Psicologo
Salve, sono un ragazzo di 18 anni che da ormai quasi 4 mesi si sente in un tunnel.
Parto dal presupposto che sono abbastanza ipocondriaco e precedentemente mi è capitato di avere sintomi che duravano per qualche tempo e che sparivano, tali sintomi non erano legati ad alcun problema concreto.
Ad ottobre, dopo due settimane di Dad ho iniziato ad accusare un fastidio alla fronte, preoccupato sono andato dal medico il quale mi ha fatto fare delle analisi e degli accertamenti al cuore, tutto è risultato nella norma.
Dopo tali accertamenti, il fastidio è scomparso.
Qualche settimana dopo, tutto è ritornato.
A gennaio ho fatto un’altra volta le analisi e tutto è risultato nella norma, ho però notato che ogni qual volta venga rassicurato, i sintomi vadano via, però, tempo dopo, rincomincio a percepire tutto.
Sono arrivato al punto di essere costantemente giù di morale perché appena vedo determinate cose (determinati vestiti o strade della mia città) inizio a sprofondare in un senso di ansia e di angoscia perché tutto mi fa pensare a quella condizione.
Non so più cosa fare.
Questa volta, rispetto ai miei episodi precedenti, sento di non aver chiuso il cerchio di tutto ciò e associo a questo il mio continuo stato.
Credo che questo sia anche legato al fatto che ad ottobre il medico, allarmato da un mio stato di ansia, mi mandò al pronto soccorso (aumentando le mie preoccupazioni).
In sostanza, non avendo avuto un perché a tutto, ho costantemente paura di una ricaduta, che alla fine me la provoca.
A ciò credo si aggiunga anche un repentino dimagrimento, da me voluto, che mi ha portato a perdere 10kg in pochissime settimane (non mangiavo nulla praticamente).
Purtroppo non so spiegare bene le mie sensazioni, mi rendo conto che servirebbe parlare di persona, apprezzerei comunque una vostro punto di vista.
Parto dal presupposto che sono abbastanza ipocondriaco e precedentemente mi è capitato di avere sintomi che duravano per qualche tempo e che sparivano, tali sintomi non erano legati ad alcun problema concreto.
Ad ottobre, dopo due settimane di Dad ho iniziato ad accusare un fastidio alla fronte, preoccupato sono andato dal medico il quale mi ha fatto fare delle analisi e degli accertamenti al cuore, tutto è risultato nella norma.
Dopo tali accertamenti, il fastidio è scomparso.
Qualche settimana dopo, tutto è ritornato.
A gennaio ho fatto un’altra volta le analisi e tutto è risultato nella norma, ho però notato che ogni qual volta venga rassicurato, i sintomi vadano via, però, tempo dopo, rincomincio a percepire tutto.
Sono arrivato al punto di essere costantemente giù di morale perché appena vedo determinate cose (determinati vestiti o strade della mia città) inizio a sprofondare in un senso di ansia e di angoscia perché tutto mi fa pensare a quella condizione.
Non so più cosa fare.
Questa volta, rispetto ai miei episodi precedenti, sento di non aver chiuso il cerchio di tutto ciò e associo a questo il mio continuo stato.
Credo che questo sia anche legato al fatto che ad ottobre il medico, allarmato da un mio stato di ansia, mi mandò al pronto soccorso (aumentando le mie preoccupazioni).
In sostanza, non avendo avuto un perché a tutto, ho costantemente paura di una ricaduta, che alla fine me la provoca.
A ciò credo si aggiunga anche un repentino dimagrimento, da me voluto, che mi ha portato a perdere 10kg in pochissime settimane (non mangiavo nulla praticamente).
Purtroppo non so spiegare bene le mie sensazioni, mi rendo conto che servirebbe parlare di persona, apprezzerei comunque una vostro punto di vista.
[#1]
Gentile utente,
le suggerirei un colloquio con uno psicologo che la sottoponga in particolare ad un test per l'ansia e ad uno per l'alessitimia.
Il suo medico di base glielo avrà già suggerito: io le chiedo di farci sapere se questo colloquio ha avuto luogo, e in caso contrario, perché non c'è stato.
Tenga conto che andare al Pronto Soccorso di questi tempi comporta un rischio, mentre il colloquio psicologico si fa online.
Auguri.
le suggerirei un colloquio con uno psicologo che la sottoponga in particolare ad un test per l'ansia e ad uno per l'alessitimia.
Il suo medico di base glielo avrà già suggerito: io le chiedo di farci sapere se questo colloquio ha avuto luogo, e in caso contrario, perché non c'è stato.
Tenga conto che andare al Pronto Soccorso di questi tempi comporta un rischio, mentre il colloquio psicologico si fa online.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Salve dottoressa, la ringrazio per avermi risposto. Il medico curante, a dire il vero, non mi ha suggerito di andare da uno psicologo. Per quanto mi riguarda, sarei propenso ad andarci ma i miei non sarebbero molto d’accordo, lo considererebbero come una perdita di tempo. Che cosa mi consiglia?
[#3]
Caro utente,
per quanto riguarda il suo medico, se è al corrente dei suoi sintomi ipocondriaci e le ha detto di correre al Pronto Soccorso in preda a un attacco d'ansia, avrà creduto che lei sarebbe stato immediatamente indirizzato ad uno psicologo; altrimenti cosa hanno fatto, al Pronto Soccorso?
Io la inviterei a seguire il buon senso per cui sta scrivendo a noi, un blog di psicologi e di medici, e a seguire le indicazioni di chi ha una preparazione specifica. Con questo intendo una laurea, un'abilitazione professionale, diverse specializzazioni.
Lei cercherebbe indicazioni sull'opportunità di un'operazione chirurgica dal fruttivendolo?
Se lo fa, non capisco perché scrive a noi, ma se non lo fa, si chieda se al chirurgo direbbe: "sarei propenso a farmi togliere l'appendice, ma i miei non sono d’accordo, lo considerano una perdita di tempo, quindi preferisco morire di appendicite".
Nel suo liceo c'è quasi sicuramente uno psicologo per consulenza agli alunni. Altrimenti ne trova alle ASL, al Consultorio Giovani, al Centro di Salute Mentale, in molti ospedali, e naturalmente negli studi privati.
Buone cose.
per quanto riguarda il suo medico, se è al corrente dei suoi sintomi ipocondriaci e le ha detto di correre al Pronto Soccorso in preda a un attacco d'ansia, avrà creduto che lei sarebbe stato immediatamente indirizzato ad uno psicologo; altrimenti cosa hanno fatto, al Pronto Soccorso?
Io la inviterei a seguire il buon senso per cui sta scrivendo a noi, un blog di psicologi e di medici, e a seguire le indicazioni di chi ha una preparazione specifica. Con questo intendo una laurea, un'abilitazione professionale, diverse specializzazioni.
Lei cercherebbe indicazioni sull'opportunità di un'operazione chirurgica dal fruttivendolo?
Se lo fa, non capisco perché scrive a noi, ma se non lo fa, si chieda se al chirurgo direbbe: "sarei propenso a farmi togliere l'appendice, ma i miei non sono d’accordo, lo considerano una perdita di tempo, quindi preferisco morire di appendicite".
Nel suo liceo c'è quasi sicuramente uno psicologo per consulenza agli alunni. Altrimenti ne trova alle ASL, al Consultorio Giovani, al Centro di Salute Mentale, in molti ospedali, e naturalmente negli studi privati.
Buone cose.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 939 visite dal 02/02/2021.
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