Partner depresso interrompe la convivenza e lamenta assenza di emozioni
Buongiorno,
mi imbarazza un po' scrivere qua, ma non so più da che parte sbattere la testa.
La situazione è questa: circa 3 mesi fa io e il mio compagno (con cui convivevo felicemente da 7 anni) abbiamo contratto il covid.
Ne è conseguito isolamento domiciliare per più di un mese.
Durante questo periodo ho assistito al suo lento declino verso un baratro di tristezza e umore tetro.
Provando a parlarci sembravo peggiorare la situazione, diceva di sentirsi un fallito, vuoto dentro, metteva in dubbio tutta la sua esistenza e ovviamente la nostra relazione.
Lamentava quest'assenza di slanci verso di me e questo l'ha portato ad andare via di casa da un giorno all'altro.
Ha fortunatamente iniziato un percorso con una psichiatra psicoterapeuta una settimana dopo.
La dottoressa, oltre a diagnosticargli la depressione, ha suggerito che gli fosse stata causata dal suo modo ansioso di vivere le relazioni.
Lui viveva ogni cosa con quest'ansia di dovermi accontentare e non deludere mai.
Si costringeva magari a non esternarmi i suoi disagi o anche solo i suoi bisogni per paura di una mia reazione o per il timore di deludermi.
Il tutto ovviamente senza mai farmi percepire niente, in modo che io potessi almeno provare a rassicurarlo.
Come si suol dire "se le cantava e se le suonava da solo".
Dopo che è andato via di casa, mi ha scritto tutti i giorni, raccontandomi la sua giornata e i suoi incontri con la psichiatra.
L'ultima telefonata è stata molto traumatica (per me): mi ha accusata di provocargli ansia, che ogni volta che pensa a me gli torna questa sensazione negativa, che non prova amore.
Che addirittura aveva la certezza che lo controllassi.
So che sembra la solita lettera della classica donna abbandonata.
Ma veramente io non riesco a farmene una ragione fino a 3 mesi prima era la persona più dolce e premurosa del mondo.
Le nostre chat sembravano quelle di due adolescenti in 7 anni abbiamo mantenuto un feeling che ci invidiavano tutti.
Facevamo tante cose insieme e lui era davvero felice.
Possibile che abbia finto così bene, tanto da farsi venire la depressione?
O è semplicemente la depressione ad averlo fatto sragionare e farlo decidere di andarsene?
Io l'ultima volta, dopo quelle cattiverie (perché di quello si è trattato ho sempre fatto di tutto per farlo sentire bene e renderlo felice, l'ho spronato in cose che aveva timore di fare, ero il suo complementare, la persona allegra nei suoi momenti tristi, e mi ha fatto un gran male sentirlo parlare così) gli ho chiesto di non scrivermi neanche più, perché non aveva senso e mi faceva stare peggio.
Se davvero voleva il distacco, che distacco fosse stato.
Però adesso la depressione è venuta a me... tachicardia, insonnia e voglia di piangere continua.
Ho la speranza che dal momento in cui starà meglio tornerà ad avere voglia di vedermi?
Che tutto questo astio verso di me sia frutto della sua depressione?
Grazie mille.
mi imbarazza un po' scrivere qua, ma non so più da che parte sbattere la testa.
La situazione è questa: circa 3 mesi fa io e il mio compagno (con cui convivevo felicemente da 7 anni) abbiamo contratto il covid.
Ne è conseguito isolamento domiciliare per più di un mese.
Durante questo periodo ho assistito al suo lento declino verso un baratro di tristezza e umore tetro.
Provando a parlarci sembravo peggiorare la situazione, diceva di sentirsi un fallito, vuoto dentro, metteva in dubbio tutta la sua esistenza e ovviamente la nostra relazione.
Lamentava quest'assenza di slanci verso di me e questo l'ha portato ad andare via di casa da un giorno all'altro.
Ha fortunatamente iniziato un percorso con una psichiatra psicoterapeuta una settimana dopo.
La dottoressa, oltre a diagnosticargli la depressione, ha suggerito che gli fosse stata causata dal suo modo ansioso di vivere le relazioni.
Lui viveva ogni cosa con quest'ansia di dovermi accontentare e non deludere mai.
Si costringeva magari a non esternarmi i suoi disagi o anche solo i suoi bisogni per paura di una mia reazione o per il timore di deludermi.
Il tutto ovviamente senza mai farmi percepire niente, in modo che io potessi almeno provare a rassicurarlo.
Come si suol dire "se le cantava e se le suonava da solo".
Dopo che è andato via di casa, mi ha scritto tutti i giorni, raccontandomi la sua giornata e i suoi incontri con la psichiatra.
L'ultima telefonata è stata molto traumatica (per me): mi ha accusata di provocargli ansia, che ogni volta che pensa a me gli torna questa sensazione negativa, che non prova amore.
Che addirittura aveva la certezza che lo controllassi.
So che sembra la solita lettera della classica donna abbandonata.
Ma veramente io non riesco a farmene una ragione fino a 3 mesi prima era la persona più dolce e premurosa del mondo.
Le nostre chat sembravano quelle di due adolescenti in 7 anni abbiamo mantenuto un feeling che ci invidiavano tutti.
Facevamo tante cose insieme e lui era davvero felice.
Possibile che abbia finto così bene, tanto da farsi venire la depressione?
O è semplicemente la depressione ad averlo fatto sragionare e farlo decidere di andarsene?
Io l'ultima volta, dopo quelle cattiverie (perché di quello si è trattato ho sempre fatto di tutto per farlo sentire bene e renderlo felice, l'ho spronato in cose che aveva timore di fare, ero il suo complementare, la persona allegra nei suoi momenti tristi, e mi ha fatto un gran male sentirlo parlare così) gli ho chiesto di non scrivermi neanche più, perché non aveva senso e mi faceva stare peggio.
Se davvero voleva il distacco, che distacco fosse stato.
Però adesso la depressione è venuta a me... tachicardia, insonnia e voglia di piangere continua.
Ho la speranza che dal momento in cui starà meglio tornerà ad avere voglia di vedermi?
Che tutto questo astio verso di me sia frutto della sua depressione?
Grazie mille.
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salve, credo che l'astio del suo ex compagno sia dovuto al fatto che ce l'ha con se stesso e riversa su di lei questa rabbia. Il problema potrebbe essere un calo dell'autostima a seguito del delicato momento dovuto al covid; questo ha attivato una spirale di pensieri negativi che hanno innescato una depressione. Da qui la rabbia contro se stesso e contro di lei.
Lei comunque non può colpevolizzarsi per una decisione che riteneva la cosa migliore per entrambi. Del resto lei non può essere responsabile per il disagio psichico dell'ex.
Rispetto al fatto se tornerà da lei una volta uscito dal tunnel della depressione, chi lo può dire? Per questo è inutile che continui a logorarsi con questi pensieri ansiosi sul futuro della vostra relazione. Quello su cui lei invece può sicuramente intervenire è il suo stato psichico, del quale deve cominciare ad occuparsi per non cadere anche lei nello sconforto e nella tristezza. Del resto, il futuro dipende da come pensiamo e viviamo nel presente e oggi è il tempo che cominci a prendersi cura di se stessa.
Non posso che augurarle il meglio per la sua vita!
Lei comunque non può colpevolizzarsi per una decisione che riteneva la cosa migliore per entrambi. Del resto lei non può essere responsabile per il disagio psichico dell'ex.
Rispetto al fatto se tornerà da lei una volta uscito dal tunnel della depressione, chi lo può dire? Per questo è inutile che continui a logorarsi con questi pensieri ansiosi sul futuro della vostra relazione. Quello su cui lei invece può sicuramente intervenire è il suo stato psichico, del quale deve cominciare ad occuparsi per non cadere anche lei nello sconforto e nella tristezza. Del resto, il futuro dipende da come pensiamo e viviamo nel presente e oggi è il tempo che cominci a prendersi cura di se stessa.
Non posso che augurarle il meglio per la sua vita!
Dr. Stefano Falcini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3.9k visite dal 24/12/2020.
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