Perché interrompo la psicoterapia dopo 7/8 incontri?

Gentili Dottori,
la mia domanda è nel titolo e vorrei capire con il vostro aiuto se è un problema mio o se non ho ancora trovato un buon terapeuta.


Parto dall'inizio.


Il mio primo incontro con uno psicologo risale a circa 8 anni fa dopo una delusione amorosa che mi portò a rifugiarmi nella droga.

Il terapeuta non capì che il motivo per cui mi drogavo era per il dolore e per il cuore spezzato anche se glie ne parlavo ampiente.
Si concentrava invece sulla dipendenza.
Feci circa 3/4 sedute e poi mollai.
Sono uscito da quel brutto leccandomi le ferite da solo.
E smisi di drogarmi poco dopo.


Dopo qualche anno ebbi un periodo travagliato a lavoro che mi portò a prendere la decisione di cercare un posto in un'altra azienda.
Durante i colloqui avevo ansia e tremori e chiesi aiuto ad uno psicoterapeuta.
Le sedute sono andate avanti per circa due mesi ma zero risultati.
Sempre la solita ansia e tremori.
Mi chiedeva cosa pensavo quando ero agitato ma il problema è che io non pensavo proprio a nulla in quei momenti perchè venivo sopraffatto dall'ansia.

Mi disse di provare a distrarmi prima del colloquio, partendo da frasi informali del tipo "che bella giornata soleggiata oggi" ad esempio... Ma nulla tutto vano.
Mollai.


Ci riprovai a distanza di un anno con un'altro psicoterapeuta perchè la stessa ansia e tremori mi venivano quando dovevo discutere con il mio capo o dovevo fare delle presentazioni in cui ero al centro dell'attenzione.
Questo psicoterapeuta mi piacque molto da subito e già dalla prima seduto mi trasmise molta grinta.
Dopo due giorni dalla prima seduta avevo un importante presentazione e lui mi disse "Un ora pirma della presentazione voglio sentirti telefonicamente perchè voglio dirti delle cose.
". La sera prima gli mandai un sms come reminder, ma il giorno dopo non mi arrivo nessuna telefonata.
Mancanza di professionalità del terapeuta e delusione da parte mia.


Qualche mese fa ho scoperto che la mia ragazza (ormai ex) aveva una vita parallela e dormiva con un'altro uomo da circa un anno.

Eravamo fidanzati ufficialmente e lei veniva a casa dei miei ed io dei suoi, si parlava di futuro e di progetti.

Non entro nei dettagli ma lei era davvero una manipolatrice e una persona meschina.

Questa vicenda mi ha portato ad avere molta ansia ed insonnia.

Mi sono recato dall'ennesimo psicoterapeuta che durante le sedute di psicoterapia mi chiedeva come mai io avessi interrotto la relazione cosi bruscamente e senza un confronto.
Mi chiedeva se questa donna avesse dei pregi.
Di capire il suo punto di vista.

""""Di capire il suo punto di vista.
"""""
Su questa frase andai in escandescenza: come posso capire il punto di vista di una donna che ha riempito di menzogne me e la mia famiglia?
Come posso capire il punto di vista di una persona egoista, meschina e cattiva.

Alzai anche il tono della voce con lui e capì, forse, che quella sarebbe stato l'ultimo nostro incontro.


Forse non sono portato per la psicoterapia... non so...
Cosa ne pensate?
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Gentile Utente,

La psicoterapia serve per capire ma anche per intervenire e cambiare. Se Lei si droga perché ha il cuore spezzato (motivazione ), un buon terapeuta lavora sulla dipendenza per aiutare il paziente. Perché lo trova così strano? Intanto aiuta il paziente a non drogarsi, comportamento grazie al quale una persona potrebbe anche morire.

Quanto alla telefonata non ricevuta dal terapeuta, di solito è il paziente che chiama, anche se qui non capisco bene l ' utilità della chiamata prima della presentazione.

Infine, una domanda che può avere la finalità di analizzare complessivamente la situazione, tipo "Ma secondo te perché questa donna si è comportata così? " non è rara in una psicoterapia perché può permettere al paziente di capire meglio. Forse lei ha capito che il terapeuta volesse come giustificare questa donna?

Sento che c ' è un pochino di rabbia nella sua narrazione. Che cosa si aspetta dalla psicoterapia?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Utente
Utente
- Intanto aiuta il paziente a non drogarsi, comportamento grazie al quale una persona potrebbe anche morire.
Non ero un tossico e non mi facevo di eroina. Ero semplicemente un ragazzo di 23 anni che si era ritrovato con il cuore spezzato e senza amici da un giorno all'altro. Nel weekend mi rifugiavo nella droga perchè non sapevo cos'altro fare.

-Quanto alla telefonata non ricevuta dal terapeuta, di solito è il paziente che chiama, anche se qui non capisco bene l ' utilità della chiamata prima della presentazione.
Ma neanch'io so a cosa potesse servire quella chiamata. E' lui che mi disse che mi avrebbe chiamato e che voleva sentirmi prima.

-Infine, una domanda che può avere la finalità di analizzare complessivamente la situazione, tipo "Ma secondo te perché questa donna si è comportata così? "
La sua domanda è molto diversa da quella fatta dal terapeuta.

Sì certo che c'è rabbia.

Dalla psicoterapia mi aspetto di stare meglio e che un professionista mi faccia notare degli schemi mentali errati o percorsi di pensario dannosi. Mi aspetto che mi insegni ad accettare e guardare avanti.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 509
Quando una persona viene lasciata, soffre certamente perchè l'essere umano non è "progettato" per le separazioni.
Prova ne è il lutto, ad esempio. Se viene a mancare una persona per noi cara, un affetto importante, inevitabilmente stiamo male.
Ma le reazioni che possiamo avere dicono tanto di noi.
Ci sono, ad esempio, vedove inconsolabili che tentano il suicidio. Ad un esame superficiale potrei pensare che la persona soffre e basta, se provassi ad approfondire, potrei magari scoprire che ha un problema con la dipendenza (non parlo di sostanze), proprio dal coniuge scomparso.
Una persona che chiude una storia d'amore e soffre, rifugiandosi nella droga, a me farebbe venire voglia di approfondire questa dipendenza.

Ma anche aiutare il paziente a capire il punto di vista di un'altra persona (per quanto in errore, come nel caso di un tradimento), non mi pare un errore, anzi, chiedere di provare a comprendere il punto di vista di un altro non significa (come forse Lei ha inteso) giustificare un tradimento, ma esplorare le dinamiche di coppia, ovvero "secondo te cosa è passato per la testa a questa persona per tradirti, raccontarti bugie, ecc..?"
Ma questa è una domanda da psicoterapia, perchè permette al paziente di comprendere non solo le dinamiche di coppia, ma anche di ampliare la prospettiva e capire tutta la situazione. Ribadisco, però, che questo non significa giustificare un tradimento. Alla fine la terapia serve anche per capire, oltre per cambiare.

Se posso dare un consiglio, non solo a Lei ma anche ad altri lettori, anzichè cambiare così tanti terapeuti, la prima cosa da fare è sollevare il problema con il professionista e domandare ciò che non è chiaro. Anche io, come cliente, non capisco tante cose se mi affido ad un architetto, ad un commercialista, ecc... ma prima di scappare dal professionista, provo a domandare ciò che non mi torna.

Purtroppo, con lo psicologo tutto ciò non avviene, anche se a mio avviso è fondamentale.
Se il professionista Le aveva assicurato di chiamare, io avrei almeno inviato un messaggio, evidenziando tutto ciò. Che c'è di male?

Chissà se il problema che La porta in terapia non sia proprio legato a tutto ciò? Ovviamente io non lo so, ma sottolineo che lo psicologo NON ha la bacchetta magica e che se il paziente non fa in un certo senso la propria parte riportando il proprio disagio (qualunque esso sia) al terapeuta, come sarà possibile uscirne?

Io mi aspetto delle obiezioni da parte Sua, ma provi a pensare se Lei avesse molto semplicemente espresso i dubbi al primo terapeuta... non pensa che avrebbe ricevuto tutte le risposte e l'aiuto di cui aveva bisogno?
[#4]
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa, mi scuso nel ritardo della risposta. Purtroppo non mi è proprio arrivata nessuna notifica.

Ritengo i suoi spunti molto interessanti e voglio rispondere ad ognuno di loro.

"Una persona che chiude una storia d'amore e soffre, rifugiandosi nella droga, a me farebbe venire voglia di approfondire questa dipendenza."
Condivido e penso che sia doveroso da uno psicologo approfondire questo tema delicato. Quello che non capisco è perchè non aiutarlo ad attraversare quella sofferenza e concentrarsi solo sulla dipendenza?

"Ma anche aiutare il paziente a capire il punto di vista di un'altra persona (per quanto in errore, come nel caso di un tradimento), non mi pare un errore, anzi, chiedere di provare a comprendere il punto di vista di un altro non significa (come forse Lei ha inteso) giustificare un tradimento, ma esplorare le dinamiche di coppia, ovvero "secondo te cosa è passato per la testa a questa persona per tradirti, raccontarti bugie, ecc..?"
Quindi possiamo definirlo semplicemente "tradimento" una persona che:
(riporto le parole del consulto iniziale)
"aveva una vita parallela e dormiva con un'altro uomo da circa un anno.
Eravamo fidanzati ufficialmente e lei veniva a casa dei miei ed io dei suoi, si parlava di futuro e di progetti.
Non entro nei dettagli ma lei era davvero una manipolatrice e una persona meschina."
Questa donna PER UN ANNO OGNI GIORNO è uscita dal mio letto passando in quello di un'altro uomo. Può essere definito solo tradimento questo?
Se le raccontassi i dettagli di questa vicenda potrebbe rivendersela come una sceneggiatura di un film.
Se al terapeuta dico che ho preso coscienza che questa donna è una pazza, narcisista e manipolatrice, mi spiega perchè mi viene fatta la domanda di "capire il suo punto di vista" ai fini della psicoterapia?

"Se il professionista Le aveva assicurato di chiamare, io avrei almeno inviato un messaggio, evidenziando tutto ciò. Che c'è di male? "
Ma qui entra in gioco una componente caratteriale che fortunatamente ci rende tutti diversi.
Io ho preferito non mandare nulla perché mi è bastato quell'episodio per capire che non era una professionale nel lavoro che svolgeva. Che cosa ci avrei guadagnato mandato l'sms? Le scuse? L'imbarazzo?

"Se posso dare un consiglio, non solo a Lei ma anche ad altri lettori, anzichè cambiare così tanti terapeuti, la prima cosa da fare è sollevare il problema con il professionista e domandare ciò che non è chiaro. Anche io, come cliente, non capisco tante cose se mi affido ad un architetto, ad un commercialista, ecc... ma prima di scappare dal professionista, provo a domandare ciò che non mi torna."
Su questo sono d'accordo. Forse avrei dovuto maggiormente palesare il mio disappunto all'ultimo professionista.

"Io mi aspetto delle obiezioni da parte Sua, ma provi a pensare se Lei avesse molto semplicemente espresso i dubbi al primo terapeuta... non pensa che avrebbe ricevuto tutte le risposte e l'aiuto di cui aveva bisogno?"
Sinceramente dal primo proprio NO :-)