Blocco nella vita professionale e in quella personale
Gentili,
Sono una giovane donna di 29 anni.
Da 3 ho una relazione stabile con un uomo con cui convivo da quasi altrettanti 3.
Ancora, da quasi 3 anni svolgo un dottorato di ricerca che ho tanto desiderato ma che ho ottenuto lontano dal posto in cui sono nata, cresciuta e in cui mi sono formata come individuo.
Sono sempre stata una brillante studentessa e studiare è l'unica cosa che abbia mai saputo e voluto veramente fare.
La storia con il mio compagno è stata dal principio travolgente e inaspettata, sia per una nostra comunanza spirituale sia per il suo piglio pratico, lontano dalle idee di "fidanzatamento" più convenzionali: lui lavorava fuori, ogni settimana faceva chilometri per tornare da me (anche lui è oriundo della mia regione ma, a differenza mia, ha una ripugnanza per quel luogo che io invece amo visceralmente), ce ne stavamo da soli per giorni e nei nostri idilli abbiamo progettato e realizzato subito il nostro amore.
Dopo otto mesi, con l'esito positivo del dottorato, siamo andati a convivere là dove lui già viveva e lavorava.
Non è stato facile per me adattarmi alla mia nuova condizione - e infatti non ci sono riuscita - e non c'è stato giorno in cui non abbia pensato alla mia terra, alla mia vita precedente, ma lo ritenevo un passaggio doveroso nel mio processo di crescita.
Dopo un anno il mio compagno è stato trasferito in un'altra regione e io l'ho seguito, grazie anche alla mobilità che mi dà il dottorato, non volendo rimanere in quel luogo che ho finito quasi per odiare.
Attualmente viviamo in questo secondo luogo ma io non riesco più a trovare me stessa.
Oltre ad essersi rafforzata in me l'idea che riesco a stare bene solo là dove ho la mia famiglia, non mi riconosco nemmeno in quello che faccio: non riesco a studiare, non trovo alcuno stimolo in ciò che faccio e la mia ricerca è ferma da mesi, cosa per me inaccettabile dato il mio passato di studentessa ineccepibile e sempre interessata.
Non ho amici, non riesco a parlare di tutto col mio compagno perché non capisce, sebbene ci provi, i legami che rimpiango e mi sento insoddisfatta di tutto ciò che mi riguarda.
Cerco di spronarmi nel lavoro, di ricordarmi le motivazioni iniziali ma è come se un blocco insormontabile si frapponesse tra me e la vita.
Inoltre, il pensiero di stare lontano dalla mia famiglia mi fa sentire in colpa e penso ogni santo giorno alla loro età, al fatto che presto potrebbero non esserci più e io sono qui a non fare nulla di positivo per cui ne valga la pena.
Ogni giorno mi risveglio con un nodo nel petto e un'ansia opprimente e faccio cose solo per fingere di non sentire questo peso, cose di nessun conto.
Mi sembra di vivere una vita da adulto che non ho richiesto, in cui sono capitata e che non mi sta bene e quando me lo ricordo mi assale un senso di angoscia indescrivibile.
Ho dovuto omettere diversi passaggi per sintesi ed è difficile concentrarsi sul groviglio di sensazioni che avverto ma ho sentito di dover chiedere aiuto
Sono una giovane donna di 29 anni.
Da 3 ho una relazione stabile con un uomo con cui convivo da quasi altrettanti 3.
Ancora, da quasi 3 anni svolgo un dottorato di ricerca che ho tanto desiderato ma che ho ottenuto lontano dal posto in cui sono nata, cresciuta e in cui mi sono formata come individuo.
Sono sempre stata una brillante studentessa e studiare è l'unica cosa che abbia mai saputo e voluto veramente fare.
La storia con il mio compagno è stata dal principio travolgente e inaspettata, sia per una nostra comunanza spirituale sia per il suo piglio pratico, lontano dalle idee di "fidanzatamento" più convenzionali: lui lavorava fuori, ogni settimana faceva chilometri per tornare da me (anche lui è oriundo della mia regione ma, a differenza mia, ha una ripugnanza per quel luogo che io invece amo visceralmente), ce ne stavamo da soli per giorni e nei nostri idilli abbiamo progettato e realizzato subito il nostro amore.
Dopo otto mesi, con l'esito positivo del dottorato, siamo andati a convivere là dove lui già viveva e lavorava.
Non è stato facile per me adattarmi alla mia nuova condizione - e infatti non ci sono riuscita - e non c'è stato giorno in cui non abbia pensato alla mia terra, alla mia vita precedente, ma lo ritenevo un passaggio doveroso nel mio processo di crescita.
Dopo un anno il mio compagno è stato trasferito in un'altra regione e io l'ho seguito, grazie anche alla mobilità che mi dà il dottorato, non volendo rimanere in quel luogo che ho finito quasi per odiare.
Attualmente viviamo in questo secondo luogo ma io non riesco più a trovare me stessa.
Oltre ad essersi rafforzata in me l'idea che riesco a stare bene solo là dove ho la mia famiglia, non mi riconosco nemmeno in quello che faccio: non riesco a studiare, non trovo alcuno stimolo in ciò che faccio e la mia ricerca è ferma da mesi, cosa per me inaccettabile dato il mio passato di studentessa ineccepibile e sempre interessata.
Non ho amici, non riesco a parlare di tutto col mio compagno perché non capisce, sebbene ci provi, i legami che rimpiango e mi sento insoddisfatta di tutto ciò che mi riguarda.
Cerco di spronarmi nel lavoro, di ricordarmi le motivazioni iniziali ma è come se un blocco insormontabile si frapponesse tra me e la vita.
Inoltre, il pensiero di stare lontano dalla mia famiglia mi fa sentire in colpa e penso ogni santo giorno alla loro età, al fatto che presto potrebbero non esserci più e io sono qui a non fare nulla di positivo per cui ne valga la pena.
Ogni giorno mi risveglio con un nodo nel petto e un'ansia opprimente e faccio cose solo per fingere di non sentire questo peso, cose di nessun conto.
Mi sembra di vivere una vita da adulto che non ho richiesto, in cui sono capitata e che non mi sta bene e quando me lo ricordo mi assale un senso di angoscia indescrivibile.
Ho dovuto omettere diversi passaggi per sintesi ed è difficile concentrarsi sul groviglio di sensazioni che avverto ma ho sentito di dover chiedere aiuto
[#1]
Gentile utente,
la sua età è quella di un'adulta, eppure lei scrive: "Mi sembra di vivere una vita da adulto che non ho richiesto, in cui sono capitata e che non mi sta bene".
Come mai? E per quale ragione è sottopeso?
Mi sembra che il dato su cui puntare, comunque, sia il suo stato d'animo: "Ogni giorno mi risveglio con un nodo nel petto e un'ansia opprimente e faccio cose solo per fingere di non sentire questo peso, cose di nessun conto".
Un colloquio diretto con uno psicologo l'aiuterebbe a capire che cosa veramente vuole. A lei sembra che siano la sua terra e la sua famiglia, ma non sarei troppo sicura che il problema si fermi lì.
Piuttosto che trascinare questa situazione negativa, nella quale non progredisce nemmeno negli studi, ha pensato di tornare a casa per un lungo periodo, diciamo un anno, e verificare se questo è sufficiente per ritrovare il suo benessere?
Se a questa proposta sente insorgere una sorta di ribellione all'idea di lasciare solo il suo uomo, o di costringerlo a lunghi viaggi, consulti senz'altro uno psicologo.
Se invece si sente rasserenata, sollevata, faccia i bagagli al più presto.
Ci faccia sapere. Auguri.
la sua età è quella di un'adulta, eppure lei scrive: "Mi sembra di vivere una vita da adulto che non ho richiesto, in cui sono capitata e che non mi sta bene".
Come mai? E per quale ragione è sottopeso?
Mi sembra che il dato su cui puntare, comunque, sia il suo stato d'animo: "Ogni giorno mi risveglio con un nodo nel petto e un'ansia opprimente e faccio cose solo per fingere di non sentire questo peso, cose di nessun conto".
Un colloquio diretto con uno psicologo l'aiuterebbe a capire che cosa veramente vuole. A lei sembra che siano la sua terra e la sua famiglia, ma non sarei troppo sicura che il problema si fermi lì.
Piuttosto che trascinare questa situazione negativa, nella quale non progredisce nemmeno negli studi, ha pensato di tornare a casa per un lungo periodo, diciamo un anno, e verificare se questo è sufficiente per ritrovare il suo benessere?
Se a questa proposta sente insorgere una sorta di ribellione all'idea di lasciare solo il suo uomo, o di costringerlo a lunghi viaggi, consulti senz'altro uno psicologo.
Se invece si sente rasserenata, sollevata, faccia i bagagli al più presto.
Ci faccia sapere. Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 21/01/2021.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.