Perché odio me stessa?
Sono una ragazza di 25 anni, a detta di chi mi conosce molto bella.
Da sempre alterno periodi in cui mi sento sicura di me, a tratti estremamente vanitosa, a periodi in cui non riesco a guardarmi allo specchio per il disgusto che provo, come se non riconoscessi nello specchio l'immagine che io ho di me stessa.
Non solo vedo i miei difetti e mi demoralizzo, ma è proprio come se non vedessi me riflessa allo specchio, ma un'altra.
A questo ultimamente si è aggiunta la non sopportazione totale della mia voce, con la quale non ho mai avuto problemi.
Ora la trovo fastidiosa, a tratti quasi da nevrotica.
Quando mi trovo in compagnia di altre persone ultimamente mi sta capitando di innervosirmi moltissimo perché da un lato amo chiacchierare e difficilmente riesco a tacere, dall'altro appena apro bocca rimango infastidita dalla mia voce.
Ciò che non capisco di questa situazione è l'alternarsi appunto di momenti di fastidio e disprezzo per me stessa a momenti invece in cui vivo quasi con un senso di grandiosità e anche supervalutazione di me stessa e della mie capacità e caratteristiche.
Devo precisare che sto vivendo un periodo di frustrazione particolare per diversi motivi, sono spesso nervosa, aggressiva, tesa (anche fisicamente), sogno spesso di morire annegata (precisamente sogno di stare sott'acqua e non riuscire a risalire).
In passato ho avuto problemi familiari importanti e anche ostacoli nel mio percorso di studio, tutte questioni ora felicemente risolte, ma nonostante ciò è come se vivessi perennemente una condizione di depressione/tristezza esistenziale.
Penso spesso al suicidio proprio perché quando mi perdo nei miei pensieri arrivo quasi sempre alla conclusione che non sarò mai felice e dunque non ha senso continuare a vivere non credendo in nulla e non avendo fiducia nel prossimo.
Sono fortemente combattuta perché allo stesso tempo sento di avere dei valori e dei sogni che vorrei realizzare, se solo avessi la tranquillità e la serenità ogni giorno per realizzarli.
Grazie anticipatamente a chi vorrà darmi pareri e consigli.
Da sempre alterno periodi in cui mi sento sicura di me, a tratti estremamente vanitosa, a periodi in cui non riesco a guardarmi allo specchio per il disgusto che provo, come se non riconoscessi nello specchio l'immagine che io ho di me stessa.
Non solo vedo i miei difetti e mi demoralizzo, ma è proprio come se non vedessi me riflessa allo specchio, ma un'altra.
A questo ultimamente si è aggiunta la non sopportazione totale della mia voce, con la quale non ho mai avuto problemi.
Ora la trovo fastidiosa, a tratti quasi da nevrotica.
Quando mi trovo in compagnia di altre persone ultimamente mi sta capitando di innervosirmi moltissimo perché da un lato amo chiacchierare e difficilmente riesco a tacere, dall'altro appena apro bocca rimango infastidita dalla mia voce.
Ciò che non capisco di questa situazione è l'alternarsi appunto di momenti di fastidio e disprezzo per me stessa a momenti invece in cui vivo quasi con un senso di grandiosità e anche supervalutazione di me stessa e della mie capacità e caratteristiche.
Devo precisare che sto vivendo un periodo di frustrazione particolare per diversi motivi, sono spesso nervosa, aggressiva, tesa (anche fisicamente), sogno spesso di morire annegata (precisamente sogno di stare sott'acqua e non riuscire a risalire).
In passato ho avuto problemi familiari importanti e anche ostacoli nel mio percorso di studio, tutte questioni ora felicemente risolte, ma nonostante ciò è come se vivessi perennemente una condizione di depressione/tristezza esistenziale.
Penso spesso al suicidio proprio perché quando mi perdo nei miei pensieri arrivo quasi sempre alla conclusione che non sarò mai felice e dunque non ha senso continuare a vivere non credendo in nulla e non avendo fiducia nel prossimo.
Sono fortemente combattuta perché allo stesso tempo sento di avere dei valori e dei sogni che vorrei realizzare, se solo avessi la tranquillità e la serenità ogni giorno per realizzarli.
Grazie anticipatamente a chi vorrà darmi pareri e consigli.
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Gentile utente,
faccio una piccola premessa iniziale: in questo spazio non ci è possibile fare diagnosi, per diversi motivi. Il suo consulto non porta in sé una vera e propria domanda e per noi specialisti che rispondiamo è difficile comprendere il bisogno di chi scrive senza che vi sia una domanda specifica.
Mi sembra di capire che lei oscilla tra due modalità, una più euforica ("Da sempre alterno periodi in cui mi sento sicura di me, a tratti estremamente vanitosa"; "momenti in cui vivo quasi con un senso di grandiosità e anche supervalutazione di me stessa e della mie capacità e caratteristiche") e un'altra più depressiva, probabilmente quest'ultima è più viva in questo momento in cui ci scrive, dal momento che le ha dedicato molto più spazio.
Come si sente lei rispetto a questo continuo alternarsi di due fasi apparentemente in netta opposizione? Sente che le arrecano problemi e difficoltà nella sua vita quotidiana? Rappresentano un problema per lei?
Non ci ha parlato molto di sé, se non delle sensazioni ed emozioni che prova. Ci può raccontare cosa fa nella sua vita? Studia/lavora? Con chi vive? Ha una relazione sentimentale o relazioni significative? Quali sono i suoi sogni e i valori di cui ci ha solo accennato? Se le va potrebbe parlarcene. Magari può anche raccontarci un pochino dei problemi familiari importanti a cui alludeva.
Ritornando a quello che le ho scritto inizialmente, le chiedo, alla luce della sua storia, o almeno di quella che ci ha raccontato, cosa vorrebbe chiedere qui. Quale sarebbe la sua domanda? Forse le sembra banale, ma la formulazione di una domanda personale è un primo punto da cui partire per esplorare, per comprendere e accogliere il suo dolore e la sua sofferenza.
Grazie per averci scritto
Resto a disposizione se ne avesse ancora bisogno
Cordialmente
faccio una piccola premessa iniziale: in questo spazio non ci è possibile fare diagnosi, per diversi motivi. Il suo consulto non porta in sé una vera e propria domanda e per noi specialisti che rispondiamo è difficile comprendere il bisogno di chi scrive senza che vi sia una domanda specifica.
Mi sembra di capire che lei oscilla tra due modalità, una più euforica ("Da sempre alterno periodi in cui mi sento sicura di me, a tratti estremamente vanitosa"; "momenti in cui vivo quasi con un senso di grandiosità e anche supervalutazione di me stessa e della mie capacità e caratteristiche") e un'altra più depressiva, probabilmente quest'ultima è più viva in questo momento in cui ci scrive, dal momento che le ha dedicato molto più spazio.
Come si sente lei rispetto a questo continuo alternarsi di due fasi apparentemente in netta opposizione? Sente che le arrecano problemi e difficoltà nella sua vita quotidiana? Rappresentano un problema per lei?
Non ci ha parlato molto di sé, se non delle sensazioni ed emozioni che prova. Ci può raccontare cosa fa nella sua vita? Studia/lavora? Con chi vive? Ha una relazione sentimentale o relazioni significative? Quali sono i suoi sogni e i valori di cui ci ha solo accennato? Se le va potrebbe parlarcene. Magari può anche raccontarci un pochino dei problemi familiari importanti a cui alludeva.
Ritornando a quello che le ho scritto inizialmente, le chiedo, alla luce della sua storia, o almeno di quella che ci ha raccontato, cosa vorrebbe chiedere qui. Quale sarebbe la sua domanda? Forse le sembra banale, ma la formulazione di una domanda personale è un primo punto da cui partire per esplorare, per comprendere e accogliere il suo dolore e la sua sofferenza.
Grazie per averci scritto
Resto a disposizione se ne avesse ancora bisogno
Cordialmente
Dr.ssa Valeria Mazzilli
Psicologa Clinica
Via San Giacomo, 15 Napoli
cel. 3895404108
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 7k visite dal 19/12/2020.
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