Collega paranoico, strategie per sopravvivere al lavoro

Buongiorno,

vi scrivo per avere un parere su possibili strategie da adottare sul lavoro per via di un collega paranoico.


Lui crede che ci sia un complotto alle sue spalle orchestrato in prima persona dalla sua dirigente e portato avanti praticamente un po' da tutti.
Capita spesso che interpreta battute occasionali oppure lecite richieste da parte dei nostri utenti come parte di un piano studiato appositamente per farlo cacciare oppure per farlo stare male.
Inoltre interpreta situazioni normali come se qualcuno avesse messo in giro voci su di lui.

Es: crede che dicono che vada a prostitute/colleghe/mettendo incinta donne, crede che ci siano voci malevoli sulla sua salute, sulla sua sfera personale (famiglia/casa) e sulla sua posizione lavorativa.

Collega episodi separati da anni (due colleghi che parlano in un corridoio captando nella loro conversazione il nome di una società X) con l'arrivo di una mail normalissima da parte della stessa società X; raggiungendo conclusioni di complotto.

A volte si rapporta in modo aggressivo e fuori luogo per la situazione.
Negli ultimi 5 anni ho visto un graduale peggioramento delle sue condizioni dove ha sempre alzato l'asticella delle dimensioni del complotto contro di lui.

Ultimamente ha problemi di tiroide che da quello che mi hanno detto potrebbe aver aggravato la sua condizione.
Per questo comunque è seguito da un endocrinologo.


Io devo lavorci assieme per molte cose e attualmente la comunicazione è diventata difficile da gestire.
Inizia a essere aggressivo anche nei miei confronti metterndomi in difficoltà, a volte anche con gli utenti, a volte semplicemente non comprendendo quello che dico e focalizzandosi su possibili scelte o idee di lavoro sbagliate che secondo lui avrei detto o fatto.

Negli ultimi anni ho semrpe gestito questo suo lato cercando di ascoltarlo, facendolo sfogare e suggerendogli che forse potrebbe esserci un'altra spiegazione.
Mentre in altre occasioni l'ho semplicemente ascoltato, visto che l'evento era talmente assurdo da negare
.

Credo che l'unica vera soluzione sia che si faccia vedere da qualcuno, cosa che ho provato più volte a dirgli senza successo.

Semplicemente vorrei avere un parere se esiste qualche linea guida o atteggiamento da mantenere per trovare maggior tranquillità nel mio lavoro.

E in ulitimo un parere su cosa potrei aspettarmi dal futuro se continua a non farsi vedere da nessuno.


Grazie per l'attenzione
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

ci sono due tipi di paranoici: il primo è quello che non suscita paura e che nella relazione è più soft, sebbene abbia delle idee particolari su se stesso e sul mondo (es viene pronunciata una parola e automaticamente si pensa sia riferibile a sé).

Il secondo è il Suo collega ed è il più frequente ma anche quello che riesce a suscitare un po' di paura anche tra gli addetti ai lavori, perché qualunque cosa venga detta o fatta (perfino il sorriso sociale se lo si incontra per strada o al mattino al lavoro, come si fa tra colleghi normalmente) viene visto come una presa per i fondelli, un modo per ingannarlo e danneggiarlo, ecc...

Cosa fare? Esistono delle linee guida che si utilizzano anche nelle psicoterapie e che servono per stabilire una relazione di fiducia.

Partirei da che cosa NON fare. Tenga presente che per il paranoico il complotto esiste davvero e che anche Lei (che di tutto è interessato nelle cose di tutti i giorni, fuorché dei pensieri altrui!) potrebbe rischiare di farne parte, ad esempio se provasse a fare un esame di realtà. Se, cioè, quando questa persona racconta i propri timori e le proprie versioni dei fatti, Lei provasse a dire "Ma no, guarda, non è così, ma è successo che .", automaticamente questa persona penserebbe che anche Lei sia parte del complotto.

Ciò che effettivamente si può fare con molto molto tatto e in modo molto blando (cioè senza che Lei che scrive si metta nei guai, visto che parliamo di ambiente lavorativo), è sposare la teoria del complotto, come di fatto fa quando cerca di spiegare che ci sono alternative.
Mi spiego meglio. Se Lei dicesse a questa persona "Eh, hai ragione, il mondo è complicato e anche io sono d'accordo con te, però se fai come dici tu potresti avere problemi. C'è un altro modo, altrettanto valido ma che non ti esponga a dei problemi?".

Mi rendo conto che non è facilissimo, come d'altra parte neppure per uno psicoterapeuta è facilissimo lavorare con le persone paranoiche di questo tipo, anche se poi si riesce a raggiungere un equilibrio per stare nella vita in modo più accettabile.

La Sua ultima domanda si riferisce alla pericolosità di questa persona? Oppure alle condizioni di salute?

Diciamo che potrebbe diventare aggressivo verbalmente (se già non lo è), ma anche arrabbiarsi molto davanti ad un esame di realtà, magari diventando insistente, ma anche battere i pugni sul tavolo, ecc...

Ovviamente, trattandosi di un problema serio, senza trattamento può peggiorare e irrigidirsi sulle proprie posizioni.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica