Sono stanca di vivere

Salve, sono una ragazza di 21 anni e sto passando il periodo più brutto della mia vita.

Non riesco a fare più niente, neanche ad alzarmi dal letto per mangiare o per andare in bagno, ho crisi di pianto molto frequenti e mi sento totalmente un essere inutile che non merita di vivere.

Tutto inizia a causa di una crisi universitaria, sono iscritta al secondo anno di lettere moderne ma ho capito che è stato un errore iscriversi a questa facoltà dato che non mi darà lavoro, l'ho scelta in quanto avendo frequentato un liceo scientifico ero brava solo nelle materie umanistiche mentre in matematica e fisica prendevo molto spesso voti bassissimi come 3 o 4.

Ora sto pensando di iscrivermi ad una triennale di professioni sanitarie come ad esempio infermieristica ma non perché mi piaccia, soltanto perché da sicuramente un'occupazione certa dato che anche mia sorella è infermiera e lavora.

La cosa che mi ha messo in crisi è il fatto che mi sono resa conto di non avere passioni e di non sapere cosa voglio fare in futuro, non so chi sono, non ho capacità e penso che non potrò dare niente di buono a questa società.

Non mi piace niente e non sto più studiando dato che penso che sia totalmente inutile.

Il mio unico desiderio è quello di non svegliarmi più.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
lei ci ha scritto un mese fa ed ha avuto dettagliata risposta dalla dott.ssa Scalco, compresa l'informazione che con la laurea triennale in Lettere si svolgono molte professioni (ha pensato anche al giornalismo, al teatro, alle case editrici come lettrice di manoscritti, all'editing, al compilare testi per fumetti?), mentre non si accede all'insegnamento, che a quanto pare lei detesta, se non con la magistrale.
Ha almeno letto i brevi articoli indicati dalla mia collega?
Confermo che un'infermiera demotivata e propensa alla depressione rischia il burnout, con tutte le sue terribili conseguenze.
Aggiungo che il non completare il triennio iniziato risulterebbe uno spreco e un bilancio personale negativo che potrebbe solo accrescere il suo attuale disagio.
Ma non le sto scrivendo per ribadire quanto già le è stato detto, bensì per un'altra ragione. La domanda che lei replica dopo un mese, a questo punto, contiene elementi inequivocabili di malessere.
Molte persone sulla china della depressione usano camuffare il loro stato additandone le ragioni in questa o quella situazione: una volta è un partner che non le ama abbastanza, un'altra un lavoro usurante, un corso di studi che non promette un futuro, dei genitori castranti e così via.
La verità non è mai questa, nemmeno quando questi elementi esistono davvero: il nostro malessere è nell'incapacità di fronteggiare i vari frangenti della vita, viene da dentro, e come tale va curato.
Approfitti del fatto che è iscritta all'università per accedere ai colloqui con gli psicologi universitari, gratuiti, e se questo non fosse sufficiente, parli al suo medico di famiglia dei suoi malesseri e si faccia prescrivere dei colloqui con gli psicologi delle ASL o al Consultorio Giovani (dove spesso non è nemmeno necessaria la prescrizione).
Non lasci che il suo stato d'animo divenga pervasivo e inquini la sua vita.
Coraggio. Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Utente
Utente
Grazie mille dottoressa per la risposta e per la sua disponibilità.
Confermo di aver letto gli articoli e la risposta della vostra collega, compresa ovviamente la questione degli sbocchi lavorativi della mia classe di laurea.
Il problema è che in giro sul web ho letto tante cose negative riguardo alla situazione occupazionale della laurea in lettere e tutto ciò mi ha demotivata a tal punto da bloccarmi e riflettere se cambiare corso o meno.
All'inizio ero sicura della mia scelta dato che al liceo non andavo molto bene nelle discipline scientifiche mentre eccellevo in quelle umanistiche perciò mi sono iscritta a lettere ma effettivamente senza pensare a ciò che sarei andata a fare in futuro.
I miei genitori mi esortano a continuare ma ho davvero paura di star perdendo tempo e non voglio che dopo la laurea io debba pesare ancora su di loro.
Ad ogni modo parlerò con qualche psicologo/a del consultorio dato che ho sempre avuto problemi riguardo all'eccessiva timidezza e cercherò di sentirmi meglio dato che non mi riconosco più.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.3k 193
Gentile utente,
ottima la sua idea di valutare anche la timidezza, oltre che la facilità allo scoraggiamento; infatti non riesco a capire dove abbia trovato tutti questi giudizi negativi sul futuro occupazionale dei laureati in Lettere.
Faccia attenzione anche a nutrirsi bene; tutto l'organismo ne ha bisogno, ma un cervello che non riceve i nutrienti essenziali manifesta gli stati depressivi e gli altri disturbi da lei segnalati.
Le faccio molti auguri.