Ansia da consapevolezza o da condizionamento
Salve,
Durante l'università ho sofferto di ansia somatizzata perché ho iniziato ad avere dubbi sulla scelta del lavoro futuro.
È successo dal secondo anno, in particolare è iniziato dopo che una mia amica mi ha riferito che non avrebbe visto un'altra mia amica come futura psicologa.
Ho associato quel momento non so perché, forse perché ho iniziato da quel momento a pormi delle domande.
Ho finito l'università e ho svolto il tirocinio.
All'inizio l'ho vissuta male, mi svegliavo la mattina già con ansia.
I mesi successivi l'ho vissuta diversamente.
Ora che ho iniziato a studiare per l'esame di stato è tornata.
Il mio dubbio circa questa ansia è se sia una sorta di condizionamento per cui io mi sia convinta che non mi piace e quindi mi ostacolo o se davvero non mi piaccia e mi stia forzando.
Quello che penso delle volte è che sia un lavoro emotivamente pesante, quasi mi fanno ''paura'' determinate malattie mentali.
Inoltre la classica immagine dello psicologo come psicanalista non mi piace.
Da una parte penso di dovermi dare una possibilità e provarci, dall'altra temo di non riuscire a liberarmi da questo dubbio e stato d'animo.
Mi sento bloccata.
Sono consapevole del fatto che penso troppo e che questo non mi aiuta a prendere una decisione e che sia anche in parte causa dell'ansia.
Cosa ne pensate?
Durante l'università ho sofferto di ansia somatizzata perché ho iniziato ad avere dubbi sulla scelta del lavoro futuro.
È successo dal secondo anno, in particolare è iniziato dopo che una mia amica mi ha riferito che non avrebbe visto un'altra mia amica come futura psicologa.
Ho associato quel momento non so perché, forse perché ho iniziato da quel momento a pormi delle domande.
Ho finito l'università e ho svolto il tirocinio.
All'inizio l'ho vissuta male, mi svegliavo la mattina già con ansia.
I mesi successivi l'ho vissuta diversamente.
Ora che ho iniziato a studiare per l'esame di stato è tornata.
Il mio dubbio circa questa ansia è se sia una sorta di condizionamento per cui io mi sia convinta che non mi piace e quindi mi ostacolo o se davvero non mi piaccia e mi stia forzando.
Quello che penso delle volte è che sia un lavoro emotivamente pesante, quasi mi fanno ''paura'' determinate malattie mentali.
Inoltre la classica immagine dello psicologo come psicanalista non mi piace.
Da una parte penso di dovermi dare una possibilità e provarci, dall'altra temo di non riuscire a liberarmi da questo dubbio e stato d'animo.
Mi sento bloccata.
Sono consapevole del fatto che penso troppo e che questo non mi aiuta a prendere una decisione e che sia anche in parte causa dell'ansia.
Cosa ne pensate?
[#1]
Gentile utente,
si ha l'impressione che gran parte della sua confusione nasca dal fatto che lei non si informa, non legge, non guarda. Altro che pensare troppo! Presa da suoi rovelli interiori, coltiva una narrazione interna che non le sta concedendo spiragli di apertura sulla realtà.
Già al suo primo consulto, una mia collega le ricordò che la psicologia ha tanti sbocchi, non solo la psicoterapia: c'è lo psicologo del lavoro, campo vastissimo; quello dello sport; quello di comunità; quello scolastico...
Di seguito, quando lei lasciò il suo ragazzo, un'altra collega la invitò a fruire con più impegno dei consulti psicologici.
Tutto inutile? Oggi lei arriva a scrivere: "la classica immagine dello psicologo come psicanalista non mi piace".
Ma cara ragazza, questa immagine dove la trova più? In provincia, in qualche film di terza categoria?
Lei ha idea di quanti psicoterapeuti non sono psicoanalisti, bensì strategici, gestaltisti, cognitivo/comportamentali, sistemico/relazionali, funzionali/corporei, transazionali e via dicendo?
In genere i laureati in psicologia sono bombardati dalle offerte di partecipazione gratuita alla presentazione dei corsi delle varie scuole di specializzazione, oggi on-line. Lei non ne ha seguito nemmeno uno? Crede ancora che esista solo la psicoanalisi, mentre tutti ormai ci occupiamo di neuroscienze?
Apra gli occhi. Il mondo è più grande e più ricco di come immagina. Non se lo perda per rimanere concentrata su sé stessa.
Auguri.
si ha l'impressione che gran parte della sua confusione nasca dal fatto che lei non si informa, non legge, non guarda. Altro che pensare troppo! Presa da suoi rovelli interiori, coltiva una narrazione interna che non le sta concedendo spiragli di apertura sulla realtà.
Già al suo primo consulto, una mia collega le ricordò che la psicologia ha tanti sbocchi, non solo la psicoterapia: c'è lo psicologo del lavoro, campo vastissimo; quello dello sport; quello di comunità; quello scolastico...
Di seguito, quando lei lasciò il suo ragazzo, un'altra collega la invitò a fruire con più impegno dei consulti psicologici.
Tutto inutile? Oggi lei arriva a scrivere: "la classica immagine dello psicologo come psicanalista non mi piace".
Ma cara ragazza, questa immagine dove la trova più? In provincia, in qualche film di terza categoria?
Lei ha idea di quanti psicoterapeuti non sono psicoanalisti, bensì strategici, gestaltisti, cognitivo/comportamentali, sistemico/relazionali, funzionali/corporei, transazionali e via dicendo?
In genere i laureati in psicologia sono bombardati dalle offerte di partecipazione gratuita alla presentazione dei corsi delle varie scuole di specializzazione, oggi on-line. Lei non ne ha seguito nemmeno uno? Crede ancora che esista solo la psicoanalisi, mentre tutti ormai ci occupiamo di neuroscienze?
Apra gli occhi. Il mondo è più grande e più ricco di come immagina. Non se lo perda per rimanere concentrata su sé stessa.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 814 visite dal 25/01/2021.
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