Ripercussioni mentali anche fisiche a causa di un problema di vita sentimentale
Salve a tutti, è da quasi 2 anni che convivo nella mia mente con ripercussioni alternate anche fisiche con un problema di vita sentimentale.
Sono stato fidanzato più di 5 anni con una ragazza.
La svolta accadde circa 2 anni fa quando lei per esigenze lavorative accettò un impiego a scadenza annule a circa 1000 km di distanza.
Premetto che lavorativamente era un'occasione importante per lei, sebbene esperienza a termine, ad ogni modo, preciso che non mi sono mai opposto a nulla.
Comincia il rapporto a distanza, la sua vita cambia in meglio, l'esperienza è positiva ed il contesto sociale è ottimo.
Da qui iniziano gli inviti a trasferirmi lì, a trovare lavoro lì, ma premetto che io avevo ed ho un impiego stabile contrattualmente parlando, e mi sembrava già assurdo parlare di questi temi considerando che la sua era un'esperienza a termine.
Ho imparato a mie spese che la distanza va gestita e bisogna essere bravi, poichè logora e distrugge, anzi ci ha distrutti.
Conversazione ripetitive, litigate frequenti, una gelosia sua importante a tratti ossessiva.
Lei mi rimproverava carenze in ogni dove, dal fatto che non sapevo farla sentire importante a quelle di natura fisica, cosa che non smentisco, ma spesso ero sotto attacco.
Ad aggravare il tutto, un periodo di lavoro mio particolarmente stressante.
Fu un precipitare continuo fino alla rottura consensuale.
Dopo mesi poi ci siamo rivisti e inizialmente la vidi serena, rilassata, stava bene, quell'esperienza era terminata.
Al che mi fece una confessione, poco dopo che ci lasciammo è stata fisicamente con un'altra persona, un ragazzo che le dava quelle attenzioni che lei cercava e che io non ero incapace di darle.
Da allora, è trascorso un anno e mezzo, ci sentiamo, ci siamo anche visti e viviamo in un limbo, con questo rapporto che lei vuole fare ripartire, ma che a me lascia titubante.
Una parte di me è bloccata, sa che ha sofferto per le cose dette e per i trattamenti subiti e non vuole rivivere quelle paure.
Si forse è proprio la paura a bloccarmi in tutto, emotivamente e fisicamente.
Tengo a lei come persona le voglio bene, ci mancherebbe.
Avverto un blocco anche fisico in tutta onestà e l'ultima donna con cui sono stato è lei.
Nessuno dei due ha il coraggio di chiudere il libro, io non ho saputo farlo allora e non riesco oggi.
Ora è ripartita per una nuova distanza, per altri 2 anni.
Sicuramente è un elemento che pone riflessioni, ma sicuramente non è quello che determinerà o meno una ripartenza.
La distanza in pandemia però è un deterrente enorme che mi rende impotente, non so magari è una scusante, ma quanto raffiorano i ricordi, a volte scoppio in lacrime, non guardo la cosa con un sorriso, la mia reazione è sincera, ma rimango inerme perchè non so come procedere.
Sono in questa situazione da quasi 2 anni e mi rendo conto di essere un buono, ma di essere incapace decisionalmente ed emotivamente.
Vi ringrazio in anticipo per il tempo dedicatomi.
Sono stato fidanzato più di 5 anni con una ragazza.
La svolta accadde circa 2 anni fa quando lei per esigenze lavorative accettò un impiego a scadenza annule a circa 1000 km di distanza.
Premetto che lavorativamente era un'occasione importante per lei, sebbene esperienza a termine, ad ogni modo, preciso che non mi sono mai opposto a nulla.
Comincia il rapporto a distanza, la sua vita cambia in meglio, l'esperienza è positiva ed il contesto sociale è ottimo.
Da qui iniziano gli inviti a trasferirmi lì, a trovare lavoro lì, ma premetto che io avevo ed ho un impiego stabile contrattualmente parlando, e mi sembrava già assurdo parlare di questi temi considerando che la sua era un'esperienza a termine.
Ho imparato a mie spese che la distanza va gestita e bisogna essere bravi, poichè logora e distrugge, anzi ci ha distrutti.
Conversazione ripetitive, litigate frequenti, una gelosia sua importante a tratti ossessiva.
Lei mi rimproverava carenze in ogni dove, dal fatto che non sapevo farla sentire importante a quelle di natura fisica, cosa che non smentisco, ma spesso ero sotto attacco.
Ad aggravare il tutto, un periodo di lavoro mio particolarmente stressante.
Fu un precipitare continuo fino alla rottura consensuale.
Dopo mesi poi ci siamo rivisti e inizialmente la vidi serena, rilassata, stava bene, quell'esperienza era terminata.
Al che mi fece una confessione, poco dopo che ci lasciammo è stata fisicamente con un'altra persona, un ragazzo che le dava quelle attenzioni che lei cercava e che io non ero incapace di darle.
Da allora, è trascorso un anno e mezzo, ci sentiamo, ci siamo anche visti e viviamo in un limbo, con questo rapporto che lei vuole fare ripartire, ma che a me lascia titubante.
Una parte di me è bloccata, sa che ha sofferto per le cose dette e per i trattamenti subiti e non vuole rivivere quelle paure.
Si forse è proprio la paura a bloccarmi in tutto, emotivamente e fisicamente.
Tengo a lei come persona le voglio bene, ci mancherebbe.
Avverto un blocco anche fisico in tutta onestà e l'ultima donna con cui sono stato è lei.
Nessuno dei due ha il coraggio di chiudere il libro, io non ho saputo farlo allora e non riesco oggi.
Ora è ripartita per una nuova distanza, per altri 2 anni.
Sicuramente è un elemento che pone riflessioni, ma sicuramente non è quello che determinerà o meno una ripartenza.
La distanza in pandemia però è un deterrente enorme che mi rende impotente, non so magari è una scusante, ma quanto raffiorano i ricordi, a volte scoppio in lacrime, non guardo la cosa con un sorriso, la mia reazione è sincera, ma rimango inerme perchè non so come procedere.
Sono in questa situazione da quasi 2 anni e mi rendo conto di essere un buono, ma di essere incapace decisionalmente ed emotivamente.
Vi ringrazio in anticipo per il tempo dedicatomi.
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Gentile Utente,
mi pare che tutto ciò che Le è rimasto addosso da questa relazione terminata sia una sorta di rimuginio che non Le sta permettendo di porre la parola "fine".
Lei continua a pensare e ripensare alla situazione, a come sono andate le cose, a cosa avrebbe potuto fare, a come gestire la relazione a distanza.
Entro certi limiti è pure comprensibile tutto ciò (è normale riflettere su ciò che ci accade), ma quando l'elaborazione per la fine di una storia si protrae per due anni, non possiamo dire che non via sia una ruminazione mentale che, a mio avviso, dovrebbe imparare a gestire e ad abbandonare.
Per fare tutto ciò, è consigliata la consulenza diretta con uno psicologo psicoterapeuta.
Cordiali saluti,
mi pare che tutto ciò che Le è rimasto addosso da questa relazione terminata sia una sorta di rimuginio che non Le sta permettendo di porre la parola "fine".
Lei continua a pensare e ripensare alla situazione, a come sono andate le cose, a cosa avrebbe potuto fare, a come gestire la relazione a distanza.
Entro certi limiti è pure comprensibile tutto ciò (è normale riflettere su ciò che ci accade), ma quando l'elaborazione per la fine di una storia si protrae per due anni, non possiamo dire che non via sia una ruminazione mentale che, a mio avviso, dovrebbe imparare a gestire e ad abbandonare.
Per fare tutto ciò, è consigliata la consulenza diretta con uno psicologo psicoterapeuta.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.1k visite dal 17/12/2020.
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