Depersonalizzazione e falsi ricordi legati all'ansia
Buongiorno...e buon anno a tutti!
Premessa: sono seguito da 4 anni e mezzo da uno psicologo principalmente per problemi legati all'ansia, panico e a crisi depressive, oltre che a una non proprio buona gestione delle emozioni (che nel tempo è migliorata).
Non faccio uso di sostanze stupefacenti e/o droghe, non fumo nè bevo.
Inoltre, vi informo che vivo praticamente da solo con mia madre, donna di mezza età affetta da più di 10 anni da sclerosi multipla, patologia che peggiora giorno per giorno.
Vi vorrei presentare la mia "condizione".
Da metà settembre (circa) soffro di episodi che io e il mio psicologo proviamo a definire come "depersonalizzazione", creata da una fortissima sfiducia in me stesso, la quale mi porta ai cosiddetti "falsi ricordi".
Inizialmente era una cosa sensoriale: avevo il dubbio di aver toccato certi oggetti al passaggio mentre stavo a casa e/o per strada.
Io, razionalmente, ero convinto di no, ma c'era sempre una "vocina" che mi insinuava il dubbio: "E se invece questa cosa fosse successa, ma non te lo ricordi/non te ne sei reso conto?
"
Fortunatamente, nel tempo questa cosa ha perso sempre più potere a livello sensoriale...ma, di contro, si è estesa in ambito socio-relazionale.
Ho il dubbio di aver detto cose/inviato messaggi (SMS, Whatsapp ecc.
) alle persone e non essermene reso conto...
Il punto è che il contenuto di questi messaggi/discorsi è quasi sempre compromettente: insulti vari completamente gratuiti (anche pesanti), confessioni di cose non vere sul mio stesso conto e, comunque, sempre negative, quasi per autosabotarmi...
Purtroppo non mi basta controllare i messaggi inviati perchè penso sempre "E se avessi fatto 'Elimina per me' e non me ne fossi reso conto?
".
Ora, l'"obiettivo" di queste mie paranoie è 9 volte su 10 una ragazza, con cui ho avuto una frequentazione a distanza (ormai in "pausa"), abitando in regioni differenti.
La conosco da diversi mesi...nel corso del tempo ha manifestato atteggiamenti sempre più strani, cinici e incoerenti (es.
sparire per giorni, dubitare delle mie intenzioni anche di fronte all'evidenza, visualizzare senza rispondere o rispondere solo a certe cose) ma comunque consapevoli...e proprio da settembre in poi il suo modus operandi ha cominciato a stranirsi...
Nel tempo ho sviluppato un certo fastidio per tali atteggiamenti, ma l'ho sempre represso, a tal punto da non esserne razionalmente consapevole... mi immagino di insultarla o di scriverle falsità sul mio conto, come "confessarle" di essermi sentito con altre ragazze (cosa non vera, ma lei ha sempre dubitato dell'esclusività della frequentazione) oppure che il nome con cui mi conosce non sia il mio vero nome.
E' come se avessi assorbito il suo dubbio e l'avessi fatto mio.
Dato che tende a sparire, ho poi l'ossessione di controllare in continuazione le app di messaggistica che abbiamo in comune (fobia di averla bloccata per errore o di averle impedito di inviarmi messaggi o altro).
Grazie per l'attenzione e la pazienza!
Premessa: sono seguito da 4 anni e mezzo da uno psicologo principalmente per problemi legati all'ansia, panico e a crisi depressive, oltre che a una non proprio buona gestione delle emozioni (che nel tempo è migliorata).
Non faccio uso di sostanze stupefacenti e/o droghe, non fumo nè bevo.
Inoltre, vi informo che vivo praticamente da solo con mia madre, donna di mezza età affetta da più di 10 anni da sclerosi multipla, patologia che peggiora giorno per giorno.
Vi vorrei presentare la mia "condizione".
Da metà settembre (circa) soffro di episodi che io e il mio psicologo proviamo a definire come "depersonalizzazione", creata da una fortissima sfiducia in me stesso, la quale mi porta ai cosiddetti "falsi ricordi".
Inizialmente era una cosa sensoriale: avevo il dubbio di aver toccato certi oggetti al passaggio mentre stavo a casa e/o per strada.
Io, razionalmente, ero convinto di no, ma c'era sempre una "vocina" che mi insinuava il dubbio: "E se invece questa cosa fosse successa, ma non te lo ricordi/non te ne sei reso conto?
"
Fortunatamente, nel tempo questa cosa ha perso sempre più potere a livello sensoriale...ma, di contro, si è estesa in ambito socio-relazionale.
Ho il dubbio di aver detto cose/inviato messaggi (SMS, Whatsapp ecc.
) alle persone e non essermene reso conto...
Il punto è che il contenuto di questi messaggi/discorsi è quasi sempre compromettente: insulti vari completamente gratuiti (anche pesanti), confessioni di cose non vere sul mio stesso conto e, comunque, sempre negative, quasi per autosabotarmi...
Purtroppo non mi basta controllare i messaggi inviati perchè penso sempre "E se avessi fatto 'Elimina per me' e non me ne fossi reso conto?
".
Ora, l'"obiettivo" di queste mie paranoie è 9 volte su 10 una ragazza, con cui ho avuto una frequentazione a distanza (ormai in "pausa"), abitando in regioni differenti.
La conosco da diversi mesi...nel corso del tempo ha manifestato atteggiamenti sempre più strani, cinici e incoerenti (es.
sparire per giorni, dubitare delle mie intenzioni anche di fronte all'evidenza, visualizzare senza rispondere o rispondere solo a certe cose) ma comunque consapevoli...e proprio da settembre in poi il suo modus operandi ha cominciato a stranirsi...
Nel tempo ho sviluppato un certo fastidio per tali atteggiamenti, ma l'ho sempre represso, a tal punto da non esserne razionalmente consapevole... mi immagino di insultarla o di scriverle falsità sul mio conto, come "confessarle" di essermi sentito con altre ragazze (cosa non vera, ma lei ha sempre dubitato dell'esclusività della frequentazione) oppure che il nome con cui mi conosce non sia il mio vero nome.
E' come se avessi assorbito il suo dubbio e l'avessi fatto mio.
Dato che tende a sparire, ho poi l'ossessione di controllare in continuazione le app di messaggistica che abbiamo in comune (fobia di averla bloccata per errore o di averle impedito di inviarmi messaggi o altro).
Grazie per l'attenzione e la pazienza!
[#1]
Gentile utente,
legga al suo psicologo questa lettera, dove il suo disturbo emerge con chiarezza.
Parla di una psicoterapia che si protrae da quattro anni e mezzo, ma non dice se il suo psicologo è anche psichiatra, come non nomina i farmaci che assume e che vanno rivisti nel tipo e nella posologia, dopo che sarà stata aggiornata la diagnosi.
Le faccio molti auguri, anche per sua madre. In che senso vive con lei "praticamente da solo"?
legga al suo psicologo questa lettera, dove il suo disturbo emerge con chiarezza.
Parla di una psicoterapia che si protrae da quattro anni e mezzo, ma non dice se il suo psicologo è anche psichiatra, come non nomina i farmaci che assume e che vanno rivisti nel tipo e nella posologia, dopo che sarà stata aggiornata la diagnosi.
Le faccio molti auguri, anche per sua madre. In che senso vive con lei "praticamente da solo"?
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Ex utente
Buongiorno e grazie per la risposta e per gli auguri!
Il mio psicologo è anche psicoterapeuta ma non psichiatra.
Inoltre, non assumo psicofarmaci, mai assunti.
Una cosa che ho dimenticato di accennare: parlando con i miei amici e "sfogandomi" con loro, noto che tendo ad assorbire anche i loro pensieri, quasi facendoli miei, e nella fantasia io li scrivo a questa ragazza...peccato che non siano mai cose positive...
Io so che razionalmente queste sono solo fantasie, ma io tendo a crederci e creo falsi ricordi inconsciamente che vanno a giustificare queste paranoie.
Per quanto riguarda mia madre...sono figlio di divorziati, e vivo con mia madre da sempre. Inoltre, abbiamo una situazione particolarmente sgradevole a casa, in quanto mia madre si chiude spesso a riccio e rifiuta l'aiuto dei parenti (fisicamente vicini), ma allunga la mano verso amici di famiglia (fisicamente distanti).
Lei ha evidenti sbalzi d'umore, tende ad essere irascibile e spesso ha crisi depressive e di pianto.
Io non so più dove sbattere la testa...
Il mio psicologo è anche psicoterapeuta ma non psichiatra.
Inoltre, non assumo psicofarmaci, mai assunti.
Una cosa che ho dimenticato di accennare: parlando con i miei amici e "sfogandomi" con loro, noto che tendo ad assorbire anche i loro pensieri, quasi facendoli miei, e nella fantasia io li scrivo a questa ragazza...peccato che non siano mai cose positive...
Io so che razionalmente queste sono solo fantasie, ma io tendo a crederci e creo falsi ricordi inconsciamente che vanno a giustificare queste paranoie.
Per quanto riguarda mia madre...sono figlio di divorziati, e vivo con mia madre da sempre. Inoltre, abbiamo una situazione particolarmente sgradevole a casa, in quanto mia madre si chiude spesso a riccio e rifiuta l'aiuto dei parenti (fisicamente vicini), ma allunga la mano verso amici di famiglia (fisicamente distanti).
Lei ha evidenti sbalzi d'umore, tende ad essere irascibile e spesso ha crisi depressive e di pianto.
Io non so più dove sbattere la testa...
[#3]
Caro utente,
dovrebbe dirmi: 1) che tipo di psicoterapia sta facendo da quattro anni e mezzo; 2) quale diagnosi le è stata fatta; 3) se ha comunicato i sintomi dettagliati nella sua email al suo psicoterapeuta.
Rispondendo alla sua domanda, dove "sbattere la testa", in realtà, è evidente: presso un buon centro dove possa trovare un team di specialisti in grado di darle anche gli opportuni farmaci.
Quattro anni e mezzo di terapia per trovarsi a questo punto testimoniano che l'impegno profuso, da lei e dal curante, non ha raggiunto l'obiettivo.
Come prima cosa tento di spostare la sua email in psichiatria, così potrà avere il responso di altri specialisti.
In seguito, se vorrà ancora scrivere a me, dovrà aprire un altro consulto.
Ancora auguri.
dovrebbe dirmi: 1) che tipo di psicoterapia sta facendo da quattro anni e mezzo; 2) quale diagnosi le è stata fatta; 3) se ha comunicato i sintomi dettagliati nella sua email al suo psicoterapeuta.
Rispondendo alla sua domanda, dove "sbattere la testa", in realtà, è evidente: presso un buon centro dove possa trovare un team di specialisti in grado di darle anche gli opportuni farmaci.
Quattro anni e mezzo di terapia per trovarsi a questo punto testimoniano che l'impegno profuso, da lei e dal curante, non ha raggiunto l'obiettivo.
Come prima cosa tento di spostare la sua email in psichiatria, così potrà avere il responso di altri specialisti.
In seguito, se vorrà ancora scrivere a me, dovrà aprire un altro consulto.
Ancora auguri.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.8k visite dal 01/01/2021.
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