se' sofferenza, riflessioni sulla vita e la sua finitezza, sensi di colpa e smarrimento. Tutte emozioni che vanno vissute ed attraversate e per le quali non ci sono nè "scorciatoie" nè "formule" che possano alleviare il dolore in tempi brevi.
Come per ogni emozione ognuno le vive soggettivamente e trova le strategie per andare avanti come è giusto che sia e rispettando il dono dell'essere in vita.
I suoi vissuti così profondi per la perdita della nonna, il sentirsi "finita" e non trovare più senso alla sua vita, devono portarla a riflettere ed a capire perchè questo evento l'abbia portata a perdere fiducia e desiderio di vivere.
Seppure un lutto porti con sè sempre la disperazione, credo che parlarne con un Terapeuta (Psicologo o Psicoterapeuta) possa farle comprendere cosa rappresenti per lei la perdita e le figure di riferimento("per me nonna rappresentava una certezza, una fede, una colonna che mai sarebbe morta.)
Da ciò deve partire e ripartire, per lei, per la sua famiglia e i suoi desideri, ma con l'aiuto di chi possa guidarla in questo percorso.
FC
la perdita di una persona cara è un evento traumatico e penoso che porta con se' sofferenza, riflessioni sulla vita e la sua finitezza, sensi di colpa e smarrimento. Tutte emozioni che vanno vissute ed attraversate e per le quali non ci sono nè "scorciatoie" nè "formule" che possano alleviare il dolore in tempi brevi.
Come per ogni emozione ognuno le vive soggettivamente e trova le strategie per andare avanti come è giusto che sia e rispettando il dono dell'essere in vita.
I suoi vissuti così profondi per la perdita della nonna, il sentirsi "finita" e non trovare più senso alla sua vita, devono portarla a riflettere ed a capire perchè questo evento l'abbia portata a perdere fiducia e desiderio di vivere.
Seppure un lutto porti con sè sempre la disperazione, credo che parlarne con un Terapeuta (Psicologo o Psicoterapeuta) possa farle comprendere cosa rappresenti per lei la perdita e le figure di riferimento("per me nonna rappresentava una certezza, una fede, una colonna che mai sarebbe morta.)
Da ciò deve partire e ripartire, per lei, per la sua famiglia e i suoi desideri, ma con l'aiuto di chi possa guidarla in questo percorso.
FC
Dr.ssa Dederica Cairoli
[#2]
Utente
Dottoressa, GRAZIE per la sua risposta, che attendevo come l'ossigeno.
Lei quindi dice sia normale, che tutti abbiano dei sensi di colpa verso chi ci ha lasciato? Io non trovo pace, mi odio, mi sento spregevole e di non meritare nulla.
A volte mi sento le ginocchia molli, mi sento cedere al pensiero di averla delusa nell'ultimo anno e mezzo della sua vita, di averla fatta soffrire. È tremendo e credo di meritare tutto il peggio.
Per quanto riguarda rivolgermi ad uno specialista, ne sento il bisogno da mesi e mesi (sto tra l'altro facendo i conti con l'infertilità, vari fallimenti, un percorso di procreazione assistita nel quale già il primo tentativo di febbraio è andato male, ora il lutto); adesso si è fatto estremamente urgente e la prossima settimana mi rivolgerò al mio medico.
Lei quindi dice sia normale, che tutti abbiano dei sensi di colpa verso chi ci ha lasciato? Io non trovo pace, mi odio, mi sento spregevole e di non meritare nulla.
A volte mi sento le ginocchia molli, mi sento cedere al pensiero di averla delusa nell'ultimo anno e mezzo della sua vita, di averla fatta soffrire. È tremendo e credo di meritare tutto il peggio.
Per quanto riguarda rivolgermi ad uno specialista, ne sento il bisogno da mesi e mesi (sto tra l'altro facendo i conti con l'infertilità, vari fallimenti, un percorso di procreazione assistita nel quale già il primo tentativo di febbraio è andato male, ora il lutto); adesso si è fatto estremamente urgente e la prossima settimana mi rivolgerò al mio medico.
[#3]
Utente
Buongiorno a tutti gentili medici.
Sono preoccupata, spaventata.
Prima a colazione, se non mi fossi fermata sul nascere, mi sarei spaccata una tazza in fronte.
Ho un senso di colpa che non so descrivere.
Senso di colpa perché nell'ultimo anno e mezzo non l'ho più cercata. Venivo a sapere delle brutte cose che faceva o diceva contro mamma e zia (le sue figlie) e restavo delusa. Anche delle critiche che faceva dietro alle mie spalle con le sue conoscenti. Mi sono allontanata perché non riconoscevo e accettavo in nonna questo comportamento.
Come poi ho scritto in precedenza, proprio nel periodo degli ultimi contatti con lei, ho iniziato la ricerca di un figlio attraverso terapie senza mai risultati. Ogni volta che andavo dal ginecologo erano brutte notizie sui miei problemi.
Mi ero depressa e chiusa in me. Nel frattempo pensavo a nonna, ma non avevo anche il morale per parlarle.
Nei mesi, non sapevo neanche come riallacciare i rapporti. Non credevo che il tempo stesse finendo.
Nonna si è lamentata che io ho smesso di cercarla.
Non mi perdono di non aver capito che, se si comportava così, era probabilmente tutto ciò che aveva passato nella sua vita (la guerra, l'andare a lavorare a circa 8 anni interrompendo la scuola, i problemi economici da sposata, il difficile rapporto col marito) e che l'aveva indurita e riemergeva. Forse era tutto ciò che aveva conosciuto, forse voleva attenzioni, farsi notare.
Mi pare ci sia un detto che più o meno recita che feriamo chi più amiamo.
Nonna, personalmente, non mi ha mai detto o fatto alcunché di negativo, anzi.
Dio mio, che cosa ho fatto? Mi sento male, una persona spregevole! Ero sua nipote e dovevo passarci sopra. Comunque sia, lei mi ha anche aiutato a mettere su casa, anni fa. Insomma, il suo appoggio anche nei momenti più importanti non è mancato. Certo, le ho dimostrato gratitudine.
Aiuto, come posso fare? Ho davvero così gravemente sbagliato o è solo la mia mente? Mi sento in una bolla.
Grazie in anticipo
Sono preoccupata, spaventata.
Prima a colazione, se non mi fossi fermata sul nascere, mi sarei spaccata una tazza in fronte.
Ho un senso di colpa che non so descrivere.
Senso di colpa perché nell'ultimo anno e mezzo non l'ho più cercata. Venivo a sapere delle brutte cose che faceva o diceva contro mamma e zia (le sue figlie) e restavo delusa. Anche delle critiche che faceva dietro alle mie spalle con le sue conoscenti. Mi sono allontanata perché non riconoscevo e accettavo in nonna questo comportamento.
Come poi ho scritto in precedenza, proprio nel periodo degli ultimi contatti con lei, ho iniziato la ricerca di un figlio attraverso terapie senza mai risultati. Ogni volta che andavo dal ginecologo erano brutte notizie sui miei problemi.
Mi ero depressa e chiusa in me. Nel frattempo pensavo a nonna, ma non avevo anche il morale per parlarle.
Nei mesi, non sapevo neanche come riallacciare i rapporti. Non credevo che il tempo stesse finendo.
Nonna si è lamentata che io ho smesso di cercarla.
Non mi perdono di non aver capito che, se si comportava così, era probabilmente tutto ciò che aveva passato nella sua vita (la guerra, l'andare a lavorare a circa 8 anni interrompendo la scuola, i problemi economici da sposata, il difficile rapporto col marito) e che l'aveva indurita e riemergeva. Forse era tutto ciò che aveva conosciuto, forse voleva attenzioni, farsi notare.
Mi pare ci sia un detto che più o meno recita che feriamo chi più amiamo.
Nonna, personalmente, non mi ha mai detto o fatto alcunché di negativo, anzi.
Dio mio, che cosa ho fatto? Mi sento male, una persona spregevole! Ero sua nipote e dovevo passarci sopra. Comunque sia, lei mi ha anche aiutato a mettere su casa, anni fa. Insomma, il suo appoggio anche nei momenti più importanti non è mancato. Certo, le ho dimostrato gratitudine.
Aiuto, come posso fare? Ho davvero così gravemente sbagliato o è solo la mia mente? Mi sento in una bolla.
Grazie in anticipo
[#4]
Gentile, si rivolga ad uno specialista (il suo medico di base le potrà indicare uno Psicologo o Psicoterapeuta nella sua città)che l'aiuterà e supporterà in questo momento difficile accaduto in un momento delicato come quello di PMA.
Non è utile colpevolizzarsi facendosi del male (sia fisicamente che psicologicamente), nè per lei nè per i suoi cari che le sono vicini.
Mi faccia sapere
FC
Non è utile colpevolizzarsi facendosi del male (sia fisicamente che psicologicamente), nè per lei nè per i suoi cari che le sono vicini.
Mi faccia sapere
FC
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 3.6k visite dal 19/03/2021.
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