Disturbo borderline e relazione affettiva

Buongiorno,
Sono una ragazza già seguita da una psicoterapeuta.

A seguito di una mia domanda diretta, la dott.
ssa mi ha spiegato che a suo parere ho un disturbo borderline di personalità.

Premetto che non sapevo molto bene cosa fosse nello specifico (lei non usa dare etichette), e da quando l'ho scoperto mi sono iniziata ad informare.
Non so se ci sia una "scala di gravità", ma io non soffro né di ansia grave, né di pensieri suicidari.

Le peculiarità, nel mio caso, sono: la disregolazione emotiva, l'evitamento delle situazioni, la paura dell'abbandono, il senso di vuoto e il rapporto non propriamente sano con l'attività sessuale.

Ho iniziato la terapia di mia iniziativa, perché sentivo che c'era qualcosa di disfunzionale in me e che non avevo gli strumenti per uscirne da sola.

Adesso va molto meglio sotto tanti aspetti.

Il grosso mio fardello, ad oggi, è soprattutto il rapporto con mio marito.
Siamo stati insieme 9 anni.

Quasi due anni fa ormai l'ho lasciato, perché si era creata una situazione tossica tra di noi (che io stessa ho contribuito a creare) per cui mi facevo andare bene tutto e non dicevo mai di no, pur di far felice lui e ricevere le sue attenzioni, ma lui ad un certo punto (vuoi perché era un momento no, vuoi perché si era adagiato un po' troppo) prendeva senza dare a sua volta.
Questa situazione è durata per 3 anni.
Alla fine sono esplosa e la cosa che ho saputo fare è stata solo quella di lasciarlo e cercare qualcun altro per dimenticarlo e avere le attenzioni che volevo.
Anche se l'ho lasciato io, per me è stata una sofferenza.
Anche se andavo con un altro, soffrivo.
C'era un problema, quindi la terapia.

Ad oggi non siamo ancora "tornati insieme" (so che è da pazzi dire "non siamo insieme ma siamo ancora legalmente sposati" perché è un paradosso) ma la cosa che mi preoccupa è che lui vuole fare "il Salvatore" e cercare di accudirmi, consapevole delle mie problematiche.

Non sa che sono stata con un altro... questo mi fa sentire un mostro, una persona bugiarda e infima, un senso di colpa immane.
Sono combattuta tra il dirglelo e farlo stare male per una mia colpa, e il non dirglielo ma iniziare magari una nuova vita con questo peso che non riesco a sopportare.
Mi prendo le responsabilità di quello che è accaduto, ma il farlo stare male è una cosa che non avrei mai fatto intenzionalmente, e io mi maledico perché non sono una persona bugiarda.

Adesso che sto lavorando sul mio disturbo, inizio a pensare che se starà con me soffrirà e basta, non so se sono mai stata veramente in grado di amare davvero qualcuno quindi, e forse è meglio che stia da sola.
Io non voglio essere così.
Voglio essere felice.
E voglio che lui sia felice.
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Dr.ssa Alessia Bianco Psicologo 14
Buongiorno, sono felice di sapere che ha iniziato una terapia perchè è un passo necessario da fare in questi casi. Quello che le posso consigliare dal mio punto di vista è che in primis non le serve un salvatore, perche lei sta lavorando su se stessa per aiutarsi da sola. Secondo poi credo che sia difficile iniziare daccapo una storia tenendosi il peso di segreti che si ripercuoteranno prima o poi sul rapporto. Un ultimo consiglio è quello di considerare che se l altra persona decide di stare con Lei lo fa autonomamente, non puo pensare di privarsene a prescindere perche lui soffrirà. Se cosi fosse sarà lui a decidere il da farsi, non decida per entrambi
Saluti

Dr.ssa Bianco Alessia, psicologa

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