Problemi col marito

Buonasera,
Chiedo un consulto per questa situazione relativa al rapporto con mio marito.

Siamo sposati da 14 anni e abbiamo un bambino.
Mio marito nell'ultimo anno a causa del fatto che è disoccupato credo è diventato sempre più critico nei miei confronti questo quasi tutti i giorni, si arrabbia facilmente se lo provocò così dice, minaccia anche.
Questo non tutti i giorni ma due o tre volte al mese ci sono litigi aspri, in passato capitava di meno.
Io devo dire che sono permalosa di mio e dopo un periodo di un anno cosi' ho avuto dei momenti di difficolta' emotiva.
Quando litighiamo in particolare devo lasciare stare a un certo punto se noi i litigi rischiano di degenerare da parte sua.
Dimenticavo io lavoro invece e in casa non lavorando lui fa molto anche di più di me certe volte ma perché lo vuole fare e perché spesso non ama come faccio i lavori di casa.
Di mio figlio se ne occupa di più ora che non lavora (non per scelta purtroppo).
Vorrei aiutarlo psicologicamente o
forse se trovasse un lavoro le cose cambierebbero o migliorerebbero.
Grazie dell'attenzione
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Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile utente,
da quello che lei scrive mi sembra di percepire che "le minacce" di cui parla potrebbero sfociare in altro "quando litighiamo in particolare devo lasciare stare a un certo punto se noi i litigi rischiano di degenerare da parte sua". Suo marito mette in atto comportamenti violenti (violenza fisica, verbale, psicologica), o pensa che potrebbe farlo?

Le situazioni e i momenti difficili accadono nella vita di ognuno e certamente perdere il lavoro ha delle ripercussioni non solamente sul piano economico, ma anche su quello emotivo e sul tono dell'umore. Capisco bene quanto suo marito possa star male e risentirne di tutto questo.

Non è però a causa sua, cioè di sua moglie, che suo marito si trova in questa situazione. I litigi ricorrenti e le critiche mosse verso di lei non sono giustificabili. E' come se lui stesse male e volesse prendersela con lei o farle provare quello che lui stesso prova, almeno da quello che emerge dal suo racconto.
Se uno dei due non lavora è sicuramente più utile e produttivo che si occupi maggiormente della casa e di vostro figlio.
Cosa ne pensa lei di questo? E soprattutto, come si sente?

"Vorrei aiutarlo psicologicamente o forse se trovasse un lavoro le cose cambierebbero o migliorerebbero."
Immagino che si sente impotente e vorrebbe fare qualcosa per lui, ma temo che la felicità e il benessere di suo marito non dipenda da lei.
L'unica cosa su cui lei ha potere è il suo di benessere, pensi a cosa può far star bene lei stessa come donna, come madre e come moglie.

Resto a disposizione se ne avesse ancora bisogno
Cordialmente

Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108

[#2]
Utente
Utente
Buonasera Dottoressa,
Intanto la ringrazio.
Vorrei sottolineare che seppur molto rari ci sono stati episodio di violenza verbale e fisica da parte di mio marito quando proprio i litigi sono stati più aspri del solito.
Io capisco bene la sua situazione visto che per qualche mese l'ho vissuta anche io due anni fa, il periodo è stato più breve ma sono stata licenziata dopo un mobbing spietato quindi a livello emotivo la situazione era peggiore e per questo vorrei aiutare mio marito ma nello stesso tempo questa situazione dell'ultimo anno mi sta pensando a livello emotivo questo lo capisco e poi anche insonnia che non so se sia correlata.
Anche in passato i momenti peggiori sono stati in concomitanza con le perdita di un lavoro parlo di 8-10 anni fa in realtà.
Un'altra paura che mi ha confessato mio marito e' il fatto di quando uso la macchina da sola lui utimamente mi accompagna spesso visto che non lavoro, io non sono un asso nella guida e l'anno scorso ho fatto un incidente e ho distrutto la macchina con concorso di colpa (poi ho preso un'altra macchina usata anche quella prima lo era) e questo penso che abbia peggiorato la sua paura quando Guido, dice che lo mette in agitazione e preferisce accompagnarmi.

La ringrazio ancora.
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Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile utente,
episodi seppur rari, come dice, di violenza verbale e fisica non sono trascurabili. Questo mi dice qualcosa in più di suo marito e del vostro funzionamento come coppia.
Non trascuri in tutto questo una persona molto importante: suo figlio. Immagino che sia un pre-adolescente o adolescente, pensi anche a quanto lui assorbe negativamente da questa situazione di malessere che state vivendo. Oltre al fatto che la violenza assistita procura danni anche significativi ai minori, lo dicono ricerche scientifiche.

Non mi ha detto lei come si sente e come sta, come vive questa situazione. E' importante che lei lo dica a sé stessa, prima di tutto, e poi anche a noi qui, oppure a persone, amici o familiari, a lei cari.
Non faccia il grande errore di chiudersi a guscio pensando che "i panni sporchi si lavano in famiglia".

Anche qui, quando ci racconta l'episodio della macchina, mette in primo piano la paura e la preoccupazione di suo marito. Io la invito a fermarsi a pensare come sta e cosa prova lei invece. La sente una limitazione e un voler sottolineare la sua incapacità alla guida? O lo prende come un gesto di premura?
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Utente
Utente
Mio figlio non l'ho specificato ha quasi 5 anni .
Io purtroppo non ho amicizie vere, ho solo mia madre che però dopo la morte di mio padre nel 2019 ho più supportato io.
Io so che non mi sento bene totalmente in questa situazione ho dei momenti di sconforto spesso e mi capita poi di essere irritabile con sconosciuti o altre persone, l'irritabilità è stata una delle cose che mi pesa di più. Per la macchina la vedo tutte e due sia un'aumentare la mia paura che una premura, so purtroppo i miei limiti.
Grazie
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Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile Utente,
il protrarsi a lungo di una situazione così stressante e il non poter beneficiare di una rete di persone a lei vicine che potrebbe esserle di supporto, sicuramente ha un peso nei suoi momenti di sconforto e nella sua irritabilità.
Lei ha provato a parlare con suo marito di questi suoi momenti negativi?

Quello che ci ha raccontato finora è il suo punto di vista, sarebbe interessante sentire anche cosa ne pensa suo marito a riguardo, ascoltare anche la sua visione.
Non so se l'ha notato, ma nella domanda del suo primo messaggio ci chiedeva come poter aiutare suoi marito, nel suo terzo messaggio metteva molto di più in evidenza le sue difficoltà in questa situazione.
E se il problema e la difficoltà non fosse solamente di suo marito o sua, ma se fosse nelle modalità di gestione dei problemi di coppia? Forse quello su cui occorrerebbe porre l'attenzione non è la singola persona, ma la coppia.
Cosa ne pensa a riguardo?

Valuti la possibilità, anche in un prossimo futuro, magari quando suo marito troverà lavoro e ci saranno più risorse economiche a disposizione, di richiedere una terapia di coppia. Potrebbe concretamente aiutarvi a gestire litigi e conflitti e a vivere più serenamente le difficoltà che si presentano nella vita, quelle purtroppo possono esserci sempre, quello che cambia è il modo in cui si riescono a fronteggiare. E fa la differenza

Resto a disposizione se ne avesse ancora bisogno
Cordialmente
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Utente
Utente
Ho fatto solo qualche accenno a mio marito della cosa ma senza risultati nel senso che non credo che mi abbia ascoltato più di tanto mentre cercavo di spiegarlo.
Io sono favorevole alla terapia di coppia mio marito quando accennavo di andare dallo psicologo anche in passato al dì là dell'aspetto economico diceva che al massimo ci potevo andare io forse lui non sarebbe venuto ma mi considerava matta se ci andavo, ha una visione negativa purtroppo dell'andare dallo psicologo come se fosse matto nell'accezione da manicomio chi ci va, io invece non sono d'accordo.
La ringrazio intanto.
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Dr.ssa Valeria Mazzilli Psicologo 286 13
Gentile Utente,
capisco bene la difficoltà nel far comprendere l'importanza di una psicoterapia personale o di coppia.
Se ne sentisse il bisogno non si lasci frenare da ostacoli ideologici di altre persone e valuti di rivolgersi ad uno/a psicologo/a. E' importante che lei si prenda cura del proprio benessere, per poter affrontare al meglio questo momento di difficoltà e per trovare uno spazio che la accolga e nel quale può sentirsi sostenuta.
Ad ogni modo le resistenze possono essere superate, esistono alcuni approcci, quello sistemico-relazionale ad esempio, in cui è possibile coinvolgere altri membri della famiglia in specifici momenti del percorso di cura. Non è detto che lo si debba per forza iniziare insieme.

Le faccio i migliori auguri per tutto
Un caro saluto