Non riesco a riprendermi
Salve, vi scrivo perché sono disperata...ho 33 anni e da un anno e mezzo sono stata lasciata dal mio ex dopo quasi due anni molto tormentati... Mi spiego meglio...ho avuto in passato altre storie, ma non sono mai stata così male quando finivano, tanto da non credere più a nulla o da pensare di voler morire, anzi, ho sempre avuto la voglia di conoscere il vero amore con cui costruire una famiglia.
Con quest'ultimo ragazzo credevo di averlo trovato, lo amavo tantissimo e lui amava me, o così sembrava... Poi improvvisamente è cambiato nei miei confronti, ha cominciato a criticarmi in modo subdolo dicendo che lo faceva per me, ma più passava il tempo, più queste critiche si sono trasformate in offese.
Nei 2 anni con lui non so quante volte mi ha lasciata, incolpandomi poi di non combattere per lui, ma se poi "combattevo", lui mi rifiutava.
Non mi ha fatto conoscere la sua famiglia, i suoi amici, mi lasciava sempre quando era un mio compleanno, o festività varie.
Non ho mai permesso a nessuno di trattarmi così, e non mi capacito di come mi sia trovata in questo vortice.
Fatto stà che alla fine mi lascia definitivamente e dopo una settimana già stava con una che lui già conosceva, e di cui mi aveva sempre parlato male.
Non nascondo che lo spio e vedo che sui social a distanza di un anno e mezzo, ancora si scrivono smancerie, non ci sono tira e molla, lei conosce tutti, famiglia e amici, e credo lui voglia sposarla.
Io stò male perché non capisco come abbia potuto farmi questo e perché farmi tutta quella violenza psicologica se non mi voleva... Non riesco a superare il fatto di essere stata trattata da lui come una poco di buono da tenere nascosta, quando la nostra storia era cominciata benissimo, lui era molto preso e presente e lo stesso io... Non so se lui sia un narcisista covert, ma io perché non riesco a superare questa storia?
Mi fa male pensarlo con questa, che magari dà a lei le attenzioni che a me dava solo i primi mesi e tutte le volte che tornava da me...ho delle crisi talmente forti che spero di morire, non ce la faccio più a sopportare questa situazione...
Con quest'ultimo ragazzo credevo di averlo trovato, lo amavo tantissimo e lui amava me, o così sembrava... Poi improvvisamente è cambiato nei miei confronti, ha cominciato a criticarmi in modo subdolo dicendo che lo faceva per me, ma più passava il tempo, più queste critiche si sono trasformate in offese.
Nei 2 anni con lui non so quante volte mi ha lasciata, incolpandomi poi di non combattere per lui, ma se poi "combattevo", lui mi rifiutava.
Non mi ha fatto conoscere la sua famiglia, i suoi amici, mi lasciava sempre quando era un mio compleanno, o festività varie.
Non ho mai permesso a nessuno di trattarmi così, e non mi capacito di come mi sia trovata in questo vortice.
Fatto stà che alla fine mi lascia definitivamente e dopo una settimana già stava con una che lui già conosceva, e di cui mi aveva sempre parlato male.
Non nascondo che lo spio e vedo che sui social a distanza di un anno e mezzo, ancora si scrivono smancerie, non ci sono tira e molla, lei conosce tutti, famiglia e amici, e credo lui voglia sposarla.
Io stò male perché non capisco come abbia potuto farmi questo e perché farmi tutta quella violenza psicologica se non mi voleva... Non riesco a superare il fatto di essere stata trattata da lui come una poco di buono da tenere nascosta, quando la nostra storia era cominciata benissimo, lui era molto preso e presente e lo stesso io... Non so se lui sia un narcisista covert, ma io perché non riesco a superare questa storia?
Mi fa male pensarlo con questa, che magari dà a lei le attenzioni che a me dava solo i primi mesi e tutte le volte che tornava da me...ho delle crisi talmente forti che spero di morire, non ce la faccio più a sopportare questa situazione...
[#1]
Gentile utente,
Lasciarsi dietro un amore in cui si credeva non è affatto semplice. Tanto più se costellato da comportamenti che farebbero pensare a una sorta di presa in giro o, come dice lei, violenza psicologica perpetrata nei suoi confronti.
Detto questo, è importante che lei si porti alle spalle questa situazione, e soprattutto torni a credere in se stessa e riappropriarsi della sua persona che, mi permetta, parrebbe ancora nelle mani di quest'uomo visto che, passato ben un anno e mezzo, ancora è oggetto, mi pare di capire anche frequentemente, delle sue attenzioni.
Parrà una frase fatta, ma deve reiniziare a volersi di nuovo bene, nonché a credere di nuovo in se stessa.
La molla del cambiamento parte da qui.
Le consiglio di smettere di interessarsi a cosa fa quest'uomo, anche se non è facile. Circoli viziosi come quello che racconta vanno interrotti, anche con maniere brusche, quali ad esempio la cancellazione dai social.
Torni a se stessa e alle persone che la circondano positivamente.
Il periodo non aiuta, ma si regali qualche attenzione.
E, se ritiene, anche un percorso con uno psicologo.
Io glielo consiglio perché se spera di morire e di non farcela più, una buona strada è quella. Una persona non può e non deve pensare questo, e per questo va aiutata. E per essere aiutata deve cercare aiuto da chi può darglielo.
Intanto, però, consideri che persone come quella che descrive è meglio perderle che guadagnarle.... E che l'esservi lasciati non è stata una fine, ma l'inizio di un percorso di libertà e di riappropriazione del suo sé che va necessariamente continuato.
Da come scrive si capisce che è una donna in gamba ... E deve avere la vita che si merita!
Lasciarsi dietro un amore in cui si credeva non è affatto semplice. Tanto più se costellato da comportamenti che farebbero pensare a una sorta di presa in giro o, come dice lei, violenza psicologica perpetrata nei suoi confronti.
Detto questo, è importante che lei si porti alle spalle questa situazione, e soprattutto torni a credere in se stessa e riappropriarsi della sua persona che, mi permetta, parrebbe ancora nelle mani di quest'uomo visto che, passato ben un anno e mezzo, ancora è oggetto, mi pare di capire anche frequentemente, delle sue attenzioni.
Parrà una frase fatta, ma deve reiniziare a volersi di nuovo bene, nonché a credere di nuovo in se stessa.
La molla del cambiamento parte da qui.
Le consiglio di smettere di interessarsi a cosa fa quest'uomo, anche se non è facile. Circoli viziosi come quello che racconta vanno interrotti, anche con maniere brusche, quali ad esempio la cancellazione dai social.
Torni a se stessa e alle persone che la circondano positivamente.
Il periodo non aiuta, ma si regali qualche attenzione.
E, se ritiene, anche un percorso con uno psicologo.
Io glielo consiglio perché se spera di morire e di non farcela più, una buona strada è quella. Una persona non può e non deve pensare questo, e per questo va aiutata. E per essere aiutata deve cercare aiuto da chi può darglielo.
Intanto, però, consideri che persone come quella che descrive è meglio perderle che guadagnarle.... E che l'esservi lasciati non è stata una fine, ma l'inizio di un percorso di libertà e di riappropriazione del suo sé che va necessariamente continuato.
Da come scrive si capisce che è una donna in gamba ... E deve avere la vita che si merita!
Dott. Ferdinando Toscano
Psicologo
[#2]
Utente
Grazie dottor Toscano per avermi risposto... In realtà ci sono già stata da uno psicologo, ma a parte confermarmi che probabilmente sono stata succube di un covert a tratti anche borderline, non mi diceva nulla di nuovo... Ho sempre pensato che il mio ex avesse qualcosa di tossico, mi sono anche confrontata con la sua ex che pure mi ha detto che con lui non stava bene e la faceva sentire sempre sbagliata, proprio come me...
Ma allora, quello che mi chiedo è perché, nonostante io sia cosciente di che persona brutta e bugiarda sia quest'uomo, non riesco a togliermi dalla testa e dal cuore tutto il male che mi ha fatto? Perché con la ragazza attuale stà così attento?
(una volta mi disse che lui voleva farmi del male nonostante l'amore che gli avevo donato e non capiva il perché, e quando si è messo con l'attuale fidanzata mi disse che a lei non avrebbe fatto il male che ha fatto a me)... Mi scuso se posso sembrare patetica e forse esagero con il paragone, ma mi sento come una donna che ha subìto una violenza e nessuno mi crede e mi capisce, ho tanta rabbia e tristezza in corpo...
Ma allora, quello che mi chiedo è perché, nonostante io sia cosciente di che persona brutta e bugiarda sia quest'uomo, non riesco a togliermi dalla testa e dal cuore tutto il male che mi ha fatto? Perché con la ragazza attuale stà così attento?
(una volta mi disse che lui voleva farmi del male nonostante l'amore che gli avevo donato e non capiva il perché, e quando si è messo con l'attuale fidanzata mi disse che a lei non avrebbe fatto il male che ha fatto a me)... Mi scuso se posso sembrare patetica e forse esagero con il paragone, ma mi sento come una donna che ha subìto una violenza e nessuno mi crede e mi capisce, ho tanta rabbia e tristezza in corpo...
[#3]
Gentile utente,
parto dalla fine: non trovo che il suo paragone sia esagerato. Le violenze psicologiche sono violenze e lasciano anch'esse segni, anche visibili. Che non tutti siano disposti o pronti a vederli è un altro paio di maniche. Ma, mi creda, conosco solo per sommissimi capi la sua storia e non faccio però fatica a immaginarmi, pur con una enorme approssimazione, il suo dolore, che trovo reale e immeritato.
È la mia una forma di comprensione superficiale, lontana: mancherei di rispetto a lei e alla sua storia se pensassi il contrario. Eppure, provo a mettermi nei suoi panni e sento quanto brutto e demolitivo possa essere il male che ha ricevuto.
Da dove venga questo male, certo, non posso saperlo io...
... a volte chi agisce così lo fa perché a sua volta ha acquisito, in un contesto simile o anche diverso, un male simile ... Finendo per interiorizzarlo e riproporlo, diventando da vittima (in tempi anche lontani) carnefice ...
... Ma questo è solo uno dei tanti perché possibili ...
Sul perché poi con la ragazza attuale quest'uomo ""sembri"" comportarsi diversamente ... Che abbia trovato una che lo "mette a posto" e non gli dia spago (magari trattandolo come lui ha trattato le due donne precedenti o semplicemente non amandolo)?
Non è infrequente in amore subire il male dell'altra persona. Chi più ama, più si espone al male altrui.
Comunque ... Non possiamo saperlo, solo supposizioni. Parole, parole, parole....
Il vero punto non passa di certo da cosa fa il suo ex o da chi è.
Il vero punto è (in) lei!!! Dovrebbe centrare le sue attenzioni su se stessa. Il punto è arrivare in una situazione in cui di cosa fa quell'uomo, o di chi è, non dovrebbe proprio curarsi. Non dovrebbe proprio interessarle!
Non so quante volte abbia incontrato il collega e cosa lui le abbia detto e fatto fare oltre a quanto ci riferisce (sospettavo un qualche incontro con uno psicologo vista la definizione che dava del suo ex nel primo messaggio) ma penso che nel percorso che le servirebbe il suo ex dovrebbe quasi non entrarci nulla. Una nota del passato, in un percorso da basare sul presente per costruire un futuro prossimo migliore!!
Se attualmente non vede uno psicologo, le consiglio di riprovarci, e se pensa che il professionista che ha già sentito non sia adatto al suo caso (cosa che può capitare nulla togliendo al collega!), provi a sentire un altro...
Io le consiglio una persona che le dia i "compiti per casa". Che concretamente e per passi le faccia presente la sua comprensione del problema, di cui mi pare abbia bisogno, ma che la aiuti anche a spostare il focus del problema da lui ... A lei (che letto da lei è un "me").
Una cosa che potrebbe fare, con discreto sacrificio, anche da sola. Ma che si accelererebbe con la persona, professionista, giusta (una donna la capirebbe meglio?).
Cosa pensa di lei? Che donna è? In cosa riesce bene? A cosa ambisce di qui a breve?
Provi a rispondere. Nelle sue risposte, la sua forza e quello su cui dovrebbe puntare.
E se non dovesse averne, dovrebbe richiedersi queste cose fino a quando le risposte - che ci sono - non le vedrà anche lei.
C'è tempo per leccarsi le ferite...
... E c'è tempo per andare avanti.
Mi auguro che lei vada avanti presto, senza (decidere di) soffrire ancora.
Le auguro ogni bene.
Sono a disposizione.
parto dalla fine: non trovo che il suo paragone sia esagerato. Le violenze psicologiche sono violenze e lasciano anch'esse segni, anche visibili. Che non tutti siano disposti o pronti a vederli è un altro paio di maniche. Ma, mi creda, conosco solo per sommissimi capi la sua storia e non faccio però fatica a immaginarmi, pur con una enorme approssimazione, il suo dolore, che trovo reale e immeritato.
È la mia una forma di comprensione superficiale, lontana: mancherei di rispetto a lei e alla sua storia se pensassi il contrario. Eppure, provo a mettermi nei suoi panni e sento quanto brutto e demolitivo possa essere il male che ha ricevuto.
Da dove venga questo male, certo, non posso saperlo io...
... a volte chi agisce così lo fa perché a sua volta ha acquisito, in un contesto simile o anche diverso, un male simile ... Finendo per interiorizzarlo e riproporlo, diventando da vittima (in tempi anche lontani) carnefice ...
... Ma questo è solo uno dei tanti perché possibili ...
Sul perché poi con la ragazza attuale quest'uomo ""sembri"" comportarsi diversamente ... Che abbia trovato una che lo "mette a posto" e non gli dia spago (magari trattandolo come lui ha trattato le due donne precedenti o semplicemente non amandolo)?
Non è infrequente in amore subire il male dell'altra persona. Chi più ama, più si espone al male altrui.
Comunque ... Non possiamo saperlo, solo supposizioni. Parole, parole, parole....
Il vero punto non passa di certo da cosa fa il suo ex o da chi è.
Il vero punto è (in) lei!!! Dovrebbe centrare le sue attenzioni su se stessa. Il punto è arrivare in una situazione in cui di cosa fa quell'uomo, o di chi è, non dovrebbe proprio curarsi. Non dovrebbe proprio interessarle!
Non so quante volte abbia incontrato il collega e cosa lui le abbia detto e fatto fare oltre a quanto ci riferisce (sospettavo un qualche incontro con uno psicologo vista la definizione che dava del suo ex nel primo messaggio) ma penso che nel percorso che le servirebbe il suo ex dovrebbe quasi non entrarci nulla. Una nota del passato, in un percorso da basare sul presente per costruire un futuro prossimo migliore!!
Se attualmente non vede uno psicologo, le consiglio di riprovarci, e se pensa che il professionista che ha già sentito non sia adatto al suo caso (cosa che può capitare nulla togliendo al collega!), provi a sentire un altro...
Io le consiglio una persona che le dia i "compiti per casa". Che concretamente e per passi le faccia presente la sua comprensione del problema, di cui mi pare abbia bisogno, ma che la aiuti anche a spostare il focus del problema da lui ... A lei (che letto da lei è un "me").
Una cosa che potrebbe fare, con discreto sacrificio, anche da sola. Ma che si accelererebbe con la persona, professionista, giusta (una donna la capirebbe meglio?).
Cosa pensa di lei? Che donna è? In cosa riesce bene? A cosa ambisce di qui a breve?
Provi a rispondere. Nelle sue risposte, la sua forza e quello su cui dovrebbe puntare.
E se non dovesse averne, dovrebbe richiedersi queste cose fino a quando le risposte - che ci sono - non le vedrà anche lei.
C'è tempo per leccarsi le ferite...
... E c'è tempo per andare avanti.
Mi auguro che lei vada avanti presto, senza (decidere di) soffrire ancora.
Le auguro ogni bene.
Sono a disposizione.
[#4]
Mi sembra una dipendenza affettiva, che può essere confermata con un percorso finalizzato a capire cosa questo ragazzo riusciva a darle, in che modo la completava. Credo che la risposta possa avere origini lontane. Le consiglio un percorso di tipo sistemico, con approfondimento della storia personale e familiare.
Dr.ssa Paola Gargiulo, Psicologa Clinica, Psicoterapeuta Sistemico Relazionale. +393403703339
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 11.2k visite dal 14/03/2021.
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