Quando si può andare dallo psicologo?
Buongiorno, ho 38 anni, sono molto solo: non sono sposato, non ho una ragazza, non ho figli, i miei genitori sono anziani, sono figlio unico, mio papà è figlio unico, mia mamma aveva un fratello ma è deceduto dodici anni fa, avrei solo due cugini e la zia acquisita ma abitano a 700 km da noi e non li vedo mai, non ho amici, sono veramente molto solo.
Sento il bisogno di parlare con qualcuno, sento il bisogno di avere qualcuno con cui poter parlare.
Potrei andare da uno psicologo per questo?
Oppure si può andare dallo psicologo solo se si deve affrontare un percorso di psicoterapia, che quindi ha un inizio ma anche una fine?
Forse se potessi andarci anche solo una volta ogni quindici giorni potrei sentirmi un pochino meglio, però sicuramente dovrei poterlo fare per molto tempo (nel senso per uno, due, tre anni).
Sarebbe possibile questo?
Mi sento veramente triste, non so cosa fare.
Grazie.
Sento il bisogno di parlare con qualcuno, sento il bisogno di avere qualcuno con cui poter parlare.
Potrei andare da uno psicologo per questo?
Oppure si può andare dallo psicologo solo se si deve affrontare un percorso di psicoterapia, che quindi ha un inizio ma anche una fine?
Forse se potessi andarci anche solo una volta ogni quindici giorni potrei sentirmi un pochino meglio, però sicuramente dovrei poterlo fare per molto tempo (nel senso per uno, due, tre anni).
Sarebbe possibile questo?
Mi sento veramente triste, non so cosa fare.
Grazie.
[#1]
Gentile Utente,
credo che nel suo caso la Psicoterapia possa essere di grande aiuto, non solo pero poter rispondere al suo legittimo bisogno di parlare con qualcuno ma anche per poter comprendere assieme quali siano le criticità su cui si fonda la difficoltà a creare delle relazioni amicali e sentimentali.
Le faccio tanti auguri
credo che nel suo caso la Psicoterapia possa essere di grande aiuto, non solo pero poter rispondere al suo legittimo bisogno di parlare con qualcuno ma anche per poter comprendere assieme quali siano le criticità su cui si fonda la difficoltà a creare delle relazioni amicali e sentimentali.
Le faccio tanti auguri
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
[#2]
Utente
La ringrazio per avermi risposto. Sono sempre stato molto timido, da bambino, da adolescente, da ragazzo, e anche adesso. Ero e sono il classico sfigato: timido, pallido, gracile fisicamente, imbranato, negato in tutti gli sport, con un carattere troppo buono e debole. Credo che la gran parte dei miei problemi derivino da questo. Poi anche l'aspetto fisico ha la sua rilevanza, sarebbe inutile negarlo. Ho provato e riprovato a cercare di superare la timidezza, ad essere più aperto, a cercare di essere simpatico, ma non ci sono mai riuscito, alla fine vince sempre lei (la timidezza). Ho provato e riprovato a fare amicizie, ma è sempre andato tutto male, per un motivo o per un altro. Non sono mai riuscito neanche a piacere alle ragazze. Mai. Poi penso anche che la mia difficoltà a relazionare con gli altri sia stata peggiorata anche dalla situazione di "solitudine familiare": come ho detto siamo veramente troppo soli, io mia mamma e mio papà. Non abbiamo nessuno. Questa cosa mi fa paura, mi toglie quasi il respiro se ci penso. Se ci fosse stato un contesto familiare un po più "dinamico", con qualche persona in più intorno a noi, molte cose sarebbero andate diversamente, sia per me che per i miei genitori. Di questo ne sono convinto. Oggi mi ritrovo a 38 anni, con i miei genitori che stanno diventando anziani e che iniziano ad avere problemi di salute di una certa rilevanza, e senza nessuno che possa darci una mano. Nessun familiare stretto, nessuna voce amica. Vorrei riuscire a far capire quello che provo, il profondo senso di solitudine che sento.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.6k visite dal 08/01/2021.
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