Perché soffro dopo averla lasciata? era amore o no?
Cercherò di essere breve.
Entrambi 30enni.
La relazione inizia quasi due anni fa.
Lei era fidanzata da 5 anni e ha lasciato il suo ragazzo per me, dopo una corte sfrenata e difficile, data la sua relazione.
Ci conoscevamo da piccoli e per lei sono sempre stato l'amore della sua vita.
Il ricordo che ho è che lei mi piacesse molto fisicamente quando eravamo piccoli.
Primi sintomi: dopo averla fatta lasciare io ho avuto un contraccolpo, devo ammetterlo.
Non mi aspettavo la repentina mossa (avevo perso le speranze) e a un certo punto mi chiesi se era giusto iniziare una relazione con lei appena lasciata.
Tuttavia lei aveva fatto questa mossa e io non mi sono sentito di deluderla, quindi abbiamo iniziato.
Una relazione di quasi due anni caratterizzata da lei persona super insicura bisognosa di attenzioni, con discorsi familiari difficili (padre separato che vive fuori con compagna e che credo non sia stato un padre presente, madre che vive fuori casa dal compagno super ansiosa) e lei vive sola a casa.
Io persona super indipendente, dalle poche smancerie, carinerie, pochi complimenti e desideroso del rispetto dei miei spazi.
Lei ha un carattere difficile, si arrabbia facilmente per ogni cosa, specie nell'ultimo periodo, non solo con me ma anche con i familiari e a me questo non è mai piaciuto.
Negli ultimi tempi ho smesso di comunicare il mio disagio, avallando molte cose che anche non mi stavano bene.
Ogni volta che arrivava una notifica al telefono lei guardava e se era un'amica si creava malumore.
Io ho molte amicizie femminili.
Alle volte ho mutato le notifiche per evitare discorsi facendomi scoprire e creando ancora più sfiducia, senza che io avessi cose da nascondere.
Sbagliando, lo so.
Inoltre, ho anche un forte legame con la famiglia e non avendo ancora un lavoro, non mi sono mai trasferito da lei.
Piuttosto, facevo alcuni giorni da lei e altri a casa con i miei.
Purtroppo mia mamma è una figura molto presente nei miei confronti, non facendomi mancare frecciate circa il mio andare e venire da una casa e l'altra e sottolineando che secondo lei, senza stabilità, non ha senso "convivere" a casa della mia ragazza.
Tempo fa ho poi ricevuto una chiamata per un lavoro al nord e lei ha giustamente pensato di trasferirsi con me, cercando anche lei lavoro, ma alla sua domanda sul da farsi, la cosa mi ha spaventato e dalla discussione che ne è derivata ho deciso di lasciarla, cosa che pensavo ormai da tempo.
Precedentemente ci sono stati altri due tentativi di lasciarla per gli stessi motivi ma poi tornavo dopo max un giorno.
Io mi sono riappropriato dei miei spazi ma a un mese di distanza lei mi manca terribilmente e nella mia testa non vedo più i problemi che avevamo.
In più ho deciso di andare dallo psicologo perché credo di avere un qualche disturbo della personalità, data la mia autostima a pezzi (accentuata dal periodo COVID e ricrerca lavoro post laurea) e la difficoltà a rispondere al suo ti amo e il rapporto con mia madre.
Entrambi 30enni.
La relazione inizia quasi due anni fa.
Lei era fidanzata da 5 anni e ha lasciato il suo ragazzo per me, dopo una corte sfrenata e difficile, data la sua relazione.
Ci conoscevamo da piccoli e per lei sono sempre stato l'amore della sua vita.
Il ricordo che ho è che lei mi piacesse molto fisicamente quando eravamo piccoli.
Primi sintomi: dopo averla fatta lasciare io ho avuto un contraccolpo, devo ammetterlo.
Non mi aspettavo la repentina mossa (avevo perso le speranze) e a un certo punto mi chiesi se era giusto iniziare una relazione con lei appena lasciata.
Tuttavia lei aveva fatto questa mossa e io non mi sono sentito di deluderla, quindi abbiamo iniziato.
Una relazione di quasi due anni caratterizzata da lei persona super insicura bisognosa di attenzioni, con discorsi familiari difficili (padre separato che vive fuori con compagna e che credo non sia stato un padre presente, madre che vive fuori casa dal compagno super ansiosa) e lei vive sola a casa.
Io persona super indipendente, dalle poche smancerie, carinerie, pochi complimenti e desideroso del rispetto dei miei spazi.
Lei ha un carattere difficile, si arrabbia facilmente per ogni cosa, specie nell'ultimo periodo, non solo con me ma anche con i familiari e a me questo non è mai piaciuto.
Negli ultimi tempi ho smesso di comunicare il mio disagio, avallando molte cose che anche non mi stavano bene.
Ogni volta che arrivava una notifica al telefono lei guardava e se era un'amica si creava malumore.
Io ho molte amicizie femminili.
Alle volte ho mutato le notifiche per evitare discorsi facendomi scoprire e creando ancora più sfiducia, senza che io avessi cose da nascondere.
Sbagliando, lo so.
Inoltre, ho anche un forte legame con la famiglia e non avendo ancora un lavoro, non mi sono mai trasferito da lei.
Piuttosto, facevo alcuni giorni da lei e altri a casa con i miei.
Purtroppo mia mamma è una figura molto presente nei miei confronti, non facendomi mancare frecciate circa il mio andare e venire da una casa e l'altra e sottolineando che secondo lei, senza stabilità, non ha senso "convivere" a casa della mia ragazza.
Tempo fa ho poi ricevuto una chiamata per un lavoro al nord e lei ha giustamente pensato di trasferirsi con me, cercando anche lei lavoro, ma alla sua domanda sul da farsi, la cosa mi ha spaventato e dalla discussione che ne è derivata ho deciso di lasciarla, cosa che pensavo ormai da tempo.
Precedentemente ci sono stati altri due tentativi di lasciarla per gli stessi motivi ma poi tornavo dopo max un giorno.
Io mi sono riappropriato dei miei spazi ma a un mese di distanza lei mi manca terribilmente e nella mia testa non vedo più i problemi che avevamo.
In più ho deciso di andare dallo psicologo perché credo di avere un qualche disturbo della personalità, data la mia autostima a pezzi (accentuata dal periodo COVID e ricrerca lavoro post laurea) e la difficoltà a rispondere al suo ti amo e il rapporto con mia madre.
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Gentilissimo, riguardo all’intricata e complessa storia di cui ci parla, non è compito della psicologia stabilire se sia amore o meno. Quello che uno psicologo può fare è aiutarla a fare chiarezza dentro sé stesso, dopo aver attuato un adeguato processo diagnostico, anche in vista di una eventuale terapia. Con la dovuta chiarezza, sarà poi Lei a decidere se quello che sta vivendo sia amore o altro. Si rivolga con fiducia a un professionista, sono d’accordo Con Lei sul fatto che potrà trarne molto giovamento. I miei migliori auguri per tutto e un cordiale saluto.
Dr. Vincenzo Crupi
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3k visite dal 01/03/2021.
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