Non vuole raccontarmi le sue fantasie sessuali né cosa gli piace a letto. io mi sento esclusa
Entrambi abbiamo 40 anni.
Stiamo insieme da un anno.
Di lui non ho potuto di certo dire che con me sia mai stato il classico uomo dagli appetiti bollenti.
Sin dall’inizio lo abbiamo fatto in media una volta ogni 10 giorni, più o meno.
Con mio leggero malcontento essendo io sempre stata molto passionale.
Questa penuria quantitativa è stata per me un compromesso al quale sono scesa volentieri essendo lui una persona estremamente rispettosa, amorevole e ricca di valori.
No, non ha un lavoro particolarmente impegnativo e stressante.
No, non abbiamo crisi di coppia o problemi comunicativi.
No, non ci sono pensieri che lo attanagliano.
Semplicemente lui ritiene che per lui il sesso sia equilibrato così.
Dopo due settimane di astinenza (causa anche mio ciclo particolarmente doloroso degli ultimi giorni) l’ho provocato e lui ha avuto un’eiaculazione quasi nulla.
Gli ho chiesto da cosa dipendesse e lui mi ha confidato di essersi toccato la sera prima (unica sera in cui non abbiamo dormito assieme).
Allora mi sono sentita eccitata perché, e lui lo sa bene, la mia fantasia sessuale forte è che il mio compagno mi racconti a cosa pensa mentre si tocca da solo.
Avrei voluto condividesse con me per giocare insieme.
Lui non ha voluto dirmelo, come non vuole dirmelo ogni volta che glielo chiedo.
Dice testuali parole: il mio autoerotismo è una cosa intima; un cosa solo mia dove nessuna persona è mai entrata; devi rispettare questa mia discrezione.
Di fatto mi sento esclusa!
Vorrei sapere cosa lo eccita, cosa gli piace, cosa maggiormente lo stimola.
Ma anche a questa richiesta mi sembra si rifiuti di aprirsi, dicendo:
Non ho alcuna particolare preferenza, ossessione o predilezione, non sono un malato di sesso come quasi tutti gli uomini.
Vivo il momento d’amore con la mia compagna, con te, così come viene.
Il fatto è che per me, le fantasie, i desideri, i piaceri raccontati e condivisi sono il più potente degli afrodisiaci.
Senza quelli mi sembra tutto molto tiepido.
Ciò che chiedo è:
- È giusto o costruttivo il suo atteggiamento?
- Come potrei comportarmi per farlo aprire un po’?
- Quale potrebbe essere la causa di questa discrezione?
Ringrazio in anticipo e porgo i miei saluti.
Stiamo insieme da un anno.
Di lui non ho potuto di certo dire che con me sia mai stato il classico uomo dagli appetiti bollenti.
Sin dall’inizio lo abbiamo fatto in media una volta ogni 10 giorni, più o meno.
Con mio leggero malcontento essendo io sempre stata molto passionale.
Questa penuria quantitativa è stata per me un compromesso al quale sono scesa volentieri essendo lui una persona estremamente rispettosa, amorevole e ricca di valori.
No, non ha un lavoro particolarmente impegnativo e stressante.
No, non abbiamo crisi di coppia o problemi comunicativi.
No, non ci sono pensieri che lo attanagliano.
Semplicemente lui ritiene che per lui il sesso sia equilibrato così.
Dopo due settimane di astinenza (causa anche mio ciclo particolarmente doloroso degli ultimi giorni) l’ho provocato e lui ha avuto un’eiaculazione quasi nulla.
Gli ho chiesto da cosa dipendesse e lui mi ha confidato di essersi toccato la sera prima (unica sera in cui non abbiamo dormito assieme).
Allora mi sono sentita eccitata perché, e lui lo sa bene, la mia fantasia sessuale forte è che il mio compagno mi racconti a cosa pensa mentre si tocca da solo.
Avrei voluto condividesse con me per giocare insieme.
Lui non ha voluto dirmelo, come non vuole dirmelo ogni volta che glielo chiedo.
Dice testuali parole: il mio autoerotismo è una cosa intima; un cosa solo mia dove nessuna persona è mai entrata; devi rispettare questa mia discrezione.
Di fatto mi sento esclusa!
Vorrei sapere cosa lo eccita, cosa gli piace, cosa maggiormente lo stimola.
Ma anche a questa richiesta mi sembra si rifiuti di aprirsi, dicendo:
Non ho alcuna particolare preferenza, ossessione o predilezione, non sono un malato di sesso come quasi tutti gli uomini.
Vivo il momento d’amore con la mia compagna, con te, così come viene.
Il fatto è che per me, le fantasie, i desideri, i piaceri raccontati e condivisi sono il più potente degli afrodisiaci.
Senza quelli mi sembra tutto molto tiepido.
Ciò che chiedo è:
- È giusto o costruttivo il suo atteggiamento?
- Come potrei comportarmi per farlo aprire un po’?
- Quale potrebbe essere la causa di questa discrezione?
Ringrazio in anticipo e porgo i miei saluti.
[#1]
Gentile utente,
Occorre un *distinguo*.
1.
Le *fantasie sessuali*
sono proprie, individuali; nascono dal mondo interiore intimo e riservato
e dunque - come titolava un famoso libro che le raccolse - rappresentano "IL MIO GIARDINO SEGRETO" (N. Friday, My Secret Garden: Women's Sexual Fantasies).
Alcuni condividono l'eccitazione delle parole.
Altri, pur di rispettare la propria privacy e al contempo di non contrariare l'altro/a, se le inventano di sana pianta spacciandole per proprie.
A proposito dell'autoerotismo, l'altra persona rimane di fatto esterna sia dalle fantasie che dai comportamenti individuali. Se ciò viene vissuto da Lei con un senso di esclusione, occorrerà rifletterci.
2.
Per quanto riguarda invece le *preferenze nella sessualità di coppia*,
può essere utile e simbolicamente significativo comunicarsele reciprocamente.
Ma ciò non avviene in automatico "su richiesta", o peggio ancora su insistenza; bensì nel costruirsi graduale della fiducia e della complicità.
Se poi per Lei ".. le fantasie, i desideri, i piaceri raccontati e condivisi sono il più potente degli afrodisiaci.." questo riguarda Lei stessa e non è possibile esigere che l'altro vi risponda.
Anche per aver letto attentamente il Suo precedento consulto:
"Dovrei lavorare davvero solo su di me per non sentirmi così?"
La oriento verso alcune sedute individuali e forse di coppia presso un/a Psicoterapeuta esperta in Sessuologia Clinica (ad es. in FISSonline.it),
allo scopo di evitare che il confine troppo labile tra l'area personale e quella della coppia possa danneggiare la Vostra relazione.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Occorre un *distinguo*.
1.
Le *fantasie sessuali*
sono proprie, individuali; nascono dal mondo interiore intimo e riservato
e dunque - come titolava un famoso libro che le raccolse - rappresentano "IL MIO GIARDINO SEGRETO" (N. Friday, My Secret Garden: Women's Sexual Fantasies).
Alcuni condividono l'eccitazione delle parole.
Altri, pur di rispettare la propria privacy e al contempo di non contrariare l'altro/a, se le inventano di sana pianta spacciandole per proprie.
A proposito dell'autoerotismo, l'altra persona rimane di fatto esterna sia dalle fantasie che dai comportamenti individuali. Se ciò viene vissuto da Lei con un senso di esclusione, occorrerà rifletterci.
2.
Per quanto riguarda invece le *preferenze nella sessualità di coppia*,
può essere utile e simbolicamente significativo comunicarsele reciprocamente.
Ma ciò non avviene in automatico "su richiesta", o peggio ancora su insistenza; bensì nel costruirsi graduale della fiducia e della complicità.
Se poi per Lei ".. le fantasie, i desideri, i piaceri raccontati e condivisi sono il più potente degli afrodisiaci.." questo riguarda Lei stessa e non è possibile esigere che l'altro vi risponda.
Anche per aver letto attentamente il Suo precedento consulto:
"Dovrei lavorare davvero solo su di me per non sentirmi così?"
La oriento verso alcune sedute individuali e forse di coppia presso un/a Psicoterapeuta esperta in Sessuologia Clinica (ad es. in FISSonline.it),
allo scopo di evitare che il confine troppo labile tra l'area personale e quella della coppia possa danneggiare la Vostra relazione.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Grazie per la risposta, gentile dottoressa.
Immagini per un attimo la vicenda.
Dopo un anno insieme, non conosco i gusti sessuali del mio compagno.
Non gli chiedo certo di esplicarmi tutti i dettagli delle proprie fantasie! Ci mancherebbe.
Ma, di fatto, non so se ha una predilezione per i seni, non so quale situazione o circostanza lo stimola, non so che tipo di biancheria eccita la sua immaginazione, non so come, dove gli piace maggiormente essere toccato.
So di certo che non ama chiacchierare a letto, non ama sentirmi parlare.
Una volta gli raccontai una fantasia: io, lui ed un’altra donna, in maniera tutt’altro che volgare. Il mio era un racconto volto prevalentemente ad accendere un po’ il fuoco . Sì imbufalì.
Mi disse che questo gli faceva passare ogni desiderio. Non continuammo il rapporto che avevamo intrapreso e si mise di malumore.
Quando lo facciamo ha quasi sempre gli occhi chiusi ed il capo rivolto altrove.
La sensazione, forse paranoia, non so, che ho, è che cerchi di immaginare altro perché ciò che vede non lo stimola.
Anche perché se stabiliamo un contatto visivo capita perda erezione.
Parlarne è quasi impossibile perché si innervosisce da matti.
Nega ciò che è innegabile.
Mi ama. O almeno si comporta in maniera estremamente affettuosa, rispettosa e corretta.
Eppure, mi creda, io non sono insistente. Non manifesto rabbia e cerco di comunicare sempre col massimo garbo.
Sono abituata ad andare in terapia.
Lui invece no. Non ne vuol sentir parlare.
Lo amo molto e credo anche sia il compagno giusto per me.
Non voglio interrompere la relazione.
Cosa mi suggerisce in alternativa?
Grazie.
Immagini per un attimo la vicenda.
Dopo un anno insieme, non conosco i gusti sessuali del mio compagno.
Non gli chiedo certo di esplicarmi tutti i dettagli delle proprie fantasie! Ci mancherebbe.
Ma, di fatto, non so se ha una predilezione per i seni, non so quale situazione o circostanza lo stimola, non so che tipo di biancheria eccita la sua immaginazione, non so come, dove gli piace maggiormente essere toccato.
So di certo che non ama chiacchierare a letto, non ama sentirmi parlare.
Una volta gli raccontai una fantasia: io, lui ed un’altra donna, in maniera tutt’altro che volgare. Il mio era un racconto volto prevalentemente ad accendere un po’ il fuoco . Sì imbufalì.
Mi disse che questo gli faceva passare ogni desiderio. Non continuammo il rapporto che avevamo intrapreso e si mise di malumore.
Quando lo facciamo ha quasi sempre gli occhi chiusi ed il capo rivolto altrove.
La sensazione, forse paranoia, non so, che ho, è che cerchi di immaginare altro perché ciò che vede non lo stimola.
Anche perché se stabiliamo un contatto visivo capita perda erezione.
Parlarne è quasi impossibile perché si innervosisce da matti.
Nega ciò che è innegabile.
Mi ama. O almeno si comporta in maniera estremamente affettuosa, rispettosa e corretta.
Eppure, mi creda, io non sono insistente. Non manifesto rabbia e cerco di comunicare sempre col massimo garbo.
Sono abituata ad andare in terapia.
Lui invece no. Non ne vuol sentir parlare.
Lo amo molto e credo anche sia il compagno giusto per me.
Non voglio interrompere la relazione.
Cosa mi suggerisce in alternativa?
Grazie.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.3k visite dal 13/03/2021.
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