La mia famiglia non approva il mio percorso psicoterapeutico
Buongiorno a tutti.
Sono una ragazza di 23 anni che studia all'università e sono all'ultimo anno di magistrale.
Da quando ho iniziato questo percorso di studi soffro di reflusso gastrico che si intensifica, protaendosi anche per 10 giorni, sotto esame, sotto stress o in situazioni sempre di emotività elevata.
Da un anno sono andata a convivere con il mio ragazzo e ho visto che uscendo dal mio ambiente familiare, gli episodi si sono ridotti.
Negli ultimi mesi sto soffrendo di disturbi di ansia che mi portano, oltre il reflusso, anche attacchi di panico, pensieri ossessivi sullo studio e tanti incubi notturni (non ho problemi a dormire ma quando dormo spesso ho incubi).
Dopo diverso tempo ho deciso di affrontare la cosa con uno psichiatra che con poche domande ha capito che il mio reflusso è probabilmente collegato all'ansia e mi ha prescritto un medicinale in prova per un mese, prima di farmi fare esami invasivi come gastroscopia e via dicendo (che il mio medico di base non mi ha mai prescritto).
Ho affrontato la questione sia con il mio ragazzo che con la mia famiglia.
Lui ha "accettato" la cosa senza battere ciglio, per i miei fare un percorso con uno psichiatra che a maggior ragione mi ha prescritto un ansiolitico è un pensiero che li fa inorridire.
Il problema è che vorrei davvero fare questo percorso di psicoterapia ma non posso neanche andare contro la mia famiglia in questo modo
Sono una ragazza di 23 anni che studia all'università e sono all'ultimo anno di magistrale.
Da quando ho iniziato questo percorso di studi soffro di reflusso gastrico che si intensifica, protaendosi anche per 10 giorni, sotto esame, sotto stress o in situazioni sempre di emotività elevata.
Da un anno sono andata a convivere con il mio ragazzo e ho visto che uscendo dal mio ambiente familiare, gli episodi si sono ridotti.
Negli ultimi mesi sto soffrendo di disturbi di ansia che mi portano, oltre il reflusso, anche attacchi di panico, pensieri ossessivi sullo studio e tanti incubi notturni (non ho problemi a dormire ma quando dormo spesso ho incubi).
Dopo diverso tempo ho deciso di affrontare la cosa con uno psichiatra che con poche domande ha capito che il mio reflusso è probabilmente collegato all'ansia e mi ha prescritto un medicinale in prova per un mese, prima di farmi fare esami invasivi come gastroscopia e via dicendo (che il mio medico di base non mi ha mai prescritto).
Ho affrontato la questione sia con il mio ragazzo che con la mia famiglia.
Lui ha "accettato" la cosa senza battere ciglio, per i miei fare un percorso con uno psichiatra che a maggior ragione mi ha prescritto un ansiolitico è un pensiero che li fa inorridire.
Il problema è che vorrei davvero fare questo percorso di psicoterapia ma non posso neanche andare contro la mia famiglia in questo modo
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Gentile utente,
è presumibile pensare che la sua famiglia sia preoccupata per il tipo di percorso da lei scelto, che prevede l'utilizzo di farmaci. Provi a parlare con i suoi genitori per capire la ragione della loro preoccupazione, spiegando loro che sente il bisogno del supporto con un professionista. Sono quasi certa che comprenderanno la sua richiesta di aiuto e la aiuteranno nella sua scelta.
è presumibile pensare che la sua famiglia sia preoccupata per il tipo di percorso da lei scelto, che prevede l'utilizzo di farmaci. Provi a parlare con i suoi genitori per capire la ragione della loro preoccupazione, spiegando loro che sente il bisogno del supporto con un professionista. Sono quasi certa che comprenderanno la sua richiesta di aiuto e la aiuteranno nella sua scelta.
Dr.ssa Paola Gargiulo, Psicologa Clinica, Psicoterapeuta Sistemico Relazionale. +393403703339
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 660 visite dal 18/03/2021.
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