Partner distante
Sono una donna di 27 anni e ho una relazione sulla quale desidero avere una chiarezza che non trovo.
Il mio partner, più grande di me di 12 anni, ha avuto una vita sentimentale molto difficile, nella quale le due relazioni avute con le precedenti compagne lo hanno segnato negativamente.
Dopo una conoscenza durata circa 1 anno e mezzo, abbiamo iniziato una frequentazione che è poi evoluta in un rapporto che, ad ora, temo sia da parte sua prevalentemente dettato da desiderio fisico, al di fuori del quale non manifesta esternazioni di affetto.
Il problema della distanza causata dall’attuale pandemia non ha aiutato, ma anzi mi rende più tormentata la percezione di questa relazione, più fondata su silenzi che su dialoghi.
Ho avuto i primi sospetti poco tempo dopo aver fatto una breve vacanza insieme, quando, in più occasioni (e tuttora), il mio partner non ha mai parlato del nostro legame come una relazione, definendola sempre solo un rapporto.
Conoscendo il suo carattere molto riservato e burbero, ho pensato che la scelta di non dedicarmi le attenzioni che io ho sempre dedicato a lui fosse una questione legata alla sua indole (e anche ai suoi vissuti dolorosi), ma a fronte di certi comportamenti non riesco più ad esserne sicura.
Nella lontananza che ci divide (viviamo in regioni diverse) non mi comunica mai qualcosa di affettuoso o rassicurante, mi contatta di rado, salvo per chiedermi a volte come io stia (unica manifestazione di affetto).
Da parte mia non c’è insistenza, dunque cerco di rispettare i suoi spazi e tempi, ma non so neanche se si tratta di questo: temo sia un disagio più profondo.
Durante le feste, che non abbiamo trascorso insieme (con mio grande dolore, e lui lo sa), mi sono sentita trascurata ancora.
Ha sempre evitato il contatto fisico se non per avere rapporti sessuali (che vive con desiderio fisico forte, ma molto asettici emotivamente); per un periodo ha condiviso con me messaggi espliciti (dove mi confidava pensieri intimi), ma non mi ha mai dedicato una parola affettuosa, né presa per mano, accarezzata o baciata (se non di sfuggita sulle labbra, di rado).
Quando ho cercato di affrontare il discorso, le risposte ricevute sono sempre state vaghe, oscure, se non addirittura sgarbate.
So solo che lui, a quanto dice, non ha mai voluto legami superficiali.
Le poche volte che comunichiamo telefonicamente, mi parla esclusivamente di lavoro e non mi ha mai detto che gli manco (di fronte al fatto che sa bene quanto io soffra per non essere vicini), o perlomeno che prova qualcosa per me.
Forse sono piccolezze, implicite in una relazione sana, ma in un quadro preoccupante come questo penso che sia comprensibile per me cercare una conferma.
Ho l’impressione che si faccia sentire perché può ottenere sesso da me, e temo non sia innamorato.
O forse ha un modo di amare che non capisco.
Chiedo delucidazioni perché sono molto addolorata e frustrata, essendo io innamorata di questa persona.
Il mio partner, più grande di me di 12 anni, ha avuto una vita sentimentale molto difficile, nella quale le due relazioni avute con le precedenti compagne lo hanno segnato negativamente.
Dopo una conoscenza durata circa 1 anno e mezzo, abbiamo iniziato una frequentazione che è poi evoluta in un rapporto che, ad ora, temo sia da parte sua prevalentemente dettato da desiderio fisico, al di fuori del quale non manifesta esternazioni di affetto.
Il problema della distanza causata dall’attuale pandemia non ha aiutato, ma anzi mi rende più tormentata la percezione di questa relazione, più fondata su silenzi che su dialoghi.
Ho avuto i primi sospetti poco tempo dopo aver fatto una breve vacanza insieme, quando, in più occasioni (e tuttora), il mio partner non ha mai parlato del nostro legame come una relazione, definendola sempre solo un rapporto.
Conoscendo il suo carattere molto riservato e burbero, ho pensato che la scelta di non dedicarmi le attenzioni che io ho sempre dedicato a lui fosse una questione legata alla sua indole (e anche ai suoi vissuti dolorosi), ma a fronte di certi comportamenti non riesco più ad esserne sicura.
Nella lontananza che ci divide (viviamo in regioni diverse) non mi comunica mai qualcosa di affettuoso o rassicurante, mi contatta di rado, salvo per chiedermi a volte come io stia (unica manifestazione di affetto).
Da parte mia non c’è insistenza, dunque cerco di rispettare i suoi spazi e tempi, ma non so neanche se si tratta di questo: temo sia un disagio più profondo.
Durante le feste, che non abbiamo trascorso insieme (con mio grande dolore, e lui lo sa), mi sono sentita trascurata ancora.
Ha sempre evitato il contatto fisico se non per avere rapporti sessuali (che vive con desiderio fisico forte, ma molto asettici emotivamente); per un periodo ha condiviso con me messaggi espliciti (dove mi confidava pensieri intimi), ma non mi ha mai dedicato una parola affettuosa, né presa per mano, accarezzata o baciata (se non di sfuggita sulle labbra, di rado).
Quando ho cercato di affrontare il discorso, le risposte ricevute sono sempre state vaghe, oscure, se non addirittura sgarbate.
So solo che lui, a quanto dice, non ha mai voluto legami superficiali.
Le poche volte che comunichiamo telefonicamente, mi parla esclusivamente di lavoro e non mi ha mai detto che gli manco (di fronte al fatto che sa bene quanto io soffra per non essere vicini), o perlomeno che prova qualcosa per me.
Forse sono piccolezze, implicite in una relazione sana, ma in un quadro preoccupante come questo penso che sia comprensibile per me cercare una conferma.
Ho l’impressione che si faccia sentire perché può ottenere sesso da me, e temo non sia innamorato.
O forse ha un modo di amare che non capisco.
Chiedo delucidazioni perché sono molto addolorata e frustrata, essendo io innamorata di questa persona.
[#1]
Gentile utente,
qualche volta avrà osservato lei stessa l'esperienza di altri, e avrà visto che chi vive all'interno di una certa situazione, in base ai propri sentimenti, bisogni e desideri costruisce una visione di sogno, lontana dalla realtà.
La persona a cui vogliamo bene può avere comportamenti inequivocabilmente distanti; spesso addirittura parla chiaro, per onestà o ruvidezza; ma niente, noi non vogliamo capire. Preferiamo dirci che quella persona ci ama "a modo suo", e quando la persona stessa lo nega, ci inventiamo interpretazioni pseudo-psicologiche per fingere che esista una realtà sommersa che è il perfetto contrario di quella che abbiamo sotto gli occhi.
Provi a rileggere quello che ha scritto e immagini che sia una sua amica a raccontarlo a lei. Esordisce con una diagnosi: "ha avuto una vita sentimentale molto difficile, nella quale le due relazioni avute con le precedenti compagne lo hanno segnato negativamente".
Nessuno psicologo sarebbe così categorico nell'affermare che sono state le due precedenti relazioni a "segnare negativamente" quest'uomo; non si può ipotizzare che le abbia guastate lui, o che abbia almeno contribuito? Ma certo, presentato così è un bell'alibi per ciò che segue.
A quel che pare, senza dichiarazioni d'amore né uno specifico impegno, lei e quest'uomo avete incominciato ad avere rapporti sessuali.
Il suo non è un fidanzato, non è un partner, non è un compagno. Gli implicati in questo tipo di rapporto senza impegno si chiamano, in Inghilterra, "friend with benefits"; in Italia si usa un'espressione più cruda.
Infatti lui non le dice parole d'amore, non ha nemmeno i gesti della più elementare tenerezza; sembra che ci tenga proprio a non creare equivoci.
Ma lei spiega il tutto così: "ho pensato che la scelta di non dedicarmi le attenzioni che io ho sempre dedicato a lui fosse una questione legata alla sua indole (e anche ai suoi vissuti dolorosi)".
E perché farebbe così, se ci tenesse? Per ripetere gli stessi fallimenti?
Quando lei ha voluto sapere di più, ecco il risultato: "Quando ho cercato di affrontare il discorso, le risposte ricevute sono sempre state vaghe, oscure, se non addirittura sgarbate".
A questo punto lei sembra aggrapparsi a questa dichiarazione: "So solo che lui, a quanto dice, non ha mai voluto legami superficiali".
Intendeva per caso relazioni plurime? Ci sono uomini che pur non desiderando un rapporto sentimentale (spesso perché sono già sposati) hanno in odio la promiscuità sessuale, soprattutto per il fastidio di dover convincere ogni volta una donna diversa, o peggio, di doverla pagare.
Questo ovviamente non fa di loro degli innamorati.
Allora perché sta con me? sembra che lei chieda.
In realtà si è già data la risposta: "temo sia da parte sua prevalentemente dettato da desiderio fisico, al di fuori del quale non manifesta esternazioni di affetto", e inoltre: "Ho l’impressione che si faccia sentire perché può ottenere sesso da me, e temo non sia innamorato".
Le ha forse detto di essere innamorato, in un qualche momento della vostra conoscenza?
Vede, un tempo si mettevano in guardia le ragazze ingenue dagli uomini "falsi" che non avevano "intenzioni serie". Quelli però facevano di tutto per sedurle, fingendo con le parole e coi gesti un amore appassionato che non provavano davvero, allo scopo di fare delle poverette delle piacevoli amanti.
Oggi non c'è più nemmeno bisogno di fingere, tutto il film viene girato nella testa di chi è innamorato; ma allora perché poi ci si lamenta se l'altro non recita bene una parte che non ha scelto?
A volte mi sembra che le donne di oggi siano più esposte alle delusioni di quelle di una volta.
qualche volta avrà osservato lei stessa l'esperienza di altri, e avrà visto che chi vive all'interno di una certa situazione, in base ai propri sentimenti, bisogni e desideri costruisce una visione di sogno, lontana dalla realtà.
La persona a cui vogliamo bene può avere comportamenti inequivocabilmente distanti; spesso addirittura parla chiaro, per onestà o ruvidezza; ma niente, noi non vogliamo capire. Preferiamo dirci che quella persona ci ama "a modo suo", e quando la persona stessa lo nega, ci inventiamo interpretazioni pseudo-psicologiche per fingere che esista una realtà sommersa che è il perfetto contrario di quella che abbiamo sotto gli occhi.
Provi a rileggere quello che ha scritto e immagini che sia una sua amica a raccontarlo a lei. Esordisce con una diagnosi: "ha avuto una vita sentimentale molto difficile, nella quale le due relazioni avute con le precedenti compagne lo hanno segnato negativamente".
Nessuno psicologo sarebbe così categorico nell'affermare che sono state le due precedenti relazioni a "segnare negativamente" quest'uomo; non si può ipotizzare che le abbia guastate lui, o che abbia almeno contribuito? Ma certo, presentato così è un bell'alibi per ciò che segue.
A quel che pare, senza dichiarazioni d'amore né uno specifico impegno, lei e quest'uomo avete incominciato ad avere rapporti sessuali.
Il suo non è un fidanzato, non è un partner, non è un compagno. Gli implicati in questo tipo di rapporto senza impegno si chiamano, in Inghilterra, "friend with benefits"; in Italia si usa un'espressione più cruda.
Infatti lui non le dice parole d'amore, non ha nemmeno i gesti della più elementare tenerezza; sembra che ci tenga proprio a non creare equivoci.
Ma lei spiega il tutto così: "ho pensato che la scelta di non dedicarmi le attenzioni che io ho sempre dedicato a lui fosse una questione legata alla sua indole (e anche ai suoi vissuti dolorosi)".
E perché farebbe così, se ci tenesse? Per ripetere gli stessi fallimenti?
Quando lei ha voluto sapere di più, ecco il risultato: "Quando ho cercato di affrontare il discorso, le risposte ricevute sono sempre state vaghe, oscure, se non addirittura sgarbate".
A questo punto lei sembra aggrapparsi a questa dichiarazione: "So solo che lui, a quanto dice, non ha mai voluto legami superficiali".
Intendeva per caso relazioni plurime? Ci sono uomini che pur non desiderando un rapporto sentimentale (spesso perché sono già sposati) hanno in odio la promiscuità sessuale, soprattutto per il fastidio di dover convincere ogni volta una donna diversa, o peggio, di doverla pagare.
Questo ovviamente non fa di loro degli innamorati.
Allora perché sta con me? sembra che lei chieda.
In realtà si è già data la risposta: "temo sia da parte sua prevalentemente dettato da desiderio fisico, al di fuori del quale non manifesta esternazioni di affetto", e inoltre: "Ho l’impressione che si faccia sentire perché può ottenere sesso da me, e temo non sia innamorato".
Le ha forse detto di essere innamorato, in un qualche momento della vostra conoscenza?
Vede, un tempo si mettevano in guardia le ragazze ingenue dagli uomini "falsi" che non avevano "intenzioni serie". Quelli però facevano di tutto per sedurle, fingendo con le parole e coi gesti un amore appassionato che non provavano davvero, allo scopo di fare delle poverette delle piacevoli amanti.
Oggi non c'è più nemmeno bisogno di fingere, tutto il film viene girato nella testa di chi è innamorato; ma allora perché poi ci si lamenta se l'altro non recita bene una parte che non ha scelto?
A volte mi sembra che le donne di oggi siano più esposte alle delusioni di quelle di una volta.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Gentile Dottoressa,
La ringrazio per il suo chiaro riscontro.
Mi trovo d’accordo con quanto afferma e, questo lo riconosco con molta amarezza (forse per come sono fatta, forse perché - peggio ancora - voglio credere in qualcosa che spero corrisponda ad aspettative purtroppo mal riposte), c’è poco altro da aggiungere rispetto a quanto già scritto.
Per rispondere alla sua domanda, no, non mi è stato mai esplicitamente detto che verso di me c’è innamoramento. D’altra parte, mi è stato ripetuto che certe cose non vanno verbalizzate (non bastava dire siamo amici con benefici ?); è stato lui, inoltre, a dirmi che le sue storie passate lo hanno scottato molto; non capisco l’esigenza di sottolineare la ricerca di un legame non superficiale e non un’avventura , se le premesse non riguardano un impegno sincero a livello emotivo. Da quello che so, anche le friendships with benefits comportano componenti affettuose, almeno basilari: qualche carezza, qualche tenerezza, senza per questo istituire un fidanzamento perché ci si fonda su uno spazio costruito sulla fiducia reciproca e un accordo tra amici. Questa persona ha sempre vantato di essere diretta e chiara: ma non capisco perché evita di esserlo con me, se non per le ragioni già dette.
Grazie di nuovo per la sua risposta.
La ringrazio per il suo chiaro riscontro.
Mi trovo d’accordo con quanto afferma e, questo lo riconosco con molta amarezza (forse per come sono fatta, forse perché - peggio ancora - voglio credere in qualcosa che spero corrisponda ad aspettative purtroppo mal riposte), c’è poco altro da aggiungere rispetto a quanto già scritto.
Per rispondere alla sua domanda, no, non mi è stato mai esplicitamente detto che verso di me c’è innamoramento. D’altra parte, mi è stato ripetuto che certe cose non vanno verbalizzate (non bastava dire siamo amici con benefici ?); è stato lui, inoltre, a dirmi che le sue storie passate lo hanno scottato molto; non capisco l’esigenza di sottolineare la ricerca di un legame non superficiale e non un’avventura , se le premesse non riguardano un impegno sincero a livello emotivo. Da quello che so, anche le friendships with benefits comportano componenti affettuose, almeno basilari: qualche carezza, qualche tenerezza, senza per questo istituire un fidanzamento perché ci si fonda su uno spazio costruito sulla fiducia reciproca e un accordo tra amici. Questa persona ha sempre vantato di essere diretta e chiara: ma non capisco perché evita di esserlo con me, se non per le ragioni già dette.
Grazie di nuovo per la sua risposta.
[#3]
Gentile utente,
preso atto che l'uomo con cui ha rapporti sessuali dà marcati e perfino scortesi segnali di distacco, è libera di agire sull'unica persona di cui può conoscere e indirizzare idee, sentimenti ed emozioni: lei stessa.
Partiamo dalla fine della sua prima email: "sono molto addolorata e frustrata, essendo io innamorata di questa persona".
Immagino che al dolore e alla frustrazione lei voglia sottrarsi e recuperare il benessere.
Cominci dunque col chiedersi senza finzioni perché ha scelto di condividere le sue emozioni sessuali e perfino di innamorarsi di quella specifica persona, precisando che non è vero che i sentimenti sono incontrollabili, "al cuore non si comanda" e così via; sciocchezze che se fossero reali precluderebbero qualsiasi rapporto stabile e qualunque salvaguardia di sé stessi.
Si chieda poi se ha ben chiaro che cosa si aspetta dalla relazione con un uomo.
Alla sua età immagino possa avvalersi anche delle esperienze già fatte per rispondere a questa domanda, e anche a quest'altra: pensa di sapere e potere comunicare ad un partner le sue richieste?
Su queste tre domande c'è molto da lavorare, come penso lei abbia capito.
Gliele ripeto in sintesi: perché lui? Cosa vorrei? Lo so chiedere e lo posso chiedere?
La consapevolezza che otterrà lavorando su queste domande, meglio se con l'aiuto di uno psicologo, rappresenta il pensiero adulto, quello che eventualmente può cambiare l'atteggiamento degli altri a nostro favore, o comunque salvaguardarci da loro pretese e maltrattamenti. Lo sperare che l'altro cambi perché "sarebbe bello e giusto se fosse così", ossia per un colpo di bacchetta magica, mentre noi non facciamo nulla per farlo cambiare se non sterili lamenti, rappresenta il "pensiero magico" tipico della prima infanzia, il bimbo che piange perché ha fame e come per miracolo si trova in bocca il buon latte della mamma.
Mi fermo qui e la invito a riflettere, facendole molti auguri.
preso atto che l'uomo con cui ha rapporti sessuali dà marcati e perfino scortesi segnali di distacco, è libera di agire sull'unica persona di cui può conoscere e indirizzare idee, sentimenti ed emozioni: lei stessa.
Partiamo dalla fine della sua prima email: "sono molto addolorata e frustrata, essendo io innamorata di questa persona".
Immagino che al dolore e alla frustrazione lei voglia sottrarsi e recuperare il benessere.
Cominci dunque col chiedersi senza finzioni perché ha scelto di condividere le sue emozioni sessuali e perfino di innamorarsi di quella specifica persona, precisando che non è vero che i sentimenti sono incontrollabili, "al cuore non si comanda" e così via; sciocchezze che se fossero reali precluderebbero qualsiasi rapporto stabile e qualunque salvaguardia di sé stessi.
Si chieda poi se ha ben chiaro che cosa si aspetta dalla relazione con un uomo.
Alla sua età immagino possa avvalersi anche delle esperienze già fatte per rispondere a questa domanda, e anche a quest'altra: pensa di sapere e potere comunicare ad un partner le sue richieste?
Su queste tre domande c'è molto da lavorare, come penso lei abbia capito.
Gliele ripeto in sintesi: perché lui? Cosa vorrei? Lo so chiedere e lo posso chiedere?
La consapevolezza che otterrà lavorando su queste domande, meglio se con l'aiuto di uno psicologo, rappresenta il pensiero adulto, quello che eventualmente può cambiare l'atteggiamento degli altri a nostro favore, o comunque salvaguardarci da loro pretese e maltrattamenti. Lo sperare che l'altro cambi perché "sarebbe bello e giusto se fosse così", ossia per un colpo di bacchetta magica, mentre noi non facciamo nulla per farlo cambiare se non sterili lamenti, rappresenta il "pensiero magico" tipico della prima infanzia, il bimbo che piange perché ha fame e come per miracolo si trova in bocca il buon latte della mamma.
Mi fermo qui e la invito a riflettere, facendole molti auguri.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.6k visite dal 11/01/2021.
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