Perché mi sento così?

Mi sento anormale.
Ho 28 anni e mi sembra di aver sempre vissuto la mia vita al negativo, in modo passivo, senza mai sapere cosa fare.
Non riesco ad uscire di casa da sola.
Non riesco a considerarmi una persona adulta.
Se ho sbagliato qualcosa, non saprei proprio cosa ma il senso di colpa che sento é molto forte e questo mi porta ad odiarmi.
Non sopporto il suono della mia voce e non riesco a guardarmi allo specchio.
Tutto mi sembra sbagliato, vicino ma al tempo stesso irraggiungibile.
Ho studiato lingue e oserei dire che mi sento esattamente come chi studia una lingua straniera per tanto tempo ma non riesce mai ad oltrepassare certi limiti e si sente distante, diverso e stupido.
Io mi sento così e ho moltissima ansia di non riuscire a tornare normale, se mai lo sono stata.
Provo un'angoscia soffocante perché so che non dovrei essere così, comportarmi così, ma allo stesso tempo non so come fare per sistemare tutto.
Mi sento molto distante da me stessa, spesso e volentieri mi sembra di non avere un'identità, una personalità, non so minimamente chi sono, cosa mi piace fare, cosa penso, é molto difficile pensare con la mia testa.
Mi é stato diagnosticato uno stato ansioso-depressivo... ma io cosa ci dovrei fare con questa diagnosi?
C'è qualcosa che non va nella mia testa, da sempre, fin da quando ero piccola mi sono sempre sentita estranea a tutto, sono sempre stata schiava di una timidezza patologica, molto insicura, finché ho sviluppato un disturbo d'ansia sociale.
Ma questi mi sembrano tutti sintomi.
Posso riuscire a modificare i pensieri negativi che alterano la mia percezione di me stessa e della vita?
Come?
Consigliatemi per favore perché sto per arrendermi, non ho più voglia di sentirmi persa e confusa.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
"Mi é stato diagnosticato uno stato ansioso-depressivo... ma io cosa ci dovrei fare con questa diagnosi?"

Gentile Utente,
chi ha posto questa diagnosi e in quale contesto?
Si è già rivolta ad uno psicologo per ottenere questa diagnosi?

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Utente
Utente
Sì, da uno psichiatra. É la terza volta che provo ad iniziare un percorso, sia farmacologico che terapeutico. Il primo psichiatra mi aveva parlato anche di "depersonalizzaIone" ma poi ho cambiato specialista e la questione non é più stata affrontata. Il punto é che non mi sento per niente bene, ho anche una situazione familiare impegnativa in quanto mi occupo insieme a mio padre di mia sorella gravemente malata. Ho bisogno di stare bene. Cioè, devo stare bene perché la situazione lo richiede. Se penso di avere questa "depersonalizzazione" dovrei parlarne con il mio psichiatra anche se nel nostro primo incontro non é stato nominato? E si può guarire?
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

la depersonalizzazione è un sintomo che deve essere trattato. Potrebbe essere un sintomo d'ansia.
Ma fino a quando non affronterà seriamente una terapia, non potrà sperare in un cambiamento.
Le suggerisco di affidarsi ad un professionista, in modo da risolvere il problema.

Cordiali saluti,
[#4]
Utente
Utente
Grazie, sono attualmente in cura. Devo riprendere la terapia cognitivo-comportamentale. Il mio problema é che non riesco a fidarmi di nessuno. La terapia stessa mi provocava un forte distacco da me stessa, una sorta di vertigine ansiosa e opprimente. La mia dottoressa non voleva parlare di diagnosi e questa cosa per me non va bene, preferisco sapere che cos'ho piuttosto che muovermi ad occhi chiusi e farmi guidare soltanto da una persona esterna a me stessa. Insomma, vorrei mantenere un minimo di controllo e la terapia mi faceva sentire completamente disorientata. Per questo vorrei avere un confronto diretto con la mia psichiatra a proposito della depersonalizzazione.