Come dare un senso alle giornate?
Salve a tutti, sono Andrea e ho 24 anni.
È ormai da un qualche anno che penso fin troppo spesso alla morte, ma senza volerlo.
Mi sento triste e vuoto, non ho voglia di impegnarmi in nulla, come se non avessi le forze, ma soprattutto come se non sentissi il bisogno di dare un senso alla vita.
Le mie giornate sono quasi tutte uguali, cerco di impegnare il tempo leggendo, studiando o giocando ai videogiochi.
Il punto è che mi scoccio in fretta di fare queste attività (seppur adorabili per me) ma non ne capisco il motivo.
Ho provato a creare nuove situazioni cercando di uscire dal quotidiano fallendo però miseramente.
Non riesco a trovare lavoro seppur sia qualificato (come del resto i miei coetanei).
Non sento i miei amici da tempo, sento un desiderio irrefrenabile di contattarli, ma poi mi passa la voglia, magari ripensando che il motivo in parte sia la loro falsità, ma in fondo difficile trovare chi non lo sia.
È come se non riuscissi a godere a pieno delle emozioni, lo stesso mi succedeva da piccolo.
Non avevo molti rapporti sociali, non parlavo con nessuno, mi sentivo sempre molto solo, ma da un lato mi affascinava, mi faceva sentire a mio agio.
Non se se tutto questo è solamente frutto di un macabro gioco della mia mente o se si tratta solamente della descrizione della vita.
Ma d'altronde Wilde forse aveva ragione: la vita non è altro che un brutto quarto d’ora, composto da attimi squisiti.
È ormai da un qualche anno che penso fin troppo spesso alla morte, ma senza volerlo.
Mi sento triste e vuoto, non ho voglia di impegnarmi in nulla, come se non avessi le forze, ma soprattutto come se non sentissi il bisogno di dare un senso alla vita.
Le mie giornate sono quasi tutte uguali, cerco di impegnare il tempo leggendo, studiando o giocando ai videogiochi.
Il punto è che mi scoccio in fretta di fare queste attività (seppur adorabili per me) ma non ne capisco il motivo.
Ho provato a creare nuove situazioni cercando di uscire dal quotidiano fallendo però miseramente.
Non riesco a trovare lavoro seppur sia qualificato (come del resto i miei coetanei).
Non sento i miei amici da tempo, sento un desiderio irrefrenabile di contattarli, ma poi mi passa la voglia, magari ripensando che il motivo in parte sia la loro falsità, ma in fondo difficile trovare chi non lo sia.
È come se non riuscissi a godere a pieno delle emozioni, lo stesso mi succedeva da piccolo.
Non avevo molti rapporti sociali, non parlavo con nessuno, mi sentivo sempre molto solo, ma da un lato mi affascinava, mi faceva sentire a mio agio.
Non se se tutto questo è solamente frutto di un macabro gioco della mia mente o se si tratta solamente della descrizione della vita.
Ma d'altronde Wilde forse aveva ragione: la vita non è altro che un brutto quarto d’ora, composto da attimi squisiti.
[#1]
caro ventenne, prima di tutto sai scrivere benissimo , questo è certo!
secondo parti e descrivi sensazioni e pensieri tristi in una maniera molto allegra e questo mi rincuora per il tuo futuro. Certo ti aiuterebbe avere una persona professionale che non conosca la tua realtà e con una terapia breve probabilmente scoprire meglio le tue energie che ti sebra di non avere.
..sai il mio professore di psichiatria infantile mi disse che la Adolescenza non termina con una età specifica, ma solo quando si diviene autonomi dalla famiglia di origine... nella nostra società quando si inizia ad essere retribuiti per qualcosa che abbia detto / fatto.
pensaci . è normale che i giochi di sempre abbiano seppur più moderni e complessi il fascino della tua adolescenza.
Trova un lavoro stagionale ..nel senso per un po' iniziare ad aprire la tua conchiglia ... come del resto hai fatto scrivendoci.
e la tristezza che provi sembra più una noia per un quotidiano troppo conosciuto e prevedibile.
non ti perdere e tienimi informato
secondo parti e descrivi sensazioni e pensieri tristi in una maniera molto allegra e questo mi rincuora per il tuo futuro. Certo ti aiuterebbe avere una persona professionale che non conosca la tua realtà e con una terapia breve probabilmente scoprire meglio le tue energie che ti sebra di non avere.
..sai il mio professore di psichiatria infantile mi disse che la Adolescenza non termina con una età specifica, ma solo quando si diviene autonomi dalla famiglia di origine... nella nostra società quando si inizia ad essere retribuiti per qualcosa che abbia detto / fatto.
pensaci . è normale che i giochi di sempre abbiano seppur più moderni e complessi il fascino della tua adolescenza.
Trova un lavoro stagionale ..nel senso per un po' iniziare ad aprire la tua conchiglia ... come del resto hai fatto scrivendoci.
e la tristezza che provi sembra più una noia per un quotidiano troppo conosciuto e prevedibile.
non ti perdere e tienimi informato
Dr. Maurizio Mannocci Galeotti
Terapista del Dolore -Health Coach
https://www.facebook.com/comprendereildolore/
[#2]
Utente
Innanzitutto grazie per la risposta Dr. Maurizio Mannocci Galeotti.
Le sue parole seppur leggermente imprecise (data l'impossibilità di un consulto di persona) hanno colto il mio stato d'animo.
Quindi in sostanza, la risposta alla domanda "Come dare un senso alle giornate?" risiede semplicemente nell'iniziare a far qualcosa che migliori la propria gestione di se. Lavorando quindi su autonomia e responsabilità.
Grazie ancora per avermi dedicato il suo tempo.
Soffermandomi ancora sulle sue parole, soprattutto le ultime, che mi hanno fatto sorridere, non posso che concludere con un'altra citazione (avrà capito quindi che mi piacciono) stavolta di Freud.
La scienza moderna non ha ancora prodotto un farmaco rassicurante tanto efficace quanto poche parole gentili .
Le sue parole seppur leggermente imprecise (data l'impossibilità di un consulto di persona) hanno colto il mio stato d'animo.
Quindi in sostanza, la risposta alla domanda "Come dare un senso alle giornate?" risiede semplicemente nell'iniziare a far qualcosa che migliori la propria gestione di se. Lavorando quindi su autonomia e responsabilità.
Grazie ancora per avermi dedicato il suo tempo.
Soffermandomi ancora sulle sue parole, soprattutto le ultime, che mi hanno fatto sorridere, non posso che concludere con un'altra citazione (avrà capito quindi che mi piacciono) stavolta di Freud.
La scienza moderna non ha ancora prodotto un farmaco rassicurante tanto efficace quanto poche parole gentili .
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.4k visite dal 12/12/2020.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.