Desiderio per la morte del genitore
Gentili Dottori,
non vorrei sembrare una brutta persona.
Vivo una vita normale con il mio lavoro (precario) ed i miei 40 anni suonati da figlio unico.
Il problema è mio padre: 80enne autosufficiente, sopravvissuto a malattia, sono costretto a condividere casa con lui per motivi economici.
È una persona meschina, avaro, egoista, autoritario.
Caratteristiche che sempre ha avuto ma che si sono acuite in maniera estrema negli ultimi anni.
Prova piacere nell'umiliarmi, nel darmi tormento e nel voler comandare, e vive nel suo mondo anacronistico, affermando la solita frase "dopo di me, il diluvio".
Devo essere il suo schiavo.
Dice che sono ospite in casa sua.
E purtroppo è vero perché non posso permettermi una casa per conto mio.
Guai a portare in casa altre persone, amici, animali... Una volta presi una pianta per il giardino e lui la buttò.
Ho la fortuna di passare molto tempo fuori casa e quindi cerco vederlo il meno possibile.
In cuor mio spero possa andarsene presto e, sono certo, quando capiterà non mi mancherà.
Spero in un vostro consiglio.
Vi ringrazio.
non vorrei sembrare una brutta persona.
Vivo una vita normale con il mio lavoro (precario) ed i miei 40 anni suonati da figlio unico.
Il problema è mio padre: 80enne autosufficiente, sopravvissuto a malattia, sono costretto a condividere casa con lui per motivi economici.
È una persona meschina, avaro, egoista, autoritario.
Caratteristiche che sempre ha avuto ma che si sono acuite in maniera estrema negli ultimi anni.
Prova piacere nell'umiliarmi, nel darmi tormento e nel voler comandare, e vive nel suo mondo anacronistico, affermando la solita frase "dopo di me, il diluvio".
Devo essere il suo schiavo.
Dice che sono ospite in casa sua.
E purtroppo è vero perché non posso permettermi una casa per conto mio.
Guai a portare in casa altre persone, amici, animali... Una volta presi una pianta per il giardino e lui la buttò.
Ho la fortuna di passare molto tempo fuori casa e quindi cerco vederlo il meno possibile.
In cuor mio spero possa andarsene presto e, sono certo, quando capiterà non mi mancherà.
Spero in un vostro consiglio.
Vi ringrazio.
[#1]
Gentile Utente,
qui, si tranquillizzi, nessuno penserà che lei è una brutta persona. Dare giudizi etici o morali non è compito né competenza dello psicologo. Da codice deontologico viene rispettata ogni opinione e credenza di coloro che si rivolgono a noi.
Fatta questa breve e doverosa premessa, volevo mettere in luce un aspetto che mi ha fatto davvero molta tenerezza: pensare alla morte di suo padre come unica strada per potersi rendere autonomo da lui e non subire.
Provo a immaginare il portato di sofferenza che lei vive e ha vissuto per provare a desiderare la morte di chi l'ha generata.
Sento molta tenerezza per questo, verso il suo grande dolore che si fa odio e rabbia per permetterle di non cedere e di resistere. Questa rabbia le serve per sopravvivere.
Quasi quattro anni fa ci raccontava della sua depressione, iniziata 15 anni prima di allora. Cosa è successo in questi ultimi quattro anni? E' cambiato qualcosa nella sua vita e nei suoi sintomi?
Ci ha detto che non lavora, come passa le sue giornate? Ha interessi, passioni, cosa le piace fare? Cosa fa quando è fuori casa? Ha delle persone significative nella sua vita, amici, fratelli, cugini..? Ha avuto delle relazioni sentimentali, ne ha adesso? Ci racconti di sé...
Ha mai intrapreso una psicoterapia? Ha fatto una valutazione psichiatrica, o si è avvalso solamente delle cure prescritte dal medico di base, come ha scritto nel precedente consulto?
Ci racconti meglio questo aspetto.
Magari possiamo orientarla in qualche modo per poter ottenere dei piccoli o grandi miglioramenti rispetto ai suoi sintomi e migliorare la qualità della sua vita.
Sta aspettando la morte di suo padre per poter stare meglio, ma ci pensi, e se suo padre si dimostrasse invece molto longevo a dispetto delle sue previsioni? Sarebbe un'ulteriore beffa. Quanto altro tempo vorrebbe vivere in attesa della sua morte? Forse è il caso che trovi un altro rimedio, partendo da sé, da quello che potrebbe fare lei per sé stesso. Magari prendendosi cura di sé seriamente, con l'aiuto di professionisti
Noi ci siamo
Resto a disposizione se ne avesse ancora bisogno
Cordialmente
qui, si tranquillizzi, nessuno penserà che lei è una brutta persona. Dare giudizi etici o morali non è compito né competenza dello psicologo. Da codice deontologico viene rispettata ogni opinione e credenza di coloro che si rivolgono a noi.
Fatta questa breve e doverosa premessa, volevo mettere in luce un aspetto che mi ha fatto davvero molta tenerezza: pensare alla morte di suo padre come unica strada per potersi rendere autonomo da lui e non subire.
Provo a immaginare il portato di sofferenza che lei vive e ha vissuto per provare a desiderare la morte di chi l'ha generata.
Sento molta tenerezza per questo, verso il suo grande dolore che si fa odio e rabbia per permetterle di non cedere e di resistere. Questa rabbia le serve per sopravvivere.
Quasi quattro anni fa ci raccontava della sua depressione, iniziata 15 anni prima di allora. Cosa è successo in questi ultimi quattro anni? E' cambiato qualcosa nella sua vita e nei suoi sintomi?
Ci ha detto che non lavora, come passa le sue giornate? Ha interessi, passioni, cosa le piace fare? Cosa fa quando è fuori casa? Ha delle persone significative nella sua vita, amici, fratelli, cugini..? Ha avuto delle relazioni sentimentali, ne ha adesso? Ci racconti di sé...
Ha mai intrapreso una psicoterapia? Ha fatto una valutazione psichiatrica, o si è avvalso solamente delle cure prescritte dal medico di base, come ha scritto nel precedente consulto?
Ci racconti meglio questo aspetto.
Magari possiamo orientarla in qualche modo per poter ottenere dei piccoli o grandi miglioramenti rispetto ai suoi sintomi e migliorare la qualità della sua vita.
Sta aspettando la morte di suo padre per poter stare meglio, ma ci pensi, e se suo padre si dimostrasse invece molto longevo a dispetto delle sue previsioni? Sarebbe un'ulteriore beffa. Quanto altro tempo vorrebbe vivere in attesa della sua morte? Forse è il caso che trovi un altro rimedio, partendo da sé, da quello che potrebbe fare lei per sé stesso. Magari prendendosi cura di sé seriamente, con l'aiuto di professionisti
Noi ci siamo
Resto a disposizione se ne avesse ancora bisogno
Cordialmente
Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 12.9k visite dal 18/01/2021.
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