Problema di coppia legato al sesso
Gentile Staff,
ricorro al Vostro aiuto per una situazione che mi angoscia molto. Premesso che sono una persona molto emotiva, convivo con l'ipocondria da quando ero molto giovane, e da tempo penso di provare a farmi aiutare da uno psicologo senza poi trovare il coraggio di farlo davvero.
Premetto anche che, sempre per la mia elevata dose di insicurezza, ho sempre avuto difficoltà nella sfera sessuale, soffrendo molto durante l'atto, tranne in un paio di casi dove il coinvolgimento con il partner era talmente elevato da consentirmi di lasciarmi andare un pò di più. Per questo motivo mi sono sempre lasciata condurre da partner più esperti di me, approfondendo sempre meno la conoscenza del mio corpo e delle mie emozioni.
Ora, da un anno e mezzo, vivo una storia con quello che considero l'uomo della mia vita e con cui stiamo pensando alla convivenza nel breve periodo.
Entrambi trentenni, abbiamo incontrato difficoltà nella sfera initma fin dall'inizio. Io ero molto coinvolta ma lui aveva problemi a mantenere l'erezione e questo ha reso impossibile avere rapporti per i primi mesi della nostra storia. Dopo aver escluso cause fisiche tramite visite specialistiche lui ha seguito un pò di sedute presso una psicologa e la situiazione è migliorata, pur mantenendo una qualche difficoltà (spesso è molto veloce, qualche volta se è stanco fa fatica a mantenere l'erezione, ecc..).
Sta di fatto che anche lui come me è davvero molto inesperto ed emotivo.
Per un pò di tempo, secondo quella che era la nostra "normalità" le cose sono andate bene.
Ora, da un mese, io sembro tornata a quando soffrivo di vaginismo, cioè rendo impossibile la penetrazione da tanto sono tesa, lui si scoraggia facilmente, e quindi il tutto finisce, con grnade dispiacere e preoccupazione soprattutto da parte mia.
Questa crisi coincide con un periodo di grande nervosismo da parte mia per problemi di lavoro, a casa, e per un acuirsi della mia ipocondria (ho paura di ogni cosa), e credo che questo mio stato di perenne agitazione ricada anche sulla mia non serenità nell'affrontare l'atto sessuale.
Tutti dicono che invece è sintomo di un mio calo di sentimento nei confronti del mio compagno. E' vero, la sfera intima tra noi non è mai stata la componente primaria del rapporto, ma non voglio e non posso pensare di vivere come dei "fratelli" alla nostra giovane età.
Andiamo d'accordo su tutto, facciamo progetti a lungo termine, come possiamo avere problemi di questo genere?
Le sue difficoltà iniziali mi hanno di certo scoraggiata molto, io che ero abituata ad essere presa per mano e condotta dagli altri , ho dovuto aiutare l'altro e aspettare i suoi tempi. Forse questo mi ha bloccata?
Ho come paura e rifiuto quando lui si avvicina a me.. (Oltretutto lui per penetrarmi deve sempre aiutarsi con le mani e anche questo rende meno naturale l'atto).
Vi prego non ditemi di troncare questa relazione in cui io ho riposto tutti i miei sogni e le mie speranze. Grazie di cuore.
ricorro al Vostro aiuto per una situazione che mi angoscia molto. Premesso che sono una persona molto emotiva, convivo con l'ipocondria da quando ero molto giovane, e da tempo penso di provare a farmi aiutare da uno psicologo senza poi trovare il coraggio di farlo davvero.
Premetto anche che, sempre per la mia elevata dose di insicurezza, ho sempre avuto difficoltà nella sfera sessuale, soffrendo molto durante l'atto, tranne in un paio di casi dove il coinvolgimento con il partner era talmente elevato da consentirmi di lasciarmi andare un pò di più. Per questo motivo mi sono sempre lasciata condurre da partner più esperti di me, approfondendo sempre meno la conoscenza del mio corpo e delle mie emozioni.
Ora, da un anno e mezzo, vivo una storia con quello che considero l'uomo della mia vita e con cui stiamo pensando alla convivenza nel breve periodo.
Entrambi trentenni, abbiamo incontrato difficoltà nella sfera initma fin dall'inizio. Io ero molto coinvolta ma lui aveva problemi a mantenere l'erezione e questo ha reso impossibile avere rapporti per i primi mesi della nostra storia. Dopo aver escluso cause fisiche tramite visite specialistiche lui ha seguito un pò di sedute presso una psicologa e la situiazione è migliorata, pur mantenendo una qualche difficoltà (spesso è molto veloce, qualche volta se è stanco fa fatica a mantenere l'erezione, ecc..).
Sta di fatto che anche lui come me è davvero molto inesperto ed emotivo.
Per un pò di tempo, secondo quella che era la nostra "normalità" le cose sono andate bene.
Ora, da un mese, io sembro tornata a quando soffrivo di vaginismo, cioè rendo impossibile la penetrazione da tanto sono tesa, lui si scoraggia facilmente, e quindi il tutto finisce, con grnade dispiacere e preoccupazione soprattutto da parte mia.
Questa crisi coincide con un periodo di grande nervosismo da parte mia per problemi di lavoro, a casa, e per un acuirsi della mia ipocondria (ho paura di ogni cosa), e credo che questo mio stato di perenne agitazione ricada anche sulla mia non serenità nell'affrontare l'atto sessuale.
Tutti dicono che invece è sintomo di un mio calo di sentimento nei confronti del mio compagno. E' vero, la sfera intima tra noi non è mai stata la componente primaria del rapporto, ma non voglio e non posso pensare di vivere come dei "fratelli" alla nostra giovane età.
Andiamo d'accordo su tutto, facciamo progetti a lungo termine, come possiamo avere problemi di questo genere?
Le sue difficoltà iniziali mi hanno di certo scoraggiata molto, io che ero abituata ad essere presa per mano e condotta dagli altri , ho dovuto aiutare l'altro e aspettare i suoi tempi. Forse questo mi ha bloccata?
Ho come paura e rifiuto quando lui si avvicina a me.. (Oltretutto lui per penetrarmi deve sempre aiutarsi con le mani e anche questo rende meno naturale l'atto).
Vi prego non ditemi di troncare questa relazione in cui io ho riposto tutti i miei sogni e le mie speranze. Grazie di cuore.
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Gentile ragazza, se vuole davvero risolvere il problema allora una terapia in coppia sarebbe la cosa migliore da fare. Una consulenza presso uno psicoterapeuta che si occupi di sessuologia che vi aiuti ad affrontare al meglio la vostra relazione intima. Determinati problemi si risolvono meglio se affrontati in coppia e vincendo alcuni pregiudizi. Ad esempio lei scrive (..)(Oltretutto lui per penetrarmi deve sempre aiutarsi con le mani e anche questo rende meno naturale l'atto (..) bene, dove sta scritto che questo sia meno naturale, è solo una modalità delle tante più consona alla propria fisiologia. Se non lo si cosidera innaturale già elimina perte del disagio legato alla convinzione che si stia compiendo qualcosa di insolito. La consulenza psicologica serve proprio a superare certi limiti e ad insegnare come ridurre certi problemi.
cordialmente
cordialmente
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Utente
Gentile Dr. De Vincentiis,
La rignrazio per il Suo prezioso aiuto. Le chiedo un paio di informazioni in più per chiarirmi ulteriormente le idee:
1) il mio compagno è un pò scettico su questo argomento, posso tentare almeno in una prima fase di andare da sola e magari coinvolgerlo in un secondo momento?
2) dato che le mie insicurezze e i miei problemi (vedi ipocondria,ecc..) non riguardano solo la sfera intima, a che tipo di specialista è meglio che mi rivolga? Esiste una persona in grado di aiutarmi a 360 gradi?
Grazie di cuore.
La rignrazio per il Suo prezioso aiuto. Le chiedo un paio di informazioni in più per chiarirmi ulteriormente le idee:
1) il mio compagno è un pò scettico su questo argomento, posso tentare almeno in una prima fase di andare da sola e magari coinvolgerlo in un secondo momento?
2) dato che le mie insicurezze e i miei problemi (vedi ipocondria,ecc..) non riguardano solo la sfera intima, a che tipo di specialista è meglio che mi rivolga? Esiste una persona in grado di aiutarmi a 360 gradi?
Grazie di cuore.
[#3]
Gentile ragazza, se il suo compagno si rifiuta può rivolgersi lei ad uno psicologo in prima battuta per poi coinvolgerlo.
Per il secondo punto si rivolga ad un terapeuta di orientamento sistemico relazionale oppure di orientamento strategico o cognitivo comportamentale.
cordialmente
Per il secondo punto si rivolga ad un terapeuta di orientamento sistemico relazionale oppure di orientamento strategico o cognitivo comportamentale.
cordialmente
[#5]
tutti i tre gli orientamenti che le ho proposto (sistemico, cognit.comportamentale e strategico) rappresentano i trattamenti più direttivi ed orientati a modificare quell'assetto mentale e/o relazionale che determinano la formazione ed il mantenimento del problema. Inutile entrare nello specifico.
cordialmente
cordialmente
[#7]
Gentile ragazza ogni psicoterapeuta può intervenire sia nella gestione di problematiche più ampie che entrare nello specifico di un problema. Tuttavia un sintomo specifico spesso è l'espressione di un problema più complesso e apparentemente lontano dal sintomo stesso. Questo però lo lasci comprendere al terapeuta dopo una eventuale diagnosi.
cordialmente
cordialmente
[#10]
Gentile Utente,
come lei stessa ha già intuito forse la sessualità non è l'unico (o il vero) problema della vostra relazione: ma scusi, come può una persona in preda al nervosismo per il lavoro, all'ipocondria e all'ansia pretendere di avere rapporti sessuali rilassati ed appaganti?
A mio avviso questo rappresenta un'utopia. A maggior ragione, se lei percepisce la necessità di lavorare a 360 gradi (ed io aggiungo: sull'ansia), laddove per ora il suo compagno è scettico, io le consiglio di effettuare un colloquio presso un terapeuta, specializzato in psicoterapia cognitivo comportamentale (se il focus sarà l'ansia) oppure sistemico (qualora il focus diventasse la coppia).
Provi a leggere questo articolo per farsi un'idea https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Infine: ma perchè dovreste lasciarvi? Fate in modo di vivere la vostra relazione nelle migliori condizioni possibili (magari imparando a gestire la Sua ansia, ad esempio) prima di tutto. Se anche in questo caso le cose non dovessero andare, allora si può pensare ad una separazione, ma io onestamente per ora tenterei un'altra strada.
come lei stessa ha già intuito forse la sessualità non è l'unico (o il vero) problema della vostra relazione: ma scusi, come può una persona in preda al nervosismo per il lavoro, all'ipocondria e all'ansia pretendere di avere rapporti sessuali rilassati ed appaganti?
A mio avviso questo rappresenta un'utopia. A maggior ragione, se lei percepisce la necessità di lavorare a 360 gradi (ed io aggiungo: sull'ansia), laddove per ora il suo compagno è scettico, io le consiglio di effettuare un colloquio presso un terapeuta, specializzato in psicoterapia cognitivo comportamentale (se il focus sarà l'ansia) oppure sistemico (qualora il focus diventasse la coppia).
Provi a leggere questo articolo per farsi un'idea https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
Infine: ma perchè dovreste lasciarvi? Fate in modo di vivere la vostra relazione nelle migliori condizioni possibili (magari imparando a gestire la Sua ansia, ad esempio) prima di tutto. Se anche in questo caso le cose non dovessero andare, allora si può pensare ad una separazione, ma io onestamente per ora tenterei un'altra strada.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 2.3k visite dal 27/04/2009.
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