Divisione delle spese in coppia

Buongiorno,
Da due mesi sono andata a convivere con il mio compagno e come era inevirabile, abbiamo dovuto affrontare il problema di come gestire le spese nella quotidianità.

Premetto che io ho un lavoro part time (12 ore settimanali) e le mie entrate sono pari a meno della metà di quelle del mio compagno che ha un lavro a tempo pieno e uno stipendio nella media.
Inoltre, avendo più tempo a disposizione sono io ad occuparmi delle incombenze domestiche in maniera quasi esclusiva.

Quando, prima di iniziare la convivenza, ho sollevato il problema di come gestire le spese, lui mi ha risposto che le avremmo divise, senza specificare altro.

Così, ho pagato la mia metà di affitto e bollette.
Per la spesa al supermercato abbiamo pensato di costituire una cassa comune e, dato che anche in quel caso lui non si è pronunciato in merito ad una diversa ripartizione, ho contribuito anche lì al 50%.

Ora mi chiedo: una convivenza tra persone che progettano una vita insieme non dovrebbe essere improntata al principio secondo cui ognuno contribuisce secondo le proprie possibilità?
E non dovrebbe il lavoro domestico assolvere al dovere di contribuzione alla vita familiare?

Pongo la questione perché il fatto che il mio compagno non tenga conto del fatto che per contribuire al 50% a tutte le spese io devo attingere ai miei risparmi (mentre lui riesce ad aggiungere ogni mese qualcosa a quello che ha da parte) sta avendo ripercussioni sul mio stato emotivo.
Mi sembra che lui dia per scontato il mio impegno nelle attività domestiche e mi chiedo cosa dovrò aspettarmi qusndo i risparmi che ho da parte si esauriranno e io non dovessi trovare un lavoro più remunerativo.

Ho paura che alla lunga questo stato di cose possa cambiare i miei sentimenti o comunque rovinare il nostro rapporto.
Mi chiedo che tipo di persona ho accanto, perché io al suo posto mi comporterei in maniera molto diversa, non è una questione di ruoli uomo/donna.

Ho provato a parlargli, ma minimizza, non capendo le considerazioni ben più profonde che si celano dietro gli aspetti meramente economici.

Cosa posso fare?

Grazie
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

"..Ora mi chiedo: una convivenza tra persone che progettano una vita insieme non dovrebbe essere improntata al principio secondo cui ognuno contribuisce secondo le proprie possibilità?
E non dovrebbe il lavoro domestico assolvere al dovere di contribuzione alla vita familiare?.."

Queste Sue affermazioni teoriche mi trovano d'accordo.
Ed anche la giurisprudenza sembra orientata alla regola generale che, nell’ambito di una famiglia, anche se 'more uxorio' e dunque senza essere coniugati, ci si aiuti l’un l’altro.

Dal punto di vista psicologico, gli aspetti economici contengono al loro interno significati e riconoscimenti che vanno ben oltre il dato monetario.
Non a caso il lavoro domestico, che non produce alcuna retribuzione per la famigliare che lo svolge, non vale nulla agli occhi di molti. Compreso il Suo ragazzo, sembrerebbe.
La stessa cosa vale per la cura dei figli: gratis, vale zero.
Se poi però dobbiamo delegare questi impegni a colf e baby sitter, si ci accorge in un secondo quale risparmio permetteva quel lavoro familiare gratuito!

Tutto ciò per dire che la considerazione sociale agisce tuttora pesantemente su tali aspetti,
e il suo ragazzo sembrerebbe pensarla come tanti altri. Purtroppo.

Ma, come fare per riuscire a mettere in movimento delle visioni stereotipate, che hanno molto a che fare anche col genere, dato che il lavoro domestico e di assistenza viene svolto per la quasi totalità da donne?
In generale la questione è assai complessa.
Per quanto riguarda il Suo ragazzo, l'orientamento è il solito: parlargli, parlarVi.
Capisco che lui sembra sfuggire al confronto rendendo doppiamente frustrante la situazione.

A questo punto, se Lei non dovesse farcela da sola chieda aiuto alla Psicologa del Consultorio; dato che l'aspetto economico fa parte dei pilastri che reggono una unione, la negoziazione su ciò ha da essere trasparente e costante, mano a mano che le situazioni cambiano.
E quando doveste avere figli?
E le famiglie in cui la madre rimane a casa - senza guadagnare nulla e rinunciando al proprio lavoro - perchè il figlio è disabile?

Sì, non trovando un accordo, l'aspetto economico è in grado di minare una relazione.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Gentilissima dottoressa,
La ringrazio molto per la Sua risposta.
E' confortante sapere che le mie considerazioni non sono solo frutto dell'emotività del momento, legata alle preoccupazioni per un futuro quanto mai incerto.
Proverò ad affrontare di nuovo l'argomento con il mio compagno e, nel caso in cui questa situazione dovesse protrarsi, mi rivolgerò al Consultorio della mia città per avere un supporto psicologico.
Grazie ancora.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Prego.
Se ritiene, ci tenga al corrente.

Saluti cari.
Dott. Brunialti