Crisi d'identità
Buonasera, sono pesantemente disorientato e non so che fare.
sono confuso sulla mia identità e non so chi sono.
anagrafe ho 30anni, chi incontro mi dice che ne dimostro di più.
Ma dentro mi sento un 15enne, come se fossi rimasto bloccato a quella età.
quando nel passaggio da scuola media a scuola superiore, mi trovai a cambiare città e persi (o lasciai in alcuni casi volontariamente, ma non sapendo cosa facessi, a quell'età) la comitiva di amici che avevo alle scuole medie.
Mi fu molto difficile stringere nuove amicizie, specie con il mio sesso, in un contesto totalmente nuovo e senza punti di riferimento.
E alla fine mi trovai a ripiegare in una comitiva quasi tutta al femminile.
Piano piano mi abituai, ma è come se non mi fosse mai andata giù questa cosa, come se mi mancasse sempre quella comitiva maschile con cui crescere da pari e confrontarsi, come se avessi recitato con loro per tutti quegli anni, pur stando bene, in fin dei conti e vivendo tante esperienze anche divertenti in compagnia.
Ora mi trovo però a 30 anni pesantemente disorientato come dicevo.
Non riesco ad avere una relazione alla pari con i miei coetanei, senza sentirmi inferiore o inadeguato.
Mi riesce molto di più con persone più grandi, ma questo non mi dà soddisfazione.
E in tutto ciò è come se la mia mente, anche nell' interazione con loro, più grandi o coetanei, fosse rimasta lì, a quel 15enne spaventato e disorientato.
Ora mi trovo a lavoro in una scuola superiore, nel personale scolastico (non prof), a 1000km da casa, da solo.
E anche qui, mi trovo in una sensazione strana nei confronti dei ragazzi, come se li capissi di più e volessi essere parte dei loro gruppi a volte, quasi una forma di invidia, desiderio di inclusione (sto cercando di concretizzare i miei pensieri e sensazione, anche se non è proprio quello il senso, ma spero di essere riuscito a farmi capire).
Poi razionalizzo il tutto e torno nel mio vivere quotidiano.
ma rimane cmq in me questo profondo malessere.
Che fa si tra l altro che a 30anni ancora non sappia cosa voglio fare.
Sto facendo il bidello per qualche tempo, per provare un esperienza che mi si è presentata, anche se sapevo già in partenza non fosse questa la mia strada, il lavoro è tranquillo ma ha 0 stimoli, oltre l unico vantaggio di avere la possibilità per la prima volta di stare fuori casa, anche se non avere neanche gli amici vicino è stato difficile e non nascondo le difficoltà e le ansie all inizio.
Pensavo infatti di aver sbagliato e di essermi messo troppo alla prova questa volta.
Avrei una laurea in infermieristica da completare, dopo aver lasciato anni fa medicina per problemi di lavoro e famiglia, che già mi stimolerebbe di più, ma sono all ultimo anno da vari anni, perché la responsabilità della vita delle persone a volte mi fa salire una tremenda ansia e mi blocco dal finire.
mi trovo bloccato in questo circolo senza uscita e vado avanti per inerzia, senza stimoli veri, senza sentirmi padrone di me stesso fino in fondo, in balia delle onde
sono confuso sulla mia identità e non so chi sono.
anagrafe ho 30anni, chi incontro mi dice che ne dimostro di più.
Ma dentro mi sento un 15enne, come se fossi rimasto bloccato a quella età.
quando nel passaggio da scuola media a scuola superiore, mi trovai a cambiare città e persi (o lasciai in alcuni casi volontariamente, ma non sapendo cosa facessi, a quell'età) la comitiva di amici che avevo alle scuole medie.
Mi fu molto difficile stringere nuove amicizie, specie con il mio sesso, in un contesto totalmente nuovo e senza punti di riferimento.
E alla fine mi trovai a ripiegare in una comitiva quasi tutta al femminile.
Piano piano mi abituai, ma è come se non mi fosse mai andata giù questa cosa, come se mi mancasse sempre quella comitiva maschile con cui crescere da pari e confrontarsi, come se avessi recitato con loro per tutti quegli anni, pur stando bene, in fin dei conti e vivendo tante esperienze anche divertenti in compagnia.
Ora mi trovo però a 30 anni pesantemente disorientato come dicevo.
Non riesco ad avere una relazione alla pari con i miei coetanei, senza sentirmi inferiore o inadeguato.
Mi riesce molto di più con persone più grandi, ma questo non mi dà soddisfazione.
E in tutto ciò è come se la mia mente, anche nell' interazione con loro, più grandi o coetanei, fosse rimasta lì, a quel 15enne spaventato e disorientato.
Ora mi trovo a lavoro in una scuola superiore, nel personale scolastico (non prof), a 1000km da casa, da solo.
E anche qui, mi trovo in una sensazione strana nei confronti dei ragazzi, come se li capissi di più e volessi essere parte dei loro gruppi a volte, quasi una forma di invidia, desiderio di inclusione (sto cercando di concretizzare i miei pensieri e sensazione, anche se non è proprio quello il senso, ma spero di essere riuscito a farmi capire).
Poi razionalizzo il tutto e torno nel mio vivere quotidiano.
ma rimane cmq in me questo profondo malessere.
Che fa si tra l altro che a 30anni ancora non sappia cosa voglio fare.
Sto facendo il bidello per qualche tempo, per provare un esperienza che mi si è presentata, anche se sapevo già in partenza non fosse questa la mia strada, il lavoro è tranquillo ma ha 0 stimoli, oltre l unico vantaggio di avere la possibilità per la prima volta di stare fuori casa, anche se non avere neanche gli amici vicino è stato difficile e non nascondo le difficoltà e le ansie all inizio.
Pensavo infatti di aver sbagliato e di essermi messo troppo alla prova questa volta.
Avrei una laurea in infermieristica da completare, dopo aver lasciato anni fa medicina per problemi di lavoro e famiglia, che già mi stimolerebbe di più, ma sono all ultimo anno da vari anni, perché la responsabilità della vita delle persone a volte mi fa salire una tremenda ansia e mi blocco dal finire.
mi trovo bloccato in questo circolo senza uscita e vado avanti per inerzia, senza stimoli veri, senza sentirmi padrone di me stesso fino in fondo, in balia delle onde
[#1]
Gentile Utente,
ha spiegato molto chiaramente il Suo disagio, ma ritengo che questa possa essere proprio l'occasione per concretizzare e dare una risposta, oltre ad una svolta.
Lei da anni sta indugiando e non riesce a terminare un percorso di studi che probabilmente Le interessa (prima intraprende medicina, poi è costretto a lasciare la facoltà e si iscrive a scienze infermieristiche). Si è mai chiesto che cosa La sta davvero fermando?
Il fatto di sentire di essere più vicino ad un ragazzo di quindici anni, che non ad un uomo di trent'anni che cosa significa davvero per Lei? La costringe anche a non prendere responsabilità, come un quindicenne, oppure Le pesa tutto ciò?
Se potesse avere una bacchetta magica, che cosa realizzerebbe dei Suoi desideri?
ha spiegato molto chiaramente il Suo disagio, ma ritengo che questa possa essere proprio l'occasione per concretizzare e dare una risposta, oltre ad una svolta.
Lei da anni sta indugiando e non riesce a terminare un percorso di studi che probabilmente Le interessa (prima intraprende medicina, poi è costretto a lasciare la facoltà e si iscrive a scienze infermieristiche). Si è mai chiesto che cosa La sta davvero fermando?
Il fatto di sentire di essere più vicino ad un ragazzo di quindici anni, che non ad un uomo di trent'anni che cosa significa davvero per Lei? La costringe anche a non prendere responsabilità, come un quindicenne, oppure Le pesa tutto ciò?
Se potesse avere una bacchetta magica, che cosa realizzerebbe dei Suoi desideri?
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#2]
Utente
È quello il problema. Non ho desideri, oltre a starmene per le mie e fare qualcosa che mi dia meno carico possibile,ma che cmq nella mia testa io percepisca come lavoro che viene rispettato, non subalterno a qualcuno (bidello e infermiere). L infermiere mi spaventa perché oltre a delle mansioni non consone ad un laureato, è molto limitante all aver a che fare solo con malati, nel senso, dover fare solo corsia, ospedale etc. Mentre mi vedo più mentale, che pratico molte volte. E ho una capacità di adattamento molto alta che spesso fa sì che mi adatti a fare tutto, ma non sia felice,veramente. Mi sento vicino al 15enne che è in me perché credo di non aver mai superato quel trauma che è stato lasciare gli amici e trovarsi fa solo praticamente. È da allora che sono molto solitario, non che non faccia amicizie, ma non riesco a trovarne spesso soddisfazione e sto per le mie. Aggiungiamo a questo che sessualmente non mi accetto, perché mi piacciono gli uomini ma non c'è nella mia testa un idea di vita con un uomo, per le esperienze avute, quindi vorrei stare con una donna, ma non mi sento pronto, spesso. Un mix abbastanza incasinato
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.8k visite dal 01/02/2021.
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