Difficoltà nello studio e assenza totale di concentrazione e motivazione
Salve.
Sono un ragazzo di 24 anni, studio ingegneria e mi mancano un esame e la tesi per la laurea magistrale.
Tuttavia, non riesco proprio a trovare la concentrazione e la voglia per studiare.
Faccio delle premesse.
Sono sempre stato uno "studente modello", ho preso la triennale in tempo e con lode e probabilmente lo farò anche alla magistrale.
Tuttavia, non sono mai riuscito ad organizzarmi con lo studio perchè tendo a procrastinare tutto ed ogni esame è stata una tortura perchè mi riducevo a studiare 8-10 giorni prima dell'esame (quando l'esame era più complicato, 20 giorni prima, ma in realtà i primi giorni facevo poco e niente).
Si intuisce quanto stress ad ogni sessione, ma alla fine sono riuscito a superare tutto.
Una mia amica mi ha fatto riflettere che alla fine poco importa, se ottengo lo stesso i risultati.
Il punto è che sono veramente stressato e in quegli ultimi giorni mi devo mettere a studiare anche più di 12 ore al giorno.
Da qui scaturisce il mio disagio: anche se ho tutto il tempo del mondo, mi faccio dei piani rispettabilissimi (es.
5 pagine al giorno, che sarebbero veramente poche e facili) ma poi puntualmente non li rispetto e alla fine arrivo a cose impossibili del tipo "devo fare 100 pagine al giorno".
Inoltre, io ho sempre avuto una residenza universitaria.
A casa non sono mai riuscito a studiare, perchè non ho un posto tutto mio (ho la camera condivisa), perchè mi distraggo facilmente e perchè i miei genitori si battibeccano continuamente e quindi è un litigio al giorno.
Purtroppo, causa pandemia, è da Marzo 2020 che sono a casa: mi restavano solo 3 esami (che di solito davo in una sola sessione) e invece, nonostante 2 sessioni (Giugno-Luglio e Settembre), me ne resta ancora 1.
Quest'ultimo, poi, è particolare, perchè è un esame di soli 3 crediti ma il professore pretende eccessivamente e ogni volta che presentavo il mio lavoro a ricevimento mi diceva che non era sufficiente: alla fine, non ho mai avuto il coraggio di provare l'esame.
Infine, ho cominciato a lavorare alla tesi e ci tengo molto perchè è con una società estera (da remoto) piuttosto importante nel mio settore.
Nonostante ciò, non riesco a trovare la voglia di studiare e provo tanta vergogna quando il relatore mi contatta per aggiornamenti e io devo cercare di vedere qualcosa all'ultimo minuto e inventare di non aver capito cose.
Credo che il problema ci sia sempre stato e che ora non riesca più a contenerlo.
Ogni notte mi riprometto che dal mattino seguente studierò: mi alzo presto ma poi cado in una routine di serie tv, social, 1-2 ore in bagno a masturbarmi, passeggiate, tutto pur di non studiare.
Arrivata la sera, torna il disagio.
Ho provato inutilmente a ricompensarmi ("se studi mattina e pomeriggio, dopo cena sei libero" oppure "ogni ora di studio 15 minuti di svago") o a pensare al futuro.
Sto male.
Che posso fare?
P.
S. Volevo rivolgermi a uno psicologo ma, causa covid, preferisco non incontrare nessuno.
Sapreste indicarmi qualche specialista online?
Sono un ragazzo di 24 anni, studio ingegneria e mi mancano un esame e la tesi per la laurea magistrale.
Tuttavia, non riesco proprio a trovare la concentrazione e la voglia per studiare.
Faccio delle premesse.
Sono sempre stato uno "studente modello", ho preso la triennale in tempo e con lode e probabilmente lo farò anche alla magistrale.
Tuttavia, non sono mai riuscito ad organizzarmi con lo studio perchè tendo a procrastinare tutto ed ogni esame è stata una tortura perchè mi riducevo a studiare 8-10 giorni prima dell'esame (quando l'esame era più complicato, 20 giorni prima, ma in realtà i primi giorni facevo poco e niente).
Si intuisce quanto stress ad ogni sessione, ma alla fine sono riuscito a superare tutto.
Una mia amica mi ha fatto riflettere che alla fine poco importa, se ottengo lo stesso i risultati.
Il punto è che sono veramente stressato e in quegli ultimi giorni mi devo mettere a studiare anche più di 12 ore al giorno.
Da qui scaturisce il mio disagio: anche se ho tutto il tempo del mondo, mi faccio dei piani rispettabilissimi (es.
5 pagine al giorno, che sarebbero veramente poche e facili) ma poi puntualmente non li rispetto e alla fine arrivo a cose impossibili del tipo "devo fare 100 pagine al giorno".
Inoltre, io ho sempre avuto una residenza universitaria.
A casa non sono mai riuscito a studiare, perchè non ho un posto tutto mio (ho la camera condivisa), perchè mi distraggo facilmente e perchè i miei genitori si battibeccano continuamente e quindi è un litigio al giorno.
Purtroppo, causa pandemia, è da Marzo 2020 che sono a casa: mi restavano solo 3 esami (che di solito davo in una sola sessione) e invece, nonostante 2 sessioni (Giugno-Luglio e Settembre), me ne resta ancora 1.
Quest'ultimo, poi, è particolare, perchè è un esame di soli 3 crediti ma il professore pretende eccessivamente e ogni volta che presentavo il mio lavoro a ricevimento mi diceva che non era sufficiente: alla fine, non ho mai avuto il coraggio di provare l'esame.
Infine, ho cominciato a lavorare alla tesi e ci tengo molto perchè è con una società estera (da remoto) piuttosto importante nel mio settore.
Nonostante ciò, non riesco a trovare la voglia di studiare e provo tanta vergogna quando il relatore mi contatta per aggiornamenti e io devo cercare di vedere qualcosa all'ultimo minuto e inventare di non aver capito cose.
Credo che il problema ci sia sempre stato e che ora non riesca più a contenerlo.
Ogni notte mi riprometto che dal mattino seguente studierò: mi alzo presto ma poi cado in una routine di serie tv, social, 1-2 ore in bagno a masturbarmi, passeggiate, tutto pur di non studiare.
Arrivata la sera, torna il disagio.
Ho provato inutilmente a ricompensarmi ("se studi mattina e pomeriggio, dopo cena sei libero" oppure "ogni ora di studio 15 minuti di svago") o a pensare al futuro.
Sto male.
Che posso fare?
P.
S. Volevo rivolgermi a uno psicologo ma, causa covid, preferisco non incontrare nessuno.
Sapreste indicarmi qualche specialista online?
[#1]
Gentile utente,
ogni università ha degli psicologi preposti ai problemi di studio degli studenti. Perché non cerca i suoi? Certamente in questo periodo lavorano anche online.
Uno dei problemi che la sua email delinea, intanto, potrebbe essere quello della memoria a lungo termine: in pratica lei non ha fiducia, forse a ragion veduta, di poter trattenere in memoria cinque paginette al giorno per due mesi.
Ricorda bene le cose che ha studiato, a distanza di qualche mese?
Si intravedono anche dipendenze da comportamenti ripetitivi, ma preferirei che lei cercasse gli specialisti della sua università prima di parlargliene; poi, se vuole, ci scriva ancora.
Auguri.
ogni università ha degli psicologi preposti ai problemi di studio degli studenti. Perché non cerca i suoi? Certamente in questo periodo lavorano anche online.
Uno dei problemi che la sua email delinea, intanto, potrebbe essere quello della memoria a lungo termine: in pratica lei non ha fiducia, forse a ragion veduta, di poter trattenere in memoria cinque paginette al giorno per due mesi.
Ricorda bene le cose che ha studiato, a distanza di qualche mese?
Si intravedono anche dipendenze da comportamenti ripetitivi, ma preferirei che lei cercasse gli specialisti della sua università prima di parlargliene; poi, se vuole, ci scriva ancora.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
La ringrazio infinitamente per la risposta e l'aiuto che mi offre.
Avevo già provato a rivolgermi al counseling psicologico offerto dalla mia università (ben prima della pandemia), ma purtroppo lo sportello non era più aperto e ho dovuto rinunciare.
Lei ha centrato in pieno un problema che ho ma che pensavo fosse scollegato dalla mancanza di motivazione. Ho effettivamente un problema di memoria a lungo termine e di fatti, dopo nemmeno un mese dimentico quasi tutto di un esame, mi restano solo alcuni concetti su cui magari ho speso più tempo per comprenderli. Mi sono sempre chiesto se avessi quell'orrendo metodo di studio "a memoria", ma facendo un'autovalutazione l'ho escluso perchè mi sono accorto che, di fatti, mi ostino a comprendere e collegare tutto quello che leggo, altrimenti non mi sento pronto e non mi presento proprio all'esame. Però appunto, superato l'esame, dimentico molte cose e anche questo mi provoca un senso di disagio.
Riconosco, nella mia ignoranza, di avere comportamenti ripetitivi. Ho provato anche a darmi dei limiti (es. le app social si bloccano dopo 1h di utilizzo) ma niente sembra funzionare. Non so più cosa provare a fare.
Mi scuso per la lunghezza, parlo sempre molto.
Buone feste anche a lei.
Avevo già provato a rivolgermi al counseling psicologico offerto dalla mia università (ben prima della pandemia), ma purtroppo lo sportello non era più aperto e ho dovuto rinunciare.
Lei ha centrato in pieno un problema che ho ma che pensavo fosse scollegato dalla mancanza di motivazione. Ho effettivamente un problema di memoria a lungo termine e di fatti, dopo nemmeno un mese dimentico quasi tutto di un esame, mi restano solo alcuni concetti su cui magari ho speso più tempo per comprenderli. Mi sono sempre chiesto se avessi quell'orrendo metodo di studio "a memoria", ma facendo un'autovalutazione l'ho escluso perchè mi sono accorto che, di fatti, mi ostino a comprendere e collegare tutto quello che leggo, altrimenti non mi sento pronto e non mi presento proprio all'esame. Però appunto, superato l'esame, dimentico molte cose e anche questo mi provoca un senso di disagio.
Riconosco, nella mia ignoranza, di avere comportamenti ripetitivi. Ho provato anche a darmi dei limiti (es. le app social si bloccano dopo 1h di utilizzo) ma niente sembra funzionare. Non so più cosa provare a fare.
Mi scuso per la lunghezza, parlo sempre molto.
Buone feste anche a lei.
[#3]
Gentile utente,
credo che lei abbia centrato anche il secondo punto: la dipendenza dai social e da Internet.
In pratica, riceviamo anche in contemporanea troppi input, mentre la psicologia al momento ha verificato due ipotesi:
1) che non è vero che siamo capaci di pensiero multitasking (i giovani ne sembrano capaci, ma solo perché hanno fulminea capacità di spostamento dell'attenzione da una cosa ad un'altra e ritorno);
2) che la memoria, come un CD o una pendrive, si riempie e non accoglie più nulla.
Quest'ultimo effetto si produce con gli esami universitari, negli anni divenuti decisamente troppi, spesso scoordinati e contraddittori negli argomenti.
A questo punto può intervenire la noia (rileggendo tre volte la memoria si rinforzerebbe, ma chi ne ha voglia, con argomenti che appaiono tra l'altro insignificanti e spesso obsoleti?) e l'ansia da prestazione: ho una bella media, perché la dovrei rovinare?
Non a caso, le peggiori crisi "finali" all'università le hanno i ragazzi bravi. E a questo punto interviene anche il senso dell'imminente perdita di cose note e la paura del grande mondo esterno...
La soluzione può essere nell'isolamento totale da altri stimoli per molte ore (via il telefono, niente giochi) e la riflessione sulla meta: la laurea è lì, ma non per sempre. Non buttiamola.
Auguri.
credo che lei abbia centrato anche il secondo punto: la dipendenza dai social e da Internet.
In pratica, riceviamo anche in contemporanea troppi input, mentre la psicologia al momento ha verificato due ipotesi:
1) che non è vero che siamo capaci di pensiero multitasking (i giovani ne sembrano capaci, ma solo perché hanno fulminea capacità di spostamento dell'attenzione da una cosa ad un'altra e ritorno);
2) che la memoria, come un CD o una pendrive, si riempie e non accoglie più nulla.
Quest'ultimo effetto si produce con gli esami universitari, negli anni divenuti decisamente troppi, spesso scoordinati e contraddittori negli argomenti.
A questo punto può intervenire la noia (rileggendo tre volte la memoria si rinforzerebbe, ma chi ne ha voglia, con argomenti che appaiono tra l'altro insignificanti e spesso obsoleti?) e l'ansia da prestazione: ho una bella media, perché la dovrei rovinare?
Non a caso, le peggiori crisi "finali" all'università le hanno i ragazzi bravi. E a questo punto interviene anche il senso dell'imminente perdita di cose note e la paura del grande mondo esterno...
La soluzione può essere nell'isolamento totale da altri stimoli per molte ore (via il telefono, niente giochi) e la riflessione sulla meta: la laurea è lì, ma non per sempre. Non buttiamola.
Auguri.
[#4]
Utente
Gentile dottoressa,
mi ritrovo esattamente nella descrizione che fa quando parla di ansia da prestazione e noia. Aggiungo anche che provo un senso di frustrazione quando mi riprometto di fare cose che poi non faccio.
Per quanto riguarda l'approccio col mondo esterno, invece, credo di non avere qualche tipo di paura: da quando ho cominciato il mio percorso universitario sogno di lavorare per qualche grande azienda estera che mi permetta, tra l'altro, di viaggiare in giro per il mondo per lavoro e non vedo l'ora di "buttarmi" in queste nuove esperienze. Forse è solo un desiderio di evasione che mi dà l'illusione di risolvere tutti i miei problemi (sviluppatisi qui), ma per il momento sono ben determinato in questo.
Per quanto riguarda la dipendenza dai social, in realtà non riesco a capire se è davvero dipendenza, perchè a me non interessa poi tanto controllare i social, ma noto semplicemente di avere quell'atteggiamento compulsivo di aprire continuamente le app (e spesso le richiudo subito). Non so come spiegarlo, ma io credo che sia più un rifiuto per lo studio, perchè va bene tutto pur di non studiare. Ad esempio, delle volte leggo e mi documento su cose - che puntualmente dimentico - totalmente lontane e sconnesse dai miei argomenti di studi (so che non è un male e mi piace esplorare sempre nuovi orizzonti e togliermi le più disparate curiosità che mi vengono in mente, però dovrei trovare la giusta dimensione e farlo nei dovuti tempi, non farlo quando invece dovrei studiare).
Ho già provato a privarmi delle fonti di distrazione (mettevo il telefono, spento, in un'altra stanza e staccavo la connessione internet dal pc). Ha funzionato un giorno, ma il giorno dopo non ci sono più riuscito. E ogni volta che lo rifacevo, non sono mai riuscito a farlo per due giorni consecutivi, ma solo una volta ogni tanto. Inoltre, specifico che queste mie "ultime fatiche" non richiedono uno sforzo di memorizzazione ma di produzione, ed ho sempre ritenuto che scrivere codici e algoritmi o progettare dispositivi fosse un'operazione più stimolante e "leggera" rispetto alla memorizzazione di argomenti da "ripetere" in un'orale.
Per quanto riguarda la riflessione sulla laurea, forse questa non mi dà più la giusta motivazione, magari per via dell'immobilismo del momento che stiamo vivendo. Mi torna in mente, però, che prima della pandemia ho affrontato una sessione esami brillantissima (4 esami, due 30 e due 30L) e che la ragione che mi spingeva a studiare era l'idea di "dovermi sbrigare" perchè avevo preso accordi con un docente per un lavoro di tesi negli Stati Uniti su un ambito che adoro. Forse, essendo ora tutto incerto, non ho più la giusta spinta per impegnarmi? Non riesco più a trovare stimoli probabilmente.
Ad ogni modo, grazie al suo suggerimento, ho ricontrollato e scoperto che ad Aprile 2020 è stato (ri)attivato dalla mia università un servizio di supporto psicologico online. Non so se è ancora attivo (visto com'è andata in passato), ma proverò comunque a contattarli.
La ringrazio infinitamente per questo "primo soccorso". Le confesso che mi ha regalato la speranza di poter risolvere i miei problemi ai quali ormai mi ero arreso. Mi scuso di nuovo per la lunghezza. Grazie
mi ritrovo esattamente nella descrizione che fa quando parla di ansia da prestazione e noia. Aggiungo anche che provo un senso di frustrazione quando mi riprometto di fare cose che poi non faccio.
Per quanto riguarda l'approccio col mondo esterno, invece, credo di non avere qualche tipo di paura: da quando ho cominciato il mio percorso universitario sogno di lavorare per qualche grande azienda estera che mi permetta, tra l'altro, di viaggiare in giro per il mondo per lavoro e non vedo l'ora di "buttarmi" in queste nuove esperienze. Forse è solo un desiderio di evasione che mi dà l'illusione di risolvere tutti i miei problemi (sviluppatisi qui), ma per il momento sono ben determinato in questo.
Per quanto riguarda la dipendenza dai social, in realtà non riesco a capire se è davvero dipendenza, perchè a me non interessa poi tanto controllare i social, ma noto semplicemente di avere quell'atteggiamento compulsivo di aprire continuamente le app (e spesso le richiudo subito). Non so come spiegarlo, ma io credo che sia più un rifiuto per lo studio, perchè va bene tutto pur di non studiare. Ad esempio, delle volte leggo e mi documento su cose - che puntualmente dimentico - totalmente lontane e sconnesse dai miei argomenti di studi (so che non è un male e mi piace esplorare sempre nuovi orizzonti e togliermi le più disparate curiosità che mi vengono in mente, però dovrei trovare la giusta dimensione e farlo nei dovuti tempi, non farlo quando invece dovrei studiare).
Ho già provato a privarmi delle fonti di distrazione (mettevo il telefono, spento, in un'altra stanza e staccavo la connessione internet dal pc). Ha funzionato un giorno, ma il giorno dopo non ci sono più riuscito. E ogni volta che lo rifacevo, non sono mai riuscito a farlo per due giorni consecutivi, ma solo una volta ogni tanto. Inoltre, specifico che queste mie "ultime fatiche" non richiedono uno sforzo di memorizzazione ma di produzione, ed ho sempre ritenuto che scrivere codici e algoritmi o progettare dispositivi fosse un'operazione più stimolante e "leggera" rispetto alla memorizzazione di argomenti da "ripetere" in un'orale.
Per quanto riguarda la riflessione sulla laurea, forse questa non mi dà più la giusta motivazione, magari per via dell'immobilismo del momento che stiamo vivendo. Mi torna in mente, però, che prima della pandemia ho affrontato una sessione esami brillantissima (4 esami, due 30 e due 30L) e che la ragione che mi spingeva a studiare era l'idea di "dovermi sbrigare" perchè avevo preso accordi con un docente per un lavoro di tesi negli Stati Uniti su un ambito che adoro. Forse, essendo ora tutto incerto, non ho più la giusta spinta per impegnarmi? Non riesco più a trovare stimoli probabilmente.
Ad ogni modo, grazie al suo suggerimento, ho ricontrollato e scoperto che ad Aprile 2020 è stato (ri)attivato dalla mia università un servizio di supporto psicologico online. Non so se è ancora attivo (visto com'è andata in passato), ma proverò comunque a contattarli.
La ringrazio infinitamente per questo "primo soccorso". Le confesso che mi ha regalato la speranza di poter risolvere i miei problemi ai quali ormai mi ero arreso. Mi scuso di nuovo per la lunghezza. Grazie
[#5]
Caro utente,
sono lieta di esserle stata utile.
Lei ha di nuovo colto un punto focale: la grave alterazione di tutte le abitudini, progetti compresi, causata dalla pandemia, ha segnato una brusca battuta d'arresto nella vita di tutti, obbligandoci ad una riflessione inevitabilmente pessimistica sulla fragilità nostra, delle nostre speranze, del nostro futuro.
Malgrado questo, spero che lei abbia esagerato scrivendo di "problemi ai quali ormai mi ero arreso".
Malgrado tutte le difficoltà, il concludere il corso di studi a cui abbiamo dedicato tempo, soldi, energie, non può essere eluso.
Ognuno di noi fa dei bilanci sulla propria vita, anche inconsapevolmente: il positivo è la sua laurea, comunque raggiunta.
Auguri.
sono lieta di esserle stata utile.
Lei ha di nuovo colto un punto focale: la grave alterazione di tutte le abitudini, progetti compresi, causata dalla pandemia, ha segnato una brusca battuta d'arresto nella vita di tutti, obbligandoci ad una riflessione inevitabilmente pessimistica sulla fragilità nostra, delle nostre speranze, del nostro futuro.
Malgrado questo, spero che lei abbia esagerato scrivendo di "problemi ai quali ormai mi ero arreso".
Malgrado tutte le difficoltà, il concludere il corso di studi a cui abbiamo dedicato tempo, soldi, energie, non può essere eluso.
Ognuno di noi fa dei bilanci sulla propria vita, anche inconsapevolmente: il positivo è la sua laurea, comunque raggiunta.
Auguri.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 12.8k visite dal 28/12/2020.
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