Paranoia o verità?
Salve agli specialisti, scrivo questo consulto forse per avere rassicurazioni e sentirmi meno solo.
Al momento mi trovo in uno stato straniero in lockdown quindi mi é complicato rivolgermi ad un nuovo specialista di persona (nuovo perché ne ho avuto parecchi con cui non sono mai riuscito a stabilire una relazione funzionale).
Il mio problema sta nel titolo e può essere di facile risposta per uno psicologo, ma per una persona paranoica non lo é affatto.
Ho iniziato più o meno a 10 anni quando ho pensato di essere omosessuale, e il pensiero mi ha tenuto in allerta per due anni fino a quando non mi sono accettato del tutto e ho fatto coming-out nel mondo.
Fin qui nulla di male.
Il problema é nato a 16 anni.
Sono uscito con un ragazzo, la mia prima conoscenza.
Un po' ingenuamente mi sono fatto abbindolare da lui, lasciandomi andare al momento e ricambiando le richieste sessuali, sperando che lui potesse rimanere per donarmi l'affetto che avevo tanto desiderato.
Lui, ovviamente, mi ha gettato dopo essersi "svuotato" con me.
Io ne rimasi colpito a morte.
Ho cominciato a soffrire di somatizzazioni che mi hanno portato a pensarne di ogni: un giorno avevo il cancro, quello dopo avevo l'ipotiroidismo, poi la sindrome delle gambe senza riposo, poi ancora la sclerosi multipla e molte altre malattie... Le ho pensate tutte facendomi pensare che sarei morto di lì a poco.
Ho vagato tra i dottori per un anno fino a quando il mio medico generale mi disse che ero sicuramente troppo ansioso e paranoico.
Col tempo l'ipocondria si depoteziò e vissi un periodo di stallo fatto di un'angoscia esistenziale con una ragione a me oscura tutt'oggi.
Andando avanti nel tempo, pensando al mio passato infantile in cui rendevo a giocare con le bambole, iniziai a pensare di essere transgender.
E fu di nuovo tutta un'odissea fino a quando non decisi di lasciar scorrere le mie ossessioni nel corpo, per "abituarmici" o semplicemente per farle "annoiare" (funziona ma a breve termine).
L'ossessione di essere un trans é pressoché scomparsa quando ha fatto il suo ingresso un'altra paranoia.
Forse la peggiore che abbia mai avuto ed é talmente subdola che non mi permette neanche di esternarla ai miei amici, ad avere paura di dirla agli specialisti, per la paura di essere giudicato.
Ultimamente ho pensato di essere pedofilo solo perché, essendo un feticista dei piedi e mi piacciono i piedi "morbidi", ho pensato consequenzialmente che anche i bambini hanno i piedi morbidi e che quindi sono eccitato da loro.
Immaginate la mia amarezza...
Ho fatto 6 anni di animazione coi bambini di 6/7 anni, sono diplomato al liceo delle scienze umane e tutti i bei ricordi che avevo riferiti a queste attività sono diventati neri.
Sono stanco e so che dovrei tornare e rivolgermi ad uno specialista.
Ma ne ho avuti 3 e non é successo alcunché.
Spero che una delle vostre parole possa illuminare una via.
Grazie.
Al momento mi trovo in uno stato straniero in lockdown quindi mi é complicato rivolgermi ad un nuovo specialista di persona (nuovo perché ne ho avuto parecchi con cui non sono mai riuscito a stabilire una relazione funzionale).
Il mio problema sta nel titolo e può essere di facile risposta per uno psicologo, ma per una persona paranoica non lo é affatto.
Ho iniziato più o meno a 10 anni quando ho pensato di essere omosessuale, e il pensiero mi ha tenuto in allerta per due anni fino a quando non mi sono accettato del tutto e ho fatto coming-out nel mondo.
Fin qui nulla di male.
Il problema é nato a 16 anni.
Sono uscito con un ragazzo, la mia prima conoscenza.
Un po' ingenuamente mi sono fatto abbindolare da lui, lasciandomi andare al momento e ricambiando le richieste sessuali, sperando che lui potesse rimanere per donarmi l'affetto che avevo tanto desiderato.
Lui, ovviamente, mi ha gettato dopo essersi "svuotato" con me.
Io ne rimasi colpito a morte.
Ho cominciato a soffrire di somatizzazioni che mi hanno portato a pensarne di ogni: un giorno avevo il cancro, quello dopo avevo l'ipotiroidismo, poi la sindrome delle gambe senza riposo, poi ancora la sclerosi multipla e molte altre malattie... Le ho pensate tutte facendomi pensare che sarei morto di lì a poco.
Ho vagato tra i dottori per un anno fino a quando il mio medico generale mi disse che ero sicuramente troppo ansioso e paranoico.
Col tempo l'ipocondria si depoteziò e vissi un periodo di stallo fatto di un'angoscia esistenziale con una ragione a me oscura tutt'oggi.
Andando avanti nel tempo, pensando al mio passato infantile in cui rendevo a giocare con le bambole, iniziai a pensare di essere transgender.
E fu di nuovo tutta un'odissea fino a quando non decisi di lasciar scorrere le mie ossessioni nel corpo, per "abituarmici" o semplicemente per farle "annoiare" (funziona ma a breve termine).
L'ossessione di essere un trans é pressoché scomparsa quando ha fatto il suo ingresso un'altra paranoia.
Forse la peggiore che abbia mai avuto ed é talmente subdola che non mi permette neanche di esternarla ai miei amici, ad avere paura di dirla agli specialisti, per la paura di essere giudicato.
Ultimamente ho pensato di essere pedofilo solo perché, essendo un feticista dei piedi e mi piacciono i piedi "morbidi", ho pensato consequenzialmente che anche i bambini hanno i piedi morbidi e che quindi sono eccitato da loro.
Immaginate la mia amarezza...
Ho fatto 6 anni di animazione coi bambini di 6/7 anni, sono diplomato al liceo delle scienze umane e tutti i bei ricordi che avevo riferiti a queste attività sono diventati neri.
Sono stanco e so che dovrei tornare e rivolgermi ad uno specialista.
Ma ne ho avuti 3 e non é successo alcunché.
Spero che una delle vostre parole possa illuminare una via.
Grazie.
[#1]
Gentile ragazzo,
da quanto ci racconta sembrerebbe portato, probabilmente a causa dell'ansia e della tendenza a rimuginare, ad avere paure ricorrenti di natura ossessiva, esplose in seguito a quella sua grave delusione sentimentale in cui si è sentito usato e abbandonato.
Come nota lei stesso, le sue paure tendono a cambiare sempre, ad oggi si sono spostate dalla sfera della salute a quella dell'identità di genere, fino a questa più recente sulla sua sessualità, che la spaventa particolarmente, ma è molto probabile che le passerà come le altre.
Non abbia timore di parlarne con degli specialisti, cercherebbero solo di aiutarla e di comprenderla. Tenga anche conto che in una situazione come la sua non è tanto il contenuto del pensiero ad essere importante (come nota anche lei, varia spesso) ma il meccanismo sottostante, quel qualcosa che la porta periodicamente a spaventarsi e a ossessionarsi su qualcosa.
Anche se si trova in uno stato straniero, e in lockdown, ci sono molti colleghi che lavorano online in videocolloquio, e che potrebbero iniziare ad aiutarla e a sostenerla in questo momento delicato.
Dice che in passato è stato seguito da parecchi colleghi con i quali non è mai riuscito a stabilire una relazione "funzionale"... sarebbe interessante approfondire anche questo aspetto con chi la seguirà la prossima volta, capire cosa non è andato nel verso giusto nella relazione terapeutica, quali sono state le sue difficoltà, di cosa avrebbe avuto il bisogno, e non ha sentito di ricevere...
Un cordiale saluto, con l'augurio di poter trovare presto una maggior serenità
da quanto ci racconta sembrerebbe portato, probabilmente a causa dell'ansia e della tendenza a rimuginare, ad avere paure ricorrenti di natura ossessiva, esplose in seguito a quella sua grave delusione sentimentale in cui si è sentito usato e abbandonato.
Come nota lei stesso, le sue paure tendono a cambiare sempre, ad oggi si sono spostate dalla sfera della salute a quella dell'identità di genere, fino a questa più recente sulla sua sessualità, che la spaventa particolarmente, ma è molto probabile che le passerà come le altre.
Non abbia timore di parlarne con degli specialisti, cercherebbero solo di aiutarla e di comprenderla. Tenga anche conto che in una situazione come la sua non è tanto il contenuto del pensiero ad essere importante (come nota anche lei, varia spesso) ma il meccanismo sottostante, quel qualcosa che la porta periodicamente a spaventarsi e a ossessionarsi su qualcosa.
Anche se si trova in uno stato straniero, e in lockdown, ci sono molti colleghi che lavorano online in videocolloquio, e che potrebbero iniziare ad aiutarla e a sostenerla in questo momento delicato.
Dice che in passato è stato seguito da parecchi colleghi con i quali non è mai riuscito a stabilire una relazione "funzionale"... sarebbe interessante approfondire anche questo aspetto con chi la seguirà la prossima volta, capire cosa non è andato nel verso giusto nella relazione terapeutica, quali sono state le sue difficoltà, di cosa avrebbe avuto il bisogno, e non ha sentito di ricevere...
Un cordiale saluto, con l'augurio di poter trovare presto una maggior serenità
Dr.ssa Elisa Flavia Di Muro
www.psicologicamente.altervista.org
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.4k visite dal 20/01/2021.
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