Dubbi sul mio psicoterapeuta (e la mia non-diagnosi)
Gentili dottori, sono una ragazza di 21 anni che negli ultimi mesi ha avuto un po’ di problemi a livello psicologico.
Per tutto dicembre e gennaio sono stata male: non riuscivo ad alzarmi dal letto, non volevo mangiare, non riuscivo neanche ad alzarmi per andare in bagno. Prima stavo relativamente bene, studiavo tranquillamente e seguivo online l’università e poi diciamo che improvvisamente è iniziato questo periodo. Ho smesso di studiare, di seguire, di leggere o guardare film. Per mesi non ho parlato con nessun amico. La verità è che non è la prima volta, mi era già successo due/tre volte nel corso della vita da quando ho 15 anni. Ho avuto (e ho) problemi con l’alcol e con la bulimia (Già avuto esperienze con degli psicologi non andate a buon fine).
A gennaio mia madre mi porta da un medico, uno psicoterapeuta, per poter parlare e per vedere se sarei stata meglio. Lui è gentile, molto disponibile, ma spesso non riesco a capirlo. Nel senso, io penso che lui non voglia diagnosticarmi niente, ma non so se questo è perché non vuole dirmi la diagnosi o perché sono una persona stabile, senza disturbi mentali di alcun tipo.
Questo dubbio ce l’ho perché lui mi fa molte domande, del genere: "mi hai detto che non stai sempre male, hai anche periodi dell’anno in cui stai molto bene. In questi periodi sei euforica, bevi, fumi, spendi molto? " E lui sa che queste cose le faccio. Non sono una stupida, conosco, anche se in parte, la psichiatria e so che queste domande sono correlate al disturbo bipolare.
Inoltre gli ho detto anche che spesso mi succede di non riconoscermi, di guardarmi allo specchio e di non capire che la persona che ho davanti sono io, o ancora che quando cammino per strada a volte mi blocco perché non riesco ad inquadrare le persone, i palazzi o in generale le cose che ho davanti. Lui dopo queste affermazione mi ha detto: "Ti capita spesso di essere arrabbiata? Di non riuscire a controllarti? " oppure "Sei spesso indecisa nelle cose che fai? Anche in quelle più stupide? " Di nuovo, la risposta è sì, ma non capisco la correlazione con i sintomi dissociativi che gli avevo descritto. C’è un disturbo che accomuna le cose che ho detto e quelle che mi ha chiesto?
I dubbi che ho mi stanno assalendo, davvero non capisco se non ho una diagnosi perché sono una persona relativamente stabile o perché lui non vuole darmela. E anche se non vuole darmela non capisco perché. Io ho bisogno di risposte da questo punto di vista, ma non ho neanche il coraggio di chiederlo. Inoltre vorrei specificare che abbiamo già fatto almeno una decina di sedute. Non so bene che percorso prenderà la nostra terapia perché io non ho ben capito come funziona.
Ringrazio per le eventuali risposte. Avrei davvero bisogno di un consiglio.
Per tutto dicembre e gennaio sono stata male: non riuscivo ad alzarmi dal letto, non volevo mangiare, non riuscivo neanche ad alzarmi per andare in bagno. Prima stavo relativamente bene, studiavo tranquillamente e seguivo online l’università e poi diciamo che improvvisamente è iniziato questo periodo. Ho smesso di studiare, di seguire, di leggere o guardare film. Per mesi non ho parlato con nessun amico. La verità è che non è la prima volta, mi era già successo due/tre volte nel corso della vita da quando ho 15 anni. Ho avuto (e ho) problemi con l’alcol e con la bulimia (Già avuto esperienze con degli psicologi non andate a buon fine).
A gennaio mia madre mi porta da un medico, uno psicoterapeuta, per poter parlare e per vedere se sarei stata meglio. Lui è gentile, molto disponibile, ma spesso non riesco a capirlo. Nel senso, io penso che lui non voglia diagnosticarmi niente, ma non so se questo è perché non vuole dirmi la diagnosi o perché sono una persona stabile, senza disturbi mentali di alcun tipo.
Questo dubbio ce l’ho perché lui mi fa molte domande, del genere: "mi hai detto che non stai sempre male, hai anche periodi dell’anno in cui stai molto bene. In questi periodi sei euforica, bevi, fumi, spendi molto? " E lui sa che queste cose le faccio. Non sono una stupida, conosco, anche se in parte, la psichiatria e so che queste domande sono correlate al disturbo bipolare.
Inoltre gli ho detto anche che spesso mi succede di non riconoscermi, di guardarmi allo specchio e di non capire che la persona che ho davanti sono io, o ancora che quando cammino per strada a volte mi blocco perché non riesco ad inquadrare le persone, i palazzi o in generale le cose che ho davanti. Lui dopo queste affermazione mi ha detto: "Ti capita spesso di essere arrabbiata? Di non riuscire a controllarti? " oppure "Sei spesso indecisa nelle cose che fai? Anche in quelle più stupide? " Di nuovo, la risposta è sì, ma non capisco la correlazione con i sintomi dissociativi che gli avevo descritto. C’è un disturbo che accomuna le cose che ho detto e quelle che mi ha chiesto?
I dubbi che ho mi stanno assalendo, davvero non capisco se non ho una diagnosi perché sono una persona relativamente stabile o perché lui non vuole darmela. E anche se non vuole darmela non capisco perché. Io ho bisogno di risposte da questo punto di vista, ma non ho neanche il coraggio di chiederlo. Inoltre vorrei specificare che abbiamo già fatto almeno una decina di sedute. Non so bene che percorso prenderà la nostra terapia perché io non ho ben capito come funziona.
Ringrazio per le eventuali risposte. Avrei davvero bisogno di un consiglio.
[#1]
Gentile utente,
e se invece che mettersi nei panni del Suo Terapeuta
ponendosi svariate domande al proposito,
Lei decidesse invece di rimanere nei propri panni..;
di persona cioè che non sta bene da tempo (è di tre anni fa il Suo precedente consulto sull'argomento)
e il cui obiettivo non è la diagnosi, bensì il miglioramento?
Fin quando si occuperà di lui
non si occuperà di sè.
Il Terapeuta come scappatoia.
Consiglio vivamente di mostrare questo scambio online
al Suo Terapeuta in carne ed ossa:
lui saprà come gestire la cosa sicuramente, se è uno Psicoterapeuta (verificare sull'Albo Psicologi Nazionale).
Dott. Brunialti
e se invece che mettersi nei panni del Suo Terapeuta
ponendosi svariate domande al proposito,
Lei decidesse invece di rimanere nei propri panni..;
di persona cioè che non sta bene da tempo (è di tre anni fa il Suo precedente consulto sull'argomento)
e il cui obiettivo non è la diagnosi, bensì il miglioramento?
Fin quando si occuperà di lui
non si occuperà di sè.
Il Terapeuta come scappatoia.
Consiglio vivamente di mostrare questo scambio online
al Suo Terapeuta in carne ed ossa:
lui saprà come gestire la cosa sicuramente, se è uno Psicoterapeuta (verificare sull'Albo Psicologi Nazionale).
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
la ringrazio per la risposta. Vede, forse mi metto nei panni del mio psicoterapeuta perché nei miei non ci so stare. Non riesco a fermare questi pensieri e questa ossessione nel venire a capo alle mie difficoltà. Come ha detto lei, è una situazione che continua da tre anni, se non di più. E rivedere il mio vecchio consulto e notare che la situazione effettivamente non è cambiata in tutti questi anni non mi ha fatto stare bene. Non riuscendo ad occuparmi di me, forse preferisco vedere la situazione dall'esterno.
Proverò a parlare più apertamente con il mio psicoterapeuta a riguardo (non è iscritto all'albo degli psicologici ma all'ordine dei medici).
Cordiali saluti.
la ringrazio per la risposta. Vede, forse mi metto nei panni del mio psicoterapeuta perché nei miei non ci so stare. Non riesco a fermare questi pensieri e questa ossessione nel venire a capo alle mie difficoltà. Come ha detto lei, è una situazione che continua da tre anni, se non di più. E rivedere il mio vecchio consulto e notare che la situazione effettivamente non è cambiata in tutti questi anni non mi ha fatto stare bene. Non riuscendo ad occuparmi di me, forse preferisco vedere la situazione dall'esterno.
Proverò a parlare più apertamente con il mio psicoterapeuta a riguardo (non è iscritto all'albo degli psicologici ma all'ordine dei medici).
Cordiali saluti.
[#3]
Gli Psicoterapeuti possono essere di provenienza psicologica o medica indifferentemente,
MA
devono essere iscritti all’Albo degli Psicoterapeuti per poter esercitare in quanti tali ed averne competenze riconosciute dal proprio Ordine.
È essenziale verificare.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
MA
devono essere iscritti all’Albo degli Psicoterapeuti per poter esercitare in quanti tali ed averne competenze riconosciute dal proprio Ordine.
È essenziale verificare.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.7k visite dal 06/03/2021.
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