Insicurezza nella relazione
Salve ho una relazione da 9 mesi.
I primi 4 mesi tutto perfetto.
Un giorno lui mi risponde in modo poco piacevole, ed io mi ammutolisco, non riesco a rispondere e tengo tutto dentro.
Ho pensato "ecco non mi vuole, non mi apprezza".
Da lì è successo un'altra volta ed ho risposto, e sono stata bene.
Però un giorno ripensandoci ho pensato "non mi piace a volte il suo modo di essere" e lì attacco d'ansia, perché ho pensato "se penso così non lo voglio".
Sono andata da lui, mi sono tranquillizzata ed è passato.
Adesso a volte sto bene e serena altre, soprattutto se penso "lo voglio o non lo voglio" non accetto questo pensiero, ci rimugino, sto male perché vorrei non avere questi pensieri, so che lo voglio e non capisco perché non sono tranquilla e serena sempre.
So che il principe azzurro non esiste, accetto il mio compagno, per i suoi pregi ed i suoi difetti, ma questo pensiero continua a volte a disturbarmi.
Non riesco a sentire perché persa in un loop di pensieri.
Io vorrei capire cosa mi succede.
Io ho avuto una storia precedente di 14 anni, in cui tenevo a stare zitta per non affendere o altro e ad un certo punto sono sfociati episodi d'ansia.
Poi ci siamo lasciati, ho sofferto ma l'ansia è scomparsa.
Sembra si riattivi quando sento di non essere apprezzata, come se quella parlata poco piacevole mi riportasse indietro.
Anche perché il mio attuale compagno è adorabile, mi ama, sono sicura dei sui sentimenti per me ma è come io non riuscissi a fidarmi.
A volte penso che ho una ferita aperta, devo fare i conti con il mio passato.
Mi sento a volte sicura di questa relazione altre volte dovuto a questi pensieri no. So solo che tutto è iniziato da quella parlata poco piacevole, gli ho dato molto peso ecco.
Grazie del vostro supporto.
I primi 4 mesi tutto perfetto.
Un giorno lui mi risponde in modo poco piacevole, ed io mi ammutolisco, non riesco a rispondere e tengo tutto dentro.
Ho pensato "ecco non mi vuole, non mi apprezza".
Da lì è successo un'altra volta ed ho risposto, e sono stata bene.
Però un giorno ripensandoci ho pensato "non mi piace a volte il suo modo di essere" e lì attacco d'ansia, perché ho pensato "se penso così non lo voglio".
Sono andata da lui, mi sono tranquillizzata ed è passato.
Adesso a volte sto bene e serena altre, soprattutto se penso "lo voglio o non lo voglio" non accetto questo pensiero, ci rimugino, sto male perché vorrei non avere questi pensieri, so che lo voglio e non capisco perché non sono tranquilla e serena sempre.
So che il principe azzurro non esiste, accetto il mio compagno, per i suoi pregi ed i suoi difetti, ma questo pensiero continua a volte a disturbarmi.
Non riesco a sentire perché persa in un loop di pensieri.
Io vorrei capire cosa mi succede.
Io ho avuto una storia precedente di 14 anni, in cui tenevo a stare zitta per non affendere o altro e ad un certo punto sono sfociati episodi d'ansia.
Poi ci siamo lasciati, ho sofferto ma l'ansia è scomparsa.
Sembra si riattivi quando sento di non essere apprezzata, come se quella parlata poco piacevole mi riportasse indietro.
Anche perché il mio attuale compagno è adorabile, mi ama, sono sicura dei sui sentimenti per me ma è come io non riuscissi a fidarmi.
A volte penso che ho una ferita aperta, devo fare i conti con il mio passato.
Mi sento a volte sicura di questa relazione altre volte dovuto a questi pensieri no. So solo che tutto è iniziato da quella parlata poco piacevole, gli ho dato molto peso ecco.
Grazie del vostro supporto.
[#1]
Gentile Utente,
lei spontaneamente ha detto una "frase magica":
"A volte penso che ho una ferita aperta, devo fare i conti con il mio passato".
Io mi soffermerei su questa ferita aperta. Cosa l'ha ferita? Può riuscire ad immaginarsi il momento del passato a cui allude in cui ha sentito di essere stata ferita?
Centra poi un altro punto molto importante:
"Sembra si riattivi quando sento di non essere apprezzata, come se quella parlata poco piacevole mi riportasse indietro. Anche perché il mio attuale compagno è adorabile, mi ama, sono sicura dei sui sentimenti per me ma è come io non riuscissi a fidarmi."
E' stata molto perspicace, forse la sua ansia non ha a che fare con il suo compagno o con la relazione che vive, ma come lui la fa sentire in certi momenti del vostro rapporto.
Mette in gioco anche la parola fiducia, altro concetto chiave importantissimo.
Il loop di pensieri come lei lo chiama si attiva a partire da una sua emozione o comunque uno stato d'animo spiacevole, mi sembra di capire.
Innanzitutto se lei si fida del suo compagno potrebbe parlarne con lui, raccontare come si sente e cosa prova, sentire se lui si mostra attento e comprensivo. Certe volte le nostre fragilità possono diventare punti di forza se riusciamo a capire come utilizzarli. Se se la sente e riesce a raccontargli della sua vulnerabilità a certe cose, potrebbe portare la vostra relazione su un piano di conoscenza più intimo e questo può rendere più solido o comunque rafforzare il vostro rapporto.
Diverso è farsi tranquillizzare da lui e sentire il bisogno di farsi dire che si sente vista, considerata e amata. Che ne pensa lei di questo?
Da questo breve sunto in cui ci racconta di sé, mi pare di capire che è molto consapevole di pregi e difetti di una persona e che non si lascia prendere dall'iniziale idealizzazione assolutizzante del partner, riesce a riconoscere le diverse parti di lui che le piacciono di più o di meno.
Credo che l'oscillazione di cui ci parla sto bene/sto male; lo voglio/non lo voglio ha a che fare con le sue fragilità di cui sopra.
Le andrebbe di dirci per quale motivo è finita la sua relazione durata 14 anni? Eravate sposati?
Inoltre, ha mai intrapreso un percorso di psicoterapia? Ha mai pensato di farlo? Potrebbe esserle di auto per conoscere meglio se stessa, il modo in cui vive i legami e le relazioni e lavorare sulle sue aree fragili per star bene con se stessa e con gli altri.
Spero di averle dato qualche spunto di riflessione utile
Cordialmente
lei spontaneamente ha detto una "frase magica":
"A volte penso che ho una ferita aperta, devo fare i conti con il mio passato".
Io mi soffermerei su questa ferita aperta. Cosa l'ha ferita? Può riuscire ad immaginarsi il momento del passato a cui allude in cui ha sentito di essere stata ferita?
Centra poi un altro punto molto importante:
"Sembra si riattivi quando sento di non essere apprezzata, come se quella parlata poco piacevole mi riportasse indietro. Anche perché il mio attuale compagno è adorabile, mi ama, sono sicura dei sui sentimenti per me ma è come io non riuscissi a fidarmi."
E' stata molto perspicace, forse la sua ansia non ha a che fare con il suo compagno o con la relazione che vive, ma come lui la fa sentire in certi momenti del vostro rapporto.
Mette in gioco anche la parola fiducia, altro concetto chiave importantissimo.
Il loop di pensieri come lei lo chiama si attiva a partire da una sua emozione o comunque uno stato d'animo spiacevole, mi sembra di capire.
Innanzitutto se lei si fida del suo compagno potrebbe parlarne con lui, raccontare come si sente e cosa prova, sentire se lui si mostra attento e comprensivo. Certe volte le nostre fragilità possono diventare punti di forza se riusciamo a capire come utilizzarli. Se se la sente e riesce a raccontargli della sua vulnerabilità a certe cose, potrebbe portare la vostra relazione su un piano di conoscenza più intimo e questo può rendere più solido o comunque rafforzare il vostro rapporto.
Diverso è farsi tranquillizzare da lui e sentire il bisogno di farsi dire che si sente vista, considerata e amata. Che ne pensa lei di questo?
Da questo breve sunto in cui ci racconta di sé, mi pare di capire che è molto consapevole di pregi e difetti di una persona e che non si lascia prendere dall'iniziale idealizzazione assolutizzante del partner, riesce a riconoscere le diverse parti di lui che le piacciono di più o di meno.
Credo che l'oscillazione di cui ci parla sto bene/sto male; lo voglio/non lo voglio ha a che fare con le sue fragilità di cui sopra.
Le andrebbe di dirci per quale motivo è finita la sua relazione durata 14 anni? Eravate sposati?
Inoltre, ha mai intrapreso un percorso di psicoterapia? Ha mai pensato di farlo? Potrebbe esserle di auto per conoscere meglio se stessa, il modo in cui vive i legami e le relazioni e lavorare sulle sue aree fragili per star bene con se stessa e con gli altri.
Spero di averle dato qualche spunto di riflessione utile
Cordialmente
Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108
[#2]
Utente
Grazie dr.ssa per il suo consulto. Credo che la mia ferita sia stata aperta il giorno in cui il mio ex fidanzato, mi ha detto "non voglio più stare con te", fidanzato che pensavo e credevo sarebbe diventato mio marito e padre dei miei figli. Mi sono sentita tradita, perché ho dato tanto e poi ho vissuto la fine di tutto come un fallimento. Tengo a precisare che è stato un bene lasciarci, perché non ero felice, mi sentivo non amata ed era così, ma non volevo ammetterlo. Credo si sia creata una dipendenza. Adesso con il mio compagno come dice anche lei dovrei parlare di più ma a volte io ho questa difficoltà, anche se ho parlato di qualcosa con lui. E a volte ho bisogno di conferme. Lui è una persona che parla poco ma dimostra tanto, mi prende spesso in giro in modo carino ovvio, ma io sono anche molto permalosa e a volte riesco a ricambiare, a volte la prendo troppo sul personale. Però mi meraviglio del fatto che quando sto con lui, sono tranquilla e senza pensieri dubbiosi, ma da sola a volte tornano. Per quanto riguarda la fiducia, io penso che dovrei affidarmi di più, lasciarmi andare, vivere e non pensare troppo. Per quanto riguarda la sua domanda per il percorso di psicoterapia, si ho pensato a farlo. Grazie.
[#3]
Sa, è difficile uscirne sani e intatti dalle relazioni di dipendenza. E soprattutto sembra impossibile potersi fidare e lasciarsi andare nuovamente. E se poi succedesse lo stesso? La paura di rivivere quella sofferenza frena molto.
Penso che un'ulteriore ferita non esplicitata ma lasciata tra le righe è il desiderio di maternità. Certo, anche adesso potrebbe pensare di avere figli, perché no, sarebbe possibile orologio biologico permettendo, ma da come ne ha parlato sembra che si sia rassegnata a non volerne avere.
Anche questo, un dolore non da poco.
Siete insieme da 9 mesi, non poco ma neanche tanto.
Penso che per fidarsi ci voglia tempo e per costruire qualcosa di solido anche.
Il bisogno di cercare certezze nasce da una sua insicurezza interna, il suo compagno forse può dirle le più romantiche parole d'amore e darle le più belle manifestazioni dei propri sentimenti, ma la diffidenza troverà sempre modo di insinuarsi.
Per questo e anche per il fatto che superare una separazione dopo una relazione di 14 anni non è di certo una passeggiata, a maggior ragione se lei la descrive come di dipendenza, potrebbe valutare l'idea di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Mi sembra una persona dotata di grande introspezione, conosce le sue fragilità e le sue aree più vulnerabili e sa leggere quello che le succede. La psicoterapia potrebbe essere un bellissimo viaggio alla scoperta di sé, che le permetterebbe di curare le sue ferite e accarezzare il suo dolore, sostenuta da chi saprebbe come guidarla.
Ci pensi
Un caro saluto
Penso che un'ulteriore ferita non esplicitata ma lasciata tra le righe è il desiderio di maternità. Certo, anche adesso potrebbe pensare di avere figli, perché no, sarebbe possibile orologio biologico permettendo, ma da come ne ha parlato sembra che si sia rassegnata a non volerne avere.
Anche questo, un dolore non da poco.
Siete insieme da 9 mesi, non poco ma neanche tanto.
Penso che per fidarsi ci voglia tempo e per costruire qualcosa di solido anche.
Il bisogno di cercare certezze nasce da una sua insicurezza interna, il suo compagno forse può dirle le più romantiche parole d'amore e darle le più belle manifestazioni dei propri sentimenti, ma la diffidenza troverà sempre modo di insinuarsi.
Per questo e anche per il fatto che superare una separazione dopo una relazione di 14 anni non è di certo una passeggiata, a maggior ragione se lei la descrive come di dipendenza, potrebbe valutare l'idea di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Mi sembra una persona dotata di grande introspezione, conosce le sue fragilità e le sue aree più vulnerabili e sa leggere quello che le succede. La psicoterapia potrebbe essere un bellissimo viaggio alla scoperta di sé, che le permetterebbe di curare le sue ferite e accarezzare il suo dolore, sostenuta da chi saprebbe come guidarla.
Ci pensi
Un caro saluto
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.3k visite dal 13/01/2021.
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