Vivo da solo e soffro di attacchi di panico
Salve,
Sono andato a vivere da solo da circa 4 mesi, ho 23 anni.
Ho deciso di andare a vivere da solo principalmente perché mi sentivo pronto e perché non riuscivo più a sottostare ai tempi dettati dagli altri membri della mia famiglia.
Durante i primi tre mesi non ho avuto problemi a vivere da solo ed apprezzare ogni singolo step dell’arredare casa, fare i contratti per le varie utenze, imparare a cucinare da solo ecc...
Da qualche settimana invece, dopo aver risolto alcuni problemi con la mia famiglia, sto iniziando ad avere dei forti attacchi di panico quando mi trovo in casa, ad esempio non riesco a riconoscere l’ambiente in cui mi trovo anche se, come dicevo prima, nei primi mesi non ho avuto problemi.
Inizio anche a pensare, in piccola parte, di aver fatto una stupidaggine ad aver fatto questo passo, anche se poi pensandoci in modo razionale sono convinto di aver fatto la scelta giusta.
Ci tengo a specificare che in tutto ciò io ho un lavoro ben retribuito e senza rischio di sforare un pagamento o simili.
Soffro di attacchi di panico da circa due anni, ma negli ultimi otto mesi sono riuscito a imparare a convivere con quelli che erano gli attacchi di panico che ho sempre avuto e a superare paure che prima sembravano impossibili da combattere.
Direi che di base la mia vita sta andando molto bene in tutti gli aspetti, ad esempio:
hobby, relazioni, lavoro e sport
Non riesco quindi a capire questo senso di ansia e di paura, che principalmente si presenta la sera quando vado a letto, da dove provenga.
Sono andato a vivere da solo da circa 4 mesi, ho 23 anni.
Ho deciso di andare a vivere da solo principalmente perché mi sentivo pronto e perché non riuscivo più a sottostare ai tempi dettati dagli altri membri della mia famiglia.
Durante i primi tre mesi non ho avuto problemi a vivere da solo ed apprezzare ogni singolo step dell’arredare casa, fare i contratti per le varie utenze, imparare a cucinare da solo ecc...
Da qualche settimana invece, dopo aver risolto alcuni problemi con la mia famiglia, sto iniziando ad avere dei forti attacchi di panico quando mi trovo in casa, ad esempio non riesco a riconoscere l’ambiente in cui mi trovo anche se, come dicevo prima, nei primi mesi non ho avuto problemi.
Inizio anche a pensare, in piccola parte, di aver fatto una stupidaggine ad aver fatto questo passo, anche se poi pensandoci in modo razionale sono convinto di aver fatto la scelta giusta.
Ci tengo a specificare che in tutto ciò io ho un lavoro ben retribuito e senza rischio di sforare un pagamento o simili.
Soffro di attacchi di panico da circa due anni, ma negli ultimi otto mesi sono riuscito a imparare a convivere con quelli che erano gli attacchi di panico che ho sempre avuto e a superare paure che prima sembravano impossibili da combattere.
Direi che di base la mia vita sta andando molto bene in tutti gli aspetti, ad esempio:
hobby, relazioni, lavoro e sport
Non riesco quindi a capire questo senso di ansia e di paura, che principalmente si presenta la sera quando vado a letto, da dove provenga.
[#1]
Gentile lettore,
ti ringrazio per aver condiviso le tue difficolta’ nelle quali possono ritrovarsi diversi giovani della tua età.
Probabilmente hai voluto fare la scelta di andare ad abitare da solo perché hai bisogno di sentirti libero, visto che come dici tu ' non riuscivi a sottostare ai tempi dei tuoi familiari'.
Adesso, dopo qualche mese di solitudine, può darsi che i dubbi sulla tua scelta dipendano dal fatto che ti manca la tua famiglia, o che ti pesano le responsabilità che prima non avevi.
Riguardo agli attacchi di panico ( se di questo si tratta), potrebbe esserti utile fare dei colloqui con dei terapeuti della tua città, in particolare se trovi degli esperti in ' terapia breve strategica' che risulta essere molto efficace per gli attacchi di panico e per l’ansia.
Nel frattempo potresti fare un esercizio che ti propongo adesso, consiste nel cercare un ' messaggio’ che l’ansia e la paura che senti la sera, vogliono trasmetterti.
La mente ed il corpo sono intimamente legati, ecco perché possiamo considerare ogni disagio emotivo, che si ripercuote a livello fisico (o somatico), come una metafora, un simbolo che racchiude in sé la chiave che ti permetterà di comprendere il significato di ciò che ti sta accadendo e che contiene un messaggio che ti aiuterà a venirne fuori.
Questa che ti propongo adesso si chiama la ' tecnica del disegno', in pratica puoi cercare di dare una forma all’ansia ed alla paura che senti.
Prendi una penna o un pennarello ed un foglio e disegna l’ansia che stai provando in questo periodo, cerca di dare corpo a queste tue emozioni, lascia che i tuoi pensieri e le immagini che vedi affiorino liberamente nella tua mente associandole alla paura, al panico o all’ansia quando cominciano a salire.
Dopo colora il tuo disegno.
Una volta che hai finito ' dai un titolo' al disegno che hai fatto.
Poi scrivi una breve storia che il disegno vuole raccontarti, cosa sta cercando di dirti? Raccontalo in breve.
Infine scrivi cosa rappresenta per te il disegno che hai fatto, qual è il suo significato, cosa vuole trasmetterti.
Nella seconda parte invece devi disegnare la ' Soluzione per superare l’ansia’ cioè tutto quello di cui hai bisogno per Vincere l’ansia, per diminuirla, per Superarla, ad esempio potresti scrivere:
- devo dire qualcosa a quella persona
- voglio iscrivermi a quel corso
- desidero svolgere quell’attività particolare
- ho bisogno di un periodo di vacanza
- ed altro ancora
Questo metodo semplice ed efficace al tempo stesso, ti permetterà da una parte di analizzati, di esaminare in profondità la tua situazione, di fare uscire fuori le tue emozioni, i tuoi desideri e di trovare anche una soluzione a questi disagi e paure che provi.
Ti riassumo brevemente i passi da fare:
1 dai Forma all’ansia ed alla paura che senti
2 aggiungi un Colore
3 aggiungi un Titolo
4 scrivi cosa Rappresenta per te l’ansia, il Significato che vuoi dargli
5 Crea un breve Racconto sul disegno che hai fatto ed il messaggio che vuole trasmetterti
6 Scrivi poi la SOLUZIONE, cioè di cosa hai bisogno’ per superare la paura
7) fai il primo passo e Mettilo in pratica da subito
Spero di esserti stato utile, un cordiale saluto per te
ti ringrazio per aver condiviso le tue difficolta’ nelle quali possono ritrovarsi diversi giovani della tua età.
Probabilmente hai voluto fare la scelta di andare ad abitare da solo perché hai bisogno di sentirti libero, visto che come dici tu ' non riuscivi a sottostare ai tempi dei tuoi familiari'.
Adesso, dopo qualche mese di solitudine, può darsi che i dubbi sulla tua scelta dipendano dal fatto che ti manca la tua famiglia, o che ti pesano le responsabilità che prima non avevi.
Riguardo agli attacchi di panico ( se di questo si tratta), potrebbe esserti utile fare dei colloqui con dei terapeuti della tua città, in particolare se trovi degli esperti in ' terapia breve strategica' che risulta essere molto efficace per gli attacchi di panico e per l’ansia.
Nel frattempo potresti fare un esercizio che ti propongo adesso, consiste nel cercare un ' messaggio’ che l’ansia e la paura che senti la sera, vogliono trasmetterti.
La mente ed il corpo sono intimamente legati, ecco perché possiamo considerare ogni disagio emotivo, che si ripercuote a livello fisico (o somatico), come una metafora, un simbolo che racchiude in sé la chiave che ti permetterà di comprendere il significato di ciò che ti sta accadendo e che contiene un messaggio che ti aiuterà a venirne fuori.
Questa che ti propongo adesso si chiama la ' tecnica del disegno', in pratica puoi cercare di dare una forma all’ansia ed alla paura che senti.
Prendi una penna o un pennarello ed un foglio e disegna l’ansia che stai provando in questo periodo, cerca di dare corpo a queste tue emozioni, lascia che i tuoi pensieri e le immagini che vedi affiorino liberamente nella tua mente associandole alla paura, al panico o all’ansia quando cominciano a salire.
Dopo colora il tuo disegno.
Una volta che hai finito ' dai un titolo' al disegno che hai fatto.
Poi scrivi una breve storia che il disegno vuole raccontarti, cosa sta cercando di dirti? Raccontalo in breve.
Infine scrivi cosa rappresenta per te il disegno che hai fatto, qual è il suo significato, cosa vuole trasmetterti.
Nella seconda parte invece devi disegnare la ' Soluzione per superare l’ansia’ cioè tutto quello di cui hai bisogno per Vincere l’ansia, per diminuirla, per Superarla, ad esempio potresti scrivere:
- devo dire qualcosa a quella persona
- voglio iscrivermi a quel corso
- desidero svolgere quell’attività particolare
- ho bisogno di un periodo di vacanza
- ed altro ancora
Questo metodo semplice ed efficace al tempo stesso, ti permetterà da una parte di analizzati, di esaminare in profondità la tua situazione, di fare uscire fuori le tue emozioni, i tuoi desideri e di trovare anche una soluzione a questi disagi e paure che provi.
Ti riassumo brevemente i passi da fare:
1 dai Forma all’ansia ed alla paura che senti
2 aggiungi un Colore
3 aggiungi un Titolo
4 scrivi cosa Rappresenta per te l’ansia, il Significato che vuoi dargli
5 Crea un breve Racconto sul disegno che hai fatto ed il messaggio che vuole trasmetterti
6 Scrivi poi la SOLUZIONE, cioè di cosa hai bisogno’ per superare la paura
7) fai il primo passo e Mettilo in pratica da subito
Spero di esserti stato utile, un cordiale saluto per te
Dr. rolando tavolieri
tavolieri2006@libero.it
tel: 3393245547
[#2]
Gent. mo Utente,
intanto un apprezzamento per la sua capacità di auto osservazione e per la sua disponibilità a mettere in evidenza, con coraggio e trasparenza, ciò che la preoccupa.
Lei ha fatto un passaggio importante, considerando la sua giovane età, decidendo di uscire dalla casa familiare e mettendo su la 'sua' casa...
Quella che piano piano diventerà il 'suo' spazio-luogo nel quale si strutturera' il suo progetto e processo di individuazione e crescita nonché svincolo dalla sua
famiglia di origine.
È comprensibile che ci siano delle paure, dei timori per ciò che sta trasformando la sua vita, lei
sta definendo come rimanere figlio potendo essere anche completamente se stesso con la sua identità, i suoi sogni, aspettative, desideri e ovviamente conflitti e contraddizioni come tutti nel mondo.
Le consiglio di pensare ad un percorso di approfondimento psicologico nel quale un/una collega le possa offrire uno spazio tempo dedicato che la sostenga
in questo processo di crescita.
È probabile che ci sia bisogno di affrontare ulteriormente il rapporto con la sua famiglia accettando le differenze che naturalmente caratterizzano i suoi membri compreso lei.
È utile costruire il 'suo' nuovo modo di appartenere alla sua famiglia anche se la distanza logistica la colloca fuori, integrando ciò che le permetterà di portarla sempre con sé in modo armonico e sintonico al
suo benessere.
intanto un apprezzamento per la sua capacità di auto osservazione e per la sua disponibilità a mettere in evidenza, con coraggio e trasparenza, ciò che la preoccupa.
Lei ha fatto un passaggio importante, considerando la sua giovane età, decidendo di uscire dalla casa familiare e mettendo su la 'sua' casa...
Quella che piano piano diventerà il 'suo' spazio-luogo nel quale si strutturera' il suo progetto e processo di individuazione e crescita nonché svincolo dalla sua
famiglia di origine.
È comprensibile che ci siano delle paure, dei timori per ciò che sta trasformando la sua vita, lei
sta definendo come rimanere figlio potendo essere anche completamente se stesso con la sua identità, i suoi sogni, aspettative, desideri e ovviamente conflitti e contraddizioni come tutti nel mondo.
Le consiglio di pensare ad un percorso di approfondimento psicologico nel quale un/una collega le possa offrire uno spazio tempo dedicato che la sostenga
in questo processo di crescita.
È probabile che ci sia bisogno di affrontare ulteriormente il rapporto con la sua famiglia accettando le differenze che naturalmente caratterizzano i suoi membri compreso lei.
È utile costruire il 'suo' nuovo modo di appartenere alla sua famiglia anche se la distanza logistica la colloca fuori, integrando ciò che le permetterà di portarla sempre con sé in modo armonico e sintonico al
suo benessere.
Dr.ssa Daniela Pellitteri
[#3]
Utente
Grazie mille per le risposte che trovo molto utili, posso dire però che in questi giorni noto una domanda che mi occupa spesso la mente, che forse potrebbe essere alla base di tutte queste strane sensazioni che sto provando, ho fatto una scelta sbagliata ad andare a vivere da solo?
Io in modo razionale posso dire di no, perché alla fine amo i avere i miei spazi ma forse l’impatto della solitudine sulla mia vita è più forte dell’euforia e della tranquillità che un proprio spazio possono dare.
Rimango però dell’idea che questa sensazione si sarebbe presentata anche se io fossi andato a vivere da solo tra due o tre anni.
Io in modo razionale posso dire di no, perché alla fine amo i avere i miei spazi ma forse l’impatto della solitudine sulla mia vita è più forte dell’euforia e della tranquillità che un proprio spazio possono dare.
Rimango però dell’idea che questa sensazione si sarebbe presentata anche se io fossi andato a vivere da solo tra due o tre anni.
[#4]
Caro Utente,
le sue perplessità meritano di poter essere accolte nella sede
opportuna.
Ribadisco la mia indicazione di confrontarsi in un percorso
psicologico per comprendere che sono molte le sfumature che accompagnano le nostre scelte e che ragionare con un pensiero o tutto o nulla ci rende le cose molto complicate.
Per quanto mi riguarda nessuno si può permettere di criticare
la sua decisione né tantomeno indicare chissà quale ricetta
magica per far si che fluisca tutto in modo sintonico.
Andare a vivere da solo è stata una sua decisione che va accolta e rispettata, tuttavia in questo periodo, nonostante molte soluzioni già trovate a problemi affrontati in passato ("Soffro di attacchi di panico da circa due anni, ma negli ultimi otto mesi sono riuscito a imparare a convivere con quelli che erano gli attacchi di panico che ho sempre avuto e a superare paure che prima sembravano impossibili da combattere") nella sua vita si sta manifestando un momento critico che lei ha l'opportunità di accogliere, analizzare e comprendere.
Perché andare a definire le sue scelte/decisioni con categorie come 'giusto', 'sbagliato', 'buono', 'cattivo'...?
Ognuno di noi fa quello che può e che ritiene adeguato con ciò che la propria coerenza interna 'sceglie' in un preciso momento della propria esistenza.
Le esperienze si vivono e non si giudicano a meno che non ci si trovi in un'aula di un tribunale , ma quella è un'altra storia.
I suoi stati d'animo e le sue 'sensazioni' le stanno comunicando qualcosa che varrebbe la pena prendere in considerazione ed è lei stesso a rendersi conto che forse non è più sufficiente mettere in campo la sua buona volontà e il suo impegno per superare questo periodo :" Non riesco quindi a capire questo senso di ansia e di paura, che principalmente si presenta la sera quando vado a letto, da dove provenga"...
Penso che accogliere e comprendere le nostre emozioni e l'intreccio che queste definiscono con il nostro modo di conoscere la realtà e di guardare il mondo, possa diventare un 'metodo' molto utile nella scrittura di un proprio 'glossario' di significati che ci caratterizzano e che ci rendono unici ed irripetibili; significati che ben decodificati e ben contestualizzati possono diventare una 'mappa' personale e uno strumento di sviluppo molto prezioso per orientarci nella vita.
Le auguro tutto il meglio.
Cordialmente
le sue perplessità meritano di poter essere accolte nella sede
opportuna.
Ribadisco la mia indicazione di confrontarsi in un percorso
psicologico per comprendere che sono molte le sfumature che accompagnano le nostre scelte e che ragionare con un pensiero o tutto o nulla ci rende le cose molto complicate.
Per quanto mi riguarda nessuno si può permettere di criticare
la sua decisione né tantomeno indicare chissà quale ricetta
magica per far si che fluisca tutto in modo sintonico.
Andare a vivere da solo è stata una sua decisione che va accolta e rispettata, tuttavia in questo periodo, nonostante molte soluzioni già trovate a problemi affrontati in passato ("Soffro di attacchi di panico da circa due anni, ma negli ultimi otto mesi sono riuscito a imparare a convivere con quelli che erano gli attacchi di panico che ho sempre avuto e a superare paure che prima sembravano impossibili da combattere") nella sua vita si sta manifestando un momento critico che lei ha l'opportunità di accogliere, analizzare e comprendere.
Perché andare a definire le sue scelte/decisioni con categorie come 'giusto', 'sbagliato', 'buono', 'cattivo'...?
Ognuno di noi fa quello che può e che ritiene adeguato con ciò che la propria coerenza interna 'sceglie' in un preciso momento della propria esistenza.
Le esperienze si vivono e non si giudicano a meno che non ci si trovi in un'aula di un tribunale , ma quella è un'altra storia.
I suoi stati d'animo e le sue 'sensazioni' le stanno comunicando qualcosa che varrebbe la pena prendere in considerazione ed è lei stesso a rendersi conto che forse non è più sufficiente mettere in campo la sua buona volontà e il suo impegno per superare questo periodo :" Non riesco quindi a capire questo senso di ansia e di paura, che principalmente si presenta la sera quando vado a letto, da dove provenga"...
Penso che accogliere e comprendere le nostre emozioni e l'intreccio che queste definiscono con il nostro modo di conoscere la realtà e di guardare il mondo, possa diventare un 'metodo' molto utile nella scrittura di un proprio 'glossario' di significati che ci caratterizzano e che ci rendono unici ed irripetibili; significati che ben decodificati e ben contestualizzati possono diventare una 'mappa' personale e uno strumento di sviluppo molto prezioso per orientarci nella vita.
Le auguro tutto il meglio.
Cordialmente
[#5]
Utente
La ringrazio nuovamente per la risposta, ha pienamente ragione in tutti gli aspetti.
Martedì incontrerò la mia nuova psicologa e sicuramente riusciremo insieme e a definire un percorso valido per gestire questa ansia che mi accompagna durante le giornate.
Credo anche che, come dice lei, dovrei smettere di dare un’etichetta alla mia scelta e iniziare di nuovo a vivere i miei spazi e le mie libertà. Di sicuro l’insieme di cose tra periodo storico e solitudine amplificano molto le mie sensazioni, ma credo che il primo step è quello di non demonizzare la casa e non vederla come il posto dove tutti i miei problemi nascono perché dubito che sia così.
Grazie ancora per le sue risposte
Martedì incontrerò la mia nuova psicologa e sicuramente riusciremo insieme e a definire un percorso valido per gestire questa ansia che mi accompagna durante le giornate.
Credo anche che, come dice lei, dovrei smettere di dare un’etichetta alla mia scelta e iniziare di nuovo a vivere i miei spazi e le mie libertà. Di sicuro l’insieme di cose tra periodo storico e solitudine amplificano molto le mie sensazioni, ma credo che il primo step è quello di non demonizzare la casa e non vederla come il posto dove tutti i miei problemi nascono perché dubito che sia così.
Grazie ancora per le sue risposte
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 5k visite dal 15/02/2021.
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