Ansia per salute genitori
Buongiorno,
inizio già da subito a ringraziare per l'ascolto.
Nell'ultimo periodo mia mamma ha scoperto di avere problemi renali, ora aspetta di fare una biopsia per capire di cosa si tratta.
Mio papà ha da sempre problemi di salute: un infarto una decina di anni fa, lieve insuff renale, diabete... è di recente stato dal diabetologo perchè il diabete era molto mal controllato, ha cambiato le terapie che però gli hanno dato effetti collaterali, allora le ha cambiate di nuovo da pochi giorni ed è quindi in una fase in cui aspetta di vedere se queste le tollera meglio.
Vi scrivo perché mi sembra che la situazione stia per me lentamente peggiorando: oggi lui è un po' giù di tono, ha dormito fino a tardi e non lo fa mai, mi sembra che non stia tanto bene, nonostante affermi il contrario.
Subito questo mi attiva una grande ansia, penso che stia male, che le terapie non vadano bene, che le sospenderà e poi penso che invece magari è altro, che con tutti i suoi problemi ci sia qualcosa di davvero serio in corso.
Questi pensieri mi assorbono e mi distraggono, non riesco a concentrarmi su altro, ho bisogno di controllare di continuo come lui sta e non riesco a darmi pace.
Lo stesso è accaduto con mia madre quando aveva scoperto i problemi ai reni e temevo avesse un mieloma, e continua a succedere quando si avvicinano i suoi esami o accertamenti o ancora se non sta bene.
So che è importante quello che è il mio "background" in questa situazione, mi sembra doveroso dire che mia sorella quando era piccola ha avuto una grave malattia (da cui è guarita) e che in seguito a questo ho avuto anche un periodo caratterizzato da una forte ansia per la mia salute, poi passato praticamente da solo.
Ora mi ritrovo qui, con questa ansia traslata sui miei genitori, che mi impedisce di vivere serenamente.
Che in alcuni casi sento come giustificata, visti i loro problemi di salute, ma che in altri momenti mi sembra opprimente e difficile da sopportare.
Aggiungo che nell'ultimo anno ho seguito un percorso psicologico (iniziato per altri motivi) che mi ha aiutata a capire che ho una forte paura dell'abbandono e che tendo a cercare di avere controllo su tutto ciò che mi circonda, ma purtroppo alla fine di questo mese il percorso dovrà interrompersi (è presso una struttura pubblica, quindi ha un tempo prefissato), e mi sembra di non saper far fronte a questa mia paura, so che c'è, ma l'ansia rimane esattamente lì e non vedo una via di uscita.
So anche che davvero i miei hanno problemi di salute, quindi c'è "una base", ma so anche che questa mia preoccupazione rende alcune giornate davvero difficili da attraversare.
Vi scrivo per chiedervi se si può fare qualcosa per guarire da questa situazione, che già in un anno di terapia è stata più volte toccata, oppure se è solo il mio modo di essere, con cui devo convivere e che non posso cambiare.
Insomma, se c'è un modo di vivere più serenamente, nonostante la precaria salute dei miei genitori.
Grazie di cuore per l'ascolto.
inizio già da subito a ringraziare per l'ascolto.
Nell'ultimo periodo mia mamma ha scoperto di avere problemi renali, ora aspetta di fare una biopsia per capire di cosa si tratta.
Mio papà ha da sempre problemi di salute: un infarto una decina di anni fa, lieve insuff renale, diabete... è di recente stato dal diabetologo perchè il diabete era molto mal controllato, ha cambiato le terapie che però gli hanno dato effetti collaterali, allora le ha cambiate di nuovo da pochi giorni ed è quindi in una fase in cui aspetta di vedere se queste le tollera meglio.
Vi scrivo perché mi sembra che la situazione stia per me lentamente peggiorando: oggi lui è un po' giù di tono, ha dormito fino a tardi e non lo fa mai, mi sembra che non stia tanto bene, nonostante affermi il contrario.
Subito questo mi attiva una grande ansia, penso che stia male, che le terapie non vadano bene, che le sospenderà e poi penso che invece magari è altro, che con tutti i suoi problemi ci sia qualcosa di davvero serio in corso.
Questi pensieri mi assorbono e mi distraggono, non riesco a concentrarmi su altro, ho bisogno di controllare di continuo come lui sta e non riesco a darmi pace.
Lo stesso è accaduto con mia madre quando aveva scoperto i problemi ai reni e temevo avesse un mieloma, e continua a succedere quando si avvicinano i suoi esami o accertamenti o ancora se non sta bene.
So che è importante quello che è il mio "background" in questa situazione, mi sembra doveroso dire che mia sorella quando era piccola ha avuto una grave malattia (da cui è guarita) e che in seguito a questo ho avuto anche un periodo caratterizzato da una forte ansia per la mia salute, poi passato praticamente da solo.
Ora mi ritrovo qui, con questa ansia traslata sui miei genitori, che mi impedisce di vivere serenamente.
Che in alcuni casi sento come giustificata, visti i loro problemi di salute, ma che in altri momenti mi sembra opprimente e difficile da sopportare.
Aggiungo che nell'ultimo anno ho seguito un percorso psicologico (iniziato per altri motivi) che mi ha aiutata a capire che ho una forte paura dell'abbandono e che tendo a cercare di avere controllo su tutto ciò che mi circonda, ma purtroppo alla fine di questo mese il percorso dovrà interrompersi (è presso una struttura pubblica, quindi ha un tempo prefissato), e mi sembra di non saper far fronte a questa mia paura, so che c'è, ma l'ansia rimane esattamente lì e non vedo una via di uscita.
So anche che davvero i miei hanno problemi di salute, quindi c'è "una base", ma so anche che questa mia preoccupazione rende alcune giornate davvero difficili da attraversare.
Vi scrivo per chiedervi se si può fare qualcosa per guarire da questa situazione, che già in un anno di terapia è stata più volte toccata, oppure se è solo il mio modo di essere, con cui devo convivere e che non posso cambiare.
Insomma, se c'è un modo di vivere più serenamente, nonostante la precaria salute dei miei genitori.
Grazie di cuore per l'ascolto.
[#1]
Gentilissima, comprendiamo la storia di malattia dei suoi familiari e le mandiamo tanti auguri per affrontare una situazione a volte complicata per una giovane donna.
Dai suoi consulti precedenti, tuttavia, emerge una modalità di risposta ansiosa che permane e che riguarda diversi ambiti della sua vita. L'aspetto che più mi ha attirato del suo messaggio è che sta effettuando un percorso psicologico: questo sicuramente le sarà stato utile per analizzare le diverse situazioni, i suoi stati d'animo, le sue reazioni e se ci possono essere alternative al suo consueto modo di fare.
E' vero che nelle strutture pubbliche ci sono percorsi di supporto psicologico "a scadenza" , però è anche possibile domandare se questo può essere rinnovato a fronte della necessità. Perchè non pone questa questione e questo suo stato d'animo alla psicologa che la segue? Sarebbe la soluzione più adeguata.
Cordialmente, e se vuole ci aggiorni
Dai suoi consulti precedenti, tuttavia, emerge una modalità di risposta ansiosa che permane e che riguarda diversi ambiti della sua vita. L'aspetto che più mi ha attirato del suo messaggio è che sta effettuando un percorso psicologico: questo sicuramente le sarà stato utile per analizzare le diverse situazioni, i suoi stati d'animo, le sue reazioni e se ci possono essere alternative al suo consueto modo di fare.
E' vero che nelle strutture pubbliche ci sono percorsi di supporto psicologico "a scadenza" , però è anche possibile domandare se questo può essere rinnovato a fronte della necessità. Perchè non pone questa questione e questo suo stato d'animo alla psicologa che la segue? Sarebbe la soluzione più adeguata.
Cordialmente, e se vuole ci aggiorni
Dr.ssa Elisabetta Molteni
Psicologa Psicoterapeuta - In studio e Online
www.elisabettamolteni.it
[#2]
Utente
La ringrazio per la rapida risposta.
Il percorso psicologico che sto svolgendo mi ha sì portata a riflettere sui miei stati d'animo e sulle mie reazioni e anche a capirle, così come a vedere "le alternative" ai miei comportamenti abituali, che però faccio onestamente ancora molta fatica ad applicare. Sono però certamente più consapevole e ho più strumenti per affrontare queste difficoltà, anche se mi sembra di fare comunque tanta fatica.
Alla fine ho parlato con la mia psicologa, purtroppo la struttura in cui sto svolgendo i colloqui non ha la possibilità (in questo momento) di prolungare il mio percorso, lei si è però resa disponibile nel caso io dovessi sentire che questa interruzione è prematura. Questo mi ha fatto sentire più sollevata. Grazie per il consiglio, parlarne direttamente con lei è stata la cosa giusta.
Il percorso psicologico che sto svolgendo mi ha sì portata a riflettere sui miei stati d'animo e sulle mie reazioni e anche a capirle, così come a vedere "le alternative" ai miei comportamenti abituali, che però faccio onestamente ancora molta fatica ad applicare. Sono però certamente più consapevole e ho più strumenti per affrontare queste difficoltà, anche se mi sembra di fare comunque tanta fatica.
Alla fine ho parlato con la mia psicologa, purtroppo la struttura in cui sto svolgendo i colloqui non ha la possibilità (in questo momento) di prolungare il mio percorso, lei si è però resa disponibile nel caso io dovessi sentire che questa interruzione è prematura. Questo mi ha fatto sentire più sollevata. Grazie per il consiglio, parlarne direttamente con lei è stata la cosa giusta.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.7k visite dal 20/12/2020.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.