Persone irrisolte

Buongiorno,
Sono una ragazza di 29 anni e da un anno sono in terapia presso una psicoterapeuta.

Mi sono rivolta ad un professionista perché dopo aver lasciato mio marito (con cui stavo da 8 anni) ho capito di aver bisogno di aiuto, poiché provavo un forte disagio interiore che stava lentamente rovinando la mia vita.

Nonostante la Dott.
ssa sia molto brava ed io abbia trovato giovamento in alcuni ambiti della mia vita, sento che più vado avanti nel percorso, più vengono fuori nodi irrisolti, e inizio a chiedermi chi sia davvero io: tutte le mie certezze vacillano su chi sia davvero io come individuo.

Mi sento una persona profondamente irrisolta e non so se una persona come me potrà mai guarire dalle sue ferite.

La cosa che più fatico a gestire, è quella che la psicoterapeuta ha individuato come disregolazione emotiva.

Tutt'ora, nonostante ne sia conscia, faccio cose che la mia etica mi dice siano sbagliate dal punto di vista morale, ma non riesco a smettere di farle.

Con mio marito ho un rapporto molto ambiguo da quando ci siamo lasciati.

Non ci siamo separati legalmente.
Purtroppo non riesco a distaccarmi da lui anche se non lo amo più, perché lui è stata l'unica persona che sia stata "famiglia" per me.
Credo si dica dipendenza affettiva (?).

Per la paura di perdere questo legame emotivo, lo tengo in un limbo pericoloso, dove nessuno dei due molla il colpo, ma io (a sua insaputa) vedo altre persone per soddisfare i miei bisogni sessuali ed (emotivi in parte).

So che sembra assurdo, ma il motivo per cui l'ho lasciato è che io mi sono completamente dedicata a lui (per paura dell'abbandono) e lui si è "adagiato" in tutto e per tutto, e negli ultimi due anni di relazione è stato assente (fisicamente era sempre con me, ma emotivamente, socialmente, mentalmente assente).
Alla fine sono scoppiata e l'ho lasciato, con grandissimo dolore.

Adesso, che ho queste "vite parallele" mi sento in primis in mostro per come sto tradendo lui, e poi come se avessi un freno che non funziona.
Non riesco a togliermi il senso di colpa che però si autoalimenta con questo circolo vizioso di disregolazione emotiva.

Tutto questo mi fa capire che sono gravemente irrisolta come persona.

E non so se effettivamente una persona così irrisolta potrà mai trovare veramente cosa vuole o almeno come uscire da questi tormenti interiori per vivere una vita decente.

Secondo voi è possibile?
Dovrei cambiare terapeuta?
O è una fase normale del processo di evoluzione personale?

Grazie per le risposte.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

da quello che scrive e con i limiti della distanza, credo che Lei, insieme alla psicoterapeuta, abbia fatto un lavoro eccellente per arrivare a questa consapevolezza.

Non vorrei, pertanto, suggerirLe nessun cambiamento e La invito a discutere di tutto ciò con la terapeuta, a sollevare eventuali dubbi, perchè quella è la sede più adeguata per poter comprendere e superare ogni tipo di difficoltà legate alla terapia.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Utente
Utente
Grazie Dott.ssa Pileci per la risposta celere.

Sicuramente ne parlerò con la psicoterapeuta come da Lei consigliato.
La ringrazio per il feedback sul lavoro svolto, secondo Lei la consapevolezza è precursore della accettazione e del cambiamento? Io vedo il traguardo molto lontano al momento.
Nella sua esperienza le persone irrisolte possono trovare una "guarigione" dalle ferite e dalle mancanze del passato?

Grazie
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Molto spesso la consapevolezza aiuta il cambiamento, ma è anche vero che attraverso delle precise prescrizioni che il terapeuta può fornire al paziente, quest'ultimo impara a stare nella vita in un modo diverso, più funzionale.

Non è mai necessario essere completamente consapevoli di tutto, nessuno di noi lo è, ma proprio per questo credo sia compito del terapeuta che già La conosce guidarLa in questo percorso.

Ribadisco che anche le persone che Lei definisce "irrisolte" possono trovare un equilibrio funzionale per vivere. Senz'altro il percorso sarà più impegnativo e più lungo rispetto a quello che potrebbe percorrere una persona che si rivolge allo psicoterapeuta per una fobia o per un disturbo d'ansia, ma è possibile stare bene e riconoscere e cessare quei comportamenti disfunzionali.

Cordiali saluti,
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