Dipendenza psicologica e rancore inspiegabile

Buongiorno dottore, brevemente le scrivo che dal 2003 a livello psicologico non sono più la stessa, ho avuto e ho tutt'ora attacchi di panico che a seconda delle situazioni che sia trovarsi su un ponte oppure in un luogo ampio e affollato oppure di notte al mare con davanti il buio più totale. Diciamo che da allora, non subito dopo un po' di tempo, non riesco più a stare bene da sola con gli altri. A scuola avevo una compagna, le stavo sempre appiccicata, mi aiutava e se stava assente stavo assente anch'io. Ritengo di non essere più, malgrado volendolo, indipendente psicologicamente. Al momento sto cercando un lavoro ma per problemi ad un ginocchio mi tocca stare a casa e così giro con mia mamma e mia zia e con loro mi trovo benissimo, per fortuna sono persone che capiscono e che non mi mandano via, io cerco di non dare fastidio e di partecipare alle discussioni. Il fatto è questo: sono una persona tranquilla, riesco ad essere me stessa cioè a muovermi liberamente solo in casa. Se esco, soprattutto da sola, comincio a sentirmi osservata, allora se c'è sole mi copro subito con degli occhiali. Vorrei capire il perchè questa debolezza che ho dentro si trasforma in certe situazioni in forte rabbia. Non riesco assolutamente ad andare d'accordo con quelli che formano gruppi, che siano maschi o femmine, che fumano e la cui base alla fine della fiera è la trasgressione (sesso, droga, ecc), pur magari piacendo anche a me il primo punto, ma vedendolo sotto un'ottica diversa, più moderata e sottolineando forse proprio per non incappare in queste situazioni, di non avere mai avuto un ragazzo. Mi si forma una rabbia dentro quando li vedo che secondo me si vede dagli occhi, non riesco a controllarla. Pur non facendomi niente, magari solo ridendo mi scatenano dentro un senso di odio nei loro confronti che ne avessi la forza fisica li picchierei con forza. Non riesco a sopportare questo prototipo di persone e si vede (l'anno scorso ero iscritta ad una facoltà e questa cosa capitava ogni giorno e una di un gruppo della classe mi ha chiesto esplicitamente perchè non riesco ad andare d'accordo con loro (erano 3 maschi) allora le ho raccontato che a parte alle elementari non ho più avuto amici maschi e avevo difficoltà ma lei era come loro e non è che mi desse un grande aiuto, anzi rideva. Mi ammutolisco, divento uno stoccafisso e mi blocco. Come si definisce tutto questo? Fobia sociale o provare anche rancore è qualcosa in più? Grazie per l'aiuto che mi darà.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazza, al di là delle definizioni, che non ti aiuterebbero ad avanzare nemmeno di un millimetro verso la risoluzione del tuo problema, potremmo dire che la tua rabbia deriva forse dal non essere riuscita, sinora, a sistemare nella giusta maniera pezzi importanti della tua vita. Mi paiono evidenti problemi sul versante relazionale e affettivo, che uniti ai tuoi attacchi d'ansia indicherebbero che un aiuto psicologico nel tuo caso potrebbe essere più che appropriato.

Sei mai stata a parlarne con uno/a psicologo/a? Ci sono diverse cose che potresti fare. La più immediata è informarsi se nella tua facoltà esiste un servizio di ascolto per gli studenti, in moltissime facoltà oggi sono presenti. Alternativamente potresti sentire il CUP della ASL della tua zona di residenza e chiedere che ti prenotino un primo colloquio psicologico. Oppure esiste sempre la strada del consulto privato, a pagamento.

Ma credo che la cosa peggiore sarebbe rimanere lì a macerarti, senza cercare l'aiuto di un esperto, mentre il resto dei tuoi coetanei si gode la vita.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Attivo dal 2009 al 2009
Ex utente
Grazie dottore, può andare bene anche il consultorio del mio comune di residenza? Ho sentito dire che è gratuito. Ha ragione, devo darmi una mossa per alleviare un po' questa sofferenza mentale. Rispetto a prima del 2003 sento che prima non cadevo in congetture, non pensavo a cosa era meglio fare. Grazie per la sua risposta.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Certo, perché no. Ciò che devi fare è intanto fare un primo colloquio e vedere come ti trovi. In base al primo colloquio i colleghi potranno suggerirti come proseguire, e tu potrai decidere se andare avanti oppure no. Puoi leggere il seguente articolo, per farti intanto un'idea su cosa aspettarti da uno psicoterapeuta:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/

Cordiali saluti
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