Relazione vergine
Caro medico,
mi rivolgo a lei perché non so più dove sbattere la testa.
Da poco più di mezzo anno ho una relazione stabile con un collega trentenne e tra di noi c’è una particolare e serena sintonia.
Ci troviamo entrambi molto bene se non fosse per un problema che persiste: non abbiamo mai avuto un rapporto sessuale.
Il tutto si ferma a qualche carezza intima, spesso oltre i vestiti.
Inizialmente, per evitare il sesso, aveva subito e razionalmente messo le mani avanti dicendo di avere una fasulla infezione intima.
Più avanti, con difficoltà mi ha confessato di avere un grosso problema di autostima dovuto allo scarso successo con le ragazze in passato e all’aspetto (che oltre a qualche chilo di troppo non ha nulla di inusuale; trall'altro non ha mai avuto problemi a mostrarsi in spiaggia o in intimo).
Da più di dieci anni non ha avuto rapporti sessuali, e le sue uniche esperienze sono legate a una sola ragazza.
Ho sospettato una tendenza all’asessualità, ma spesso cerca e dà baci che non sono assolutamente casti o spenti.
A volte noto anche che prova piacere a guardare, accarezzare o baciare parti del mio corpo.
Ciò nonostante spesso interrompe bruscamente i momenti in cui la situazione si scalda o se provo ad andare avanti.
Lui continua a ripetermi che è un problema che di autostima che deve risolvere da solo, che ci sta lavorando su, che io non c’entro e che sicuramente, forse anche a breve, si risolverà.
Tuttavia i piccoli progressi che ci sono stati sono dovuti solo alle mie forzature.
Dopo tanti rifiuti però, per me, sta diventando veramente difficile non prenderla sul personale.
Ormai inizio anch’io ad avere complessi e le uniche liti (pesanti) che abbiamo sono su questo argomento.
Mi sta prendendo un malessere psicofisico che non mi permette di vivere serenamente; gliene ho parlato proponendogli anche di consultare uno psicologo, ma dice che non riuscirebbe mai a parlarne con una terza persona.
Che cosa devo fare?
È un problema frequente?
La ringrazio per l’attenzione,
Clara P.
mi rivolgo a lei perché non so più dove sbattere la testa.
Da poco più di mezzo anno ho una relazione stabile con un collega trentenne e tra di noi c’è una particolare e serena sintonia.
Ci troviamo entrambi molto bene se non fosse per un problema che persiste: non abbiamo mai avuto un rapporto sessuale.
Il tutto si ferma a qualche carezza intima, spesso oltre i vestiti.
Inizialmente, per evitare il sesso, aveva subito e razionalmente messo le mani avanti dicendo di avere una fasulla infezione intima.
Più avanti, con difficoltà mi ha confessato di avere un grosso problema di autostima dovuto allo scarso successo con le ragazze in passato e all’aspetto (che oltre a qualche chilo di troppo non ha nulla di inusuale; trall'altro non ha mai avuto problemi a mostrarsi in spiaggia o in intimo).
Da più di dieci anni non ha avuto rapporti sessuali, e le sue uniche esperienze sono legate a una sola ragazza.
Ho sospettato una tendenza all’asessualità, ma spesso cerca e dà baci che non sono assolutamente casti o spenti.
A volte noto anche che prova piacere a guardare, accarezzare o baciare parti del mio corpo.
Ciò nonostante spesso interrompe bruscamente i momenti in cui la situazione si scalda o se provo ad andare avanti.
Lui continua a ripetermi che è un problema che di autostima che deve risolvere da solo, che ci sta lavorando su, che io non c’entro e che sicuramente, forse anche a breve, si risolverà.
Tuttavia i piccoli progressi che ci sono stati sono dovuti solo alle mie forzature.
Dopo tanti rifiuti però, per me, sta diventando veramente difficile non prenderla sul personale.
Ormai inizio anch’io ad avere complessi e le uniche liti (pesanti) che abbiamo sono su questo argomento.
Mi sta prendendo un malessere psicofisico che non mi permette di vivere serenamente; gliene ho parlato proponendogli anche di consultare uno psicologo, ma dice che non riuscirebbe mai a parlarne con una terza persona.
Che cosa devo fare?
È un problema frequente?
La ringrazio per l’attenzione,
Clara P.
[#1]
Gentile utente,
se il lavoro che questo ragazzo ha fatto in autonomia su di sè, all'età di trentanni ha portato unicamente a questi scarsi progressi,
è giunto il momento che lui chieda aiuto.
Una visita uro-andrologica in primis,
e poi una consulenza e/o un percorso presso uno Psicoterapeuta perfezionato in sessuologia clinica e con esperienza consolidata.
Se lui
"..dice che non riuscirebbe mai a parlarne con una terza persona..."
e se su questo è irremovibile,
Lei prenderà la sue decisioni.
D'altra parte non si può aiutare chi non vuole essere aiutato.
Non c'è molto altro da dire, purtroppo.
Dott. Brunialti
se il lavoro che questo ragazzo ha fatto in autonomia su di sè, all'età di trentanni ha portato unicamente a questi scarsi progressi,
è giunto il momento che lui chieda aiuto.
Una visita uro-andrologica in primis,
e poi una consulenza e/o un percorso presso uno Psicoterapeuta perfezionato in sessuologia clinica e con esperienza consolidata.
Se lui
"..dice che non riuscirebbe mai a parlarne con una terza persona..."
e se su questo è irremovibile,
Lei prenderà la sue decisioni.
D'altra parte non si può aiutare chi non vuole essere aiutato.
Non c'è molto altro da dire, purtroppo.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.9k visite dal 12/01/2021.
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