Psicoterapia junghiana fallimentare
Buongiorno a tutti,
sono una ragazza di 22 anni e da circa un anno e mezzo sono in terapia junghiana per problemi di angoscia.
A me non sembra di vedere alcun risultato, anzi da poco ho iniziato una cura con zoloft per cercare di sopportare meglio un inizio di depressione (con risultati soddisfacenti).
Secondo voi dovrei orientarmi più su una terapia cognitivo- comportamentale?
sono una ragazza di 22 anni e da circa un anno e mezzo sono in terapia junghiana per problemi di angoscia.
A me non sembra di vedere alcun risultato, anzi da poco ho iniziato una cura con zoloft per cercare di sopportare meglio un inizio di depressione (con risultati soddisfacenti).
Secondo voi dovrei orientarmi più su una terapia cognitivo- comportamentale?
[#1]
Gentile utente,
leggo dai consulti precedenti che per i farmaci è in cura da uno psichiatra, e in genere questa categoria di specialisti suggerisce, in casi come il suo, proprio la terapia cognitivo-comportamentale.
A lei invece era stata prescritta una terapia analitica, ma da questo blog il nostro specialista dottor Ruggiero aveva cercato di indirizzarla diversamente sia sui farmaci che sulla psicoterapia.
Il suo psichiatra ha cambiato il farmaco; il suo attuale psicoterapeuta cosa pensa dei mancati progressi?
Il nostro codice deontologico prescrive di inviare il paziente ad altri, se con noi non ottiene risultati.
Ne parli con entrambi i curanti. Se crede, ci tenga al corrente.
Auguri.
leggo dai consulti precedenti che per i farmaci è in cura da uno psichiatra, e in genere questa categoria di specialisti suggerisce, in casi come il suo, proprio la terapia cognitivo-comportamentale.
A lei invece era stata prescritta una terapia analitica, ma da questo blog il nostro specialista dottor Ruggiero aveva cercato di indirizzarla diversamente sia sui farmaci che sulla psicoterapia.
Il suo psichiatra ha cambiato il farmaco; il suo attuale psicoterapeuta cosa pensa dei mancati progressi?
Il nostro codice deontologico prescrive di inviare il paziente ad altri, se con noi non ottiene risultati.
Ne parli con entrambi i curanti. Se crede, ci tenga al corrente.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile dottoressa,
la ringrazio per la risposta.
Sotto consiglio del dottor ruggiero ho ricontattato lo psichiatra che mi ha prescritto zoloft.
Io ora sto molto meglio, ma sono in forte dubbio sulla psicoterapia, mi sembra davvero un lavoro inutile, e anzi che peggiori il mio stato d'animo. Con il terapeuta non faccio altro che esprimere questo mio disagio, l'ho detto anche allo psichiatra ma loro non sono d'accordo, continuano a rassicurarmi, a dirmi che questa è la strada giusta, provocando in me anche un po' di frustrazione perché i fatti dicono altro, e cioè che dopo un anno e mezzo sono in cura con psicofarmaci (mai presi fino ad ora).
la ringrazio per la risposta.
Sotto consiglio del dottor ruggiero ho ricontattato lo psichiatra che mi ha prescritto zoloft.
Io ora sto molto meglio, ma sono in forte dubbio sulla psicoterapia, mi sembra davvero un lavoro inutile, e anzi che peggiori il mio stato d'animo. Con il terapeuta non faccio altro che esprimere questo mio disagio, l'ho detto anche allo psichiatra ma loro non sono d'accordo, continuano a rassicurarmi, a dirmi che questa è la strada giusta, provocando in me anche un po' di frustrazione perché i fatti dicono altro, e cioè che dopo un anno e mezzo sono in cura con psicofarmaci (mai presi fino ad ora).
[#3]
Gentile utente,
se c'è una diagnosi di depressione le confermo che i farmaci sono la strada maestra per superare il momento critico, ma vanno associati alla terapia cognitivo-comportamentale, per sconfiggere le idee, i comportamenti, le emozioni che l'hanno prodotta o incrementata.
Per questo occorre un lavoro attivo col terapeuta, anche doloroso, perché prevede la messa in discussione di tutto ciò cui lei si è abituata negli anni: credenze, pregiudizi, modi di affrontare le relazioni e in generale la vita.
Ovviamente, la strada maestra è la fiducia nel proprio terapeuta, e solo lei può sapere se questa c'è o non c'è.
Le faccio i migliori auguri.
se c'è una diagnosi di depressione le confermo che i farmaci sono la strada maestra per superare il momento critico, ma vanno associati alla terapia cognitivo-comportamentale, per sconfiggere le idee, i comportamenti, le emozioni che l'hanno prodotta o incrementata.
Per questo occorre un lavoro attivo col terapeuta, anche doloroso, perché prevede la messa in discussione di tutto ciò cui lei si è abituata negli anni: credenze, pregiudizi, modi di affrontare le relazioni e in generale la vita.
Ovviamente, la strada maestra è la fiducia nel proprio terapeuta, e solo lei può sapere se questa c'è o non c'è.
Le faccio i migliori auguri.
[#4]
Utente
La ringrazio ancora per la risposta.
In verità lo psichiatra mi ha prescritto una bassissima dose (20 gocce come dose piena) ripetendomi più volte che non soffro di depressione, ma ritiene opportuno iniziare una cura per superare questi "disagi".
Insomma, entrambi continuano a ripetere che non ho una patologia, ma delle angosce che vanno capite solo attraverso un lavoro analitico. Sono contrari ad altri tipi di terapie e mi sembrano un po' rigidi in questo.
la ringrazio ancora
In verità lo psichiatra mi ha prescritto una bassissima dose (20 gocce come dose piena) ripetendomi più volte che non soffro di depressione, ma ritiene opportuno iniziare una cura per superare questi "disagi".
Insomma, entrambi continuano a ripetere che non ho una patologia, ma delle angosce che vanno capite solo attraverso un lavoro analitico. Sono contrari ad altri tipi di terapie e mi sembrano un po' rigidi in questo.
la ringrazio ancora
[#5]
Cara utente,
spero davvero di esserle utile.
Le angosce non vanno "capite" (lei le avverte fin troppo chiaramente) bensì curate.
Le ripeto che allo psicologo che non vede effetti positivi alla sua terapia, il nostro codice deontologico, che è vincolante, prescrive l'obbligo di inviare il paziente ad altri colleghi.
Una curiosità: è stato il suo psichiatra a consigliarle il suo psicoterapeuta?
Non dubito che lei abbia controllato sull'albo degli psicologi iscrizione e specializzazione.
Auguri.
spero davvero di esserle utile.
Le angosce non vanno "capite" (lei le avverte fin troppo chiaramente) bensì curate.
Le ripeto che allo psicologo che non vede effetti positivi alla sua terapia, il nostro codice deontologico, che è vincolante, prescrive l'obbligo di inviare il paziente ad altri colleghi.
Una curiosità: è stato il suo psichiatra a consigliarle il suo psicoterapeuta?
Non dubito che lei abbia controllato sull'albo degli psicologi iscrizione e specializzazione.
Auguri.
[#6]
Utente
Sì ho controllato più volte e anche diverse fonti, ma non ho mai dubitato della loro professionalità quanto del metodo che propongono per risolvere il mio problema.
E sì, è stato il mio psichiatra a consigliarmi lo psicoterapeuta. Almeno due tre volte ho fatto presente anche allo psichiatra che non trovavo benefici, sentendomi rispondere che "sono in ottime mani" e che è la strada giusta.
Sinceramente io lo spero, ma oltre a sperare vorrei anche vedere che sto meglio, dopo tanta fatica e soldi.
La ringrazio molto di questo consulto, mi sento finalmente ascoltata.
E sì, è stato il mio psichiatra a consigliarmi lo psicoterapeuta. Almeno due tre volte ho fatto presente anche allo psichiatra che non trovavo benefici, sentendomi rispondere che "sono in ottime mani" e che è la strada giusta.
Sinceramente io lo spero, ma oltre a sperare vorrei anche vedere che sto meglio, dopo tanta fatica e soldi.
La ringrazio molto di questo consulto, mi sento finalmente ascoltata.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.3k visite dal 13/01/2021.
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